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Un blog creato da donnie.minkia il 12/03/2006

LE MIE MINKIATE

scritti semiseri e altre sciocchezze

 
 
 

AMICO FRAGILE

Evaporato in una nuvola rossa
in una delle molte feritoie della notte
con un bisogno d'attenzione e d'amore
troppo, "Se mi vuoi bene piangi "
per essere corrisposti,
valeva la pena divertirvi le serate estive
con un semplicissimo "Mi ricordo":
per osservarvi affittare un chilo
d'erba
ai contadini in pensione e alle loro donne
e regalare a piene mani oceani
ed altre ed altre onde ai marinai in servizio,
fino a scoprire ad uno ad uno i vostri nascondigli
senza rimpiangere la mia credulità:
perché già dalla prima trincea
ero più curioso di voi,
ero molto più curioso di voi.

E poi sorpreso dai vostri "Come sta"
meravigliato da luoghi meno comuni e più feroci,
tipo "Come ti senti amico, amico fragile,
se vuoi potrò occuparmi un'ora al mese di te"
"Lo sa che io ho perduto due figli"
"Signora lei è una donna piuttosto distratta."
E ancora ucciso dalla vostra cortesia
nell'ora in cui un mio sogno
ballerina di seconda fila,
agitava per chissà quale avvenire
il suo presente di seni enormi
e il suo cesareo fresco,
pensavo è bello che dove finiscono le mie dita
debba in qualche modo incominciare una chitarra.

E poi seduto in mezzo ai vostri arrivederci,
mi sentivo meno stanco di voi
ero molto meno stanco di voi.

Potevo stuzzicare i pantaloni della sconosciuta
fino a vederle spalancarsi la bocca.
Potevo chiedere ad uno qualunque dei miei figli
di parlare ancora male e ad alta voce di me.
Potevo barattare la mia chitarra e il suo elmo
con una scatola di legno che dicesse perderemo.
Potevo chiedere come si chiama il vostro cane
Il mio è un po' di tempo che si chiama Libero.
Potevo assumere un cannibale al giorno
per farmi insegnare la mia distanza dalle stelle.
Potevo attraversare litri e litri di corallo
per raggiungere un posto che si chiamasse arrivederci.

E mai che mi sia venuto in mente,
di essere più ubriaco di voi
di essere molto più ubriaco di voi.


Fabrizio De Andrè

 

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Monologo di un "pazzo"

Post n°36 pubblicato il 25 Settembre 2007 da donnie.minkia

Quelli la vita mi vogliono rovinare, vogliono succhiare il mio cervello con i loro aghi.
Io non sono matto che mi devono bucare in testa!
Mi vogliono prendere l'anima.
Butta giù le pasticche, mi hanno detto. Bevi la medicina, devi bere la medicina.
Ma io sono scappato.
Mi vogliono legare l'anima e portarla in giro come l'orso bogiano.
Ma io non sono un orso, io non sono bogiano che lo leghi con la corda.
Vogliono le mie ali. Io non voglio dare le mie ali.
Le ali qualche volta mi portano in alto, qualche volta in basso.
Qualche volta cantano, qualche volta piangono, qualche volta ridono.
Anche Dio è stato qui, sulla terra, tra la gente e quando ha incontrato i gitani, allora, ha preso ed è volato su un'altra volta.
Ma io non ho colpa se Lui è rivolato su.


            dal film il tempo dei gitani di Emir Kusturica

 
 
 

L'Osteria del Viandante

Post n°35 pubblicato il 09 Settembre 2007 da donnie.minkia
Foto di donnie.minkia

Ad accoglierti, sulla parete esterna, il bianco e nero di questa gigantografia. Di uomini corrosi e arrugginiti dal tempo, cronologico e meteorologico, durante una pausa del loro cammino intenti a distendere corpo e mente. Fissati nei loro brindisi, sembravano invitarti. E ti veniva voglia di entrare, cercare il loro tavolo, sederti con loro a bere un bicchiere pieno di vita e ad ascoltare racconti colmi di vino.
Stazione di posta, caravanserraglio: questo era “l’Osteria del viandante”, piccola oasi lungo l’antica “strada Giardini” che va dal Brennero fino all’Abetone per poi morire a Lucca.

