rileggendo il
mio post di ieri su Enriquillo mi sono accorto che il discorso non è chiarissimo. Provo a spiegarmi meglio prendendo tre esempi.
EnriquilloE' un capo indigeno taino che si ribellò contro i coloni europei chiedendo la fine della schiavitù per gli indio. Guidò una rivolta nella regione sud dell'attuale Repubblica Dominicana. A lui sono dedicati un lago e una città. E' l'unica personalità taina che venga ricordata nel paese, è descritta nella sua abità di comandante militare ma non si conosce nulla della sua cultura e di quella del suo popolo.BoyerE' stato presidente di Haiti durante il periodo in cui l'isola era unificata sotto il suo controllo. In Repubblica Dominicana (antecedentemente colonia spagnola) portò l'abolizione della schiavitù e la riforma agraria a favore dei contadini. Implementò l'uso del creolo (lingua di haiti) come lingua ufficiale dell'isola. Viene ricordato come un tiranno, nei libri di testo non vengono mai messe in luce le riforme sociali che implementò. Non esistono simboli che lo ricordano, e come lui, non esistono monumenti, che io sappia, dedicati ad haitiani.DuarteE' riconosciuto come il Padre della Patria. A lui sono dedicati la montagna più alta, l'unica autostrada, è sua la faccia sulle banconote dominicane e tutte le città hanno nell'avenida Duarte la loro arteria principale. Fondò l'associazione segreta "la trinitaria" e nel 1843 partecipò ai movimenti armati contro Boyer, lasciò il paese per rientrarvi a guerra terminata ed indipendenza conquistata. E' venerato come nessun altra personalità e parlare contro di lui è praticamente reato contro la patria. Queste tre figure mostrano chiaramente come si possa costruire un senso comune e creare dei ricordi e cancellarne altri. Un fenomeno che passa in tutti i paesi, ma che per la mia qualità di osservatore esterno posso apprezzare meglio qui in Repubblica Dominicana.ps: nella foto la statua di Enriquillo vicino al lago che porta il suo nome e qui sotto ripropongo il video con una delle iguane che abbiamo incontrato durante il viaggio al sud