L'ultimo viaggioMi spingeva la faccia sul cuscino, tanto che per poco pensai di rimanerci secca, in quella camera d'albergo di lusso a pochi km dal centro città. Quando, presa per i capelli, sollevai finalmente il viso, notai tracce di rosso sulle lenzuola e toccandomi la bocca mi ritrovai con le mani sporche di un misto tra sangue e rossetto. Mi girai verso di lui e senza neanche guardarlo, aprii la bocca e cominciai lentamente a leccare ogni piccolo centimetro di quel bellissimo corpo leggermente abbronzato, sempre più giù... fino ad arrivare al suo membro umido, eretto che sembrava scoppiare tra le mie labbra! Era piacevole... anche per me.- Piantala! - mi ordinò. - Sei già stanca forse? Se continui così in pochi minuti abbiamo finito e io voglio godermelo tutto questo "pacchetto week-end" che ho pagato profumatamente alla tua agenzia! -Ecco cos'ero per lui e per tutti gli altri: un bel gioco da regalarsi magari per un fine settimana, durante qualche convegno noioso. Ero un diversivo...Il primo round l'avevamo terminato. Ne ero uscita abbastanza illesa, ad eccezione di quel morso al labbro inferiore, ma sapevo come rimediarvi. Adesso avevo a disposizione qualche ora per riposarmi e per fare un po' di shopping. Era un lavoro fatto così: molti direbbero "prima il dovere poi il piacere"... io non saprei come dire... era comunque un piacere... dipendeva dai punti di vista.Prima di andarsene il mio "ospite" ( amo chiamarli così i miei clienti ), pensò bene di ricordarmi che il prossimo appuntamento sarebbe stato dopo cena. Annuii e lo invitai educatamente ad uscire dalla stanza, perché il suo tempo, per ora era scaduto. Dopo essermelo scrollato di dosso anche grazie ad una doccia rigenerante, mi dimenticai di lui per l'intero pomeriggio.Ritornai in albergo. Ritirai la chiave della stanza e mentre salivo con l'ascensore guardai l'ora notando che era ancora troppo presto per la cena e sorridendo a me stessa pensai di sfruttare quelle due ore per leggere un po'. - Che strano - pensai ad alta voce- la chiave elettronica dev'essere difettosa - Così chiamai la cameriera addetta ai piani e con il suo passe-partout mi fece la gentilezza di aprire la porta invitandomi a consegnarle la chiave irregolare per darmene una nuova, ma le risposi che l'avrei fatto io di persona dopo aver sistemato alcune cose che mi premevano. Entrai, appoggiai le buste con gli acquisti per terra accanto al tavolino dove stava il telefono, mi tolsi le scarpe... i miei piedi ringraziarono... poi com'era mia abitudine lanciai la borsetta, che ancora tenevo sulla spalla, sul letto e fu a quel punto che notai qualcosa di diverso nella stanza, non capii bene cos'era, ma non feci in tempo a pensarci, perché sentii dei rumori e quando mi girai vidi... un bellissimo spettacolo! Un uomo sulla quarantina completamente nudo, capelli neri, ricci, bagnati... non solo quelli erano bagnati... ora lo era anche il mio perizoma.- Oh... cristo!- esclamai non certo per la vergogna, ma per una particolare parte del suo corpo che non riusciva ad essere "educata" davanti ad una signora!- Mi perdoni... anzi, lo perdoni...- disse lui con un mezzo sorriso.- Qui chi si deve far perdonare sono io. Ora comprendo perché non entrava la mia chiave...- risposi, ma senza distogliere lo sguardo dai suoi magnetici occhi blu.Facemmo conoscenza. Si chiamava Marcel, era di origini italo-francesi, madre parigina e papà milanese. Mi disse che si trovava lì anche lui per il convegno insieme al padre imprenditore. Io gli dissi che stavo con il mio capo, mi spacciai per la segretaria, ma non so se ci avesse creduto... Mi chiese se e quando ci saremmo potuti rivedere. Rimasi sul vago e mi feci scrivere il suo numero di cellulare promettendo che mi sarei fatta viva io. Dopo cena il mio "ospite" aveva organizzato una serata a tre, la definì "Serata di beneficenza" ovvero, lui mi offriva al suo collega-amico gay per consentirgli di provare sensazioni nuove e chissà, magari riportarlo dall'altra parte. Si sentiva orgoglioso di se stesso mentre ordinava all'amico di spogliarmi e gli "insegnava" come e dove toccarmi per farmi provare piacere. L'amico era piuttosto in imbarazzo, lui, invece, godeva come un animale e mentre guardava lo spettacolo "si dava da fare... da solo".Io, non c'ero... Mentalmente ero ancora in quella camera a parlare con quel ragazzo e progettavo un piano per poterlo rivedere.Dopo qualche ora l'amico gay si rivestì sconsolato e se ne andò: sì, aveva goduto anche lui, dentro di me, ma avrebbe preferito farlo con il mio "ospite" ! Rimasti soli, io e "X" ( non posso rivelare il nome del cliente, bisogna saper essere professionali e in questo lavoro ancora di più!), ci sparammo qualche pista di coca di prima scelta, lui aveva agganci molto in alto e sniffava solo roba buona! Dopodichè presi dall'euforia i nostri corpi avvinghiati consumarono quasi tutto il pavimento della stanza rotolandosi sulla morbida moquette.Quando la mattina dopo mi risvegliai mi doleva tutto il corpo e quando finalmente mi resi conto dove avevo dormito ne capii il motivo: non so come nè perché, ma avevo trascorso parte della notte dormendo nella vasca da bagno! Bussarono alla porta. A fatica e con movimenti lenti facendo attenzione a non scivolare, uscii dalla vasca e mi trascinai dolorante ad aprire. Si trattava di una consegna. La valigia rossa, o meglio, il trolley che avevo acquistato durante lo shopping del giorno prima. Ero fiera del mio acquisto: con tutti i viaggi che facevo, di lavoro e non, mi sarebbe di certo stata indispensabile. Ogni volta che spendevo bene i miei soldi ero soddisfatta di me e del mio... lavoro. La riposi nell'armadio a muro, anche se molto voluminosa riuscii ad infilarcela.Scesi e dopo colazione vidi il mio ospite venire verso di me con aria cupa, non si prevedeva nulla di positivo.- Devo tornare a casa oggi stesso. Un imprevisto. Mia moglie e mia figlia hanno avuto un incidente stradale. Ecco - disse porgendomi un assegno da seicento euro- questo è il saldo... l'anticipo, come d'accordo l'avevo lasciato all'agenzia - poi voltandosi aggiunse: - la camera è pagata fino a lunedì mattina, consideralo un regalo... puoi restare se vuoi... divertiti! - E da quel momento non seppi più nulla di lui. Passai l'intera giornata a cercare Marcel. Sul cellulare non rispondeva e in camera non c'era... sembrava fosse stato ingoiato da qualche porta spazio-temporale da dove magari era spuntato la prima volta che lo vidi... magari era davvero un "Time-traveller "! Mi piaceva fantasticare su di lui, sulla sua vita, quali cibi amava mangiare, il vino che preferiva, sempre che non fosse astemio e naturalmente quando arrivai a domandarmi come sarebbe stato fare sesso con lui, non ebbi alcun dubbio: mi faceva eccitare il solo pensiero di averlo ancora davanti a me come la prima volta... figuriamoci cosa avremmo potuto fare io e lui insieme! Tutta la notte non sarebbe bastata!- I tuoi pensieri fanno rumore! Se ne sono accorti tutti... tranne te mia cara... - Sobbalzai dallo sgabello del bar dove mi ero appollaiata giusto per bere un aperitivo prima di andare a cena e nel goffo movimento rovesciai addosso a Marcel l'intero Martini dry che mi stavo apprestando a bere. - Perdonami... - mi scusai.- Ormai sono abituato ad accettare le tue scuse... - rispose ironicamente lui. Poi aggiunse: -Vieni, andiamo nella mia stanza... Non posso restare così... questo profumo non si addice alla mia pelle... e nemmeno al mio vestito. -Facemmo sesso intensamente, lo sentii in tutte le parti del mio corpo. Quel che provai era strano... ci fu un momento che cercai il suo sguardo, ma quando lo incrociai i suoi occhi avevano una luce diversa dalle altre volte... Pareva perso in una realtà tutta sua e mi accorsi che quando mi penetrava sussurrava strane parole in una lingua incomprensibile... non era francese di sicuro! Poi come se si fosse risvegliato, prese a baciarmi teneramente e ad accarezzare tutto il mio corpo con movimenti circolari. Ad un certo punto smise, fece scivolare il braccio destro verso terra e con la mano tastò sotto il letto. Estrasse un scatola di legno nero e quando con gli occhi