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VIPERA AEMME - COME SI CAMBIA

Post n°84 pubblicato il 20 Luglio 2010 da chevipera29
Foto di chevipera29

Come si cambia

Mi piace osservare i comportamenti umani, meglio, quelli dei miei affetti più prossimi, ma pure di amicizie meno importanti. A volte mi capita di accorgermi, quasi improvvisamente, di quanto una persona abbia subito o abbia cercato un sostanziale cambiamento del suo quotidiano. Giovanni, un caro amico che spesso con le sue chiacchiere mi fornisce involontariamente spunti da considerare è una di quelle persone che nel corso degli anni, di assidua frequentazione, mi ha maggiormente colpita per i suoi cambiamenti di vita e di comportamento radicali. Un intellettuale, Giovanni, che non sapeva fare nient’altro che parlare. Una persona cui la vita aveva concesso di non dover utilizzare le mani né per il suo lavoro né nella sua partecipazione – poco attiva, in questo senso – alla vita familiare. Una guida dell’auto, ad esempio, alla mister Magoo, quel simpatico vecchietto dei cartoni animati che qualcuno ricorderà, che si ostinava a non voler portare gli occhiali da vista, pure essendo fortemente miope. Pertanto lo accompagnava solo la fortuna nei suoi movimenti esattamente come al mio amico che si è sempre rifiutato di fare tutte quelle cose che fanno i comuni mortali, sia con le mani che con l’intelletto unito all’uso delle mani. Manualità pari allo zero, quindi. L’altra sera mi dice che ha passato il verderame su un perimetro vastissimo di terreno che delimita una struttura che ospita l’estate di diversi bambini. “Il verderame?” chiedo. “Si - mi dice – perché serve ad eliminare tutti gli insetti che si annidano e che provocano fastidi”. “Ah” – penso – E questa scienza da dove gli viene?”. Poi capisco. La realtà è che nella nostra vita, come da un cassetto, entrano ed escono persone, molte delle quali non danno scossoni particolari, ma poi arriva qualcuno che ha, come dire, l’ardire di farci fare cose inaspettate. Magari, nostro malgrado. Ho visto atei conclamati accompagnarmi in chiesa e chiedersi, almeno per qualche istante, cose ci fosse oltre. Almeno porsi il dubbio. Ho visto nei loro occhi la domanda e l’emozione per una frase di don Giussani (… come può stupire il chiarore di un’alba nuova). Il mio amico era uno che nonostante sbandierasse la teoria della relatività, in fondo ragionava per assoluti. Aveva delle certezze che si mostravano granitiche per la determinazione con cui le manifestava. Non potevano esserci ripensamenti. E così adesso fa la spesa, la fila alla cassa, pulisce la piscina e . . .  spruzza, con quell’arnese da ghostbuster, il verderame. Nonostante io sia una cui la vita ha insegnato che  non c’è niente di scontato e che quando meno te lo aspetti qualunque certezza si può frantumare in pochi secondi, beh, stento ancora a crederci.

chevipera@libero.it

 
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