Creato da drugo_1995 il 09/07/2008

Juventus

Bekllo

 

 

Italia-Inghilterra: the show

Post n°290 pubblicato il 21 Dicembre 2008 da drugo_1995

NYON. Ventisei anni fa ci fece sognare con i suoi dribbling ir resistibili sui campi di Spagna contribuendo fattivamente al la conquista della terza stella mondiale per l’Italia. Quello è il Bruno Conti che ricordiamo con immenso piacere. La stes­sa casa non si può dire del Conti versione ambasciatore della finale di Champions Lea gue in programma il prossimo 27 maggio all’Olimpico di Ro ma. L’Uefa ha infatti affidato all’ex romanista il compito di effettuare il sorteggio degli ot tavi di finale e le sue mani hanno pescato le peggiori av versarie possibili per le nostre tre superstiti: un triplo salto carpiato contro le inglesi.

QUASI MONDIALI
 L’Inter trova il Manchester United campione d’Europa in carica e probabile “iridato” se domani a Yokohama batterà i tutt’altro che irresistibili ecuadoriani della Liga Deportivo Univer sitaria di Quito nella finale del Mondiale per Club. La Juve se la vedrà contro il Chelsea di 
Paperone
 Abramovich che lo scorso 21 maggio a Mosca ha conteso proprio aiRed Devils la Champions arrendendosi solo nella lotteria dei rigori. E per la Roma c’è l’Arsenal dei ragazzi terribili lanciati da 
Wenger:
 una squadra che è giunta sino alla finale di Pari gi nel 2006 e che la scorsa sta gione s’è tolta lo sfizio di elimi nare dalla Champions niente meno che i detentori euro mondiali del Milan. Insomma, una sfortuna nera per le no stre...

URNA DIABOLICA
 «Quella di Nyon è un’urna diabolica...», il commento a caldo di Fabio 
Capello,
 ct inglese che da gio catore firmò nel ‘73 lo storico gol che permise agli azzurri di violare per la prima volta il sa cro tempio di Wembley. Una tripla italo-inglese dal sapore antico nel solco di una tradi zione avviata già la scorsa sta gione con il doppio incrocio tra Milan e Arsenal da una parte e Inter e Liverpool dall’altra esattamente all’altezza degli ottavi di finale. Pleonastico ri cordare come andò a finire, ve ro 
Ancelotti
 e Mancini?
RONALDO CONTRO IBRA
 Come detto, il compito più gra voso tocca sicuramente all’In ter, che trova sulla sua strada i campioni del Manchester. La sfida ripropone fra l’altro il duello delle panchine. Tra 
Mourinho
 e Ferguson in passato ci sono state furiose li ti quando lo Special One era alla guida del Chelsea. Sem pre sconfitto, almeno in Champions (l’ha vinta col Por to, mai coi Blues), il tecnico portoghese ha adesso la sua grande occasione di rivincita, anche se in Inghilterra ha più volte castigato l’illustre rivale scozzese (6 vittorie, 5 pari e una sola sconfitta nei confron ti diretti, due scudetti conse cutivi vinti e pure la prestigio sa FA Cup conquistata a Wembley proprio contro lo United grazie a un gol di 
Drogba).
 L’altro motivo della sfida è il duello a distanza tra Cristiano Ronaldo e Zlatan 
Ibrahimovic,
 in quello che i tifosi nerazzurri si augurano che diventi anche un passag gio di consegne anche in chia ve di Pallone d’Oro.Messi per mettendo... La squadra di Mo ratti 
ritrova di fronte i
 Diavo li 
Rossi
 dopo il doppio match nella Champions League 1998-‘99 che si chiuse con l’eli minazione nerazzurra nei quarti di finale: ko 0-2 all’an data a Old Trafford, inutile l’1 1 nel ritorno a san Siro.

