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Post n°31 pubblicato il 10 Ottobre 2010 da 1carinodolce
Ricercare la verità con passione e competenza «Pretendere di dire la verità e tutta la verità con un giornale – ammoniva Norman Mailer – è come pretendere di suonare la Nona di Beethoven con un’ocarina: lo strumento non è molto adatto». Mailer non negava l’esistenza della verità, denunciava la limitatezza dello strumento-giornale. Ma l’importante è cercarla con passione, la verità; perseguirla senza sosta. Se oggi una linea di confine può essere tracciata, è tra i media che amano la verità e quelli che se ne infischiano. Di qua o di là, dunque. Con la consolazione che cattolici e laici appassionati si trovano naturalmente alleati. Tornano alla mente le parole cantate 13 anni fa da Giorgio Gaber: «E l’uomo che non ha più il gusto del mistero, che non ha passione / per il vero, che non ha coscienza del suo stato / un mare di parole / un mare di parole / è come un animale ben pasciuto». La passione per il vero sostituita dalle ben più vendibili, sul mercato, attrazione ed emozione. Ciò accade quando le copie di giornale e i telespettatori venduti diventano l’unico obiettivo, l’idolo sanguinario che divora la verità. Quando si ignora l’invito del Papa a porre «sempre Dio al vertice della scala dei valori». E anche quando si affossano le piccole testate infliggendo un colpo mortale al pluralismo. Noi preferiamo pensarla come Franklin D. Roosevelt: «La verità si scopre quando gli uomini sono liberi di cercarla». Liberi... se mi vengono negati gli strumenti, non sono più libero.
E non dimentichiamo la lezione di George Orwell: «Libertà vuol dire poter dire alla gente anche quello che la gente non vuole sentirsi dire». Il Papa di ieri e le menti più lucide dell’ultimo secolo sono in perfetta sintonia. E chiedono a noi passione e competenza. |
Post n°30 pubblicato il 08 Ottobre 2010 da 1carinodolce
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Post n°29 pubblicato il 07 Ottobre 2010 da 1carinodolce
Nel periodo che caratterizza l'innamoramento si crea un clima d'intenso entusiasmo affettivo in cui gli innamorati sperimentano la sensazione momentanea del perfetto abbandono nell'amore, la sensazione di un'accettazione incondizionata e totale al di là dell’io e del tu, del tempo e dello spazio: non si tratta dell'assoluto ma di una finestra da cui si può intravedere la trascendenza. Questo tipo d'amore, inizialmente, non conosce altro bisogno se non quello di stare insieme, ma si tratta di un periodo che ha una durata limitata e che precede lo sforzo quotidiano per la riuscita del rapporto. |
Post n°28 pubblicato il 05 Ottobre 2010 da 1carinodolce
Qual è l’amore autentico? L’amore autentico è quello che cerca prima di tutto il vero bene dell’altro e non il proprio benessere. L’amore autentico non è fatto solo di belle sensazioni e di bei sentimenti ma è fatto di sacrificio, di perdono, di aiuto reciproco. L’amore autentico è una strada diversa da quella di chi cerca soprattutto il proprio benessere, l’assenza di dispiaceri, delusioni, contraddizioni, è una strada diversa da quella di chi rimane insieme con un’altra persona soltanto fino a quando tutto procede senza problemi. Quello dell’amore autentico è un percorso faticoso e difficile ma è un percorso che mette al primo posto il bene dell’altro, è un itinerario diametralmente opposto a quello dell’egoismo e che porta a concepire e a vivere un amore sempre più disinteressato, simile a quello di Dio, un amore che mette al primo posto il valore della persona e non il valore del piacere. |
Post n°27 pubblicato il 05 Ottobre 2010 da 1carinodolce
L’innamoramento è il periodo in cui si desidera realizzare con la persona da cui si è attratti un’unione completa, esclusiva, totale e, nello stato nascente di questo movimento che gli innamorati intraprendono verso l’obiettivo della fusione affettiva, essi sperimentano una sensazione intensa, straordinaria, esaltante.
