Creato da Desperation4 il 03/04/2012

LICKIN' LOLLIPOPS

Love & Sex

 

 

sexxquestro

Post n°10 pubblicato il 29 Luglio 2012 da Desperation4

Ero sdraiato su una panchina del parco, saranno state le tre, tre e mezza di notte. Avevo perso qualsiasi percezione del tempo e dello spazio. Ero ubriaco. vedevo luci, ombre ofuscate e avevo un continuo senso di nausea. Era estate, avevo caldo e una gran voglia di strapparmi i vestiti di dosso ma nn avevo la forza neppure x quello. Mi misi seduto sulla panca cercando di capire cosa fare ma la testa girava. Ricordo un uomo, nn ricordo il suo volto, ma ricordo che si e' avvicinato e mi ha chiesto se era tutto apposto con accento dell'est. Poi ricordo anche una mano che mi tappava  la bocca. Poi il buio ed il silenzio.

Quando riapri gli occhi ebbi un momento di smarrimento. Ancora nn vedevo niente. I suoni ed i rumori intorno a me erano ovattati. Mi accorsi di essere nudo. Mi accordi che i miei polsi erano legati a qualcosa dietro di me, probabilmente la testa di un letto perche' ero sdraiato, ed era qualcosa di morbido. Mi accorsi che la mia vista era impedita da qualcosa, una benda, che mi copriva gli occhi e mi stringeva intorno alla testa. Ed infine mi accorsi che stavo provando un gran bruciore nel culo. Qualcuno stava abusando di me. Il ricordo e' molto fragile nella mia mente perche' il mio stato di coscenza duro' cosi' poco da capire queste cose e capire che quell'uomo mi teneva x le caviglie, mi stava sbattendo il suo cazzo nel culo e godeva in una lingua a me sconsciuta. Forse russo, oppure romeno. Chissa' quante altre volte magari l'ha fatto senza che io me ne accorgessi. Poi i pensieri ed i sensi mi abbandonarono e ritornai nel mio stato d'incoscenza.

La volta dopo che mi svegliai fu a causa di uno strano solletichio che provavo lungo il mio corpo. Come se una mano mi stesse accarezzando attraversandomi tutto. Sui punti piu' delicati come capezzolli o cazzo esitava, poi prendeva coraggio e proseguiva. Sentivo di essere ancora bendato e legato, esattamente nella stessa posizione di come mi ero svegliato l'altra volta. Quella carezza iniziava a piacermi, sentivo le dita scorrere sulla mia pancia, poi scendere verso il cazzo, percorrerlo tutto fino a pizzicarmi la cappella, per poi tornare indietro e giocare con le mie palle. Non volevo si interrompesse cosi aprii le gambe e gli permisi di accarezzarmi anche il buco. E quelle dita non si fecero pregare e subito andarono dove io avevo desiderato. Mi stavo eccitando, il mio cazzo era duro e le dita iniziarono a penetrarmi. Gemevo e le pregavo di non smettere. Il mio culo bruciava, forse era stato abusato per troppo tempo. Non saprei neppure dire da quanto tempo ero li, cosa avevo fatto. Cosa mi avevan fatto. Avevo dimenticato ogni singolo ricordo di lucidita' durante la mia prigionia, se cosi possiamo chiamarla. Ed ora pregavo quelle dita di non smettere. Mi ero risvegliato e con me anche i miei sensi e le mie voglie. La mano aumento il ritmo di penetrazione e l'altra mano inizio' a pizzicarmi i capezzoli. Poi qualcosa di umido inizio' a bagnarmi i capezzoli gia turgidi. Una lingua giocava su un capezzolo e poi sull'altro. Venivano succhiati, morsi, leccati con voracita'. Le dita smisero di aprirmi il culo, e furono sostituite da una lingua calda e bagnata. E vorace come quella che ancora stava gustando i miei capezzoli. Percio' erano in due. Erano entrambi gentili nei movimenti e sembrava volessero farmi provare piacere. La lingua nel mio culo ora era accompagnata dalle dita di prima. Mentre quella che mi leccava i capezzoli si interruppe. E anche le dita sparirono. Qualcosa inizio' a picchiettarmi le labbra. Aprii la bocca e mi ritrovai a succhiare una cappella. Pian piano anche il resto dell'uccello mi fu infilato in bocca. Quell'uccello mi scopo' la bocca cn foga finche' una sottile voce gli disse di fare piu' piano. Allora i movimenti rallentarono ma cerco' di infilarmelo tutto in bocca tenendomi premuta la testa. Con stupore non trovai pelle o pelo alla fine del cazzo, ma una zip. Probabilmente quell'uomo non si era neppure degnato di spogliarsi. 
Quello che mi stava leccando sostitui la lingua e le dita con il suo cazzo e inizio a scoparmi. Sentivo quella mazza dura penetrarmi velocemente. Come fosse una cosa proibita ce sarebbe dovuta finire presto. Sentivo che anche il secondo uomo era vestito. E mentre mi sbatteva qualcosa faceva uno strano tintinnio. Come dei braccialetti sbattuti tra di loro, forse indossava dei bracciali l'uomo che mi scopava. L'altro uomo si mise a cavancioni sopra di me e ricomincio' a scoparmi cn foga la bocca. Questa volta il suo compare non lo fermo ma accellero' anch'egli l'andatura della cavalcata. Io godevo come un porco nel pieno dei miei sensi. Inavvertitamente l'uomo che mi teneva la testa per scoparmela mi alzo' la benda cosi potei scorgere il pantalone blu, la cintura nera ed una mano sinistra con un anello d'oro bianco con una pietra nera sull'anulare. Stavano godendo. Li sentivo gemere ed ansimare senza sosta. Poi quello che mi scopava la bocca disse all'altro che dovevano finire in fretta. Era un italiano perfetto. Non poteva essere lo stesso uomo che avevo sentito parlare mentre avevo ripreso conoscenza la volta prima. Ad un tratto dallo scorcio sotto la benda vidi la cappella dell'uomo che puntava proprio verso la faccia. Uno schizzo di sborra calda e non vidi piu nulla. Quello schizzo mi aveva chiuso l'unico spiraglio visivo che avevo. Poi gli schizzi continuarono e mi sentivo la faccia bagnata e calda. Ad un tratto anche il mio culo fu ricoperto da schizzi caldi. Ero comperto dalla sborra di quei due uomini. Appena finirono di venire li sentii andare via rapidamente. Cercai di fermali gridando loro di aiutarmi ma nn c fu nulla da fare. Poco dopo quella strana sensazione riprese possesso del mio corpo e mi fece perdere i sensi.

