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nel sud della repubblica dominicana c'è una citta e un lago enriquillo, uniche località dedicate a una persona taina, cioè appartenente a quei popoli presenti sull'isola prima dell'arrivo degli europei nel 1492. I popoli erano distinti, ma unificati dagli spagnoli, che non sapevano distinguerli, con il nome di tainos.
Enriquillo fu un capo indigeno che guidò una ribellione contro gli spagnoli tra il 1519 e il 1533, che terminò con la firma di un accordo a favore degli indigeni, accordo che servì a poco.
Ecco come la figura di Enriquillo viene presentata sul sito della primera dama dominicana:
il primo capitano americano mai sconfitto che con una lunga e tragica protesta provò a salvare i resti della sua razza: Enriquillo, l'eroe del Baoruco, pionere delle lotte per la libertà e la dignità umana che, in risposta alla violenzia esercitata nel sommettere i popoli autoctoni, si animarono in tutte le regioni del continente fino ad arrivare, nel 1895, all'inizo dell'ultima tappa della guerra di indipendenza di Cuba. (...) Il uos stile di lotta e il metodo che applicò di guerra popolare furono espessione di astuzia, pazienza e prudenza; l'efficiente servizio di informazione e rifornimento che organizzò nella regione, nelle montagne della sierra, lo fecero invincibile.

La cosa sembrerebbe lodevole ma lascia molti dubbi il fatto che questa figura sia celebrata solo nelle sue gesta guerriere e non venga ricordato nulla rispetto alla cultura taina (questo in generale nella scuola e nella tradizione dominicana) e soprattutto che chi lottò contro gli spagnoli venga riconosciuto come un eroe, mentre, una volta che le stesse persone iniziarono a chiamarsi dominicani, i loro nemici siano denigrati e dipinti a tinte fosche come nel caso di François Dominique Toussaint-Louverture o di Jean-Pierre Boyer (presidenti haitiani)

Oggi lungo le rive del lago enriquillo rimane una statua di questo cacique, e qualche iguana a dare l'impressione che il tempo si sia, come per magia, fermato a guardare un popolo cancellato dagli europei.