Diario di Kuan

C'era una volta in un piccolo stagno, un rospo con un grande appetito. Amava mangiare di tutto, dai moscerini alle zanzare, dalle mosche e persino le cicale, non passava giorno che non si rimpinzasse la pancia fino quasi a scoppiare. Ben presto però, iniziò a desiderare di mangiare qualcosa di nuovo, voleva assaggiare sapori nuovi, per questo motivo si mise a masticare un sasso, ma si rese presto conto che era troppo duro. Decise quindi di assaggiare alcune foglie cadute dagli alberi, ma erano troppo croccanti e amare. Un giorno, dopo un bel temporale, davanti a lui apparve qualcosa di meraviglioso, un Arcobaleno splendente e pieno di colori. Per sua fortuna, l'arcobaleno iniziava il proprio percorso proprio dal sasso che aveva masticato poco tempo fa. Con sua somma delizia allungò la lingua e assaporò tutti e sette i colori, dal rosso che sapeva di fragole, al giallo dissetante come una spremuta di limone. Un sapore delizioso, ma che ben presto scomparve dal suo palato. Il grosso rospo, ne voleva ancora, quindi allungando la sua lingua, e rubò al laghetto il colore blu, e poi il verde al prato vicino. Non ancora sazio ingurgitò il blu del cielo, usando il bianco delle nuvole come fosse panna fresca. A fine giornata tutto intorno a lui era diventato nero come la pece, non c'era più neppure un solo colore, eppure per quanto avesse mangiato, il suo stomaco rimaneva vuoto, iniziando a brontolare. A breve distanza dal rospo giunse ad abbeverarsi una vecchia volpe. Il rospo iniziò a piangere per i morsi della fame, lamentandosi verso la volpe "che fame che ho, fosse rimasto un solo colore, stò morendo di fame, amica volpe potresti darmi l'arancione del tuo manto?". La vecchia volpe smise di bere e verso il rospo disse "sciocca ingorda, ma davvero credi di poterti mangiare i colori?" rise, "è solo scesa la notte, il tuo problema non è l'aver finito i colori, ma l'essere diventata troppo ingorda" il rospo rispose "tu menti, vuoi che io me ne vada da qui per mangiarti tu i miei colori". La Volpe contrariata in fine fece per girarsi "di giorno il fiume è tuo, ma di notte ci sono animali più grandi di te, l'ingordigia si nutrirà di te stanne certo" detto questo scappò via nella notte tornando a cacciare. Quando tornò il mattino, del grosso rospo non c'era più traccia e l'arcobaleno giocoso tornò a sorgere dal solito sasso salutato dai suoi amici colori.

Kuan Wo