Quando mi risvegliai ero affiancato da due agenti di polizia, non ero piu legato e bendato. Finalmente mi avevano trovato ed avevano arrestato i miei sequestratori. Mi accarezzai la faccia ed ero ancora bagnato, probabimente di sborra. L'agente che sembrava il capo (era il più vecchio tra i due. Forse aveva appena raggiunto il 40 mentre l'altro sembrava ne avesse solo 30) allungo la sua mano per stringere la mia. Era una situzione surreale, ancora nudo e bagnato, coperto solo da una coperta che gli agenti mi avevano messo sopra. I muri di una stanza che non conoscevo, senza arredamento e con poca luce. Solo un letto in centro alla stanza. Rumori estranei e pensieri disconnessi. Non ero a mio agio in quello stato. Poi una cosa famigliare. Un rumore.  Uno strano tintinnio. Come dei braccialetti sbattuti tra loro. Guardai la mano dell'agente capo che stringeva la mia e vidi dei braccialetti al suo polso. Era un caso. Poi alzai lo sguardo verso l'agente giovane che era in piedi. La divisa era blu. Ed entrambi portavano anche una cintura nera. E sull'anulare della mano sinistra il giovane agente portava un anello in oro bianco con una pietra nera. Li guardai entrambi con un sorriso malizioso e compiaciuto.
Non era possibile, ma è proprio vero. L'occasione rende l'uomo ladro. 

 
 
 

I QUATTRO

Post n°9 pubblicato il 27 Luglio 2012 da Desperation4

Nonostante fossi inginocchiato a terra solo da pochi minuti, le mie gambe stavano gia

dando segni di cedimento. Forse era l'emozione che stavo provando in quel momento per quello che sapevo sarebbe accaduto da li a pochi minuti. Non pensavo che Salvatore riuscisse davvero a portare a termine cio' che aveva promesso. Sicuramente ha fatto di tutto, anche perche' serviva per mantenere il silenzio con mio padre sulla scopata in barca a Malta. Ed ora ero li, inginocchiato in centro a quella stanza arredata con raffinati mobili, scaffali di libri in ogni dove e tapezzerie color bordeaux e un pavimento in legno scuro lucido. Ero gia completamente nudo, mi ero lubrificato il buco del culo ed il cazzo e mi stavo masturbando nell'attesa. Nella stanza c'era anche un filo d'aria fresca che mi produceva brividi ogni tanto.