L’ingresso dava sulla sala da bar. Bancone a destra, bottiglie e bicchieri in bella vista. Sembrava un bar, in realtà era la roccaforte di Marco da dove, con le sue bacchette da batterista, percuoteva tutto ciò che poteva emettere suono con buona pace (e rottura di coglioni) degli avventori, amici e collaboratori. Perché lì la musica regnava sovrana, anche quella vera. Jazz, blues, soul, pop, rock. Dalle 22,00 alle 24,00 il Capital Groove Master di Gegè era un appuntamento imperdibile.
Gli sgabelli ci attendevano per le nostre pause fumo. Nessuna legge c’impediva ancora di farlo e la nostra ci autorizzava ogni dieci minuti circa. Un sorso di vino, una sigaretta a riempire l’attesa del campanaccio che suonasse, per dirci che erano pronti piatti da servire. E quando Cristina chiamava bisognava correre!

Passando sotto un piccolo arco, sulla sinistra, una porta tagliafuoco portava alla cucina. Densi profumi d’Africa misti a tradizione volteggiavano nell’aria sniffati da aspiratori e abbandonati all’esterno. Era il regno di Cristina, quello. Paglia fra le labbra, la vedevi danzare tra i suoi piatti, con i mestoli a rimestare la sua arte innata, la sua passione, la sua  curiosità. La più grande cuoca del mondo, preparava magie per i suoi clienti. Ma guai a farla incazzare…FUORIIIII.

La sala aveva una forma a “L” con 15 tavoli per una cinquantina di posti. Grandi vetrate incorniciavano la vallata filtrando una luce  splendente. Il suo aspetto era gradevole e caldo, con il suo tetto in legno e il suo arredo essenziale. La deontologia professionale di Marco la voleva zona protetta per i suoi clienti. Tutto doveva essere impeccabile, dalla predisposizione dei tavoli alla posa delle tovaglie precise al millimetro alla posa di piatti e bicchieri. La sua pignoleria esasperata era motivo di discussioni spesso anche accese, ma un bicchiere di rosso metteva a posto tutto. Chi ha fatto il commerciale tende ad avere sempre ragione!

Nella sala c’era anche uno spazio bimbi, piccolo ma accessoriato e multifunzionale. Si, perché la notte, chiuso il locale, ci dormivamo anche, io e Marco, dentro sacchi a pelo con accanto un bicchiere di cognac, sigarette a catramare i polmoni e due coltelli da cucina per accogliere chi avesse sbagliato orario di cena.Le parole avevano la densità del fumo, l’odore dell’alcol e quasi mai un senso.
Si vegliava la notte fino a quando le palpebre calavano come la mannaia di un boia e il buio ci avvolgeva come fa con i morti. 

L’Osteria del viandante era un centro di benessere per anima e corpo. Tavoli come lettini, cibo per muovere i muscoli e vino come acqua termale.Oggi non esiste più. O meglio, c’è l’edificio, il nome, il cibo, ma non quel cuore e quella atmosfera. Marco, ancora oggi (scherzando?), sostiene che l’autoconsumo abbia inciso non poco sulle sfortune del locale e sulla sua non più possibile sopravvivenza ma, altri e più veri motivi sono da ricercare in voci come “entrate e uscite”, “bilancio” e in tutte quelle formule che non concedono proroghe ai sentimenti.

Tra quelle mura mi sentivo nel mondo senza bisogno d’altri mondi.
Tra quelle mura ho conosciuto gente poi scomparsa e per cui sono scomparso a mia volta.
Tra quelle mura ho incrociato gente che è poi rimasta e con la quale mi sono fermato, con l’incanto e la gioia di chi vuole dividere qualcosa, con la coscienza pura di chi crede di avere qualcosa da dividere.

