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Un blog creato da ledavinci il 26/10/2006

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sminkio_2
sminkio_2 il 13/11/06 alle 18:46 via WEB
senti,ma perchè non metti il resto della foto? forse non ci stà...pesa troppo visto che ci sei tu :-)
 
ledavinci
ledavinci il 04/11/06 alle 18:23 via WEB
Traumi e Prevenzione nei giovani calciatori Nell’ultimo decennio si è rilevato un incremento della pratica del gioco del calcio nelle attività codificate delle Scuole di Calcio. In tal modo i giovani che si avvicinano a questa pratica sportiva vengono a seguire programmi di allenamento che si inseriscono in un progetto pluriennale che prevede step diversi di competenze tecniche e di carichi di lavoro. Come avviene nella popolazione generale, anche in quella praticante calcio si possono rilevare, anche nell’ambito della stessa fascia di età soggetti a morfotipo diverso e soprattutto a differenti stati di maturazione biologica, in vero non sempre perfettamente corrispondenti all’età cronologica. Per tale motivo i carichi di lavoro devono essere attentamente valutati, prima di essere applicati, proprio per evitare l’insorgenza di traumi. Anche per i traumi dei giovani calciatori risulta essere ancora utile e valida la suddivisione in : traumi diretti e traumi indiretti, ulteriormente classificabili in acuti e cronici. La patologia traumatica nei giovani calciatori può essere ricondotta, nella maggioranza dei casi, a uno squilibrio, indotto dagli stessi allenamenti, tra la forza muscolare e la resistenza ai carichi offerta da tendini, cartilagini, articolazioni e legamenti. Infatti, mentre il muscolo va incontro in modo più rapido agli adattamenti dovuti agli allenamenti, non altrettanto si può dire per l’apparato osteoarticolare, sede di traumi acuti e/o da sovraccarico. Sebbene il meccanismo traumatico diretto può effettivamente essere ricondotto ad azioni di gioco, esso è meno frequente di quello dovuto a sovraccarico funzionale determinato non solo dall’attività sport specifica, quale il gesto atletico del calciare, quanto anche a quelle sport correlate, quale alcune esercitazioni generali. I traumi nel calcio incrementano con l’età anche perché ad essa è strettamente correlata l’intensità del gioco. L’intensità delle fasi di gioco, la più elevata velocità di esecuzione, le maggiori forze muscolari acquisite con l’età e con l’allenamento portano ad un incremento dei carichi articolari, delle forze di impatto e collisione. Il giovane calciatore incorre frequentemente in alcune lesioni tipiche dell’età: osteocondrosi, distacchi epifisari, distorsione di caviglia, distorsioni di ginocchio (avulsioni dalla spina tibiale del Legamento Crociato Anteriore), sindrome rotulee. Date le caratteristiche di elevata elasticità muscolare e di deformabilità ossea, molto più rare sono le lesioni muscolari acute e le fratture, in quest’ ultimo caso cosiddette a legno verde. Man mano che si avvicina o si supera la crescita puberale, i traumi dei giovani calciatori diventano sempre più simili a quelle che si possono osservare nei calciatori adulti. Dal punto di vista epidemiologico, i giovani calciatori europei sono quelli che presentano il più alto indice di incidenza, per traumi sport-correlati, nel mondo.Sebbene questo dato sia in buona parte da imputare all’elevata partecipazione di giovani alla ‘pratica del calcio, il dato è anche significativo e va indagato al fine di individuare i meccanismi traumatici che ad essi sottendono e mettere in pratica un’idonea azione preventiva. In modo molto utilitaristico e pratico suddivideremo i traumi non da contatto da quelli da contatto (con altro giocatore, col terreno di gioco, con la palla ecc.) e di seguito si forniranno alcune indicazioni necessarie a indirizzare la diagnosi e laddove possibile l’insorgenza del trauma o la prevenzione di una sua nuova manifestazione successiva. Traumi non da contatto. Per quanto riguarda le osteocondrosi (patologie interessanti le cartilagini dei nuclei di accresimento osseo), le forme di più tipico riscontro nel giovane calciatore sono: il morbo di Osgood-Schlatter e il morbo di Sever-Blanke. Entrambe possono comparire precocemente nel giovane calciatore (tra i 7 e i 15 anni), ma si differenziano per sede di localizzazione. Il morbo di Osgood-Schlatter si presenta con un dolore tipico riferito al ginocchio, dapprima presente solo durante la fase di calciata del pallone e successivamente, nelle fase di maggiore acuzie, subito dopo l’inizio degli allenamenti o anche a riposo. E’ dovuto a carichi ripetuti, il gesto del calciare o gli scatti, che determinano trazione da parte del tendine rotuleo, sollecitato dal quadricipite, sul nucleo di accrescimento della tuberosità tibiale che può apparire tumefatta oltre che dolente. Il dolore può persistere per tutta la fase di accrescimento e se non trattato opportunamente (la migliore terapia è il riposo) non solo tende a recidivare ma anche a determinare una reazione ossea a tipica evidenza radiografica. Il morbo di Sever-Blanke si manifesta con dolore riferito al calcagno, infatti in questo caso è interessato il nucleo di accrescimento della tuberosità del calcagno. Decorso e durata del dolore hanno le stesse caratteristiche delll’Osgood-Schlatter e regrediscono con il riposo atletico. In