Sentii delle voci, poi lo scattare della chiave nella porta, la maniglia si abbasso' e la porta si spalanco'. Entro' Salvatore, seguito a ruota da Luciano, Mauro e Paolo. Gli amici di mio padre stavano entrando nella stanza diretti verso di me completamente nudi. Fieri, senza imbarazzo. Con il loro uccelli vogliosi parzialmente duri e pronti per essere svuotati. Si avvicinavano con fare sicuro, non un segno di ripensamento nei loro movimenti. Erano li perchè lo volevano, chissà magari anche da quanto aspettavano quel momento. Avevo un sorriso malizioso sulla faccia e lo sfoggiavo senza vergogna. Mi accarezzavo il collo, il petto, il cazzo ed il culo. Stavo fermo nella mia posizione mentre loro si disponevano in cerchio intorno a me. Nessuno parlava, solo sguardi d'intesa. Tanto tutti nella stanza sapevamo.
Guardavo quegli uomini che tanto disprezzavo masturbarsi, accarezzarsi le palle pelose e pizzicarsi i capezzoli. Ogniuno ovviamente il suo. Non erano gay, non volevano minimante toccarsi tra loro. Si limitavano a segarsi puntando verso di me il loro bastone e guardandomi mentre a mia volta mi masturbavo.

Salvatore e il suo uccellone lo conoscevo bene, fiero e villoso forse era il pisello che preferivo. Anche Mauro era ben dotato. Aveva una grossa vena che gli attraversava la mazza e il pelo nero, non brizzolato come gli altri tre. Ed era pelato. Di fisico normale, poco pelo, poca pancia, pochi muscoli. Era tanto solo in mezzo alle gambe. Luciano mi sembrava il più sfigato dei quattro. Stava sudando ed era completamente rosso in viso. Anche i capelli mezzi brizzolati e più lunghi degli altri erano bagnati. Aveva poco pelo sul petto e tanto sulla pancia. Mentre su quel piccolo pene se lo accorciava. Era brutto da vedere e forse anche il più odioso tra i quattro. Paolo era il buono. Aveva quello sguardo da padre di famiglia e stare inginocchiato davanti a lui per eccitarlo mentre di smanettava mi faceva un certo che.
Forse il più affascinante dei quattro è proprio quello che mi sono già scopato. Salvatore. 
Stare li davanti a loro dopo un pò iniziava ad annoiarmi. Mi allungai con la testa verso il cazzo di Mauro e cominciai a leccargli la cappella per eccitarlo di più. Dalla fessuretta iniziò ad uscire qualche goccia della sua essenza che mi pervase la bocca di un gusto amaro. Alzai le braccia e presi in mano il cazzo di Paolo e di Luciano che stavano rispettivamente alla mia destra e alla mia sinistra. Loro tolsero immediatamente le mani ed io iniziai a segarli cn forza mentre stavo spompinando Mauro.
Tutti ansimavano sempre più forse. Erano bagnati di sudore e di morbosa voglia. Non si parlavano tra loro, ognuno pensava ad il suo piacere.
Ad un tratto sentii il pisello di Salvatore, che stava alle mie spalle, strofinarmisi tra l'orecchio e la guancia ed una voce sussurrata dire:"ci sono anch'io."
Mi voltai lasciando andare il cazzo di Paolo, di Mauro e anche quello di Luciano per concentrarmi sul suo. Con la destra lo afferai e me lo cacciai tutto in bocca mentre continuavo a masturbarlo, mentre con la sinistra gli accarezzavo il petto villoso e gli pizzicavo i capezzoli. Lo succhiavo sempre più forse e sempre più cattivo finchè non gridò dal piacere misto al dolore. Disse che gli piaceva da impazzire. Mi misi a novanta continuando il mio lavoro mentre gli altri tre si scaldavano sempre di più guardando mentre soddisfavo il loro amico. Iniziarono a sculacciarmi con mani e cazzi finchè uno di loro, non capii bene chi, disse:" Possiamo scoparti?".

