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Meningite, ma la vogliamo fermare?

Post n°6 pubblicato il 06 Gennaio 2008 da Jonnybee81
 

E' di ieri la notizia di un altro povero ragazzo 19enne morto nel milanese per la meningite. La sera prima era uscito con gli amici, ha trascorso la serata in un pub e poi è tornato a casa dando presumibilmente appuntamento ai suoi amici per il giorno dopo. Arrivato a casa ha accusato dolori alla testa e alla spalla, si è messo a letto e dopo poco si è sentito malissimo; la febbre è salita di colpo a oltre 39 e i genitori allarmati l'hanno portato al pronto soccorso. C'è stato poco da fare, è stata tentata la rianimazione ma dopo poco il ragazzo è deceduto!

Non ha avuto neanche il tempo di salutare la sua ragazza o i suoi amici...se n'è andato un altro ragazzo sfortunato per colpa, dico io, della negligenza degli organi che si occupano della sanità in Italia! Sento dire sempre che questa malattia è "sotto controllo", che il numero annuale di decessi è nella media e che quindi non bisogna preoccuparsi; ma possibile che nell'anno 2008 (Era della tecnologìa!) ancora dobbiamo far morire 1000-2000 persone all'anno per la meningite? Possibile che dobbiamo stare con la paura di conoscere persone in giro con il terrore che poi veniamo infettati da questo virus letale? Ma la cosa ancor più scandalosa è che ESISTE IL VACCINO!! Alt, so già che qualcuno mi risponderebbe "sì, ma ci sono vari tipi di meningiti, quindi non sarebbe sicuro al 100%" - Io dico, non importa se non è sicuro al 100%, ma che cavolo, in Inghilterra e nella Nuova Zelanda hanno dimostrato che la malattia (almeno nelle sue forme più sviluppate) è stata debellata al 98%...si gente, significa che praticamente il rischio di prenderla non c'è più! In Inghilterra e Nuova Zelanda, il vaccino viene somministrato a tutti i bambini entro i 3 anni (ma lo si potrebbe somministrare anche in altre età!) e i risultati si sono visti. Il vaccino in uso protegge dai ceppi A,C,Y,W, che sono i ceppi epidemici. La vaccinazione è utile nelle persone esposte al rischio. In alcuni casi estremi come nell'asplenia (mancanza della milza) da trauma o per malattia, esempio dopo un linfoma, il vaccino è assolutamente raccomandato; ma non dobbiamo guardare solo ai casi estremi perchè quel poveretto 19enne era un ragazzo normale come tutti noi che aveva una vita normale e che viveva normalmente come qualsiasi ragazzo...è andato a dormire e ha dovuto dire "addìo alla possibilità di vivere che gli aveva concesso Dio!" perchè nel nostro Stato (ma anche in altri) si fanno sempre calcoli e ragionamenti superficiali. Il numero dei casi è basso? Allora in proporzione non conviene adoperare il vaccino per tutti perchè ci sarebbe un esborso alto per lo Stato...MA CHI SE NE FREGA DICO IO, ma cavolo, la vogliamo eliminare o no questa "possibilità di morire" o no? Ho sentito dottori che dicevano che non lo si introduce a livello nazionale perchè non si sa effettivamente come il vaccino possa reagire a livello globale, cioè c'è la possibilità che in qualche soggetto possa portare degli effetti indesiderati anche gravi (tipo shock anafilattico). Alla domanda "quante possibilità ci sono che accada questo?" la risposta è stata "1 caso di shock anafilattico ogni 500 mila dosi somministrate". Ma allora , come ben potete vedere, il problema non sussiste, perchè significa veramente una cosa rarissima, molto ma molto più rara della possibilità di prendere la meningite; e qui aggiungo che ovviamente occorrerebbe approfondire gli studi sul vaccino e sulle persone che devono assumerlo per cercare di eliminare anche quel paziente isolato che potrebbe avere controindicazioni. Insomma, un lavoro mirato per dire definitivamente "addio" a questa malattia che confesso in questi giorni non mi sta facendo dormire sereno!
Vediamo in breve di cosa si tratta:
