Creato da MALEVATEVIDALLEPALLE il 29/03/2011
CONTRO IL CONFORMISMO IDIOTA

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Se anche Moana Pozzi, Topolino ed Hitler firmano per le dimissioni di Berlusconi.

Post n°13 pubblicato il 31 Marzo 2011 da MALEVATEVIDALLEPALLE

Se fosse una barzelletta sarebbe divertente. Peccato che di barzelletta non si tratta, e più che ridere viene da piangere.

Sul sito del PD raccolgono le firme per cacciare Berlusconi, bene, poco fa un amico del nostro blog, Edmir Lacka, ha firmato col nominativo di Adolf Hitler, residente al numero 4 di Tiergartenstrasse, 10178 Berlino. Pochi istanti dopo, come prova lo scrennshot, il suo 'nome' era nella lista. Poi ha firmato come Bernardo Provenzano.

Anche lui risulta regolarmente tra i firmatari. Per non parlare delle firme di Giovanna d'Arco, Moana Pozzi, Vittorio Emanuele II di Savoia, Gheddafi, Topolino, Paperino, Garibaldi, Mariastella Gemini, Natale Babbo, Ronald Reagan, Hannibal Lecter, Numa Pompilio, Napoleone Bonaparte, Piadina Romagnola, Rosy Bindi più bella che intelligente, Homer Simpson, Garibaldi, Associazione Trans Italiani, Er Pomata, Tombino in ghisa, Gandhi, Pippo Baudo...c'è anche Castro Fidel, ma forse lui ha firmato davvero!

La credibilità di questa raccoltà firme è nulla.

Ah! Ovviamente anche Silvio Berlusconi ha firmato per le sue dimissioni!

 

Ridicoli.

 

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Quando Napolitano fece la cresta sul biglietto aereo.

Post n°11 pubblicato il 31 Marzo 2011 da MALEVATEVIDALLEPALLE

Lunedì 15 marzo 2004.

Napolitano, al tempo europarlamentare diessino, viene intrappolato da una troupe di Rtl all'aeroporto di Bruxelles appena sbarcato dal volo TV 703, partito da Roma, della Virgin Express, una di quelle nuove compagnie con cui si vola a basso prezzo. Nel servizio di Rtl una voce fuori campo attacca così: «Per il volo di sola andata da Roma a Bruxelles, egli ( Napolitano ) riceve un rimborso di circa 800 euro.

La sera prima abbiamo guardato su Internet quanto costava quel volo: il prezzo, incluse tasse aeroportuali, era meno di 90 euro. Tirate le somme, il parlamentare con un solo volo ha avuto un guadagno netto superiore a 700 euro, soldi che entrano puliti nelle sue tasche».l Cosa risponde Giorgio Napolitano ? Boris Weber, inviato di Rtl a Bruxelles, l’ha tallonato nei corridoi dell'Europarlamento con microfono e telecamera spianati. Inutilmente. Una scena da “Striscia la notizia”, mancava solo il tapiro. Un minuto e 30 secondi di immagini dal vivo con Napolitano , doppiopetto grigio sbottonato, sempre più sgusciante e incavolato nel vano tentativo di scrollarsi di dosso il curiosone teutonico. «I questori sono incaricati di fornire una risposta» alza la voce in inglese. «Ma sono quattrini dei contribuenti» gli ribatte ostinato l'inseguitore. «Io rispondo solo ai contribuenti italiani» cerca di zittirlo Napolitano .

Weber lo molla solo quando Napolitano minaccia di chiamare la polizia.

 

D'altra parte col suo misero stipendio che doveva fare?

 
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LA SOLITA BUFALONA SULL'EMENDAMENTO SALVAPEDOFILI!!!!