Mi voltai verso i tre tenendo il cazzo di Salvatore ancora duro e completamente bagnato di saliva in mano e gli ricordai che i patti non erano quelli. Subito i tre si ammutolirono e rallentarono il loro movimenti come se fossero stati rimproverati e dovessero moderare la loro smania di culo.
Mi rimisi in centro al cerchio e dissi loro che avevo voglia della loro sborra adesso.
Continauvo a toccarmi ed implorarmi di bagnarmi mostrando loro la mia bocca aperta pronta a ricevere quel seme caldo addosso e dentro di me. Il primo fu Luciano che fece due miseri schizzetti sulla guancia, ma a lui sembrava d'aver sborrato anche l'anima. Poi fu il turno di Paolo che mi schizzo sul petto, spalmandomi poi addosso la sborra con la punta del suo cazzo. Arrivò anche la schizzata di Mauro he mi riempi completamente la faccia, scivolò lungo il collo e cadde anche a terra. Infine mi voltai, succhiai ancora una volta il pisellone di Salvatore e lo feci venire in gola e dentro la mia bocca. Quando me lo tolsi era gia floscio e mostrai a tutti con orgoglio la mia lingua piena di sborra oltre anche a tutto il mio corpo. Mi masturbai e venni anch'io sulla mia pancia. Ero sfinito. Ma adoravo il bukkake.
Gli guardai anch'essi senza forze, completamente sudati e svuotati e gli dissi che potevano uscire dalla stanza.  Tutti si avviarono verso la porta. Afferrai Salvatore per un braccio e gli chiesi di restare.

Ora il debito era stato saldato. Ancora non so come era riuscito a convincerli. Aveva mentito? raccontato la verità? Che importa. Ora tenevo in pugno tutti e quattro. Nessuno avrebbe parlato di questa cosa con qualcun'altro, forse neppure tra di loro ne avrebbero più parlato. E non mi avrebbero dato più fastidio. Anche perchè la telecamera nascosta nella libreria aveva filmato tutto. E credo che loro non vogliano che quel filmato finisca nelle mani sbagliate. 

 
 
 

INUTILE

Post n°8 pubblicato il 22 Luglio 2012 da Desperation4

L'acqua calda cadeva dall'alto direttamente sul mio collo, correva lungo la mia schiena inarcata e si diramava sul mio culo per poi scendere repentinamente lungo le gambe e disperdersi sulla plafoniera della doccia. La mia testa veniva premuta contro il pannello in plastica semi trasparente da quella mano d'uomo. L'altro braccio invece mi cingeva la vita per agevolare l'uomo nei suoi colpi. Il pisello depilato mi stava scopando con avarizia. Era un pisello normale, nella media. E neppure villoso come piace a me. Non era un uccello per cui smaniavo. Quel giorno avevo solo voglia di cazzo. E mi sn scopato il primo che ho trovato. Era un ragazzo abbastanza egocentrico. Dedito alla palestra e alla depilazione (totale, che schifo), rasato e muscoloso. Mentre mi scopava nella doccia gli davo ciò che voleva. Grida, scongiuri e volgari complimenti. Pensava di essere stato la migliore scopata della mia vita, il cazzo che mi ha sfondato il culo. Illuso, non sa che sono una gran puttana.
Mi ha scopato solo a novanta senza mai cambiare posizione. Quando ha annunciato fra l'ansiamare che stava per venire, l'ho pregato di farmi mangiare la sua sborra. Così mi ha fatto mettere in ginocchio e ha chiuso l'acqua della doccia. Ha preso in mano il suo cazzo medio e depilato e se l'è menato per bene mentre con la punta della lingua giocherellavo sulla sua cappella e sulle piccole palle anch'esse depilate. Poi l'ordine di aprire la bocca e subito dopo uno schizzo caldo mi prese in pieno viso, poi un altro diretto in bocca, e un altro, e un altro ancora. Quelle palline saranno state anche piccole ma hanno prodotto un immensa quantita di sborra calda che ora mi stava scivolando sulla faccia, bocca e lungo il petto. Sembrava volesse giustificare il fiume uscito dal suo uccello dicendomi che era da un pò che non si svuotava le palle. Ma a me non fregava, anzi, a vederti l'avevo capito che fai poco sesso.
Poi mi fece alzare, mi divarico' le gambe e mi infilò due dita nel culo. Disse che gli piaceva vedermi pieno della sua sborra e ora era il mio turno di venire.
Gli tolsi la mano dal mio buco e gli dissi che per me avevamo finito qui. Non mi andava di venire con lui. Cazzo e sborra gli avevo presi. Non volevo altro.
Uscii dalla doccia dopo essermi sciacquato ed asciugato. Mi rivestii  e andadi via.
Dal quel giorno continua a chiamarmi e scrivermi...ma cosa vuoi? Odio gli uomini che si riducono così dopo una sola (ed inutile) scopata. 