entrambi i casi la patologia va sospettata quando si ha di fronte un bambino praticante calcio che non presenta anamnesi positiva per traumi diretti. L’esame rx-grafico il più delle volte è dirimente. Attenzione va posta anche ai distacchi epifisari che tipicamente possono occorrere per uno scatto violento o per un calcio a vuoto. I più tipici interessano la spina iliaca antero superiore (SIAS – sartorio e tensore della fascia lata), la spina iliaca antero-inferiore (SIAI - retto inferiore), il nucleo di accrescimento della tuberosità ischiatica (NATI – semitendinoso, semimenbranoso, bicipite femorale). Anche in questi casi la diagnosi è facile se sospettata e utili sono gli esami radiografici effettuati con specifiche proiezioni. Abbondantemente noti sono i traumi distorsivi e pertanto non saranno oggetto di ulteriore disamina. Meritevole di attenzione è invece la disinserzione del Legamento Crociato Anteriore (LCA) con avulsione della spina tibiale anteriore. In questo caso il LCA piuttosto che subire una lesione effettua un distacco della spina tibiale, rendendo comunque instabile il pivot centrale del ginocchio. A tale proposito molto dibattuto è, per inciso, se intervenire chirurgicamente o meno. Non esiste una regola generale ed è conveniente valutare ogni singolo caso. I traumi da contatto Possono interessare qualsiasi struttura del corpo, ma sono più frequentemente interessati gli arti inferiori. Per i giovani calciatori di età compresa tra i 5 e i 12 anni la maggior parte dei traumi interessa nell’ordine la coscia, l’anca, la caviglia e il piede. Categoria a se stante è quella dei portieri che possono subire traumi da contatto, con il terreno o con il pallone interessante in modo pressoché indifferente l’arto superiore o quello inferiore. In generale, in accordo con quanto riportato da Keller, nel gruppo di età 5-12 anni l’evento più frequente è la contusione (54%), seguita dalle distorsioni (30%), dai traumi interessanti il volto (15%) e infine dalle fratture (1%). La prevenzione dei traumi nei giovani calciatori passa attraverso una necessaria conoscenza degli aspetti fisiologici del calciatore in questa fascia di età. Il giovane calciatore non è un adulto in miniatura, quindi non solo non possono ma assolutamente non devono essere applicati i medesimi carichi di lavoro dell’adulto. Tale considerazione nasce dal fatto che l’organismo non ha ancora maturato le competenze ormonali e quindi metaboliche che possono supportare in modo adeguato l’esercizio fisico e gli adattamenti che ad esso conseguono. Tuttavia, mentre l’apparato cardiocircolatorio e quello muscolare meglio si adattano all’allenamento, non altrettanto avviene per l’apparato osteoarticolare. Infatti la maggior parte dei traumi rilevati nei giovani calciatori sono di tipo indiretto e interessano le cartilagini e/o i nuclei di accrescimento ossei che rappresentano l’elemento debole della catena cinetica dell’apparato locomotore. Da qui l’importanza non solo di adeguati carichi di lavoro in allenamento ma che questi, laddove possibile, vengano personalizzati. Si ha anche la necessità di effettuare un giusto bilancio articolare tra i gruppi muscolari proprio perché ad esempio il più delle volte la muscolatura estensoria di ginocchio, continuamente sollecitata e allenata nell’atto del calciare, risulta essere preponderante rispetto a quella flessoria. Gli stessi muscoli vanno adeguatamente allungati ed elasticizzati secondo le metodiche dello stretching muscolare, soprattutto quando cominciano le esercitazioni che portano le fibre muscolari a ipertrofizzarsi aumentando il loro diametro trasversale. Anche l’attrezzo sportivo, in questo caso il pallone, deve essere adattato alla struttura corporea del bambino. Per tale motivo è importantissimo che nelle scuole di calcio si utilizzino palloni di dimensioni e peso ridotti rispetto a quelle previste per gli adulti. Infine per ultimo, ma non per importanza si parlerà della funzione preventiva dei parastinchi. Essi sono costituiti da diverse parti assemblate fra loro e ciascuna ricopre una importante funzione. Alla valva centrale formata da materiale semirigido sono legate una benda a strappo per il fissaggio superiore e una parte inferiore che viene calzata e che può presentare o meno dei rivestimenti imbottiti a protezione dei malleoli.La valva centrale, ricoprendo la gamba ha l’importante funzione di ridurre le lesioni traumatiche che vanno da semplici contusioni dei tessuti molli cutanei e sottocutanei a contusioni ossee (ricordiamo che la cresta tibiale è praticamente sottocutanea in quanto non protetta da strutture muscolari) fino a vere e proprie lesioni ossee (tipicamente fratture a legno verde). Il design e i nuovi materiali utilizzati hanno reso i parastinchi sempre più leggeri, confortevoli e soprattutto resistenti e idonei a ridistribuire su tutta la superficie le forze di impatto e ridurre i danni del trauma da collisione. Un adeguato uso di materiale tecnico porta alla riduzione della frequenza e della severità dei traumi. In conclusione, i principali traumi nei giovani calciatori (7-12 anni) si hanno per patologie da sovraccarico. Importante per la prevenzione dei traumi è la giusta adeguatezza dei carichi di lavoro, l’idoneità delle dimensioni e del peso del pallone e dei materiali tecnici utilizzati.
 
