Creato da ladestra_lecco il 28/09/2008

PENSIERO NAZIONALE

CIRCOLO VINCERE - PROVINCIA DI LECCO -

 

Ultimi Commenti

ladestra_lecco
ladestra_lecco il 03/09/09 alle 21:19 via WEB
Il fatto che riporti è in se' e per sè esecrabile, e senza alcuna esitazione da conddannare, ammesso che sia vero. Perchè vedi, mentre i bombardamenti qui riportati sono un fatto acclarato che appartiene alla storiografia ufficiale e condivisa, i fatti che tu adducci provengono da una sola fonte, quella della sinistra lecchese. E come ben sai nel corso degli anni la ricostruzione dei fatti può subire manipolazioni di ogni genere, soprattutto se usata a fini politici (e qui il tuo compagno Pansa l'ha dimostrato chiaramente negli ultimi anni). E poi vedi ci sono passaggi che non convincono e aprono delle domande profonde come delle voragini: Perchè mai i repubblichini avrebbero dovuto di fatto condannare una fabbrica alla chiusura, per di più in un momento di grande mobilitazione produttiva e di scarsità di manodopera come quello del 44-45? E poi ancora, siamo sicuri che i 30 deportati fossero veramente operai e non sabotatori appositamente infiltrati? A queste domande, ne io, ne te sapremo mai rispondere.
 
ugomoi
ugomoi il 02/09/09 alle 19:46 via WEB
Le opinioni sono tutte legittime ma la verità è una sola. Ed è importante ricordarla a tutti, soprattutto a La Destra Lecco, che dimostra di averne più bisogno di altri. VI SUGGERISCO UN POST SERIO. LA VERITA' 7 marzo 1944. Quel giorno sfilarono attraverso le vie di Lecco una trentina di persone incatenate, c'erano uomini, donne ed anche ragazzi. Erano gli operai della Bonaiti che i repubblichini avevano arrestato per aver partecipato ad uno sciopero. Di quella trentina di persone, ventiquattro furono mandate nel campo di concentramento di Mauthausen e in quell'inferno ne morirono diciannove. E' questo uno dei fatti più gravi che hanno colpito la nostra città durante gli anni tragici dell'occupazione nazifascista. Alcuni operai della Bonaiti di Lecco furono arrestati dai repubblichini il 7 marzo 1944 perché avevano partecipato ad uno sciopero. Di quella trentina di persone, ventiquattro furono mandate nel campo di concentramento di Mauthausen e da quell’inferno tornarono solo in sette. E’ questo uno dei fatti più gravi che hanno colpito la nostra città durante gli anni tragici dell’occupazione nazifascista. Gli scioperi nelle fabbriche iniziarono il 1° marzo a Torino. Anche a Lecco i fermenti dello sciopero lievitarono ed il 7 marzo fu la data stabilita per l’inizio delle agitazioni. Alla Badoni, alla Bonaiti di Castello, alla File, all’Acciaieria del Caleotto, all’Arlenico gli operai entrarono negli stabilimenti ma attuarono lo sciopero bianco, cioè si stava in fabbrica ma non si lavorava. La reazione non si fece attendere, ma non furono i nazisti ad intervenire bensì i repubblichini. Guidati dal capo dei fascisti di Como, tale Saletta, entrarono alla Bonaiti, arrestarono trenta operai e li portarono legati alla stazione ferroviaria. In corso Matteotti gli operai incatenati incontrarono don Giovanni Ticozzi. Il sacerdote ha scritto su questo episodio: “Ricordo molto bene quel triste giorno in cui, recandomi alla mia scuola, ho visto passare, legati insieme come malfattori e sorvegliati da brutti ceffi armati, i nostri operai destinati alla deportazione e alla morte. E uno di loro, vedendomi, mi rivolge questa frase in dialetto: “El ved, don Gioan, come sem consciaa?”. Non saprei dire precisamente chi fosse, perché i miei occhi erano velati dalle lacrime e il cuore ottenebrato da sentimenti non dico giustificabili, ma certo spiegabili, di ribellione e di rabbia impotente”. Don Giovanni Ticozzi venne a sua volta arrestato pochi mesi dopo, il 30 ottobre del 1944, e fu portato prima a Como e poi al carcere di San Vittore a Milano, prima di essere liberato alla fine di marzo del 1945. Purtroppo quel grande sacerdote nulla poté contro la cieca violenza di quel 7 marzo e degli inermi operai lecchesi, tra cui c’erano cinque ragazzi, il più vecchio dei quali aveva diciotto anni, finirono a Mathausen. Oggi dei sette che fecero ritorno resta solo Pino Galbani che al momento del suo arresto e della sua deportazione aveva 17 anni. Da parecchi anni Pino Galbani, un giovane ottantenne, ha fatto della memoria di quella sua triste esperienza una occasione di testimonianza. Ma non è stato sempre così. In un’intervista di qualche anno fa ci ricordava le difficoltà incontrate al rientro a casa, quando si trattava di spiegare quello che aveva vissuto. “Il ritorno a casa fu ovviamente bello, ma presto capii quanto fosse difficile comunicare la tragedia che avevo vissuto. I parenti di coloro che non erano tornati non riuscivano a darsi una ragione, io stesso facevo fatica a spiegare le brutture vissute. Per molti anni, allora, quasi non parlammo di quello che avevamo passato. Nei primi anni Novanta, certo revisionismo storico e la proiezione dei primi film girati dagli inglesi nei campi di concentramento, ci convinse che la memoria di quei giorni terribili andava tenuta viva. E’ per questo che anche oggi continuo ad andare nelle scuole a testimoniare ai giovani quella mia discesa all’inferno”. Su quel periodo ha scritto parole significative proprio don Giovanni Ticozzi. “Quando mi tornano alla memoria gli arresti di quei mesi – ricordava il sacerdote – le prigionie, le deportazioni, le sevizie, le uccisioni; quando penso quante e quali furono le vittime di quell’infausto, vergognoso periodo, immolate sullo scannatoio di una causa infame già perduta, ancora mi si inacerbisce il cuore e parole spietate e roventi mi vengono alle labbra...”.
 