 
 
 

IL PREZZO DEL SILENZIO

Post n°7 pubblicato il 15 Luglio 2012 da Desperation4

Le case bianche di Malta sembrava stessero li aggrappate alla costa che precipitava nell'acqua trasparente del mare. il sole bruciava e l'aria era immobile. Avevo fatto bene ad accettare la proposta di mio padre di passare una settimana con lui a Malta finiti gli esami di maturita'. Dovevo rilassarmi prima di iniziare a pensare al mio futuro. E quale modo migliore di una settimana di nullafacenza in una delle citta' che amo di piu'? amo prendere il sole, sentire la pelle scaldarsi fino a scottare. Quel pizzicorio che t avverte che forse il sole e' troppo intenso e cosi ti spruzzi addosso acqua fresca che, non appena entra a contatto con la pelle calda t regala un brivido e t solletica cn le sue goccioline che corrono lungo il corpo senza trovare un punto d arresto. Mio padre si sentiva il Flavio Briatore della zona, un uomo pieno di se, pieno di soldi e a cui non importava altro che l'apparire e la sua felicita' materiale. Si circondava di altri uomini come lui, imprenditori che speculano sulle spalle della povera gente. Che gareggiano a chi ha la barca piu' potente, le azioni piu' quotate o la servitu' piu' addomesticata. Uomini come Paolo, Luciano, Mauro o Salvatore. Ecco, questi 4 son gli amici cn cui si ritrova a Malta mio padre e che io devo sopportare tutto il giorno. A volte fuggo, vado a stendermi in un prato isolato a pochi metri da casa e solo li trovo la pace. Sono asfissianti, assillanti. Sempre a far domande, a farsi gli affari tuoi ed a rimproverarti. Di padre che odio ne ho gia uno e credo sia abbastanza. 

Una sera ero nella mia stanza con un ragazzo che avevo conosciuto il giorno stesso al mare, gli stavo facendo un pompino. Aveva un cazzo enorme e nonostante fosse etero l'ho supplicato di farmelo vedere e almeno succhiare. Cosi quella sera mi ero ritrovato inginocchiato davanti al letto a ingoiare quel grosso fallo ed a farmi sborare sulla faccia. Il mattino seguente mi son preso parole da mio padre perche' quelle teste di minchia di Paolo e Salvatore, quella sera stavano passando davanti alla mia stanza lungo il corridoio e sentendo strani gemiti hanno pensato di controllare. Hanno detto a mio padre che sembravo una puttana, che nonostante fosse un gran cazzo riuscivo a prenderlo tutto in gola e che addirittura mi son fatto riempire la faccia d sborra. Ma non sapete farvi i cazzi vostri? e poi, con tutti questi gustosi dettagli, vuol dire che lo spettacolo ve lo siete proprio goduto. Me li immagino li davanti alla mia porta mentre guardavano quella scena e si massaggiavano il loro uccello dentro i pantaloni. O addirittura, cn la faccia tosta che hanno, probabilmente lo avevano anche in mano. 

Non e' un problema. Mio padre sa che son gay, loro sanno benissimo che son gay e non faccio nulla x nasconderlo. Ma cosi, no. Questa volta voglio riscattarmi.

