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Post n°2 pubblicato il 02 Novembre 2013 da gianni_zanichelli201
Il primo giorno di ora solare, il buio in anticipo rispetto a ieri; puoi guardare dentro le finestre dalle luci accese e vedere come vive la gente. Ad Alessandra piaceva, quando andavamo a zonzo per mano fino a sfiancarci, senza neanche una bicicletta per fare più veloce. Il sabato pomeriggio, qualunque cosa succedesse al mondo,esistevamo solo noi, appiedati e lenti, tra la periferia e il corso. Ci siamo invecchiati a camminare centinaia di chilometri, a guardarci innamorati. E comunque a lei piaceva sbirciare dentro le case. Non era invadente, le piaceva perchè la sua famiglia era rissosa, scollata. Voleva vedere se altrove fossero stati più fortunati. Il buio ci mangiava i piedi, a un certo punto. Allora per rassicurarci seguivamo chiazze di luce per terra, tuffate dai lampioni e dai negozi. Io cercavo di portarla al parco, su una panchina nascosta tra gli alberi, per trovare un passaggio tra tutti quei vestiti che aveva indosso e arrivare con la mano alla meraviglia del piccolo seno. Quando ci arrivavo era solo per sfiorarne la carne, si ritraeva sorridendo, si ricomponeva se sentiva lontano dei passi. Non ricordo nella mia vita un'emozione più urgente, più perfetta, di quello sfiorarle i capezzoli per un solo istante. Avevamo 17 anni. |
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