gli feci capire che volevo sapere cosa conteneva, mi mise un dito sulle labbra... dovevo fare silenzio. L'aprì. Essa conteneva delle piume bianche... sembravano piume d'ali di angelo! Emisi solo un soffocato grido di stupore. -Voglio farti tornare in cielo stanotte... tu sei il mio angelo caduto sulla Terra... -Mi cosparse il corpo con le piume e mentre lo faceva udii ancora quelle strane frasi... incomprensibili per le mie orecchie. Il mio cervello in quel momento emetteva strani segnali, il mio sesto senso era come se non esistesse tanto ero rapita da lui e dalla sua capacità di farmi sentire desiderata perché unica, speciale e non perché ero una squillo di lusso!! Quel ragazzo mi piaceva, possedeva qualcosa di particolare che non riuscivo a spiegare a me stessa... qualcosa di affascinante, romantico e misterioso. Non ho mai smesso di sognare e ora sentivo che con lui avrei potuto continuare a farlo per sempre! Potrà sembravi banale, ma appena lo vidi pensai che quello doveva essere l'ultimo uomo della mia vita! L'ultimo amore... vero! Quello con il quale avrei dato un taglio netto a questa misera esistenza che avevo scelto di condurre fino ad ora! Mi avrebbe portato via con sé. Avrei fatto le valigie... sì, avrei preso la mia nuova bella valigia rossa e sarei partita verso nuove speranze.Sentii le sue mani sulla mia bocca, poi sul collo... poi cominciai a sognare... una nuova vita! CORRIERE DELLA SERA Martedì 1 Aprile 2008Ieri notte, nel cantiere allestito vicino ai pressi della nuova autostrada, è stato rinvenuto il cadavere di una donna di età compresa tra i 35-40 anni, ancora non identificata, perché priva di documenti di riconoscimento, ma la cosa che rende più macabro il ritrovamento è che il corpo della donna è stato fatto a pezzi ed infilato in una valigia. La polizia sta seguendo la traccia dei delitti del " francese" perché attaccato al trolley rosso vi era ancora il cartellino con il prezzo e accanto ad esso una scritta che riportava questa frase: - Bon retour en ciel... mon ange! -
L'ultimo viaggio
L'ultimo viaggioMi spingeva la faccia sul cuscino, tanto che per poco pensai di rimanerci secca, in quella camera d'albergo di lusso a pochi km dal centro città. Quando, presa per i capelli, sollevai finalmente il viso, notai tracce di rosso sulle lenzuola e toccandomi la bocca mi ritrovai con le mani sporche di un misto tra sangue e rossetto. Mi girai verso di lui e senza neanche guardarlo, aprii la bocca e cominciai lentamente a leccare ogni piccolo centimetro di quel bellissimo corpo leggermente abbronzato, sempre più giù... fino ad arrivare al suo membro umido, eretto che sembrava scoppiare tra le mie labbra! Era piacevole... anche per me.- Piantala! - mi ordinò. - Sei già stanca forse? Se continui così in pochi minuti abbiamo finito e io voglio godermelo tutto questo "pacchetto week-end" che ho pagato profumatamente alla tua agenzia! -Ecco cos'ero per lui e per tutti gli altri: un bel gioco da regalarsi magari per un fine settimana, durante qualche convegno noioso. Ero un diversivo...Il primo round l'avevamo terminato. Ne ero uscita abbastanza illesa, ad eccezione di quel morso al labbro inferiore, ma sapevo come rimediarvi. Adesso avevo a disposizione qualche ora per riposarmi e per fare un po' di shopping. Era un lavoro fatto così: molti direbbero "prima il dovere poi il piacere"... io non saprei come dire... era comunque un piacere... dipendeva dai punti di vista.Prima di andarsene il mio "ospite" ( amo chiamarli così i miei clienti ), pensò bene di ricordarmi che il prossimo appuntamento sarebbe stato dopo cena. Annuii e lo invitai educatamente ad uscire dalla stanza, perché il suo tempo, per ora era scaduto. Dopo essermelo scrollato di dosso anche grazie ad una doccia rigenerante, mi dimenticai di lui per l'intero pomeriggio.Ritornai in albergo. Ritirai la chiave della stanza e mentre salivo con l'ascensore guardai l'ora notando che era ancora troppo presto per la cena e sorridendo a me stessa pensai di sfruttare quelle due ore per leggere un po'. - Che strano - pensai ad alta voce- la