 

 
 
 

A TE

Post n°34 pubblicato il 02 Agosto 2007 da donnie.minkia

 
 
 

Post N° 26

Post n°26 pubblicato il 21 Marzo 2007 da donnie.minkia


Starsene silenziosi pensando poco è la medicina più economica per ogni malattia dell'anima e, con un pò di buona volonta, procura sempre più benessere.

                                                                                             Friedrich Nietzsche

 
 
 

ME NE FOTTO DI VOI

Post n°25 pubblicato il 18 Febbraio 2007 da donnie.minkia
Foto di donnie.minkia

Punto rosso cenere costante tra le mie labbra
invisibile a occhi distanti
bersaglio perfetto per pupille a raggi infrarossi
voi, nemici del dubbio
voi, intimi della verità
voi, esseri perfetti
sparate!
Ma non sbagliate mira, avete un solo colpo!

 
 
 

Post N° 24

Post n°24 pubblicato il 15 Febbraio 2007 da donnie.minkia

" I miei impulsi ossessivi mi accompagnano sempre:
   tendo a sistemarmi gli occhiali;
   non perdo mai le chiavi o il portafoglio perchè controllo di continuo
   che ci siano. Poi ho mille tic, e il bere faceva parte di questi.
   Ero sempre davanti al computer.
   Mi versavo da bere, scrivevo qualcosa, bevevo un sorso, poi guardavo
   il bicchiere e vedevo che il livello del liquido si era leggermente
   abbassato e ciò mi faceva impazzire, così lo riempivo di nuovo.
   Che ne uscissi ubriaco era solo un effetto collaterale..."


                                              Augusten Burroughs

 
 
 

Post N° 23

Post n°23 pubblicato il 27 Novembre 2006 da donnie.minkia

Non sempre il bere annega i pensieri, spesso galleggiano.

E più bevi più vengono sù fino a vomitarteli addosso

in un finto rito liberatorio.

 
 
 

Post N° 22

Post n°22 pubblicato il 25 Luglio 2006 da donnie.minkia





Nel cielo di cenere affonda
il giorno dentro l'onda
sull'orlo della sera
temo sparirmi anch'io nell'ombra
la notte che viene è un'orchestra
di lucciole e ginestra
tra echi di brindisi e fuochi
vedovo di te
sempre solo sempre a parte abbandonato
quanto più mi allontano lei ritorna
nella pena di una morna

e sull'amore che sento soffia caldo un lamento
e viene dal buio e dal mar
e quant'è grande la notte e il pensiero tuo dentro
nascosto nel buio e nel mar
grido non più
immaginare ancor
tanto qui c'è soltanto vento
e parole di allora

il vento della sera sarà
che bagna e poi s'asciuga
e labbra che ricordano e voce
e carne che si scuote sarà
sarà l'assenza che m'innamora
come m'innamorò
tristezza che non viene da sola
e non viene da ora
ma si nutre e si copre dei giorni
passati in malaora
quando è sprecata la vita
una volta
è sprecata in ogni dove

e sull'amore che sento soffia caldo un lamento
e viene dal buio e dal mar
e quant'è grande la notte e il pensiero tuo dentro
nascosto nel buio e nel mar
grido non più
immaginare ancor
quel che tanto è soltanto
vento e rimpianto di allora

il vento della sera sarà
che bagna e poi s'asciuga
e ancora musica e sorriso sarà
e cuore che non tace
la schiuma dei miei giorni sarà
che si gonfia e poi si spuma
sarà l'anima che torna
nella festa di una morna


Morna- Vinicio Capossela

 
 
 

