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''Una crisi non della religione, ma della religiosità''

Post n°4 pubblicato il 20 Gennaio 2006 da Hurk_ino

“Una crisi non della religione, ma della religiosità”: nelle parole di Gian Maria Fara presidente di Eurispes il senso dell’indagine sul rapporto tra italiani e chiesa, anticipazione di uno dei sondaggi contenuti all’interno del Rapporto Italia 2006 (che sarà presentato il 27 gennaio a Roma) diffusa stamane dall’istituto di ricerca. Il rilevamento ha coinvolto 1.070 persone ed è stato realizzato tra il 22 dicembre 2005 e il 5 gennaio 2006: l’87,8% degli italiani si è dichiarato cattolico (l’8% in più rispetto al sondaggio effettuato dall’Eurispes quindici anni fa), ma solo un terzo dei credenti si è detto anche “praticante”. “Per quanto riguarda i cattolici, si profila l’immagine di una religione vacillante, - spiega Fara - lontana dall’idea di un rilancio religioso autentico, in grado di fare del cattolico una forza individuale e collettiva capace di immettere nella società nuovi valori e di farli diventare veramente egemoni. La realtà è che in Italia, tra la Chiesa cattolica ed i propri fedeli c’è la stessa discontinuità che esiste, politicamente parlando, tra paese ufficiale e paese reale: le gerarchie ecclesiastiche non sembrano corrispondere, nell’elaborazione dell’indirizzo religioso, alle difficoltà e alle istanze dei fedeli cattolici”.

Secondo l’identikit del credente tracciato dall’istituto al crescere dell’età aumenta la percentuale di coloro i quali si dichiarano cattolici (tra i 18 e i 24 anni 71,6% è credente dei casi, tra gli over65 la percentuale raggiunge il 96,2%, credono più le donne (89,4%) che gli uomini (86%) ed il numero maggiore di credenti si riscontra fra chi non ha alcun titolo di studio o possiede la licenza elementare (97,2%) e tra coloro i quali sono in possesso della licenza media (93,2%). La quota più alta dei cattolici si riscontra nelle regioni del Centro (90,5%), la più bassa in quelle del Nord-Ovest (86,7%); nessuna area geografica si allontana, però, in modo consistente dalla media: infatti i credenti al Sud sono l’87,7%, mentre al Nord-Est e nelle Isole si attestato parimenti all’86,9%.
La quota più alta (37,7%) dei soggetti che si recano in Chiesa appartiene invece alla fascia d’età 65 anni ed oltre; essi rientrerebbero inoltre nella fascia dei maggiori frequentatori delle messe infrasettimanali (12,3%). Per tre intervistati su quattro (76,2%) la motivazione principale che li spinge a recarsi in Chiesa è la preghiera. Il 16,4% del campione, invece, va in Chiesa solamente in ossequio alla tradizione familiare e un 14% ne avverte la necessità per trovare la “forza” nei momenti più difficili della vita. Molto più basse le percentuali dei credenti che frequentano la Chiesa per chiedere una grazia (1,7%), per socializzare (1,8%) o per ringraziare di un dono ricevuto da Dio (5,9%). Tra le donne (77,4%) il bisogno di preghiera risulta più diffuso che fra i maschi (74,7%).

Una cesura netta si riscontra per quanto riguarda la posizione dei cattolici su alcune questioni di carattere etico. In primo luogo se sia opportuno l’intervento della Chiesa rispetto alla vita socio-politica del Paese. Per il 44,6% degli intervistati la Chiesa interviene più del dovuto, per il 48,8% l’ingerenza è opportuna (37,6%) se non addirittura inferiore alle necessità (11,2%).

Il 79,3% del campione (cattolici e non cattolici) non condivide il fatto che i divorziati e i risposati civilmente non possano essere ammessi alla Santa Comunione. Il 65% del campione, inoltre, non ritiene giusto negare l’Eucaristia ai politici che sostengono leggi non conformi alla legge di Dio (48,5% per niente e 17,5% poco d’accordo).
Il 71,1% degli intervistati (cattolici e non cattolici) è favorevole all’introduzione dei Pacs; scomponendo il dato emerge che si dichiara favorevole il 68,7% dei cattolici interpellati e l’88,4% dei non cattolici.
Il 38,4% del totale degli intervistati considera la convivenza come un modo per testare il rapporto prima del matrimonio; in particolare, la pensa così il 39% dei cattolici e il 34,1% dei non cattolici. Il 24,2% degli italiani ritiene invece che la convivenza sia una scelta di vita personale (26,3% dei cattolici e 9,3% dei non cattolici), mentre per il 30,4% è una scelta di chi non vuole assumersi responsabilità (26,8% dei cattolici e 55,8% dei non cattolici).
Sul tema dell’aborto l’84,% del campione è favorevole a questa pratica nel caso in cui la madre sia in pericolo di vita (83,2% dei cattolici e 89,9% dei non cattolici), il 74,6% in caso di gravi anomalie e malformazioni del feto (72,9% dei cattolici e 86,8% dei non cattolici) e in caso di violenza sessuale 65,1% (61,9% dei cattolici e 88,4% dei non cattolici). D’altro canto, se le motivazioni sono più attinenti alle condizioni economiche o alla volontà della madre di non avere figli, le percentuali scendono notevolmente, rispettivamente al 26,4% (23% cattolici e 51,2% non cattolici) e al 21,9% (18,6% cattolici e 45% non cattolici).

La posizione dei cattolici italiani sulla legge sul divorzio, ad oltre trenta anni dal referendum, è di una sostanziale, larghissima, condivisione: sono favorevoli, infatti, il 69,1% del totale degli intervistati. Oltre la metà del campione intervistato afferma di essere favorevole alla fecondazione assistita (62,5%).
Il tema dell’eutanasia vede contrario il 44,6% del totale degli intervistati e favorevole, in percentuale minore, il 41,9%. Questo tema è decisamente più controverso rispetto a quelli analizzati fino ad ora: si dichiara favorevole il 38,1% dei cattolici contro il 48,1% dei contrari.
La maggioranza degli intervistati (63,9%) reputa ingiusto il decreto fiscale collegato alla Finanziaria che esonera la Chiesa e le altre confessioni religiose riconosciute dallo Stato dal versamento dell’imposta comunale su tutti gli immobili, anche ad uso commerciale; si dichiara favorevole solo un soggetto su quattro (24,9%). Tre intervistati su quattro circa (73,6%) ritengono giusto l’otto per mille come forma di finanziamento, contro il 23% che la pensa diversamente.
Tratto da Svegliaconsumatori Il Portale  dei consumatori delle Marche http://www.svegliaconsumatori.it/Pages/VediNotizia.asp?Id=761

 
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