chiave elettronica dev'essere difettosa - Così chiamai la cameriera addetta ai piani e con il suo passe-partout mi fece la gentilezza di aprire la porta invitandomi a consegnarle la chiave irregolare per darmene una nuova, ma le risposi che l'avrei fatto io di persona dopo aver sistemato alcune cose che mi premevano. Entrai, appoggiai le buste con gli acquisti per terra accanto al tavolino dove stava il telefono, mi tolsi le scarpe... i miei piedi ringraziarono... poi com'era mia abitudine lanciai la borsetta, che ancora tenevo sulla spalla, sul letto e fu a quel punto che notai qualcosa di diverso nella stanza, non capii bene cos'era, ma non feci in tempo a pensarci, perché sentii dei rumori e quando mi girai vidi... un bellissimo spettacolo! Un uomo sulla quarantina completamente nudo, capelli neri, ricci, bagnati... non solo quelli erano bagnati... ora lo era anche il mio perizoma.- Oh... cristo!- esclamai non certo per la vergogna, ma per una particolare parte del suo corpo che non riusciva ad essere "educata" davanti ad una signora!- Mi perdoni... anzi, lo perdoni...- disse lui con un mezzo sorriso.- Qui chi si deve far perdonare sono io. Ora comprendo perché non entrava la mia chiave...- risposi, ma senza distogliere lo sguardo dai suoi magnetici occhi blu.Facemmo conoscenza. Si chiamava Marcel, era di origini italo-francesi, madre parigina e papà milanese. Mi disse che si trovava lì anche lui per il convegno insieme al padre imprenditore. Io gli dissi che stavo con il mio capo, mi spacciai per la segretaria, ma non so se ci avesse creduto... Mi chiese se e quando ci saremmo potuti rivedere. Rimasi sul vago e mi feci scrivere il suo numero di cellulare promettendo che mi sarei fatta viva io. Dopo cena il mio "ospite" aveva organizzato una serata a tre, la definì "Serata di beneficenza" ovvero, lui mi offriva al suo collega-amico gay per consentirgli di provare sensazioni nuove e chissà, magari riportarlo dall'altra parte. Si sentiva orgoglioso di se stesso mentre ordinava all'amico di spogliarmi e gli "insegnava" come e dove toccarmi per farmi provare piacere. L'amico era piuttosto in imbarazzo, lui, invece, godeva come un animale e mentre guardava lo spettacolo "si dava da fare... da solo".Io, non c'ero... Mentalmente ero ancora in quella camera a parlare con quel ragazzo e progettavo un piano per poterlo rivedere.Dopo qualche ora l'amico gay si rivestì sconsolato e se ne andò: sì, aveva goduto anche lui, dentro di me, ma avrebbe preferito farlo con il mio "ospite" ! Rimasti soli, io e "X" ( non posso rivelare il nome del cliente, bisogna saper essere professionali e in questo lavoro ancora di più!), ci sparammo qualche pista di coca di prima scelta, lui aveva agganci molto in alto e sniffava solo roba buona! Dopodichè presi dall'euforia i nostri corpi avvinghiati consumarono quasi tutto il pavimento della stanza rotolandosi sulla morbida moquette.Quando la mattina dopo mi risvegliai mi doleva tutto il corpo e quando finalmente mi resi conto dove avevo dormito ne capii il motivo: non so come nè perché, ma avevo trascorso parte della notte dormendo nella vasca da bagno! Bussarono alla porta. A fatica e con movimenti lenti facendo attenzione a non scivolare, uscii dalla vasca e mi trascinai dolorante ad aprire. Si trattava di una consegna. La valigia rossa, o meglio, il trolley che avevo acquistato durante lo shopping del giorno prima. Ero fiera del mio acquisto: con tutti i viaggi che facevo, di lavoro e non, mi sarebbe di certo stata indispensabile. Ogni volta che spendevo bene i miei soldi ero soddisfatta di me e del mio... lavoro. La riposi nell'armadio a muro, anche se molto voluminosa riuscii ad infilarcela.Scesi e dopo colazione vidi il mio ospite venire verso di me con aria cupa, non si prevedeva nulla di positivo.