ilKuda - www.kuda.tk

iraq: ragioniamo con il metodo


qualche giorno fa commentavo uno studio che stimava in almeno 600.000 i morti civili in iraq, evidentemente da quel punto di vista non è convenuto molto agli iraqueni l'inervento anglo-americano...ma i numeri non possono descrivere l'importanza della democrazia che ora c'è in iraq, vero?guardiamo allora cosa avviene nel parlamento iracheno nel momento in cui bisogna votare la riforma federalista del paese, un passo fondamentale per l'organizzazione dello stato perchè divide le zone con il petrolio da quelle senza. il parlamento è spaccato perchè dalla proposta i sunniti verrebbero tagliati fuori dalla spartizione delle ricchezze e relegati nella zona centrale del paese.già sappiamo come si sono svolte le elezioni in iraq, ma non è questo, adesso, il problema. Per far passare la riforma si ha bisogno di 138 voti su 275. Il rifiuto del federalismo ha unito sciiti e sunniti, iracheni religiosi e secolari che, per ragioni diverse, si sono trovati uniti in un fronte trasversale, i cui denominatori comuni sono il sentimento nazionalista e il timore che il federalismo faccia precipitare il paese nella violenza. I partiti contrari dsecidono di abbandonare l'aula per far mancare il numero legale, ma cosa succede? la legge è passata per un pugno di voti: ne occorrevano 138 su 275. Il quotidiano iracheno Al Mada riferisce che il presidente del Parlamento, Mashhaddani, prima del voto ha ordinato a tutti i giornalisti di lasciare l’aula e ha bloccato le comunicazioni con l’esterno. Nessun conteggio indipendente è stato possibile. La conta delle presenze (140) è stata fatta dai dipendenti del parlamento, ognuno dei quali conta un blocco, del quale spesso è simpatizzante. “Al momento del voto tutte le mani erano alzate – ha riferito una fonte anonima -, quindi non sono state contate”. alla faccia della democrazia!
e cosa titolava l'autorevole New York TImes? la legge è passata per 140 voti a zerosi può dire che l'informazione è perlomeno incompleta