ugomoi
ugomoi il 13/05/09 alle 00:07 via WEB
può essere senz'altro che io debba ri- prendere in mano buoni libri di scienza della politica. Una cosa elementare però che non encessita di altri studi o letture è tradurre il voatro: "si lavora su un doppio binario" che per quelli che non leggono libri di scienza della politica, ma vedono le cose come stanno è traducibile nell'incoerente: "parlare bene razzolare male" provate a vedere se lo spiegano su qualche tomo universitario?
 
ladestra_lecco
ladestra_lecco il 12/05/09 alle 23:25 via WEB
Caro Paolo, non nascondo che questi tuoi interventi sono stati un'amara delusione per tutti noi. A torto ti consideravamo uno degli ultimi esponenti della vecchia intellighentia di sinistra, uno dei cosidetti intellettuali grazie ai quali il pensiero post-comunista e sessantottino deteneva ancora una sorta d'egemonia anche qui in riva al lago. Eppure.... eppure... non riesci nemmeno a risconoscere che il misfatto politico di cui ci accusi, ovvero l'accordo tattico con il PDL, non è altro che la riproposizione a destra dei concetti gramsciani di "guerra di posizione, blocco storico, prefigurazione". "L'entrismo" "La convergenza tattica" verso le forze del centrodestra rispondono a questo obiettivo di lungo periodo: conquistarne l'egemonia culturale, spostare a destra l'asse, il baricentro del sistema politico. Come vedi si lavora su un doppio binario: quello metapolitico (dove operiamo con il blog culturale per riconquistare a destra lo stato di cultura del paese) e quello propriamente politico, dove tramite l'occupazione di spazi di rappresentanza apriamo poi varchi per l'affermazione del nostro sistema valoriale. Hai afferrato? O è troppo complicato? Nel secondo caso sarebbe meglio che la smettessi di organizzare inutili serate sullo smercio di droga, o sul post-femminismo e tornassi a prendere in mano qualche buon libro di scienza della politica.
 
