ETICA e MORALE

“TRAINSPOTTING”, IRVINE WELSH


Tutti conoscono il film diretto da Danny Boyle del 1996, ma pochi hanno letto il libro che oltre, come sempre, ad essere molto più interessante, al contrario del film, è molto bello.
La storia, come quasi tutte quelle scritte da I. Welsh, si snoda nella città di Edimburgo. I protagonisti sono 4 amici: Mark Renton (detto Rents), Spud, Sick Boy, Francis Begbie che offuscano il male di vivere nell’eroina; ragazzi dei sobborghi scozzesi che hanno scelto (più per non avere alternative che altro) una vita lontana da modelli borghesi in cui l’uomo si circondata di beni materiali, voglia di fare carriera, mito del denaro e quant’altro renda la vita una schiavitù. La scelta dei ragazzi, ancora più da perdenti che quella da cui vogliono fuggire, li porterà a piccoli furti, delinquenza vera e ad un incredibile tradimento che si perpetrerà al termine del romanzo.Il tentativo di scappare dalla droga lo si riscontra in Mark che viene imitato anche da Sick Boy… Ma nulla servirà perché il destino sembra segnato e, dopo roccambolesche avventure disegnate da una realtà che conduce i nostri protagonisti ad un eterno mal di vivere, un colpo di fortuna.Welsh, con il suo modo graffiante, ricorda molto la complessità delle problematiche già viste nel film Arancia meccanica in cui Alex, il protagonista, viene preso alla leggera dai genitori che non comprendono le frustrazioni del giovane lasciandolo crescere in un mondo di solitudine senza punti di riferimento socialmente condivisibili. Il messaggio di Trainspotting è che la droga non è la soluzione e la fine mostra che la via di fuga esiste…