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La relazione fra l’uomo e la donna non è immune da tensioni e difficoltà ma, al contrario, è sempre insistentemente minacciata e richiede di essere difesa, rinnovata e costruita ogni giorno. |
Post n°25 pubblicato il 05 Ottobre 2010 da 1carinodolce
Jurg Willi, direttore della clinica psichiatrica dell'Università di Zurigo e docente di psichiatria e psicoterapia, dice che in ogni essere umano è presente il desiderio di potersi abbandonare nel completo godimento di un eterno abbraccio: si tratta del desiderio di realizzare il perfetto abbandono nell'amore. Nella vita il perfetto abbandono nell'amore si limita solo ad alcuni momenti di felicità che sono impossibili da prolungare e conservare. |
Post n°24 pubblicato il 05 Ottobre 2010 da 1carinodolce
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Post n°23 pubblicato il 05 Ottobre 2010 da 1carinodolce
L’entusiasmo affettivo straordinario che si ha nel periodo dell’innamoramento è uno stato transitorio destinato a diminuire appena inizia l’amore, che consiste nello stare insieme veramente con la realtà e con la totalità della persona dell’altro: amore deriva dalla parola greca ama che significa insieme |
Post n°22 pubblicato il 06 Agosto 2010 da 1carinodolce
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Post n°21 pubblicato il 06 Agosto 2010 da 1carinodolce
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Post n°20 pubblicato il 15 Aprile 2010 da LICURSI.110
_?Sexy?Sexy |
Post n°19 pubblicato il 06 Novembre 2009 da LICURSI.110
Con il termine espressionismo si usa definire
.... la prevalenza della soggettività dell'artista, delle sue emozioni che non vanno nascoste e camuffate....
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Post n°18 pubblicato il 07 Settembre 2009 da citazioni_bellisssss
Primo piano - Desiderio libertà felicità
Bene e male. Buoni e cattivi. Nella letteratura contemporanea spesso la rappresentazione della realtà si limita a questa contrapposizione. Ma in qualche caso questo schema salta. Uno scrittore ne ha trovato alcuni esempi, come il presentimento di una risposta positiva |
Post n°17 pubblicato il 07 Settembre 2009 da citazioni_bellisssss
Il principio manicheo non ci offre l’immagine di un dramma, non ha l’andamento del dramma. Nel manicheismo il bene e il male sono due principi contrapposti, eterni, nessuno dei due potrà mai sconfiggere l’altro. Il dramma, in questo senso, è già eliminato, non è reale, sopravvive solo come fantasma. |
Post n°16 pubblicato il 28 Agosto 2009 da LICURSI.110
Musica e poesia nella Laus Mari:
Michele Placido, Kim Rossi Stuart, Katia Ricciarelli e il fisarmonicista Davide Cavuti hanno coinvolto gli oltre mille spettatori venerdì 27 agosto, nello spettacolo "Laus Mari" promosso da Stefano Leone. Sul palco montato sulla sabbia, al lido "Buena Vista social club", gli illustri ospiti si sono alternati, regalando momenti di poesia, bel canto e musica, tutti dedicati al mare e alla riscoperta del senso di appartenenza. Termoli. Lo sciabordio delle onde in lontananza, la voce di Michele Placido, Kim Rossi Stuart, Katia Ricciarelli, le rime e le note di celebri autori della letteratura e della canzone italiana. (Pubblicato il 28/08/2009)
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Post n°15 pubblicato il 26 Giugno 2009 da 1carinodolce
Cambiato il modo di assumere stupefacenti La droga resta un killer spietato Chino Pezzoli Ho sempre tentato di far capire ai giovani e adulti che la droga è un 'boia' che li lega a un ceppo e poi li ammazza. Mi sento spesso rispondere che esagero, che ognuno sa dove può arrivare con il consumo. I giovanissimi si sentono esperti, conoscitori degli effetti delle diverse sostanze, in grado di smettere quando vogliono. Illusioni, la droga non si comanda, la dipendenza soggioga. La mancanza della sostanza è stata paragonata a un 'lutto', un vuoto della psiche che fa paura.