Mercoledi pomeriggio mia padre mi chiede se voglio accompagnarlo in barca fino ad un isola li vicina. Lui avrebbe fatto un tratto a nuoto per raggiungere il posto mentre io potevo starmene sulla barca a prendere il sole. La cosa sembrava allettante, fino a quando non mi ritrovai anche Salvatore sulla barca. Il viaggio per arrivare fino al punto dove mio padre si sarebbe tuffato lo feci in silenzio, sdraiato sulla punta della barca a prendere il sole con il mio bel slippino giallo e gli occhiali da sole. Ho la pelle molto chiara, gli occhi azzurri e i capelli biondi riflettevano ogni singolo raggio di sole che puntava su di me. Potevo sembrare un angelo...o un albino. Per tutto il viaggio vidi Salvatore che mi lanciava sguardi ad ogni mio movimento, ignaro che da sotto gli occhiali riuscissi a vederlo. Arrivati al punto prestabilito, mio padre ci saluto' dicendo che c avrebbe impiegato almeno due ore prima di tornare. Non era un problema. Sulla barca eravamo io e Salvatore. C sarebbe stato da divertirsi.Mi sdraiai a pancia in giu cn la testa rivolta alla punta della barca, proprio dove stava seduto Salvatore. Quell'uomo brizzolato stava li, con la sua abbronzatura perfettamente invidiabile, gli occhi marroni, quei due chili di troppo sulla pancia che xo non facevano far brutta figura al suo petto ricoperto da un po' di pelo anch'esso brizzolato. Aveva piedi curati, gambe muscolose ed un costume a pantaloncino blu scuro larghetto. Con le gambe aperte si riusciva ad intravedere del pelo all'interno del pantaloncino e anche forse la punta del suo cazzo che stava piegata x uscire sulla parte sinistra. Gli chiesi se potevo togliermi il costume, son abituato all'abbronzatura totale e per lui nn era un problema. Ma dovevo spalmarmi la crema. Cosi mi girai dandogli le spalle, mi misi a novanta e iniziai a cercare la crema nella borsa. In realta' l'avevo gia trovata. Ma il sapere che lui mi stava guardando in quella posizione mi eccitava. Iniziai ad aprire e chiudere il buco del culo facendo finta di niente. Poi mi voltai con la crema in mano ed un sorriso trionfante. Buttai un occhiata all'apertura del suo costume, e rividi la punta del suo pisello. Questa volta era piu gonfia e sporgeva piu di prima. Forse ce l'aveva barzotto e la sua faccia esprimeva un lieve imbarazzo.Non se l'aspettava, ma gli chiesi di spalmarmi la crema.
Non aspettai neppure risposta. Gliel'appogiai davanti e mi sdraiai a pancia in giu chiudendo gli occhi. Nessuna risposta. Ad un tratto sentii le sue mani ruvide piene di crema scivolare sulla mia schiena, lungo le spalle e sulle braccia. Gli chiesi di spalmarmela ovunque, scandendo bene l'ultima parola. Inizio dalle coscie, le sue mani erano imbarazzate a salire. Intorno a noi solo il rumore dell'acqua e del suo respiro un po pesante. Quando le sue mani presero coraggio e si spostarono sul mio culo e tra le mie chiappe, iniziai a gemere lievemente, come se tutto cio mi eccitasse, come se mi stesse facendo provare piacere. Sollevai un po' il culo in aria e ricomnciai ad aprire e chiudere il buco mentre le sue mani mi accarezzavano. Sentivo il suo respiro farsi piu affannoso e poi, all'imporovviso, mi ricomposi e gli dissi che probabilmente avevo abbastanza crema addosso.Muovendosi x tornare a sedersi in punta, vidi che il suo cazzo era palesemente duro. Quel bastone spingeva in fuori x uscire dal costume in modo impressionante. Prima che si sedette mi misi in ginocchio davanti a lui, afferrai il bordo del costume e alzando lo sguardo verso il suo, con fare angelico gli chiesi: "posso?".Non aspettai neppure risposta che il costume gia gli stava scendendo lungo le ginocchia e io avevo quel cazzo duro e peloso tra le mani. Iniziai a maneggiarlo cn delicatezza e a dargli dei semplici bacetti lungo il tronco e sulle palle villose. Gli mordicchiavo la pelle che ancora copriva la cappella e poi lo infilai tutto in bocca. A lui piaceva, ma all'improvviso torno alla realta'. Mi disse che non poteva, che mio padre era suo amico, aveva paura che c scoprisse e quello che sarebbe successo poi. Lo tranquillizzai dicendogli che nn sarebbe successo nulla. Un pompino veloce solo x svuotargli i coglioni e poi tutto dimenticato.
E poi gli chiesi se non gli sarebbe piaciuto farselo succhiare dalla puttana quale sono.