La meningite è una infiammazione delle membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale (le meningi). La malattia generalmente è di origine infettiva e può essere virale o batterica. La forma virale, detta anche meningite asettica, è quella più comune, solitamente non ha conseguenze gravi e si risolve nell'arco di una decina di giorni. Uno degli agenti più diffusi della meningite virale è un virus appartenente al gruppo degli enterovirus, gli stessi che danno influenza gastrica.
La forma batterica, invece, è più rara ma estremamente più seria e può avere conseguenze fatali. Gli agenti della meningite batterica sono diversi e il più temuto, Neisseria meningitidis detto meningococco, è stato identificato per la prima volta nel 1887, anche se la malattia fu descritta nel 1805 nel corso di una epidemia diffusa a Ginevra.
Solitamente, l'infezione batterica origina in un altro punto del corpo, da cui i batteri possono raggiungere le meningi attraverso il flusso sanguigno. La meningite può però anche svilupparsi da otiti o sinusiti o direttamente da un'infezione a livello cerebrale derivata da una frattura del cranio.
La meningite batterica può insorgere in modo improvviso, accompagnata da febbri molto alte, mal di testa acuto e vomito. L'infiammazione provoca un accumulo di cellule infiammatorie nel liquor cerebrospinale, quindi un aumento della pressione all'interno del canale spinale e della scatola cranica. La diagnosi si effettua con un'analisi del contenuto del liquor e con una coltura batterica. Un intervento tempestivo può costituire l'unica possibilità per salvare la persona malata. I primi sintomi della meningite possono facilmente essere confusi con quelli dell'influenza. Solitamente i sintomi peggiorano nell'arco di un paio di giorni, ma in qualche caso la decorrenza della malattia è estremamente rapida, con il rischio per il malato di subire un danno cerebrale o addirittura di morire.
La malattia si manifesta con: irrigidimento del collo, febbre alta, mal di testa acuto, vomito o nausea con mal di testa, senso di confusione, sonnolenza, convulsioni, fotosensibilità, inappetenza. Nei neonati alcuni di questi sintomi non sono molto evidenti. Invece, può esserci un pianto continuo, irritabilità e sonnolenza al di sopra della norma, e scarso appetito. A volte si nota l'ingrossamento della testa, soprattutto nei punti non ancora saldati completamente (le fontanelle), che può essere palpato facilmente. La malattia può avere complicazioni anche gravi. Se la terapia non viene attuata tempestivamente, il soggetto colpito da meningite può subire danni neurologici permanenti, come la perdita dell'udito, della vista, della capacità di comunicare, della capacità di apprendere, problemi comportamentali e danni cerebrali, fino alla paralisi. Tra le complicazioni di natura non neurologica possono esserci danni renali e alle ghiandole surrenali, con conseguenti squilibri ormonali.
Anche se dicono che tutto è sotto controllo, è fin troppo evidente che siamo di fronte ad un cambiamento della situazione epidemiologica nazionale, che rende necessaria una riflessione sulla opportunità di offrire su larga scala la vaccinazione contro il meningococco C (il virus più diffuso). Infatti, anche se l’incidenza resta inferiore a quanto osservato nelle nazioni che hanno introdotto la vaccinazione universale (l’esempio più calzante è forse quello dell’Olanda, che, in presenza di un’incidenza nel primo anno di vita sovrapponibile a quella italiana, ha deciso di posticipare la vaccinazione al secondo anno), la disponibilità di un vaccino efficace e sicuro, in grado di prevenire malattie che hanno un quadro clinico grave, è una risorsa di cui è importante tenere conto, ora più che mai. Bisogna introdurre il vaccino a livello globale; se prevenzione deve essere, perché aspettare che un microrganismo diventi talmente importante da “correre ai ripari”?

 
 
 
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