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L'obesità in Italia... un po' di dati

Post n°154 pubblicato il 06 Marzo 2012 da ninolutec
 

Gli abitanti della Basilicata sono i piu' ciccioni d'Italia seguiti siciliani e calabresi.
I più in forma sono i piemontesi.Questi sono i risultati statistici ottenuti dai dati dell'Istituto Superiore di Sanità in occasione dell'Obesity Day 2009, la giornata mondiale dell'obesità tenutasi il 10 ottobre. Le persone obese in Italia sono il 17% degli uomini e il 21% delle donne. In Basilicata si è oltre i dati della media con gli uomini al 34% e le donne al 42%, il doppio esatto della media nazionale.
Seguono a ruota i siciliani (31% sia per gli uomini sia per le donne) ed i calabresi (24% gli uomini e 38% le donne). Tra i più in forma i piemontesi (12% degli uomini e il 13% delle donne, seguiti dai marchigiani (13% gli uomini e 15% le donne) e dai sardi (16% gli uomini e 14% le donne).
La situazione è ancora più grave se si considera che i bambini italiani sono i più grassi d'Europa con uno su tre di età compresa tra i 6 e gli 11 anni che pesa troppo. In questo caso il record spetta alla Campania, con il 12,3% dei bambini che presenta problemi di obesità ed il 23,6% che presenta comunque problemi di sovrappeso.
Il rischio concreto è che i ragazzi di questa generazione possano avere una vita più breve dei propri genitori poichè secondo recenti studi rischiano
- 8 volte in più di restare adulti obesi
- 4 volte in più di ammalarsi di diabete
- 2 volte più di sviluppare un tumore,
senza contare che il sovrappeso spalanca le porte alle malattie cardiovascolari.
La principale causa è individuata in una alimentazione scorretta con il progressivo abbandono dei principi della dieta mediterranea, la stessa che ha consentito agli anziani italiani di conquistare il record della longevità in Europa con una speranza di vita che è pari a 78,8 anni per gli uomini e a 84,1 anni per le donne.


Studi recenti dimostrano che l'obesità inizia nel cervello, tramite modificazioni a carico dell'ipotalamo. Esistono due tipi di cambiamenti cerebrali che danno vita a due tipologie differenti di obesità.

Il primo tipo di obesità è l'obesità subcutanea. Caso tipico dell'obesità subcutanea è quello dei lottatori di sumo, caratterizzata da una grande quantità di morbido grasso sul torace, braccia, gambe ed anche in faccia, doppio mento e e rigonfiamenti con pelle molle sotto alle braccia. L'obesità subcutanea è comune tra uomini e donne. Il secondo tipo di obesità è viscerale o intra-addominale, ed è caratterizzata dalla classica "pancia da bevitore di birra", con un eccesso di grasso a livello addominale e poco grasso sul gambe e braccia. I due tipi possono presentarsi anche nella stessa persona in misura più o meno variabile. La prima tipologia è chiamata anche a "mela", la seconda tipologia a "pera". Questi due tipi di obesità sono dipendenti dal cervello ed in particolare dal funzionamento del centro dell'appetito e dall'ipotalamo. L'ipotalamo in particolare regola i bisogni primari di alimentazione, sonno e fame, quindi appetito, comportamenti alimentari e tasso di metabolismo. Vi sono in particolare due funzioni a livello neuronale una stimolante e l'altra inibente. Questi sono i due regolatori del metabolismo.

 

 

L'ipotalamo regola i bisogni primari di alimentazione, sonno e fame, quindi appetito, comportamenti alimentari e tasso di metabolismo. Vi sono in particolare due funzioni a livello neuronale una stimolante e l'altra inibente. Questi sono i due regolatori del metabolismo.

Abbiamo la propiomelanocortina che inibisce l'appetito ed aumenta il tasso di ossidazione dei grassi. A seguito del consumo di certi nutrienti o per effetto di certi ormoni, la POMC determina la produzione di un neuropeptide che causa sazietà ed aumenta il consumo di energia attraverso l'ossidazione dei grassi. Gli animali che hanno danneggiati i neuroni associati alla propiomelanocortina presentano alta voracità e diventano obesi. Sia leptina che insulina sono potenti stimolatori dei neuroni POMC che presentano recettori per le due molecole. Bassi livelli di queste molecole aumentano l'appetito e riducono il tasso metabolico. Una deficienza di leptina e insulina porta all'obesità.
Altro fattore è quello stimolante determinante dai neuroni che producono il neuropeptide Y e la proteina Agouti che portano a stimolare l'appetito e diminuire metabolismo e consumo energetico. Gli animali che hanno danneggiati i neuroni associati al fattore stimolante diventano anoressici e perdono peso. Insulina e leptina inibiscono il processo mentre la Ghrelina (peptide che segnala il tempo del pasQuesti due set di neuroni regolano l'accumulo e il consumo dei grassi. Quando sono in equilibrio si ha un salutare e benefico equilibrio del grasso corporeo, ma quando si crea uno scompenso, la quantità di lipidi accumulata può aumentare o diminuire drasticamente. Ad esempio se il livello di leptina nell'ipotalamo è basso, sia per un basso livello di peso corporeo, sia per un blocco fisico a raggiungere i recettori, l'appetito aumenterà, l'ossidazione dei grassi diminuirà e questo porterà ad un aumento di massa adiposa.
to) lo stimola.
Dove comincia l'obesità? Cosa ti spinge a mangiare troppo e perché c'è stato un aumento così drammatico dell'obesità dal 1980?
Alcune delle spiegazioni più recenti e popolari indicano come colpevole la prevalenza di carboidrati (e quindi al rapporto insulina/glucagone) nella dieta oppure l'ipotesi della ricompensa alimentare, ovvero ci si premia attraverso un maggiore consumo di cibo (aumenta il tenore di vita ed aumenta il consumo). Ma abbiamo anche altre ipotesi che collegano l'influenza ipotalamica all'obesità. Alcune recenti ricerche suggeriscono che l'obesità inizia con specifici cambiamenti fisici a livello del cervello. L'appetito è regolato dall'ipotalamo.  Si è scoperto che due modifiche molto particolari al cervello ci fanno venire fame, mangiare troppo, bruciare meno grassi, e aumentare di peso. E con questi particolari cambiamenti delle strutture cerebrali succede che si mangia di più, si mangia più frequentemente e si diminuisce il livello di attività. Il problema dell'obesità viene spesso considerato come un unico  problema, ma in realtà, può essere di due tipologie differenti, a seconda della modificazione cerebrale. L'incapacità di distinguere questi due tipi di obesità ha portato molta confusione. In parte, la confusione deriva dal fatto che questi due tipi di obesità spesso si presentano insieme nello stesso individuo, anche se un tipo di solito è dominante.
Se si comprende questo e si capisce il ruolo del cervello, si può riuscire più efficacemente a perdere il peso in eccesso.


 

Quello che bisogna iniziare a fare è trovare un altro piacere... non solo il piacere del cibo, ma anche il piacere del movimento, il piacere di respirare aria buona quando ci muoviamo all'aperto, il piacere di indossare un bel vestito, il piacere di stare con gli altri... tutte cose a cui piano piano gli obesi rinunciano per dedicarsi sempre di più al cibo.

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gardenparks
gardenparks il 26/05/12 alle 17:28 via WEB
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