Non mi rispose e mi mise una mano sulla testa. Il suo respiro si era velocizzato e dai movimenti del suo corpo capivo che la cosa gli stava davvero piacendo. Lo rimisi seduto sulla punta della barca con le gambe spalancate. Io ancora inginocchiato a terre glielo succhiavo con voracità mettendolo tutto in gola fino a toccargli il pelo con le labbra. Ora quel cazzone duro come il marmo era tutto bagnato. Salvatore era in estasi. Mi voltai e mi misi a novanta sul pavimento, mi infilai due dita in culo e iniziai a gemere, gli ripetevo di scoparmi con fare supplicante. Lui diceva che non voleva, che non poteva. I miei lamenti vogliosi aumentavano insieme alla sua voglia. All'improvviso si alzò e si scaravento verso me. Mi prese i fianchi e mi buttò tutto il suo cazzo in culo. E mi scopò. Mi scopava veloce, come se non vedesse l'ora di venire e metter fine a questo desiderio proibito. veva paura che c vedessero o che tornasse su mio padre da un momento all'altro. Sentivo quel bastone entrare ed uscire senza sosta dal mio culo. Quelle palle pelose scontrarsi con le mie chiappe e lui sopra che gemeva. Ad un tratto il tutto si interrompe. Silenzio. Un gran sospiro. Un gemito soffocato e sentii il liquido caldo dell'uomo che mi riempi la schiena, il culo e stava scorrendo lungo le cosce. La cappella ancora calda e bagnata di sborra veniva strofinata sul mio buco ancora voglioso di cazzo.
Stava ancora ansimando. Mi giro a pancia in su, spalanco le gambe e prendo in mano il suo cazzo ancora duro e pulsante. Me lo reinfilo dentroe  comincio a masturbarmi. Volevo sborrare anch'io. Lui ricomincia a fottermi pur di regalarmi quel piacere e si china su di me per leccarmi i capezzoli. Quel suo creare cerchi immaginari intorno ai miei capezzoli con la punta della lingua mi eccita troppo e ad un tratto, gli afferro i capelli brizzolati, gli premo la faccia contro il mio capezzolo che aveva iniziato anche a succhiare, stringo il buco sentendo quel bell'uccellone duro e inizio a schizzarmi sul petto. Ora ero ricoperto dalla mia sborra e  dalla sua sborra.

Gli alzo la testa per metterlo in contatto con i miei occhi e gli chiedo se sono abbastanza puttana da averlo soddisfatto. Non risponde, ma mi chiede di  non raccontarlo a nessuno. Questa volta sono io a non rispondere e decido di fargli una proposta. Io manterrò il silenzio, in cambio della realizzazione di una mia fantasia. Non sapendo ancora quale sia accetta. Ma il prezzo del silenzio sarà alto.

 
 
 

