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Implicazioni sensoriali nell'architettura dell'essere

Creato da Lucarchitetto il 11/12/2010

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14-12-2010

Post n°2 pubblicato il 14 Dicembre 2010 da Lucarchitetto

Il secondo giorno volge quasi al termine.
La bestia è rimasta sotto controllo per quasi tutto il tempo. Le ho contate. Ho contato le volte in cui si è fatta sentire, non sono state più di tre. Solo in una occasione il latrato è stato molto più forte degli altri. Lo senti arrivare, sommesso, come un soffio, lontano. Poi inizia ad avvicinarsi, la sua ombra diventa sempre più grande e scura, e inizia a lambire la tua. Allora provi ad allontanarti, provi a non mischiare la sua ombra con la tua ombra, ma è troppo tardi. Il latrato ora si è pacato. Il latrato ora non c'è più. Ora c'è solo un lamento. Lo senti, vero? Lo senti, ti chiedi chi o cosa possa essere. Ci pensi, ci arrivi. E si. Sei tu. Il lamento arriva da te. Da dentro. E' un lamento insistente, sembra quello di un bambino a cui hanno tolto il giocattolo preferito. La bocca dello stomaco si chiude, un leggero senso di panico ti abbraccia, in realtà sono spire, non è un abbraccio, e inizia a stringere. Stringe, stringe, il respiro sembra iniziare a non bastare più, sembra che bruci, allora respiri meno a fondo, perchè è vero, brucia, però continua a non bastare, e allora serve che il respiro sia più profondo, perchè ti serve, ti serve respirare più a fondo, e allora riempi i polmoni e il giro è fatto, l'aria è troppa, di nuovo, brucia, e si ricomincia daccapo. Arriva il primo piccolo capogiro, perchè in fondo ciò che sta succedendo è un principio di iperossigenazione, ma a quel punto ti accorgi di ciò che sta succedendo,  barcolli un pò, e allora ti fermi, ti calmi. Le spire iniziano a mollare un pò la presa, il respiro profondo non brucia più così tanto, e ora inizia a bastare anche l'aria. Il lamento piano piano si placa, si fa sempre meno forte, il bambino smette di piangere. Pensavi non potesse finire mai, pensavi che sicuramente non sarebbe mai finita.  E invece finisce. Il capogiro ora non c'è più, il respiro è sotto controllo, riesci anche a sorridere, sai che la prossima volta sarà altrettanto dura... ma non così tanto.

 
 
 
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