L’EX
 BLUE Ritorno addirit tura da ex per Claudio Ranie ri a Stamford Bridge. Da tecni co della Juventus contro la squadra Blue che guidò dal 2000 al 2004 (107 vittorie in 199 partite ufficiali, una semi finale di Champions, un secon do posto in campionato), valo rizzando campioni come Lam pard 
prima di venire sostitui to da Mourinho. Sarà il primo confronto ufficiale in competi zioni internazionali fra Juve e Chelsea. Il bilancio dei con­fronti diretti fra i bianconeri e i club inglesi in Europa è pra ticamente in perfetta parità: in 36 precedenti sono 14 i suc cessi della Juve, 13 le sconfit te
 e 9 i pareggi. 
TOTTI ESPULSO
 In salita anche il compito della Roma: dopo cinque anni ritrova sulla sua strada i Gunners di Wen ger. Nell’ultima partita del 2003 in Inghilterra finì 1-1 con 
Totti
 espulso (all’Olimpico 3 1 per i londinesi).

 
 
 

Amauri: Una notte per stupire il mondo

Post n°289 pubblicato il 14 Dicembre 2008 da drugo_1995

TORINO. «Speriamo che vinca il brasiliano giusto». Carvalho Amauri questa sera guiderà l’assalto al Milan, cioè alla squadra più verdeoro che si possa trovare da questa parte dell’Oceano, e lo farà in beata solitudine. Volendo la sfida potrebbe essere pre sentata anche così: Amauri contro “resto del Brasile”. Ancelotti può contare su Kakà, Ronaldinho, Pato, Emerson, Dida. Un quintetto stratosferico almeno nei suoi primi tre componenti, a cui stava per aggiungersi un sesto primattore: «E’ vero, il Milan mi ha corteggiato».

Oggi è felice della scelta fatta?
 
«Come potrei non esserlo? I bianconeri furono i primi a trattar mi, già nel novembre 2007. Poi di offerte ne arrivarono altre, ma i dirigenti della Juve furono bravi a farmi capire che puntava no davvero su di me».

Per un attaccante incontrare la difesa del Milan, di questi tempi, è come andare al luna park: il divertimento è assi curato. Tre gol li hanno segnati i suoi ex compagni del Pa lermo, due gli attaccanti del Toro, altrettanto quelli del Portsmouth.

«Sarà, io al Milan ne ho segnato uno soltanto. Il 2-0 nella sfida di un paio d’anni fa a San Siro. E’ stato forse il gol più facile del la mia carriera, eppure stavo per sbagliarlo. Eccesso di sicurez za ».

Quest’anno ne ha sbagliati pochi...
 
«Nel tempo ho acquisito una certa maturità, penso meno allo spettacolo, più alle cose concrete. Infatti non ci si interroga più sul fatto che io sia una prima o una seconda punta. Vengo iden tificato come un vero centravanti».

Eppure anche i colpi da giocoliere appartengono al suo re pertorio...

«Lo scorso anno contro la Fiorentina feci quel passaggio “no look” a Miccoli... In effetti un colpo di quel tipo vale un gol».

Punta al titolo di capocannoniere?
 
«No».
 
Come si fa a crederle?
 
«Non so se arriverà il momento di pensarci, comunque verran no sempre prima gli interessi del gruppo».
 
Che vigilia è?
 
«All’interno dello spogliatoio si avverte un’atmosfera particola re, quella che precede le grandi sfide. Tra poche ore giocheremo una partita che sarà la più vista nel mondo, più stimolante di così non si può... Anche i miei genitori in Brasile non aspettano altro che arrivi l’ora di mettersi davanti al televisore».

Il pareggio non serve a nessuno. Meglio: servirebbe all’Inter.
 
«Invece non si tratta ancora di una partita decisiva e la vittoria
 
non deve essere un’ossessione. Comunque spero che vinca il brasiliano giusto, l’unico con la maglia della Juve addosso»».
 
Tanti brasiliani sotto la neve, una cartolina curiosa da spedire al mondo intero.
 
«Dite che nevicherà ancora?».
 
Pare di sì...
 
