Creato da Jardella il 07/11/2013
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Non sono nessuno e ne sono contento :)

Post n°2 pubblicato il 12 Novembre 2013 da Jardella
 

"Non sono nessuna cosa" dice Eckhart Tolle, un mastro spirituale che dopo un periodo di depressione sfociato in un forte attacco d'ansia percepì di non stare più bene con se stesso, finendo per rispondere così alla domanda sorsa spontanea dopo tale esplosione di energia trattenuta: " chi è questo IO che non stà bene con SE? ". A oggi dopo un lungo periodo di girovagaggio la sua risposta alla domanda si dettaglia in modo simile all'impersonalità del buddhismo, che sostiene che uno dei processi umani direttamente scatenanti è l'identificazione con il proprio corpo e con la propria mente e che l'illumazione è proprio il distacco totale da tali attaccamenti. Ebbene Tolle spiega il tutto in modo molto più semplice, dopo aver vagato per 2 anni appollaiato su panchine di un parco, pronuncia una frase che ingloba tutto questo significato in quello che può essere utilizzato anche come un motto o un mantra e si tratta di una vera e propria spiegazione di ciò che è l'uomo: "Siamo uno spazio dove succede tutto" racchiudendo tutte le disquisizioni sul concetto del tutto, della realtà relativa e soggettiva, delle conoscenze psicologiche in merito alla razionalità che non è nientaltro che un filtro della mastodontica gamma di dati che ogni attimo arrivano al cervello tramite sensazioni di realtà fisica (5 sensi) e della realtà psicologica (ricordi, elaborazioni di vecchi dati, insieme a nuovi ovviamente).

Questo è uno dei concetti che più si comprende nel profondo, più ci si toglie quel senso di angoscia esistenziale che abbiamo tutti, che a certi gli impedisce di star bene da soli, o ad altri gli impedisce di star bene in compagnia. Ma serve dedizione in questa sorta di deprogrammazione perchè, come ogni deabitudine che si rispetti basta poco a rinsavire un azione per la quale sensa accorgersene esce fuori questo vecchio meccanismo cristallizzato in risposte automatiche a determinate situazioni, insomma un po come quando cerchi di imparare il lyrics di una canzone in una lingua a te non molto congeniale, dopo aver letto 10 volte il testo il giorno prima, il giorno dopo la canticchi sotto la doccia nel modo precedentemente ricordata, anche se ormai razionalmente compreso :)

Il bello è che però non c'è solo questo concetto in tali culture, perchè l'uomo è un agglomerato di interconnessioni, sono più di 1 e meno di 10, i concetti base per esempio del buddhismo, ma ho notato un filo conduttore in quasi tutte le altre arti orientali ma anche che tale matassa di consapevolezza ti può far iniziare un processo di "liberazione" da quelle problematiche che prima avresti chiamato "vitali" e dopo non potrai che ricordarle che come graziose pippe mentali ;) quindi lo consiglio a tutti, ma non tramite nomi, perchè penso che se ci si sa ascoltare si può trovare la più adatta strada per se che lo possa condurre a "Roma", quindi auguro a tutti un buon viaggio verso se stessi! :D

 
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Nichilista per vocazione...

Post n°1 pubblicato il 07 Novembre 2013 da Jardella
 

Sono diviso tra depressione e buddhità, un mix dei lati negativi di entrambe le sponde... La depressione, per chi non è ferrato in materia, è mancanza di forza vitale, caratterizzata da sintomi come anedonia (mancanza voglia di socializzare), inappetenza (no appetito), stanchezza e irritabilità, perdendo voglia di qualsiasi attività precedente. Cause: conflitto fra 2 emozioni, paura e rabbia, che lottano, come se al vostro cane offrite da mangiare solo in cambio di bastonate, se non riesce a volerti uccidere, deciderà di lasciarsi morire, spegnendo tutto ciò che è collegato alla rabbia, l'emozione territoriale, quindi 0 voglia di conquista e condivisione, quindi 0 obiettivi 0 sessualità 0 risate. Si grazie ai miei studi di psicologia sono arrivato a capire che siamo semplicemente un meccanismo basato su un ingarbuglio di diramazioni di queste due grandi forze le quali sono state sempre necessarie per la sopravvivenza umana, infatti dal latino emozione, è movimento verso l'esterno, pura energia senza la quale ogni essere sensiente non potrebbe controbattere il primo principio di Galilei (" Ciascun corpo persevera nel suo stato di quiete o di moto rettilineo uniforme, salvo che sia costretto a mutare quello stato da forze applicate ad esso" )...
La buddhità, anche detta l'illuminazione, è caratterizzata dall'assenza di volontà, data a sua volta da l'assenza di Ego, consapevolmente tolto grazie alla comprensione che ogni male derivi da quello, cioè dalla dualità che genera il voler ottenere qualcosa: Finche stai raggiungendo il tuo obiettivo, non hai tempo di goderti la vita, quando lo raggiungi dopo qualche secondo di felicità ti ricerchi subito la prossima meta, e finche non la raggiungi, sei pervaso da uno stato d'angoscia esistenziale, che ti fa sentire sempre inferiore ad aspettative interiorizzate, vivendo nell'illusione chiamata "speranza" fino a quando si rompe e si tocca la disperazione per un altrettanto breve periodo per poi ritrovare speranze diverse, ed ecco che obiettivo raggiunto o impossibilitato, noi ci ritroviamo in un circolo vizioso, nel quale non vorrò mai rientrare, a costo di affogarmi nel bidè.

Ma allora perchè vivere? per la nutella? per "shcopare!"? per gli zingari?

Wow ho ancora voglia di scherzare, anche se il mio volto è privo di espressioni, sotto sta coltre di nullità c'è ancora un bimbo che vuole giocare, forse questa è la chiave di volta. Vi confesso che la depressione, molto spesso è bipolare, e io non faccio eccezione, cioè ci sono degli sprazzi di vitalità chiamati "mania", ma non sono normali, sono all'ennesima potenza, anzi proprio una onnipotenza, dove non hai paura di nulla, dove si è incline ad atteggiamenti socialmente inappropriati anche, volgarità, alzarsi dal proprio primo banco e fare un intervento all'uni girandosi verso tutta l'aula, attività fisiche con alto rischio di farsi male, insomma come quando lasci un pallone sott'acqua, più era in profondità più salterà in alto!
Allora ogni tanto dopo qualche pippa mentale (quelle fisiche in sto stato sono inaccessibili purtroppo)
mi rianimo grazie ad una nuova speranza, mi perdo come un bimbo in un'attività nuova, o riprendendone una vecchia, pensando di aver ritrovato la mia strada, ma invece è solo uno sbalzo di qualche neurotrasmettitore che è sfuggito alla pressione.. la seconda volta che tocco quell'attività mi fa schifo di nuovo, come il resto, quindi ritorno a scervellarmi, a leggermi Osho, a guardarmi video di Morelli (psichiatra "alternativo" ) che mi suggeriscono di non farmene di pippe mentali, che bisogna permettere al proprio fanciulletto di esprimersi, con attività creative, dove ti puoi perdere, senza pensare al risultato, non fare più le cose per utilità ma perchè ti fanno esprimere energie represse, allora ci provo, FUNZIONA si accende una speranza, si riaccende l'ego che non può far ammeno di perseguire un obiettivo, quest'obiettivo è lo star bene, con gli altri, con me stesso, si riaccende un illusione, falsa perchè la vita è fatta di alti e bassi e quindi forse devo semplicemente trovare il modo accettare questo...

 
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