Post n°10 pubblicato il 31 Marzo 2011 da MALEVATEVIDALLEPALLE

Un mio amico mi manda un’email. Il tono è quello di una persona preoccupata. Mi chiede gentilmente di illuminarlo su un misterioso e a me sconosciuto emendamento 1707, a firma di Gasparri, Quagliariello e altri. Io ovviamente cado dalle nuvole. Anche perché il mio amico mi spiega che questa ipotetica norma agevolerebbe la pedofilia. Una mostruosità se fosse così.
Ovviamente mi preoccupo anche io, anche perché il mio amico mi chiede spiegazioni chiare e concise, e io ormai voglio vederci chiaro. Per cui metto i motori al mio browser, vado su Google e inizio a digitare “emendamento 1707″. Uh! Mi escono tre o quattro pagine di blog di sinistra che esprimono indignazione e protesta per questo emendamento. Si legge di tutto e di più, e voi potete ben immaginare cosa.
Tuttavia, nessuna di queste fonti mi spiega esattamente cosa prevede l’emendamento, tranne il fatto che poi è stato ritirato. Continuo perciò a cercare, e mi inoltro in siti un po’ più seri, o comunque capaci di darmi qualche notizia ulteriore che non siano offese, dileggi e altre considerazioni fuori luogo. Ecco allora che finalmente trovo una pagina che mi da dei ragguagli in merito. Ed è allora che scuoto la testa, sconfortato. Perché, ancora una volta, si prendono fischi per fiaschi, lucciole per lanterne, e pere per mele. E solo perché il testo dell’emendamento è diciamo “fatto con i piedi”, ed è scritto in modo castronesco (questo è l’unico rimprovero che si può fare ai firmatari). In verità però non c’è nulla di scandaloso, posto che si tratta solo di una banale armonizzazione di norme di legge.


Cosa dice o diceva esattamente l’emendamento incriminato? Be’, prima di tutto non salvava certo i pedofili. E’ un emendamento  scritto male e formulato in modo ambiguo, ma – come ho già anticipato – aveva solo l’intento di armonizzare una modifica di legge. Ma partiamo dall’inizio: un altro emendamento, il 1241, ha fatto includere gli atti sessuali su minore (art. 609quater) fra i reati per i quali c’è l’arresto obbligatorio in flagranza. Orbene, il “famigerato” emendamento 1707  intendeva far escludere dall’arresto obbligatorio i casi di “minore gravità” (comma 4, art 609quater c.p.p.). Praticamente, intendeva preservare, per i casi di minore gravità, l’arresto facoltativo, oggi in vigore per tutto l’articolo, modificando l’art. 380 c.p.p.: se andate infatti a leggervi l’attuale 609quater, nelle note procedurali, l’arresto è attualmente facoltativo (art. 381 c.p.p.) per tutti i casi previsti dalla norma! Di fatto, l’emendamento voleva cristallizzare la situazione attuale, per i soli casi di minore gravità. Certamente non voleva salvare le chiappe ai pedofili, come invece sbandierano i sinistri a destra e a manca, dimenticandosi che l’attuale 609quater, con l’arresto facoltativo per gli atti sessuali su minori indipendentemente dalla gravità, è stato approvato durante il governo Dini, sostenuto dal centrosinistra e dalla Lega (ma allora nessuno protestò o parlò di norma salvapedofili).
Ciò detto, mi sovviene precisare che il fraintendimento (?) che ha fatto nascere la protesta è scaturito dalla confusione tra arresto facoltativo e/o obbligatorio in flagranza di reato e procedibilità del reato. In verità, fra i due aspetti processual-penalistici c’è una bella e sostanziale differenza. Il primo (arresto facoltativo/obbligatorio) attiene alle modalità operative della polizia giudiziaria dinanzi al reo colto nel momento in cui compie il fatto di reato. La legge stabilisce quando la polizia può arrestare ovvero deve arrestare se sorprende qualcuno a commettere un reato. L’arresto in questo caso non ha finalità punitive, ma semplicemente precautelari. Tant’è che può capitare che una persona viene arrestata e poi rilasciata perché il giudice non convalida l’arresto. Il secondo aspetto invece riguarda la modalità di attivazione del procedimento penale, e cioè quella che in modo spesso atecnico viene definita denuncia. La legge, infatti, stabilisce quando un reato è procedibile a querela di parte ovvero d’ufficio. E cioè quando richiede una espressa volontà punitiva della persona offesa, oppure no. Laddove un reato è procedibile a querela della persona offesa, e la querela non c’è, chi ha commesso il reato non è punibile. Se un reato invece è procedibile d’ufficio, la presenza o meno di una querela è irrilevante: il pubblico ministero avrà comunque l’obbligo di esercitare l’azione penale.
Ebbene, tornando al caso specifico, l’art. 609quater è un reato procedibile a querela di parte, indipendentemente dalla gravità. La conseguenza è che se il minore o genitore non denuncia il fatto tramite querela (che poi diventa irrevocabile), la polizia giudiziaria dopo l’arresto deve rilasciare necessariamente l’autore del reato, il quale non verrà punito: manca la condizione di procedibilità dell’azione penale. D’altro canto, se andiamo a leggere un altro articolo, e precisamente il 600bis (atti sessuali con minori in cambio di denaro e altro), questi è invece  un reato procedibile d’ufficio, con la conseguenza che il PM potrà – come ho già detto – esercitare l’azione penale e dunque procedere d’ufficio anche senza querela; potrà, in altre parole, chiedere la punizione del  colpevole indipendentemente dalla volontà della persona offesa (minore e/o genitore). Da ciò si deduce, in modo chiaro e incontrovertibile, che l’emendamento 1707 non toccava le note procedurali (i presupposti dell’azione penale!), ma incideva solo sulla mera facoltà della polizia giudiziaria di arrestare o meno il reo in flagranza di reato in caso di atti sessuali di minore gravità che non è violenza sessuale ex-art. 609bis c.p. Decisamente un altro tipo di discorso. Ma la disinformazione, anche in questo caso non si è dimostrata acqua…