«Ormai ci siamo abituati. Noi juventini, intendo. La ne ve mi piace, anche se non posso sciare per ovvi motivi.
Vorrei provare lo snowboard, fra qualche anno magari...
Ora è un sogno».

A proposito di sogni: quel famoso gol in rove sciata...

«E’ un gesto che mi ha sempre esaltato, ma ai tifosi della Juve non l’ho ancora mostrato. La cosa migliore è non pensarci, a quel punto il gol in rovesciata arriverà».

E’ la sua prima sfida contro Ronal dinho, mentre Kakà forse non ci sarà...

«Ci sarà, ci sarà».
 
In tal caso come si ferma Kakà?
 
«Se è in giornata giusta, Kakà non si ferma. Lo si limita».
 
Siete amici?
 
«Lo sono le nostre mogli. La mia partecipava alle riunioni organiz zate dalla moglie di Kakà quando ero al Chievo (chiesa evangelica, ndr). Ha smesso quando ci siamo trasferiti a Palermo, non poteva stare sempre in aereo, Comun que Kakà è un bravissimo ra gazzo e ha una famiglia stupen da. In Brasile è famosa pure sua madre. Il miglior amico tra i rossoneri però è Emerson. Ci incontrammo per caso a un Ca podanno in montagna e da al lora siamo diventati amici ve ri ».

Non al punto da dividervi la posta...

«No, per me è un derby e vo glio
 vincerlo». 
Prima la vittoria, poi il pas saporto italiano.
 
«Di quello parliamone nel 2009».

 
 
 

Un'impresa da champions

Post n°288 pubblicato il 14 Dicembre 2008 da drugo_1995

CLAUDIO RANIERI, in Champions la Juve ha già fatto l’impresa contro il Real. In campionato ci sa rebbe ora questa sfida con il Milan...

«E’ più importante la conti nuità. Ma se c’è anche una vit toria in una classica, non è un dettaglio di poco conto. Sì, ci manca una vittoria così».

Cominciamo dalle notizie cattive: Camoranesi non è fra i convocati.

«Sentiva ancora un po’ di dolo re calciando e poi evitava i con trasti, aveva paura di cadere. Così ho deciso di evitare rischi. Certo, avevo sperato di recupe rarlo. Ma se Camoranesi non è guarito, non ha senso neppure portarlo in panchina».

Però anche Kakà è in forse: pensa che il brasiliano ci sarà?

«Penso che ogni giocatore, pri ma di mancare a una partita come questa, le tenti tutte. Per
 fermarsi, deve proprio stare male. Insomma, se lo vedrò spuntare dal sottopassaggio prima della partita, non mi stupirò affatto».

Sissoko, invece, ha recupe rato?

«Ha avuto l’influenza, ma quella di un solo giorno. Quin di ci sarà».

Salihamidzic riparte dalla panchina?

«Credo di sì, in allenamento ha tenuto bene...».

E poi c’è Zanetti: contro il Bate ha giocato una partita intera dopo lunghissima as senza. Ora forse viene il dif ficile. Come sta?

«E’ andato molto bene in alle namento già a partire dal gior no successivo a quella partita. Psicologicamente, con il Bate, ha mandato un messaggio
 molto chiaro togliendosi la fa scia dal muscolo della gamba: non aveva più bisogno di una protezione. In quel momento, con quel gesto, ha tranquilliz zato anche me. E poi l’ho visto giocare anche meglio nella ri presa. Segno che stava benissi mo ».

Veniamo a Juve-Milan: è questo il vero derby d’Ita lia?

«Secondo me, sì. Non dimenti chiamo (e nel calcio si dimenti ca tutto con estrema facilità) che il Milan è il club campione del mondo in carica, è una squadra con la esse maiuscola, Insomma, non si tratta di una partita normale».

Considerando la classifica, questa sfida è perfino più importante di quella con l’Inter?