Chino Pezzoli |
Post n°14 pubblicato il 26 Giugno 2009 da 1carinodolce
Cambiato il modo di assumere stupefacenti La droga resta un killer spietato Chino Pezzoli Ho sempre tentato di far capire ai giovani e adulti che la droga è un 'boia' che li lega a un ceppo e poi li ammazza. Mi sento spesso rispondere che esagero, che ognuno sa dove può arrivare con il consumo. I giovanissimi si sentono esperti, conoscitori degli effetti delle diverse sostanze, in grado di smettere quando vogliono. Illusioni, la droga non si comanda, la dipendenza soggioga. La mancanza della sostanza è stata paragonata a un 'lutto', un vuoto della psiche che fa paura.
Chino Pezzoli |
Post n°13 pubblicato il 11 Giugno 2009 da LICURSI.110
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Post n°12 pubblicato il 10 Maggio 2009 da LICURSI.110
La pietra del sepolcro Si corre un rischio, davanti alle ultime polemiche che hanno coinvolto Benedetto XVI, dal “caso lefevbriani” all’Aids in Africa, passando per gli articoli sulla presunta “solitudine del Papa”: l’assuefazione. Il pensare che, in fondo, siano cose già viste e quasi scontate, da incastrare nelle solite caselle: pro e contro, guelfi e ghibellini. Da una parte i “papisti”, dall’altra i “laici”, in mezzo una platea di cattolici adulti e atei teocon, a mischiare un po’ le carte. Mentre nello scandalo davanti alla misericordia con cui il Papa abbraccia chi sbaglia - «gesto inequivocabile del divino» e quindi la «sfida più grande» davanti alla quale ci si possa trovare, come ha scritto don Julián Carrón su Avvenire - sta un rifiuto ostinato e terribile del fatto stesso che Cristo ha portato nel mondo: la salvezza. Ostinato, perché frutto di una ragione testardamente asfittica. E terribile, perché tenta di strappare dalla nostra esperienza la speranza. Che cosa sarebbe la vita, senza la Sua misericordia? Come faremmo ad affrontare la malattia, o i nostri errori, o la durezza della crisi? Cosa sarebbe la realtà, senza di Lui? Come la pietra di un sepolcro. Perché Lui c’è. Qui e ora. Contemporaneo a noi. E basta seguirlo, perché - come dice proprio Benedetto XVI in un passaggio bellissimo di un suo discorso recente - «nel mistero dell’Incarnazione sta sia il contenuto che il metodo dell’annuncio cristiano». |
Post n°11 pubblicato il 25 Marzo 2009 da LICURSI.110
Tutti aspiriamo alla felicità. Tutte le nostre scelte, nella vita, hanno un solo obiettivo: la felicità. La vera questione è dunque di sapere se questa felicità è possibile e come. La nostra aspirazione più profonda non è quella di amare e di essere amati ? Le ferite d'amore non sono forse quelle che ci colpiscono più profondamente? Ma è anche nell'amore che possiamo trovare una felicità vera e durevole. E questa non si riduce semplicemente ad una soddisfazione personale, ma è innanzi tutto il dono libero di se stessi all'altro. Ciò non significa che il piacere, i beni materiali, la vita sociale non possano contribuire alla felicità; sono tutti elementi che qualificano realmente la nostra vita, ma in se stessi non sono capaci di riempirci. La nostra felicità e la nostra gioia stanno nel dono di noi stessi e nell'amore che riceviamo dall'altro. Una tale felicità, che è meravigliosa, rimane comunque fragile in quanto sottoposta ai nostri limiti umani: quante volte ci sorprendiamo a cercare il piacere personale, a voler possedere, dominare! E la nostra società consumistica tende ad aumentare in noi la fuga verso comportamenti individualisti. Una maldestra ricerca della felicità, che dà molto sovente origine a situazioni di conflitto con gli altri e a disillusioni, anche se non sempre osiamo ammetterlo... D'altra parte, anche in un amore autentico, si sente come un limite il fatto che la gioia dello stare insieme non è perfetta, che il nostro cuore aspira a qualcosa di ancora più grande. Si pensa che la vera felicità, la felicità eterna promessa da Dio, sia per un tempo successivo alla morte... |