Il regno di Dio

“Improvvisamente ho capito l’orrore dello stato in cui mi trovavo, la deformità del peccato”


 la conversione dell’avvocato Alphonse Marie Ratisbonne  Ratisbonne, di famiglia ebrea, ateo, scettico, cinico e fortemente anticlericale, trascorse la vita nell’ozio e nei piaceri ma in pochissimi istanti e attraverso esperienze apparentemente casuali abbandonò tutta la sua vita passata per dedicarsi a ciò che per tutta la vita aveva odiato: Dio e la Chiesa.Tutto accaddenel 1839, Alphonse ha ormai 27 anni, è  laureato in giurisprudenza e già avviato alla carriera di banchiere e prima di sposarsi con sua cugina Flore, decide di fare un ultimo viaggio in alcune grandi città europee. In questi momenti gli torna alla mente suo fratello, Theodore. Non lo sente da molti anni, infatti Theodore si è fatto sacerdote cattolico. Alphonse non poteva sopportare la scelta del fratello, perciò aveva troncato i rapporti con lui. Ma a sua insaputa, il fratello prete lo affidava tutti i giorni alla Immacolata Concezione, affinché potesse cambiar vita (e pensare che il dogma dell’Immacolata verrà proclamato solo anni dopo!).  Alphonse nel suo lungo viaggio si ferma anche a Roma, dove constata le condizioni degli ebrei nel ghetto. Nella Città Eterna incontra un suo vecchio amico, il barone Theodore de Bussierè, convertitosi da poco al cattolicesimo. Costui farà da guida per la città ad Alphonse e agli altri ebrei in viaggio con lui, a una condizione, di portare al collo la medaglia miracolosa di Catherine Labourè, in futuro poi santa Catherine. Alphonse non ha alcun problema, la porta come fosse un ninnolo, col senno di poi capirà.Il 20 Gennaio 1842 l’amico Theodore lo porta con sé per una commissione, il pagamento per il funerale di un uomo importante deceduto due giorni prima, che sicuro diventerà molto importante per Alphonse.Il calesse arriva alla chiesa di Sant’Andrea delle Fratte, vicino a piazza di Spagna. Il barone entra e Alphonse, per non rimanere al freddo decide di seguirlo a sua volta. Essendo buio, egli viene attratto da una luce particolare proveniente da una cappella laterale.E in un singolo istante tutto cambiò: d’un tratto si trovò in ginocchio a contemplare la bellezza di una donna stupenda in piedi davanti a lui. La sua immagine era molto simile a quella della medaglia che aveva al collo. Lo stesso Alphonse racconta questa visione: “Ho alzato gli occhi verso la luce e vidi, in piedi presso l’altare, grande, maestosa, bella e graziosa la Beata Vergine Maria…”.La Madonna non parla, ma Alphonse percepisce dal solo sguardo della Vergine un forza tremenda. “Improvvisamente ho capito l’orrore dello stato in cui mi trovavo, la deformità del peccato” scriverà successivamente. Capisce tutto da solo, senza che la Beata Vergine dica nulla, i suoi occhi bastano a fargli vedere l’abisso del male. Dopo solo undici giorni dall’evento miracoloso, Alphonse decise di farsi battezzare ed adottare come nome quello di Marie. Tutti i suoi amici, la sua famiglia e anche la sua futura moglie lo abbandonarono, ma questo non gli tolse in nulla la grazia trovata. Ciò che lo colpì maggiormente, subito dopo la celestiale visione, fu di scoprire che l’uomo per il quale De Bussierè era venuto in quella chiesa romana era il conte de la Ferronay, ministro del re di Francia morto due giorni prima dopo aver fatto richiesta al suo confessore di offrire la propria vita per la conversione di un peccatore, Alphonse stesso.Ratisbonne diventò sacerdote e dopo sei anni di studi entrò prima nell’Ordine dei Gesuiti ed in seguito andò nella Congregazione delle Religiose di Nostra Signora di Sion ad aiutare suo fratello Theodore.Fondò una sede di questa Congregazione in Palestina.Morì il 6 maggio 1884 a Gerusalemme, all'età di 70 anni, quarantadue anni dopo l'apparizione, invocando Maria (che forse rivide in quel momento). «Vi dirò il mio segreto. Io racconto tutto alla Santa Vergine, tutto ciò che può tormentarmi, darmi pena e inquietarmi; e dopo la lascio fare». Sono queste le parole che Alfonso Ra­tisbonne ci ha lasciato.