- Devo tornare a casa oggi stesso. Un imprevisto. Mia moglie e mia figlia hanno avuto un incidente stradale. Ecco - disse porgendomi un assegno da seicento euro- questo è il saldo... l'anticipo, come d'accordo l'avevo lasciato all'agenzia - poi voltandosi aggiunse: - la camera è pagata fino a lunedì mattina, consideralo un regalo... puoi restare se vuoi... divertiti! - E da quel momento non seppi più nulla di lui. Passai l'intera giornata a cercare Marcel. Sul cellulare non rispondeva e in camera non c'era... sembrava fosse stato ingoiato da qualche porta spazio-temporale da dove magari era spuntato la prima volta che lo vidi... magari era davvero un "Time-traveller "! Mi piaceva fantasticare su di lui, sulla sua vita, quali cibi amava mangiare, il vino che preferiva, sempre che non fosse astemio e naturalmente quando arrivai a domandarmi come sarebbe stato fare sesso con lui, non ebbi alcun dubbio: mi faceva eccitare il solo pensiero di averlo ancora davanti a me come la prima volta... figuriamoci cosa avremmo potuto fare io e lui insieme! Tutta la notte non sarebbe bastata!- I tuoi pensieri fanno rumore! Se ne sono accorti tutti... tranne te mia cara... - Sobbalzai dallo sgabello del bar dove mi ero appollaiata giusto per bere un aperitivo prima di andare a cena e nel goffo movimento rovesciai addosso a Marcel l'intero Martini dry che mi stavo apprestando a bere. - Perdonami... - mi scusai.- Ormai sono abituato ad accettare le tue scuse... - rispose ironicamente lui. Poi aggiunse: -Vieni, andiamo nella mia stanza... Non posso restare così... questo profumo non si addice alla mia pelle... e nemmeno al mio vestito. -Facemmo sesso intensamente, lo sentii in tutte le parti del mio corpo. Quel che provai era strano... ci fu un momento che cercai il suo sguardo, ma quando lo incrociai i suoi occhi avevano una luce diversa dalle altre volte... Pareva perso in una realtà tutta sua e mi accorsi che quando mi penetrava sussurrava strane parole in una lingua incomprensibile... non era francese di sicuro! Poi come se si fosse risvegliato, prese a baciarmi teneramente e ad accarezzare tutto il mio corpo con movimenti circolari. Ad un certo punto smise, fece scivolare il braccio destro verso terra e con la mano tastò sotto il letto. Estrasse un scatola di legno nero e quando con gli occhi gli feci capire che volevo sapere cosa conteneva, mi mise un dito sulle labbra... dovevo fare silenzio. L'aprì. Essa conteneva delle piume bianche... sembravano piume d'ali di angelo! Emisi solo un soffocato grido di stupore. -Voglio farti tornare in cielo stanotte... tu sei il mio angelo caduto sulla Terra... -Mi cosparse il corpo con le piume e mentre lo faceva udii ancora quelle strane frasi... incomprensibili per le mie orecchie. Il mio cervello in quel momento emetteva strani segnali, il mio sesto senso era come se non esistesse tanto ero rapita da lui e dalla sua capacità di farmi sentire desiderata perché unica, speciale e non perché ero una squillo di lusso!! Quel ragazzo mi piaceva, possedeva qualcosa di particolare che non riuscivo a spiegare a me stessa... qualcosa di affascinante, romantico e misterioso. Non ho mai smesso di sognare e ora sentivo che con lui avrei potuto continuare a farlo per sempre! Potrà sembravi banale, ma appena lo vidi pensai che quello doveva essere l'ultimo uomo della mia vita! L'ultimo amore... vero! Quello con il quale avrei dato un taglio netto a questa misera esistenza che avevo scelto di condurre fino ad ora! Mi avrebbe portato via con sé. Avrei fatto le valigie... sì, avrei preso la mia nuova bella valigia rossa e sarei partita verso nuove speranze.Sentii le sue mani sulla mia bocca, poi sul collo... poi cominciai a sognare... una nuova vita! CORRIERE DELLA SERA Martedì 1 Aprile 2008Ieri notte, nel cantiere allestito vicino ai pressi della nuova autostrada, è stato rinvenuto il cadavere di una donna di età compresa tra i 35-40 anni, ancora non identificata, perché priva di documenti di riconoscimento, ma la cosa che rende più macabro il ritrovamento è che il corpo della donna è stato fatto a pezzi ed infilato in una valigia. La polizia sta seguendo la traccia dei delitti del " francese" perché attaccato al trolley rosso vi era ancora il cartellino con il prezzo e accanto ad esso una scritta che riportava questa frase: - Bon retour en ciel... mon ange! -