«Beh, è ugualmente importan te.
Far bene contro il Milan ci permetterebbe di distanziare i rossoneri e di mantenere inal terato il distacco dall’Inter. Ma il bello del calcio è che non sempre vince la più forte e che, finché la matematica non dà certezze, c’è sempre una possi bilità di cambiare le cose. E’ un pregio del nostro campionato».

Firmerebbe per uno svan taggio di -6 anche alla pau sa invernale?

«Non firmo. Se diminuisse sa rebbe meglio, no?».

Ma qual è la vera anti-Inter?
 
«Noi il Milan siamo alla pari, lo siamo entrambe. Meglio così: se fosse solo la Juve l’antagoni sta dei nerazzurri, il campio nato ne perderebbe sotto il pro filo dell’interesse. E sapete che io preferisco un torneo più in certo
 ».
E’ previsto un trattamento particolare per Ronal dinho?

«Un trattamento diserbante? Ronaldinho è uno di quei gio catori che - come si dice - valgo no da soli il prezzo del bigliet to. Le sue magie illuminano le notti delle partite. Starà a noi trovare l’interruttore per spe gnerlo... Ma non solo lui... Il Milan ha tanti campioni: e al lora, dovremo andare a disatti vare... come si dice? Il genera tore? Ecco, la centrale elettri ca ».

Ad esempio, Pirlo?
 
«Ormai il Milan lo sa: gli av versari cercano sempre di limi tare Pirlo. Non a caso lui, sem pre più spesso, si inserisce in avanti per sfuggire alle mar cature di centrocampo».

L’assenza di Gattuso quanto peserà?

«Sappiamo che è un po’ il lea der carismatico del Milan. Tra smette grinta e motivazioni al la squadra. Se avesse saltato questa partita per squalifica, sare stato contento... lo am metto. Ma così no, mi spiace molto per il suo infortunio. Gli auguro una veloce guarigio ne ».

Sarà una partita con molti gol?

«L’anno scorso, qui, di gol ce ne furono cinque. Può darsi che stavolta emerga più tattica e che sia un solo gol a decidere».

 
 
 

Del Piero: Juve mi fermo

Post n°287 pubblicato il 07 Dicembre 2008 da drugo_1995

TORINO. Un’ombra sul cammino della Juve, preoccupante visto che ri guardava Alessandro Del Piero, ma svanita nel giro di un giorno: la mo strava l’ecografia effettuata sulla co scia destra del capitano bianconero venerdì mattina, mentre non appa riva più nell’analogo esame eseguito nella mattinata di ieri. La prudenza però in questi casi è d’obbligo e il nu mero 10 non è partito per Lecce: tor nerà disponibile già mercoledì per la sfida col Bate Borisov che può garan tire alla Juve il primo posto nel giro ne di Champions League.

IL DOLORE
 A far trattenere il fiato a tutta la Juve è stato il dolorino ac cusato da Del Piero durante l’allena mento di giovedì: va bene, come ha ricordato ieriRanieri, che quella bianconera è una squadra dai molti leader, ma il capitano è un po’ più leader degli altri e soprattutto segna di più degli altri. Perderlo per lo sprint che precede la sosta, e soprat tutto per lo scontro diretto col Milan di domenica prossima, avrebbe rap presentato un bel guaio: l’ecografia a cui il 34enne attaccante bianconero si è sottoposto venerdì, però, ha ini ziato a rasserenare gli animi. L’esa me mostrava una zona d’ombra sul la coscia destra, dovuta al fatto che una parte del muscolo era legger­mente affaticata, ma che escludeva problemi più gravi: non solo nessuna lesione, ma neanche una contrattu ra. Un responso che lasciava aperta la porta ad un possibile impiego di Del Piero contro il Lecce.

