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Post N° 6


La via della BellezzaLa bellezza crocifissa via di consacrazione
“La persona consacrata, nelle varie forme di vita suscitate dallo Spirito lungo il corso della storia, fa esperienza della verità di Dio-Amore in modo tanto più immediato e profondo quanto più si pone sotto la Croce di Cristo. Colui che nella sua morte appare agli occhi umani sfigurato e senza bellezza tanto da indurre gli astanti a coprirsi il volto (cfr Is 53, 2-3), proprio sulla Croce manifesta pienamente la bellezza e la potenza dell'amore di Dio. Sant'Agostino lo canta così: «Bello è Dio, Verbo presso Dio [...]. È bello in cielo, bello in terra; bello nel seno, bello nelle braccia dei genitori, bello nei miracoli, bello nei supplizi; bello nell'invitare alla vita e bello nel non curarsi della morte; bello nell'abbandonare la vita e bello nel riprenderla; bello nella Croce, bello nel sepolcro, bello nel cielo. Ascoltate il cantico con intelligenza, e la debolezza della carne non distolga i vostri occhi dallo splendore della sua bellezza». La vita consacrata rispecchia questo splendore dell'amore, perché confessa, con la sua fedeltà al mistero della Croce, di credere e di vivere dell'amore del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. In questo modo essa contribuisce a tener viva nella Chiesa la coscienza che la Croce è la sovrabbondanza dell'amore di Dio che trabocca su questo mondo , è il grande segno della presenza salvifica di Cristo. E ciò specialmente nelle difficoltà e nelle prove.” (Vita Consecrata n. 24)Il sentiero che oggi il Consacrato dovrebbe percorrere è proprio la via della bellezza. In una società sempre più tecnologica e meno umana, sempre più robotizzata e meno personale, sempre più    depressa e meno felice; in una società che va smarrendo il gusto della vita e il sapore della gioia, il religioso dovrebbe saper proporre la via della bellezza come forza d'attrazione, come avventura del vivere, come rischio del credere.                                                                                                        E questo è possibile a partire dalla nostra fede nella Bellezza che si è fatta debolezza, amante e crocifissa, vittoriosa e risorta. Dice Gesù nel vangelo di Giovanni: “Quando sarò innalzato sulla croce attirerò tutti a me”. Il verbo “attirare” usato dall'evangelista in greco è elkuo, ed è il verbo tipico della seduzione e della forza del fascino femminile. Il Cristo Crocifisso è dunque Bellezza che tutti attira a sé, non in virtù di un dominio dall'alto ma in virtù di un dono d'amore, che arriva fino a dare la vita. La via della bellezza è la via d'amore, che crea unità rispettando la diversità, che unisce senza confondere né omologare. La via della bellezza è la santità quale riflesso d'armonia divina nella storia. La via della bellezza è anche la sinfonia delle voci della verità, dell'intelligenza credente, della parresia profetica, vissuta e incarnata dai nostri Fondatori, dei quali vogliamo riproporre e attualizzare il carisma. I nostri Fondatori, recita “Mutuae relations” al n. 12, hanno percorso una strada inedita, portando con il proprio carisma «una carica di genuina novità nella vita spirituale della Chiesa e di particolare operosa intraprendenza».La bellezza vera e profonda è quell’arcobaleno di colori che rende luminoso il cuore e trasparente la coscienza; vale a dire la bellezza come rivelazione della verità dell’essere e realizzazione della perfezione della persona. Di questa ineludibile bellezza noi tutti siamo assetati! «Come la cerva anela ai corsi d’acqua, così l’anima mia anela a te, o Dio» (Sal 42,2): la dissetante sorgente alla quale, come cerva in terra arida aneliamo, è la Bellezza eterna del trinitario Dio dal cui grembo veniamo… «e il nostro cuore è inquieto - dice S. Agostino - finché non riposa in Te».La bellezza è frammento nel Tutto. Il frammento si apre al Tutto attraverso la porta della bellezza, che è Cristo, l’invisibile Dio fatto visibile, la Bellezza che vince il dolore e la morte: sulla Croce il Verbo eterno fatto carne svela la Bellezza vera. Sì, perché – come afferma Dietrich Bonhoeffer – la vera Incarnazione si ha sulla Croce: «Cristo non è pienamente nostro fratello fin quando non muore in Croce». La Croce diviene così svelamento della Bellezza quale Amore realizzato.La Bellezza della Croce si fa rivelazione, alterità, comunicazione e riflesso della grande comunione della Trinità santissima. Per questo Karl Barth affermava che se si nega la Trinità si ha un Dio senza bellezza: la via della Trinità è la via della bellezza! Florenskij affermava che l’ascetica crea non “l’uomo buono”, ma “l’uomo bello” e il tratto distintivo dei santi non è la bontà, ma la bellezza spirituale, la bellezza accecante della persona luminosa.La santità diviene così epifania della Bellezza eterna e tre volte santa che è Dio. Nella “Novo Millennio Ineunte”, il Papa Giovanni Paolo II esortava i cristiani e la Chiesa tutta a puntare decisamente sulla santità, che egli definiva «la misura alta della vita cristiana». Solo se siamo santi siamo belli! Solo se puntiamo decisamente alla santità sperimenteremo l’eccezionale ascensione della mente e del cuore, gusteremo l’infinita pace della libertà di volare ad alta quota, sulle vette refrigeranti della grazia di Dio!Chiediamo al Signore di saper cogliere l’attimo di grazia del suo meraviglioso passaggio nella nostra vita, in modo da non sperimentare mai il rammarico di S. Agostino: «Tardi ti ho amato, bellezza tanto antica e tanto nuova: tardi ti ho amato».Conf. Giuseppe Cascardi c.p.