ledavinci
ledavinci il 04/11/06 alle 18:11 via WEB
Differenze tra il calcio tradizionale e il calcio a cinque in chiave atletica. Ogni disciplina ha delle caratteristiche tecniche e fisiche proprie Nel calcio a cinque la superficie di gioco, le dimensioni del campo ed il numero di giocatori incidono notevolmente sui vari fattori della prestazione sportiva. Le differenze con il calcio tradizionale per questi motivi diventano numerose Chi si avvicina a questo sport provenendo dal calcio a 11 incontra dunque varie difficoltà. Troppo spesso ci si trova impreparati sotto il profilo organico-muscolare Per ciò che concerne quest'aspetto vi è uno sforzo diverso, specifico della disciplina che richiede un coinvolgimento delle varie capacità non riscontrabile nel calcio Si è passati dal calcetto degli inizi, statico e attendistico, ad oggi dove la rapidità è un fattore caratterizzante. Le capacità motorie, sia quelle condizionali (forza, velocità, resistenza), sia coordinative, necessitano di stimoli allenanti differenti da ogni altra disciplina L'allenamento deve essere sempre correlato alle esigenze specifiche della gara. Occorre ricordare che il miglioramento d'ogni prestazione, si basa sull'adattamento dei vari sistemi dell'organismo alle maggiori richieste che ad esso sono poste. Uno stimolo, in questo caso l'allenamento, provocato in conformità a principi metodologici precisi, provoca una condizione di disagio a cui segue una reazione di ricostruzione che supera il livello precedente alla stimolazione. In questo modo, con uno stimolo corretto, si producono riserve d'energia supplementari e s'innalzano i parametri di quelle capacità Per sviluppare il massimo rendimento sportivo, bisogna che lo stimolo allenante sia specifico, in altre parole che risponda alle esigenze della gara. Il piano di lavoro deve essere impostato sulle capacità maggiormente coinvolte nel calcio a 5. In questo modo il lavoro svolto migliora il rendimento in gara Test specifici che prendevano in considerazione lo spazio percorso e la velocità, il numero degli scatti e la distanza coperta, la frequenza cardiaca e l'acido lattico accumulato hanno dimostrato che il carico di lavoro delle due discipline risulta differente. Analizzando le varie capacità attraverso macchine specifiche si sono riscontrati delle caratteristiche differenti tra gli atleti delle due discipline. Nei giocatori di calcio a 11 i parametri di forza erano superiori rispetto ai calcettisti Un dato indicativo emerso dalle valutazioni è però una migliore forza istantanea nei giocatori di calcio a cinque. La forza istantanea è l'elemento iniziale della forza esplosiva quella che incide sul tiro, sui cambi di direzione e gli scatti. Il calcettista dunque è in grado di imprimere forza in tempi ridotti una gran capacità di reclutamento neuro-muscolare. Considerando che il campione preso in esame era dato dai giocatori delle rispettive nazionali si può ipotizzare che il gioco stesso, e le particolarità della disciplina, permetta un incremento della forza istantanea Bisogna considerare che i giocatori di calcio a cinque dedicano un tempo ridotto all'allenamento della forza rispetto i loro colleghi professionisti Dagli strumenti per la rilevazione dei parametri cinematici si è riscontrato, analizzando il primo tempo di una gara, che il giocatore aveva percorso 3500 metri, spostandosi in corsa laterale o all'indietro per 500 metri, altri 500 sono stati percorsi a velocità medie e sempre 500 metri a velocità elevate (sopra i valori di soglia aerobica).Fattore importante è che in un minuto di gioco sono state riscontrate numerose variazioni di velocità e cambi di direzione. Questi dati sono riscontrabili a vista e sono una caratteristica del gioco attuale. Ad una velocità di spostamento s'inseriscono repentini scatti e cambi di senso di corsa e di direzione, dettati dallo sviluppo del gioco di Roberto De Bellis
 
