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Post N° 10

Post n°10 pubblicato il 27 Gennaio 2009 da Lilamrita

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Favola della Felicità ^_^


C'era una volta la felicità. Era bella, giovane. Il suo era un vestito bianco e in testa aveva una coroncina di margherite. Non l'avevi sempre pensata così? Girovagava per negozi di giorno e per le stelle di notte.
Continuo. Era bella, ma come tutte le ragazze belle, quando sono troppo osservate e cercate, ha iniziato a sentirsi la migliore. Tutti pensarono davvero che lo fosse e iniziarono a volerla guardare sempre di più. La felicità si mostrava fiera più e più nei giorni, fin quando decise che per essere ancora più voluta l'unico modo era quello di nascondersi, di apparire poche volte. Farsi notare di meno per attirare di più la mancanza di molti. E molti, iniziarono a chiedere di lei: di giorno nei bar e di notte nelle galassie. Gli uomini cambiarono le mode, i costumi, cambiarono anche le donne e le donne cercarono altri uomini, ma tutti proprio tutti dicevano "l'importante è essere ...


...felici per ciò che si ha", ma nessuno era felice, perché la felicità non l'avevano mai incontrata.
Poi arrivarono altri uomini e altre donne, oppure quelli di prima, un po' cambiati, che riuscirono a scoprirla: di giorno nei pensieri, di notte nell'amore. Soprattutto nei pensieri d'amore. Quella è la sede principale della bella signora Felicità. Vive insieme a mille servitori. Si chiamano Tristezza, Dolore, Rimpianto, Ricordo, e mille altri nomi simili. Quelli che di giorno quando li senti dentro sembrano farti male. No. Stanno solo lavorando alla casa della felicità e fanno un po' di trambusto. Ricordati sempre che faticano e solo grazie a loro la casa della felicità diventerà un giorno magnifica. Ma gli uomini non vogliono incontrare servi, vogliono incontrare padroni, perché è ciò che vogliono essere: ma in realtà per loro fortuna sono solo servi. Contribuiscono ad accrescere. Io lo spero.
Tutti, ma proprio tutti, vollero cercare la felicità. Vollero trovarla, ma non tutti, non tutti possono subito. Ci vuole pazienza. Sai, con il passare del tempo gli uomini e le donne la desideravano sempre di più, ma ad un certo punto stupiti di se stessi, gli uomini non si ricordavano più chi fosse. Le voci,...




...la folla, dicevano così: "È una bella ragazza", "È una luce bianca". Ma perché la felicità iniziò ad essere tanto ammirata? Tu lo sai? L'hai scoperto? Lo vuoi scoprire o ti fermi qui?
Prenditi per mano e accompagnati, come ha avuto il coraggio di fare lei.
C'era una volta una bambina. Sincera. Guardava stupita le persone e si chiedeva perché la felicità fosse la meta. Per scoprirlo decise di intraprendere il viaggio. Dovremmo sempre fare tutti così: il viaggio non si può sorvolare.
La bambina attraversò i sentieri dei pensieri, le avevano detto che la sede della felicità fosse nei pensieri d'amore. Passò attraverso boschi spesso incantati e spesso paurosi, intraprese strade colme di sassi, ripide, tortuose e spesso più grandi di lei; in questo ha sbagliato: non bisogna, cercare vie più grandi di noi, prima bisogna diventare più grandi.
Osservò incantata luci e paesaggi, riposò lungo fiumi interminabili. I fiumi come il tuo. Ma i fiumi non sono la terra che sta sotto al loro letto. I fiumi sono l'acqua che scorre, sono vita che va. Sono ciò che ti fa capire che sei tu ad essere fermo. Osservò fiumi che il giorno dopo non trovò.
La bambina camminò ...




...e insieme al piacere della scoperta, ci fu il dolore del ricordo. Più cammini, e più dietro di te si separano mondi. Il tempo per camminare c'è. Si cammina con l'anima e quella ti rimane per sempre: non avere paura.
Dopo molti pensieri-luce la bambina iniziò a scorgere da lontano una casa bella, pulita, ordinata, ma umile. Perché una casa diventa casa solo se si serve con umiltà. I servitori della felicità lo sono e tu devi esserlo. Ad accoglierla trovò la Malinconia: è una serva un po' diversa dalle altre. Tempo fa per essere stata troppo sbadata è stata licenziata dalla casa della felicità. Ma i servi della felicità convinsero la padrona a farla lavorare come guardiana. La malinconia stava fuori, sempre al freddo a ricordare i tempi caldi trascorsi nella sua casa. La malinconia aveva il desiderio di tornare lì e chissà, un giorno forse tornerà anche lei. La malinconia spesso è silenziosa, ma il suo silenzio le permette di crescere.
La bambina parlò con la malinconia, che le indicò l'ingresso e le chiese più volte di osservare ciò che avrebbe trovato attorno a sé, per poterle raccontare poi. La bambina lesse il Desiderio negli occhi della ...


