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Creato da: Ledantec il 20/07/2008
sulle pretese veritative della religione

 

 
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NEVROSI OSSESSIVA E DOTTRINA CATTOLICA

Post n°579 pubblicato il 02 Febbraio 2009 da Ledantec
 

Non è molto nota la tematica della cosiddetta "intenzione sacramentale", della quale molto si è dibattuto nella teologia cattolica, quantomeno dei secoli passati.

E' noto che i sacramenti (ad es. battesimo, confessione, eucarestia) sono ritenuti nella dottrina cattolica strumenti di divina istituzione per conseguire la "salvezza" attraverso la "grazia" che con essi sarebbe dispensata. La mediazione necessaria del prete, tuttavia, pone un problema: quando il sacramento può dirsi efficacemente amministrato dal sacerdote? se egli, ad esempio, battezzando agisse ioci causa, cioè per scherzo o per ischerzo che dir si voglia, il sacramento sarebbe valido e quindi efficace, oppure no?

Gli esiti nevrotico-ossessivi di questa dottrina sono resi chiari da quanto si affermò, in polemica con Lutero il quale sosteneva che "si riceve quello che si crede di ricevere, qualunque cosa faccia o non faccia il ministro, scherzi o simuli: poco importa ciò: è infallibile la sentenza di Cristo: a colui che crede tutto è possibile, e, si faccia secondo quanto tu hai creduto" (cfr. P. Giuseppe Rambaldi S.I., "L'oggetto dell'intenzione sacramentale nei Teologi dei secoli XVI e XVII", Roma 1944, pag. 24). In contrapposizione a queste asserzioni luterane, l'arcivescovo cattolico inglese Fisher, in una sua opera pubblicata nel 1537 ad Anversa, scrisse (corsivo mio) che "pur avendo ricevuto l'assoluzione sacramentale, il fedele non essere assolutamente certo di essere giustificato: può dubitare se il confessore sia vero sacerdote, se sia legittimamente costituito suo pastore; se abbia usato rettamente delle chiavi [...] può dubitare e di chi assolve se sia veramente tale, e di sé stesso se forse non opponga obice al sacramento" e ciò in quanto per avere l'assoluzione sacramentale dai peccati "ci vuole la potestà degli apostoli, del sacerdote, il quale sia esecutore e sentenzi secondo la legge, e non soltanto sia "recitatore" delle parole sacramentali" (op. cit., pag. 27).

Non è un caso che uno dei capitoli, oggi non più molto "frequentati", della teologia morale cattolica sia quello degli "scrupoli di coscienza", che una dottrina come quella sopra esposta facilmente può generare nell'animo del fedele, suscitandovi sempre nuovi dubbi insolubili, che portano infine alla nevrosi ossessiva. 

 
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