ledavinci
ledavinci il 04/11/06 alle 12:22 via WEB
ciao dante91x,grazie per il tuo intervento sul blog,non importa se giochi nel campetto fangoso sotto casa o alla FAVORITA,la cosa che conta è la determinazione,la voglia,l'amore,l'entusiasmo e l'impegno che infondi nella tua passione. Non conosco il padre di Tedesco ma posso consigliarti di ascoltare i suoi consigli in quanto uomo di esperienza. Sarei lieto di vederti ancora intervenire sul blog: credo che le opinioni dei giovani come te possano aiutare anche chi crede di non aver piu' nulla da imparare sul mondo del calcio,in fine ti suggerisco di provare a giocare a calcio a 5 Fabio.
 
ledavinci
ledavinci il 04/11/06 alle 10:51 via WEB
f
 
dante91x
dante91x il 04/11/06 alle 00:56 via WEB
io ho 15 anni....e amo il calcio.....gioco a campo a 11...a palermo nei campi malvagna....l'allenatore e il padre di tedesco (calciatore del palermo)
 
ledavinci
ledavinci il 02/11/06 alle 15:11 via WEB
Grazie Tino certo che ti provo,ma come cibo per i cani(se prima ti sei lavato).
 
il_tino
il_tino il 02/11/06 alle 11:30 via WEB
io sono libero, giocavo nel Caratta in prima squadra come prima punta! se vuoi posso venire a provare un tempo a giocare. che ne dici?
 
ledavinci
ledavinci il 31/10/06 alle 09:50 via WEB
SEI FANTASTICO!!!!!!!!!!!!!!
 
il_tino
il_tino il 31/10/06 alle 09:39 via WEB
mi presento sono il Tino all'anagrafe Scoppetta, sono nato a Dusserdorlf in Germania, ho una passione e un talento innato per il calcetto. cicciolino fabio mi conosce bene, ho giocato per lui in ogni settore del campo fino a quella partita memorabile dove mi ha fatto giocare in porta per il secondo tempo! solo che quel bastardone non mi ha avvisato che il pallone era fatto di sapone! scivolava sempre in fondo alla rete! perchè io ho sempre giocato nel sarmato.. in prima. beh ora devo scappare che sono scoppiate le ovaie di mia cognata. ciao terroni
 
 

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