...malinconia.
Entrò e in salotto la tristezza, il dolore, il ricordo stavano cenando. Avrebbero voluto accompagnare la bambina subito dalla felicità, ma lei stava dormendo. La bambina non si spazientì e quando ebbe l'istinto di tornare indietro capì che non era quella del ritorno la sua via.
Passarono altri pensieri luce e altri vuoti. Ma finalmente, una mattina la bambina fu svegliata su quel divano e Tristezza prendendola per mano la accompagnò davanti ad una porta bianca.
"Qui abita la felicità". La bambina entrò.
Era ancora un po' assonnata. "Come mai ti rechi sola, da queste parti, bambina? Gli uomini tempo fa iniziarono a cercarmi, ma quando scoprirono strade troppo difficili per raggiungermi decisero di tornare alla loro vita di sempre. Lì si sentono appagati anche soltanto sentendo il mio nome. La mancanza di fatica li fa allontanare. Ma io sono la felicità e non mi arrendo: io aspetterò".
"Felicità, tu sei tanto bella, ma perché tutti devono cercarti? Sei diversa tu dalle altre? Non sei migliore. " La felicità abbassò lo sguardo. "La mia bellezza non è esteriore, bambina, la mia bellezza deriva da altre cose che gli uomini non possono vedere e toccare. " La felicità divenne luminosa....




...La bambina scorse una luce: proveniva dal vestito bianco della felicità. Sentì una paura impazzita: iniziò a far scorrere ogni suo attimo della via battuta in poco tempo, davanti a sé ancora tristezza, dolore, ogni cosa. Ogni cosa. Tutto ciò che aveva vissuto. Tutto. La bambina aprì il vestito della felicità e scoprì che in grembo portava una luce a forma di cuore. O così sembrava.
La felicità scoppiò in lacrime. "Ecco, bambina, perché il mio volto si fa tanto bello e incantevole. Conservo dentro di me un cuore diverso dagli altri, è pieno di luce, è vita. Gli uomini non hanno mai scavato dentro alla mia apparenza perché hanno paura, non tutti, ma quasi, di cercare l'essenza. Hanno paura bambina mia. E tu non l'hai avuta".
"Felicità, non piangere. Cos'è ciò che tu porti in grembo?".
"Questa è la Gioia. Sai, in molti cercano me, ma non sanno perché in principio io fui cercata così tanto; a volte, presa dalla mia vanità neppure io mi ricordavo il motivo, o meglio, volevo dimenticarlo. Colsi la mia bellezza, pensando che ciò mi sarebbe bastato. Non è così bambina: bisogna cercare ciò che sta dentro alle persone e dentro di me trovi ...




...la Gioia: è lei, bambina, come te a rendermi grande."
La bambina capì molte cose. Toccò con mano la Gioia e fu felice, questa volta davvero. Non era felicità di amare, ma Gioia di amare. ti sembra la stessa cosa? Non lo è. Bisogna scoprire, scavare.
Tornavi tardi, dopo lui. Il fiume. Erano felicità di amare, è vero, ma puoi provare adesso ad entrarci nel fiume? Si può.
Se vuoi arrivare in mete sconosciute, se vuoi che il fiume diventi Gioia di amare con i sogni, con l'amore e con la pazienza devi tuffarti in questo fiume e non essere la terra sotto il suo letto, ma l'acqua che va via, che continua ad amare in altri luoghi; solo in questo modo gli altri potranno capire: loro non sono superficiali, ma non sanno ancora come si nuota. Impareranno e ti raggiungeranno. Ora, tu che puoi, devi andare. Tu hai altro. Tu sogni mete troppo lontane. In futuro se vorrai, potrai aspettarli tutti lì. Devi percorrerlo questo fiume e non guardarlo seduta su una roccia. La roccia consuma e l'acqua si prosciuga se non viene vissuta. Vai, E solo quando arriverai alla fine del fiume, nel tuo mare, troverai tutto. Troverai lui, ancora. Troverai amore suo. È una promessa? Può darsi, ma è promessa solo se ci credi e non ti perdi nei boschi tortuosi che già quella bambina attraversò.

Come un fiume verso il mare, acqua dolce contro il sale. Siamo corpi in un abbraccio, due fette di pane e d'Amore.

Ecco perché così non penso, io sono uno, ma guardo nell'immenso.

Sorridendo, scoprirai la gioia dei colori, sorridendo, perché credimi, non siamo soli mai.




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Commenti al Post:
manuvisiononline
manuvisiononline il 30/08/13 alle 18:01 via WEB
Complimenti per il blog, belli i concetti trattati ... Emanuele P.
 
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Un blog di: Lilamrita
Data di creazione: 25/01/2007
 

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