IrregularSeasonPolitica, Ciclismo, Storie Vere |
AREA PERSONALE
TAG
MENU
« Woven Hand Milano 29 nov... | Storia di un grande uomo... » |
E’ il nome “nuovo”, si fa per dire visto che è sulla piazza da ben 36 anni e che ha un’età in cui si è prossimi alla pensione, della politica italiana. Mezze frasi, smentite, convegni, think tank messi all’opera da mesi nella fondazione Italia Futura. La discesa in campo sembra ormai inevitabile. Origini nobili, Agnelli, Italia ’90, Ferrari, Confindustria. Il pedigree da manager del nostro sembrerebbe di tutto rispetto, ma forse la sua vittoria più significativa è la relazione con Edvige Fenech. Da pilota di rally, segnalatosi più che altro per aver difeso Enzo Ferrari in una trasmissione radiofonica, passa direttamente nell’azienda del “Drake”. Direttamente non per modo di dire. Nel 1973 è già assistente del presidente e direttore della Squadra Corse. Merito suo o di Niki Lauda arrivano due vittorie nel Campionato del Mondo. Passa, quindi, alle relazioni esterne del gruppo Fiat. Dove, però, le cose non vanno bene con il duro Cesare Romiti. Finirà alla Cinzano a metà anni ’80. A proposito di questo passaggio, Romiti rilascerà una dichiarazione pesantissima: <<Abbiamo pescato, in Fiat, un paio di persone che pretendevano denaro per presentare qualcuno all'Avvocato (cioè ad Agnelli n.d.a). Uno dei due l’abbiamo mandato in galera, l'altro alla Cinzano>>. Una macchia, ammessa dallo stesso Cordero, che non impedisce ad Agnelli di sponsorizzare la sua candidatura a direttore generale del comitato organizzatore dei Mondiali di Calcio del 1990. Di cui tutti ormai sanno tutto. Un’esperienza fallimentare caratterizzata da una gestione al limite del demenziale per lo sperpero enorme di denaro pubblico in opere inutili. Una grande occasione di far fare al sistema infrastrutturale di molte città italiane un deciso salto di qualità buttata nello scarico del WC. Non contento il nostro Luca va a fare danni alla Juventus, nel periodo forse peggiore (Moggiopoli a parte) della storia della Vecchia Signora. Un anno solo, settimo posto in campionato dopo un campagna acquisti dispendiosissima per l’epoca. Torna, quindi, alla Ferrari. L’unico campo in cui ha dimostrato di saperci fare. Di macchine “bellicapelli” ne capisce e la Rossa inanella con Todt e Schumacher una serie lunghissima di trionfi. Nel 2004 diventa presidente di Confindustria. E qui qualche merito ce l’ha, soprattutto nello sganciare l’associazione di categoria dal berlusconismo servile a cui l’aveva ridotta Antonio D’Amato. Finisce il mandato nel 2008, lasciando alla delfina Emma Marcegaglia Da quel momento, ma anche prima se ne era parlato, le voci sul suo imminente ingresso in politica si fanno insistenti. La fine dell’impero berlusconiano, al quale un po’ snobisticamente il nostro ha sempre guardato con diffidenza, accelera il processo. Cordero di Montezemolo si candiderà? Non si candiderà? Con chi si candiderà? Non si sa. Sicuramente non di sinistra, altrettanto sicuramente lontano da Berlusconi e Bossi (se non altro antropologicamente) pare vicino al fantomatico terzo polo. Al quale porterebbe non si capisce quale dote in termini di voti. Il disegno, pare di capire, è tecnocratico e efficientista. Almeno a parole, perché i precedenti come Italia ’90 (unica occasione in cui LCM ha dovuto gestire denaro pubblico) non sono incoraggianti. Ma cosa propone Italia Futura? Peschiamo a caso tra le proposte per i giovani. “Noi pensiamo sia possibile ridurre l’evasione e ridurre le tasse, ridistribuire risorse a vantaggio delle generazioni giovani senza aumentare la spesa pubblica, rilanciare la crescita e l’imprenditoria al fine di tornare a crescere”. Ullallà!. Il nulla strutturato, si sarebbe detto una volta. Negli anni ’70, con una Dc in pieno pantano i fratelli Agnelli tentarono una sortita “politica” volta a creare un fronte contro il Pci ma che riducesse la Dc della spesa pubblica ad un ruolo minoritario nella maggioranza. Gianni, l’Avvocato convinto di essere il nuovo Giscard d’Estaing, si spese molto. Poi probabilmente gli fecero notare che senza gli aiuti di Stato, alla faccia dell’efficienza, la Fiat sarebbe saltata per aria. Il risultato fu orecchie basse e la candidatura di Umberto nelle file della Dc. Ecco, a me sembra tanto che la copia non sia tanto meglio dell’originale, anzi. “Vestivamo alla marinara” scriveva Susanna Agnelli. “Vestivano alla marinara e non sono cambiati” rispose in quel frangente Eugenio Scalfari. Certo Luca Cordero ha dei capelli molto più belli.
INFO
CERCA IN QUESTO BLOG
ULTIMI COMMENTI
Inviato da: kız oyunları
il 07/03/2014 alle 16:27
Inviato da: napra
il 20/12/2010 alle 12:10
Inviato da: zivotinjica
il 18/12/2010 alle 11:05
Inviato da: zivotinjica
il 03/12/2010 alle 10:37
Inviato da: Alan
il 27/11/2010 alle 17:14