ugomoi
ugomoi il 11/05/09 alle 22:26 via WEB
Con gioia abbiamo accettato il mandato affidatoci da tutto il centrodestra: portare noi il colpo finale a questa cosa ibrida e strana che è stata la provincia di Anghileri e Brivio; NON CI CREDERETE DAVVERO. IL COLPO FINALE A VOI AFFIDATO vi stanno prendendo in giro...
 
ugomoi
ugomoi il 09/05/09 alle 20:24 via WEB
Mentre per gli altri la politica è solo un freddo calcolo di potere, per noi la politica è passione. E la passione è militanza. E la militanza è arte. Leggo (anche) questo sul vostro molto visitato blog. Leggo anche di barricate annunciate se il Comune di lecco avesse aumentato l'Irpef, cosa puntualmente avvenuta. Intendo l'aumento Irpef del Comune per le barricate, coem sempre chiacchiere e proclami ma in pratica mai nulla. Leggo del sucicio di An e della vostra critica. Mi rimbalzano nelle orecchie le invettive di Luca Caremi e il leaderino Arrighi contro i dadati e Nava e i politici del PDL locali e poi tutti fieri, tutti impettiti tutti d'un pezzo, per essere non bravi, ma i migliori e oplà comprati per poco o per molto ma comprati, alleati con nava alle elezioni provinciali. Una vergogna. Siete uguali agli altri. pure peggio perchè vi vantate di essere diversi attendo commenti in proposito o come abitudine censura perchè non avere risposte, serie e oneste paolo trezzi
 
ugomoi
ugomoi il 09/05/09 alle 20:13 via WEB
mi sa che avete preso un granchione. chi ha inventato il patto di stabilità? la provincia i soldi in cassa li ha e prorpio perchè li ha ha deciso di spenderli pagando le imprese che hanno eseguito i lavori nei emsie anni passati. L'hanno potuto fare e hanno deciso di farlo, fregandosene del patto di stabilità che impone di non spendere - anche se si hanno - piu di un tot di soldi dall'anno precedente. meno male che hanno violato il patto, dovremmo dire e ringraziare. in primis gel imprese che hanno eseguito i alvori. Credetemi avete preso una cantonata micidiale. capita mica è la fine del mondo. andrebbe per lealtà e onesta solo riconosciuto e rimediato. aspetto un bel post di rettifica. oppure come al solito una censuara dei commenti che non vi piacciono paolo trezzi
 
ladestra_lecco
ladestra_lecco il 04/02/09 alle 23:45 via WEB
"Facciamo la guerra per poter vivere in pace" (Aristotele)
 
p_silvia_84
p_silvia_84 il 02/02/09 alle 12:31 via WEB
Grazie per la risposta. Non nascondo che questa vostra visione tradizionale, che considero piuttosto anacronistica, mi suscita un qualche timore. Comunque visto che ormai l'inizio del corso è agli sgoccioli spero per lo meno si risolva in un maggior senso civico da parte di chi ha deciso di aderire e non in un'esasperazione negativa dei valori che dal vostro punto di vista ne usciranno rafforzati e che per altro letti così di fila mi lasciano un certo senso di angoscia (onore, sacrificio, rispetto dei simboli, temerarietà, amicizia cameratesca). Sarà la mia sete di pacifismo sempre e ovunque, ma vi giuro che il tutto mi è di difficile digestione. Buona giornata Silvia
 
ladestra_lecco
ladestra_lecco il 31/01/09 alle 00:24 via WEB
Cara Silvia, innanzitutto benvenuta su questo sito. La tua domanda lascia cmq intendere che abbiamo due visioni del mondo totalmente opposte: la tua fa propria la visione pacifista e antimilitarista tuttora in voga nel pensiero post-moderno; la nostra è una visione tradizionale che vede nelle virtù militari una fonte inesauribile di valori: senso dell'onore, spirito di sacrificio, rispetto dei simboli, temerarietà, amicizia cameratesca, fratellanza. Ecco allora perchè per noi l'educazione militare è la migliore possibile.
 
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Si spiega al soffio dell'onore
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