RESPONSO BIS
 A conferma del fat to che il problema era di modesta en tità, le condizioni del capitano della Juve sono migliorate nel giro di un giorno: ieri mattina la sua coscia de stra è stata di nuovo esaminata at traverso un’ecografia che ha mostra to il muscolo in perfette condizioni, senza traccia della zona d’ombra del giorno precedente. Clinicamente Del Piero sarebbe quindi stato in condi zione di scendere in campo oggi al Via del Mare, ma restava il campa nello d’allarme rappresentato dal do lorino accusato giovedì e quella zona d’ombra sul muscolo. La musica del la Champions League, suonata an che solo prima di una semifinale, avrebbe sovrastato il campanello e qualsiasi dubbio: Del Piero avrebbe giocato. Con tutto il rispetto per il Lecce, però, la partita di oggi è im portante, ma non vale tutta la sta gione.

L’ACCORDO
 Il capitano e Ranieri hanno esaminato la situazione ieri, dopo il risultato della seconda eco grafia. Del Piero per la Juve è impor tantissimo, ma in più di un’occasione la Juve ha dimostrato di poter sop portare la sua assenza: Vincenzo Ia quinta 
non ha mai deluso quando è stato chiamato in causa e con
 Amau ri 
forma una coppia affiatata diffici le da contrastare per qualsiasi dife sa,
 vista la forza fisica dirompente e la carica agonistica (“ l’ignoranza”, come dice l’azzurro) che entrambi scaricano sul campo. Il capitano, quindi, può lasciare la Juve in ottimi piedi: senza contare quelli fatati e af famati di gol di Sebastian Giovinco, 
che in settimana ha ribadito di voler diventare il suo erede. Visto che la Juve non è in emergenza, Ranieri e Del Piero hanno scelto la strada del la prudenza: il fastidio accusato gio vedì poteva comunque essere il se gnale che Alex ha bisogno di un mo mento di riposo e se la Juve può fare a meno di lui per una partita, per derlo per un periodo più lungo sareb be una vera tegola. Assolutamente da evitare.

C’E’ IAGO
 Così è arrivata la decisio ne di tenere Del Piero a riposo per la partita di oggi: che la scelta sia sta ta fatta ieri lo dimostra la convoca zione in extremis di Iago Falquè, il 18enne trequartista prelevato dal Barcellona, che nel pomeriggio ha giocato con la Primavera a Pisa, se gnando anche uno splendido gol ( la Juve ha vinto 2- 0). Se il forfait del capitano fosse stato deciso già ve nerdì, Iago non sarebbe andato a Pi sa, come il portiere Carlo Pinsoglio e il centrocampista Fausto Rossi, che sapevano già di essere aggregati al la prima squadra. Già da mercoledì, comunque, Del Piero sarà di nuovo a disposizione: Ranieri potrebbe sce gliere di salvaguardarlo ancora in vi­sta della sfida col Milan, ma Alex al la Champions e alla possibilità di vincere il girone tiene in modo parti colare. Una cosa, comunque, è certa: contro i rossoneri ci sarà.


Alessandro Del Piero, 34 anni, è ormai alla sedicesima stagione nella Juventus (LaPresse)

 
 
 

C'è Iaquinta. Amauri vince

Post n°286 pubblicato il 07 Dicembre 2008 da drugo_1995

TORINO. Vanno talmente d’accordo che non c’è bisogno di troppe parole, in campo. Si ca piscono al volo, sono due che si lanciano ani ma e corpo su ogni pallone, ci credono sempre, non fanno promesse ma pensano a essere con­creti.

