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PERCHè STUDIARE IL LINGUAGGIO DEL CORPO????

Post n°2 pubblicato il 14 Ottobre 2012 da komunikare2012

Acquisire dimestichezza con la lettura dei gesti e l’interpretazione del non verbale ti permetterà di:

  • Capire ciò che l’altro pensa riguardo a quello di cui state parlando;
  • Intuire se l’altro sta provando sentimenti di rabbia, tristezza, perplessità, convinzione, timore, risentimento, fiducia;
  • Comprendere quando l’altro vi vuole sedurre;
  • Scoprire quando l’altro mente;
  • Utilizzare il vostro corpo per convincere e attrarre a voi gli altri;
  • Conoscere meglio voi stessi e comunicare in maniera più efficace e congruente in ogni contesto.

 Il ricercatore Paul Watzlawick del Mental Research Institute di Palo Alto definì nel 1971 col suo testo: “Pragmatica della comunicazione umana”, due assiomi fondamentali della comunicazione. Esaminiamoli insieme:

  • Ogni comportamento è comunicazione;
  • Non si può non comunicare.

Cosa significano secondo te questi due principi che sono stati adottati da ogni comunicatore come veri e propri pilastri?

Semplicemente che in ogni momento della nostra vita stiamo sempre comunicando qualcosa alle persone che ci circondano. Questo accade quando parliamo con il nostro miglior amico o con i nostri figli e inevitabilmente accade anche quando non proferiamo parola.

Immagina che fuori ci sia una bella giornata di sole e quindi decidi di andare al parco. Dopo una passeggiata, giunto il momento di riposarti un po’, dai un’occhiata alle panchine del parco per scegliere dove sederti. Alcune di queste sono occupate da diverse persone ed è per te impossibile metterti lì, mentre su due panchine è seduta una sola persona e lo spazio è quindi sufficiente per ospitare anche te. Nella prima di queste l’uomo è seduto al centro e abbraccia la spalliera, nella seconda, è seduto lateralmente.

Quale panchina scegli? È probabile che abbia optato per quest’ultima. Qual è la ragione? Evidentemente nonostante entrambe le persone già sedute siano in silenzio, ti hanno comunicato qualcosa di diverso che da hai interpretato nel primo caso come un: «Preferisco stare per i fatti miei», e nel secondo come un: «Sono propenso ad avere compagnia».

Come nell’esempio precedente dobbiamo sempre tener presente che anche quando non ci esprimiamo a parole, stiamo comunque trasmettendo silenziosi messaggi che giungeranno a chi ci sta vicino e saranno da questi interpretati in qualche modo. Conoscere questa silenziosa forma di comunicazione vi darà la possibilità di avere maggior capacità di cogliere feed-back anche in assenza di conversazione verbale e vi permetterà di trasmettere agli altri un’immagine coerente con le vostre intenzioni.

Aggiungiamo poi che il professor Albert Mehrabian e numerosi altri studiosi hanno dimostrato che solo il 7% del significato percepito nella comunicazione è determinato dalle parole (canale verbale), il 38% dal modo in cui tali parole sono dette (canale paraverbale) e ben il 55% dalla comunicazione non verbale.

In pratica il canale verbale serve a trasmettere agli altri il contenuto del messaggio, ma a fare la differenza nel suo modo di interpretare questo contenuto saranno il canale paraverbale e quello non verbale.

Per avere una verifica immediata facciamo un semplice esempio: immagina che il tuo amico Nicola ti dica con tono allegro e mentre saltella verso di te la seguente frase: «Ho una notizia per te». Cosa saresti portato a pensare? Probabilmente che si tratta di una bellissima notizia.

Ma cosa proveresti se la stessa frase fosse pronunciata con tono triste ed una faccia imbronciata? Probabilmente in tal caso, saresti pronto ad aspettarvi il peggio. Nonostante il contenuto verbale del messaggio sia rimasto identico, il significato percepito sarebbe totalmente differente.

Fin da quando eravamo piccoli ci è stato insegnato che il mezzo di comunicazione per eccellenza è la parola. I nostri genitori hanno esultato quando abbiamo proferito le prime sillabe, le maestre di scuola ci hanno spiegato come coniugare i verbi e con gli anni abbiamo acquisito un vocabolario sempre più forbito. In pratica, però, la nostra educazione ci ha spinto ad impegnarci a fondo per sviluppare la fetta più piccola di questa grande torta chiamata “comunicare”.

Pensa a quante volte, pur avendo ascoltato attentamente ciò che ti è stato detto sei incappato in equivoci e malintesi. Quante volte fidandoti solo delle parole, non hai prestato attenzione a un’espressione o una postura che ti poteva svelare il vero significato di una certa comunicazione?

Ora, puoi sviluppare il tuo acume sensoriale iniziando a percorrere questo affascinante cammino insieme.

 

 
 
 
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55% = NON VERBALE

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