RICCARDO Pt.2

Post n°6 pubblicato il 04 Luglio 2012 da Desperation4

Il cuore mi palpitava in gola, il sudore iniziava a scorrermi piu' veloce sulla pelle e il mio pene iniziava ad alzarsi sotto la pressione di quell'eccitazione imposta. Sapevo benissimo che quello era un abuso, una persona che t ricatta con il sesso e' sempre un abuso. Ma io volevo quell'animale. Da una parte me l'ero anche cercata. Ho passato notti a sognare quell'enorme fallo sfondare tutti i miei buchi. Soddisfare quello stronzo di Riccardo e' sempre stata una delle mie fantasie piu' ardenti. Ma ora che ero li, solo con quell'uomo sporco che prometteva di mantenere quel segreto perverso in cambio di una scopata, qualcosa iniziava a vacillare.Parliamoci chiaro, quando si tratta di scopare son il primo a non tirarmi indietro. Forse e' la situazione, il realizzrsi di una fantasia o la paura che quel ragazzo mi incuteva.Stando seduto sulla panca, il mio viso era all'altezza del suo cazzo ancora chiuso dentro ai pantaloncini in tessuto sintetico. Sentivo l'odore di quell'uomo. Entrava nelle mie narici, percorreva tutto il corpo arrivando fino al mio di cazzo e facendolo gonfiare di desiderio. Con un rapido movimento, Riccardo, mi prende la testa con la sua possente mano e me la sbatte sul suo pacco e inizia a strofinarmela. Dice di leccarglielo, mi chiama puttana, frocio e tutte le parole peggiori che gli vengono in mente. Sento l'animale indurirsi mentre la mia faccia e' a contatto con il suo corpo. Afferra i pantaloncini e se li abbassa. Il suo cazzone salta fuori con un balzo improvviso e mi colpisce una guancia per poi strofinarsi sotto il mio naso. Ora l'odore e' ancora piu' forte. Non si era ancora lavato dopo l'allenamento e sapeva da coglioni sudati. La mia lingua assaporava con voracità quei gusti aspri e sentivo il ruvido del suo pelo sulle labbra mentre giocavo con le sue palle. La mano che mi teneva la testa contro il suo cazzo si spostò lungo il mio viso fino ad afferrarmi il mento. Mi fece alzare lo sguardo verso il suo, occhi a contatto con i suoi occhi mentre con l'altra mano che impugnava il suo cazzo, iniziò a sbattermelo sul viso. Mi stava schiaffeggiando con il suo grosso pene duro. Lo sentivo ansiamare ad ogni colpo, quel farmi provare dolore a lui faceva provare piacere. Stringendomi più forte il mento, mi fece spalancare la bocca e con fare rapido mi infilò tutto quell'enorme bastone in bocca, fino alla gola. Avevo i conati, ma lui nn se ne preoccupava e mi scopava la bocca ancora incattivito.
Dopo aver lubrificato bene il suo uccello nella mia saliva, mi fece alzare e voltare con gesti violenti. Mi ritrovai con le mani appoggiate alla panca in legno, le sue mani sulla mia schiena che scendevano fino a raggiungere i miei slip. Poi uno strappo improvviso. Mi aveva lacerato le mutande in centro, proprio dove ho il buco del culo, poi uno schiaffo, poi un altro. Sussultai e cio lo fece eccitare ancora di più perchè mi infilo un dito su per il culo. Mi rizzai e lui cinse il suo braccio muscoloso intorno al mio collo, mentre con l'altra mano continuava a masturbarmi il buco del culo. Sentivo i suoi pettorali leggermente pelosi e sudati contro la mia schiena, il suo fiato caldo e affannoso sul collo e  la sua lingua che seguiva una linea immaginaria lungo le mie orecchie.
Una spinta inaspettata e mi ritrovai di nuovo con le mani sulla panca messo a novanta. Non mi ha dato neppure modo di prender fiato che subito il suo grosso cazzo mi squarciò il culo. Gridai, ma lui mi tappò repentinamente la bocca infilandoci dentro due dita.  Erano colpi selvaggi, senza sosta. Non riuscivo a respiare, reagire. Sentivo solo quel grosso animale dentro di me e quell'uomo infuriato che voleva sfondarmi. Senza preavviso sfila la sua spada dal mio culo e mi volta facendomi spalancare le gambe. Ricomincia a penetrarmi con la stessa foga, quella tortura stava diventando anche piacevole ma il suo membro era comunque troppo grosso e duro per il mio piccolo buchetto. Vedo i suoi occhi avvelenati di lussuria. La sua fronte bagnata. Si sdraia sopra di me senza far cessare i colpi. Sento il suo petto contro il mio, il suo sudore si unisce al mio facendo scivolare i nostri corpi uno sull'altro, i suoi occhi mi guardano e la sua bocca sussura: "ti piace eh" mentre stringe i denti. Assaporo il suo odore di uomo unito al calore che il suo corpo emanava. Lo lecco, lecco quel suo viso pieno di sudore e rabbia. E godo, godo come la peggiore delle puttane.
Inaspettatamente quel dolore-piacere si interrompe, lui si alza fiero sopra di me, prende in mano il suo falco ed inizia a schizzare ansimando sempre più forte. Il primo schizzo è il più forte e raggiunge il mio viso, il secondo sul petto, come anche il terzo. Poi mi rinifila dentro il membro e finisce li la sua opera. Io non lo tocco e lui neppure. ll nostro unico contatto si riduce al suo membro dentro il mio culo.
Quando riesce a riprendere fiato, sempre con la sua aria strafottente, mi dice che questo sarà il trattamento che mi riserverà ogni volta che mi incontrerà se voglio che continui a mantenere il mio segreto, che ora potevo prendere la mia roba e andarmene a casa perchè lui doveva farsi una doccia.

Penserete che sarò matto, ma ancora oggi continuo a frequentare quella palestra, agli stessi orari e continuo a prendermi quel testa di cazzo di Riccardo, quel suo membro imponente. Sarà anche un abuso, ma non so se sia lui che abusa di me o io che abuso del suo cazzo. 

 
 
 

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