Amauri
 e Iaquinta tornano in coppia, coppia fissa come succede nei ritiri, visto che dividono la camera. Il forfeit di Alessandro 
Del Piero,
 per problemi muscolari, dà il via li bera all’altro attacco, tutto nerbo e fisico, ve locità e potenza, senza dimenticare la classe piazzata qua e là. 
CONCENTRATI
 Passaggi no- look, uno-due a tutta birra, testa in appoggio o in conclusio ne. Questo si può aspettare dagli avanti Juve, chiamati a dare un contributo notevole per espugnare Lecce. Una missione possibile, a patto che la Juve giochi da Juve, ovvero al centodieci per cento: perché se cala la tensio ne e l’intensità del gioco rischia con chiunque, non solo contro Beretta.
TRE SU TRE
 Amauri-Iaquinta, comunque, sono sinonimo di successo, senza nulla voler togliere al capitano. Carta canta, nei tre pre cedenti in campionato: Juventus-Udinese 1-0, gol del brasiliano; Cagliari-Juventus 0-1, gol del brasiliano; Bologna-Juventus 1-2, doppiet ta di Nedved.
I NUMERI
 Finora, l’ex palermitano ha tota lizzato 14 presenze in A con la maglia della Juve, realizzando 7 reti (con le due in Europa fanno 9: capocannoniere della squadra insie me a Del Piero). L’ex udinese, invece, ha tim brato in 11 occasioni, segnando 2 volte (2 an che in Champions). Iaquinta spesso suben trante, Amauri titolare. E quando capita, ap punto, che si ritrovino là davanti sin dall’ini zio sono problemi, ma per gli avversari.

GRADUATORIE
 Gli obiettivi li accomuna no: salire in alto, sempre più in alto. «Io non prometto 15 o 20 gol in campionato - dice il verdeoro che aspetta l’azzurro - perché in pas sato, quando ho ribadito le mie aspettative ho sempre fallito. Così, meglio glissare sulla ci fra... ». “Vince” chiede solo spazio: «Perché sto bene, sono in forma, ho una voglia matta di dare un contributo alla squadra, devo sem pre essere pronto a sfruttare ogni occasione. I nostri tifosi si meritano tutto e per loro ci proveremo sino in fondo, in Italia e in Euro pa ».

IGNORANTI
 Sono amici, i due. E non lo na scondono. «Lui mi fa sorridere e io amo il la to allegro delle persone», spiega Amauri. «Lui è come me, ci somigliamo molto: amiamo la famiglia, veniamo dalla gavetta. Ci lega la fa me di successi. Non siamo mai appagati. Io e “Ama”: tanta ignoranza, tanta panza». Gergo da compagni guasconi.

ATTACCO ATOMICO
 A inizio stagione, Ia quinta si era sbilanciato: «Quattro attaccan ti, tutti fortissimi: da cinquanta gol». Poi, Da vid 
Trezeguet
 è finito sotto i ferri e si è forma to il trio da rotazione. Ma gli amiconi sono concordi anche sul francese, che venerdì si è notato in campo a correre e faticare già con una certa intensità, due mesi dopo il doppio intervento alle ginocchia: «Non vediamo l’ora che torni. Ci darà una mano a vincere qual cosa ». Senza scelta, perché scudetto e Cham pions sono nel mirino e non è ancora il caso di dirottare le attenzioni su una sola competizio ne. «Siamo dentro a tutto - le parole del bra siliano - quindi non dobbiamo mollare». E chissenefrega se l’Inter si è aggiudicato lo scontro diretto: è stato un episodio. «Una pal la strana, una serata storta per noi». Punto e a capo. Tocca al Lecce, una trasferta da non sottovalutare, una gara da non fallire perché altrimenti il divario può dilatarsi.

UNITI ALLA METAE
 allora sotto con la bat teria di riserva, quella che non spara mai a salve e che si butta su ogni pallone. Quando nel mercato estivo la Juve annunciò l’acqui sto di Amauri Carvalho de Oliveria dal Paler mo, il futuro compagno Iaquinta ebbe un pen siero: «Bene, ci aiuterà a trionfare». E se ogni tanto gli “frega” il posto, beh, la prende con fi losofia, pronto a subentrare, a sprintare, fos sero anche solo dieci minuti. Basta non la sciarlo troppo in naftalina, perché non lo me rita. Per fortuna, però, con Amauri il buon Vincenzo se la ride...


Amauri Carvalho de Oliveira, 28 anni, e Vincenzo Iaquinta, 29: una coppia affiatatissima, fuori e dentro il campo (Liverani

 
 
 

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