SOLITUDINE

Post n°21 pubblicato il 18 Luglio 2006 da donnie.minkia

Un'ora fa circa io e la Scappini tornavamo a casa dopo aver trascorso la serata ai giardini ad ascoltare musica.
Imboccando una strada vedo riverso per terra, immobile, un uomo con la bicicletta ancora tra le gambe. Ho creduto fosse morto.
Mi fermo per prestare soccorso e avvicinandomi vedo che muove gli occhi e questo mi trnquillizza un pò. Intanto chiamiamo il 118.
- Cos'è successo? gli chiedo.
- La bicicletta, adesso me la rubano
- Non si preoccupi per la bicicletta, non la porta via nessuno.
 Comincia a piangere continuando a dire che l'ha appena comprata la bicicletta e che adesso gliela portano via.
- Stia tranquillo adesso la lego al palo.
Prendo le chiavi del lucchetto dalla sua tasca e incateno la bicicletta al palo ricordandogli la via in cui siamo per poterla tornare a prendere.
-Cos'è successo? torno a chiedergli.
-Son caduto, risponde.
-Come si chiama?
-Romano.
- Sig. Romano, è caduto da solo o è stato investito?
- No, son caduto da solo ma non riesco ad alzarmi.
- Ha un telefono?
- No, non ce l'ho.
- E' sposato, sig. Romano?
- No, son da solo non ho nessuno
Aveva bevuto un bicchiere di troppo il sig. Romano, probabile rito di tutte le sere  con una bottiglia da stringere.
E' un uomo di circa sessantanni il sig. Romano.
L' ambulanza lo carica e lo porta via ancora in lacrime e il pensiero alla bicicletta sua unica compagna.

Beva sig. Romano, beva e magari non giri in bicicletta. Beva. 

 
 
 

L'ALTRUISMO NON ESISTE

Post n°20 pubblicato il 16 Giugno 2006 da donnie.minkia

Leggo su FOCUS di questo mese: "PERCHE' CONVIENE ESSERE ALTRUISTI".
Tanto basta. Basta a confermare ciò che penso, cioè l'altruismo non esiste ma è solo l'altra faccia della medaglia, l'altra faccia dell'egoismo.
La frase di cui sopra contiene la parola "conviene" che è in assoluta contraddizione con il concetto che vuole esprimere. Infatti se l'altruismo mi conviene io sono egoista.
E così è. Io sono il fine ultimo di ogni mia azione, di ogni sentimento che sono in grado di manifestare. Mi aspetto sempre un ritorno da ogni mio gesto perchè IO voglio godere di ogni mio gesto e trarne benessere morale, spirituale, materiale.
Avete mai amato qualcuno solo perchè ve lo chiede?
L'egoismo è innato. Il come lo si manifesta fa la differenza.
Posso essere stronzo o adorabile, buono o cattivo, delinquente o santo.
Posso amarvi oppure odiarvi. Rimango comunque egoista.


Soltanto perchè io non posso sopportare quella ruga dolorosa sulla fronte della persona amata, per me dunque soltanto, per amor di me stesso, io cerco di farla sparire con un bacio. Se io non amassi quella persona, le sue rughe non mi importerebbero più di tanto; io non cerco che di far cessare il mio dispiacere.

Max Stirner - L'unico e la sua proprietà

 
 
 

SIAMO DALLA PARTE DI SPESSOTTO

Post n°19 pubblicato il 14 Giugno 2006 da donnie.minkia




 
 
 

a chi non ci sarà

Post n°18 pubblicato il 22 Maggio 2006 da donnie.minkia
Foto di donnie.minkia



Ovunque proteggi
La grazia del mio cuore
Ovunque proteggi
La grazia del tuo cuore

 
 
 

Post N° 17

Post n°17 pubblicato il 11 Maggio 2006 da donnie.minkia
Foto di donnie.minkia

Sono fuori in giardino
un sorso, una boccata, un pensiero
alla tua salute, fratello mio
Viva!

 
 
 

Post N° 16

Post n°16 pubblicato il 08 Maggio 2006 da Gesamt.kunst.werk
Foto di donnie.minkia

adoro i piaceri semplici.
sono l'ultimo rifugio per uno spirito complesso.

IMG # AREA 51

 
 
 

Post N° 15

Post n°15 pubblicato il 01 Maggio 2006 da donnie.minkia

I sogni, a volte, si fermano davanti a una macchia rossa

 
 
 
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