Come già scritto l'amendamento è stato ritirato..un anno fa

 
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PERDONO IL PELO MA NON IL VIZIO!!

Post n°9 pubblicato il 31 Marzo 2011 da MALEVATEVIDALLEPALLE

Tra tutti i taroccamenti nella storia del giornalismo e della tv, questo è il più tragicomico. Un Tapiro di “Striscia” a Concita De Gregorio sarebbe la giusta conclusione della vicenda, quella delle  foto-scandalo dei festini di Arcore pubblicate lo scorso 20 marzo dall’Unità in un finto scoop che farà epoca. «Arcore, ecco le foto delle notti hard di Silvio», titolava il quotidiano fondato da Antonio Gramsci. In realtà di hard non c’era nulla, a meno che non si voglia definire così Lele Mora che fa ginnastica...«Chi» ha smontato tutto.

 

A parte il fatto che, anche se fossero vere, quelle immagini di ragazze vestite da poliziotto e di bacetti saffici non costituirebbero la prova di alcunché anche perché Berlusconi in quelle foto nemmeno è presente. Ma il punto è che almeno la metà di quella “peccaminosa” gallery è frutto o di un grossolano errore o di un abile taroccamento. Nomi sbagliati, date che non tornano. C’è la foto delle gambe nude di una ragazza su un divano davanti a un grosso televisore appeso al muro: quella non è Villa San Martino di Arcore, ma casa di  Lele Mora in Viale Monza a Milano. Idem per lo scatto successivo: un ragazzo con gli occhi pixellati gioca con Mora, gli alza le gambe come per fare ginnastica, Lele ride, i due si divertono. Il ragazzo è un ex concorrente del Grande Fratello, Thiago Barcelos, della scuderia del manager, e quella non risale allo scorso luglio, come scrive l’Unità, ma al 23 novembre 2009 ed era già stata pubblicata da Chi nello stesso anno. Dove siamo? Sempre a casa di Lele Mora e non - come riporta erroneamente il quotidiano - nella residenza di Silvio Berlusconi. Tra l’altro, in quell’occasione, c’era anche la moglie di Thiago, Benedetta, a dimostrazione che  non stava avvenendo nulla di particolarmente trasgressivo.

 

Il quotidiano di sinistra sbaglia le location ma anche le persone. La ragazza vestita da poliziotto,  non è una delle due gemelle  De Vivo ma Barbara Guerra. Si trova in un locale milanese in zona Brera, il Ganas, durante un affollatissimo party di Halloween (questo il motivo del travestimento). Non ad Arcore, dunque. Eppure il giornale fondato da  Gramsci scrive che queste foto estratte dall’iPhone delle ragazze coinvolte nel Ruby-gate  documentano «dati rilevanti ai fini dell’indagine», che quelle serate non erano «normalissimi incontri tra amici come dice il premier né “occasioni conviviali” come ripetono in coro le ragazze nei verbali difensivi. E provano che la beneficenza del premier era la ricompensa per incontri sessuali».

 

Il retroscena ancora più comico della vicenda è che, quattro giorni dopo il falso scoop dell’Unità, ossia ieri, il Fatto Quotidiano ha copiato  e incollato quel servizio con le stesse foto e gli stessi errori. Chiediamo a Lele Mora se effettivamente quella immortalata è la sua abitazione. «Sì, quelle foto sono  state fatte a casa mia da Barbara Guerra», spiega, «sono state prese dal suo cellulare dagli inquirenti e poi sono state pubblicate dall’Unità prima e dal Fatto poi. Ce n’è anche una della mia camera da letto. Questa è una grave intrusione nella mia privacy: non ho mai autorizzato la pubblicazione di quelle foto, fatte in una residenza privata. Darò mandato ai miei legali».

 

 
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