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ALGA MADIA - LOCH NESS: il mostro che non ti aspetti

Post n°162 pubblicato il 09 Dicembre 2010 da chevipera29
Foto di chevipera29

Qualcuno doveva averglielo detto che quel lago era infido, apparentemente docile, nascondeva con certezza la malvagità umana, ma lei non credeva alle chiacchiere. Da sempre doveva sincerarsi sola di quanto sentiva dire. Era un giorno di chissà quale mese, il lago era lì, la guardava e lei ricambiava la sua attenzione distrattamente. Poi guardò meglio, era calmo, quasi in maniera irreale. L’aria mite. Sembrava un quadro dipinto con colori pastello delicati da un artista con la mano leggera. Si offriva con grazia, quasi con rispetto. Decise di bagnarsi i piedi: pure la sua temperatura era gradevole. Camminò verso il centro e infine scrollando le spalle si immerse completamente in quelle acque che la avvolsero tutta. Silenzio intorno, come una culla, dondolava, nuotava lentamente, mentre tutti i suoi timori cadevano sentiva di doversi affidare. Il rumore dell’acqua che spostava muovendosi era rassicurante. Un rumore che conosceva bene. Sorrise felice. Stava per arrivare al centro di quello che sembrava un cerchio perfetto quando sentì dal fondo un movimento, ma era buio, non vedeva, sentiva ora come delle onde, quell’acqua elemento naturale prezioso, adesso si muoveva senza una regola, senza una direzione. Il suo cuore batteva forte ed improvvisamente il mostro si erse in tutta la sua grandezza spostandola di diversi metri. Forse sono tante, più di quanto noi possiamo immaginare le persone di cui non dovremmo fidarci. Forse tantissime quelle di cui non dovrebbero fidarsi le nostre bambine, le nostre ragazze. Ragazze che oggi si chiamano Yara, Sarah, Meredith; quando io ero piccola si chiamavano Emanuela, Maria Rosaria, Donatella. Il mondo si evolve ma non la sua malvagità. Cambiano gli stili degli approcci, le dinamiche, ma il male alle donne resta inspiegabilmente uguale. Mostri di cui ci fidiamo che ci fanno del male, volutamente, consapevolmente. Un male che ci toglierà i sogni, il sorriso, la vita stessa. Saremo sempre più deboli, la nostra forza fisica non sarà mai pari a quella del mostro nel lago. Un mostro che ammalia, convince, nelle cui mani siamo disponibili a mettere la nostra, affidandoci. Cosa bisogna insegnare alle nostre bambine, mi chiedo. A sorridere al mondo, cercando il meglio, anche il più nascosto, che c’è in ciascuno di noi per poi ritrovarsi vittime di zii, cugine, amici con cui si immaginava di trascorrere una serata spensierata? O diffidare di chiunque a prescindere e vivere una vita di paure perché il mostro potrebbe essere in ciascuno degli incontri che faranno? Un mostro che può avere il volto del portiere del palazzo, del postino, del datore di lavoro, di un amico di famiglia … resto perplessa e non so più trovarmi in un mondo che giornalmente scuote la mia serenità violentemente, sbattendo i mostri in prima pagina e parlando delle vittime solo per parlare del nuovo giallo da risolvere in tv o sui giornali. Emma riuscì a scappare dal mostro nuotando più forte che poteva, ma povera lei, solo dopo che il danno più grave le era stato fatto. E la sua psicologia chissà ancora per quanti anni avrebbe conservato quel ricordo che lei avrebbe voluto fosse rimasto nel punto più profondo di quel lago.

Di Alga Madìa

 
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