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VIPERA AEMME - E' TUTTA COLPA DELLA PROPRIETA' PRIVATA?

Post n°92 pubblicato il 03 Agosto 2010 da chevipera29
Foto di chevipera29

Alga Madìa

L’egoismo padrone del nostro tempo e della nostra anima. Leggo, meglio rileggo, Canale Mussolini sdraiata su un lettino in riva al mare. La prima volta lo lessi ipotizzando un gesto di gentilezza nei confronti di chi me ne aveva fatto dono: ammetto che per offrire in fretta il mio parere sulla saga dei Peruzzi, corsi un po’ nella lettura, saltando qualche pagina, ma ripromettendomi di farlo più seriamente in seguito. Dopo più di qualche mese dalla sua uscita in libreria è entrato nella valigia che mi accompagna in vacanza, di diritto, a pieno titolo. In tutta la prima metà del secolo scorso la gente collaborava nel lavoro, come dire, le famiglie erano unite e, non esistendo quasi la proprietà privata per i ceti meno abbienti, c’era una necessaria forma di condivisione di quel poco che si possedeva. Ed anche i rapporti umani subivano la stessa sorte: ci si sentiva accumunati da una gioia, così come nella condivisione di un dramma, di un dolore. E’ vero, da allora è passato quasi un secolo e tutto è cambiato. Tutti, nonostante crisi e tragedie economiche, sono proprietari di qualcosa: di una casa, di un auto, di un cane. Più si ha più si vorrebbe avere. Più si vorrebbe avere più non ci si cura dell’umano. Non c’è tempo, non per colpa, ma sono tutti impegnati. Salvo assillarti quando tu sei esclusivo interesse per qualunque motivo in quel preciso momento. Allora ti rendi conto che il tempo si trova. Poi nascono i rapporti, le storie, le passioni, ma tutto deve rientrare in un quadro delineato e preciso. Guai modificarlo, si sconquassano gli equilibri e con loro i rapporti stessi. “Sorridi e il mondo ti sorriderà, piangi e resterai solo”. Oddio quant’è vero. Senza generalizzare perché la mia amica del cuore ci rimarrebbe male – e lei non è così – ma quante volte nel momento in cui si cade in disgrazia ci si rende conto di quanto superficiali siano tante persone che giurano la loro lealtà, garantiscono ed urlano la loro limpidezza morale e poi appena qualcosa non và come pensano c’è un dietrofront; non impercettibile, soft, macché, violento e privo di quel minimo di controllo, di garbo che lo renderebbe almeno un po’ meno traumatico. Troppe e pure non volendo accumunare le persone in categorie, mi risulta difficile immaginare che siano poche. Cambiano le situazioni personali, in meglio o in peggio, e con loro tutti i potenziali amici di turno. Va tutto bene sin quando si offre al mondo la parte migliore, quella che si aspettano da te, quella per  cui a te si sono avvicinati. E poi tante belle parole. Quant’è difficile il rapporto fra parole e fatti. Ecco, la vipera di oggi vuole offrire uno spunto di riflessione. Forse in vacanza si riesce a trovare il tempo per dare una risposta ad una domanda semplice e quanto mai attuale. Ma veramente stavamo meglio quando stavamo peggio o  l’egoismo imperante alla fine ci assolverà dandoci sempre ragione?

chevipera@libero.it

 
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