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Marcel e l'amore
Post n°7 pubblicato il 28 Agosto 2010 da inunastanzabuia
Giocava a dadi per poter stare con me, e non so cosa facesse per vincere ma spesso me lo ritrovavo in camera con un sorriso che arrivava alle orecchie e facendomi segno con le dita per quanti giorni mi aveva tutta per sè. Non era il primo cliente che si era legato a me, ma di certo il primo che pagava senza toccarmi, con me parlava ore ed ore sino ad addormentarsi sulla mia pancia, poi sul terrazzo mangiavamo insieme e di nuovo a parlare di mille cose, sin che una notte svegliandosi mi trovò con miou miou in braccio davanti alla finestra che piangevo a dirotto, non poteva sapere perchè, ma mi accorsi mentre raccontavo a lui di quando vidi mia madre morire che l'espressione del suo viso era cambiata a tal punto da sembrare quasi un'altra persona, si avvicinò abbracciandomi, chiedendo di smetterla e mentre mi accarezzava i capelli mise il mio viso sulla sua spalla, aspettando di sentirmi tranquilizzare. Mi ci volle un po', ma quando allontanai il viso dalla sua camicia zuppa di mie lacrime, le sue labbra si posarono sulle mie quasi come una promessa. Non potevamo baciare i clienti, i baci erano riservati ai nostri uomini si diceva da sempre e forse proprio per quello misi le braccia attorno al collo e presi a baciarlo. Non sapevo baciare, divertente no?! facevo tutto con gli uomini, tranne che godere e baciarli e quando la sua lingua sfiorò la mia bocca rimasi quasi come paralizzata e incredula. Ci spogliammo lenti, facemmo l'amore per ore arrotolandoci ovunque, baciandoci continuamente e nel farlo mi accorsi che mai avevo toccato un uomo così, nemmeno sapevo che lo stavo accarezzando ma comprendevo che nemmeno lui del resto aveva mai ricevuto le attenzioni mie con amore sino ad ora. era ormai ora giunta l'ora di salutarci ed io mi chiedevo quando avrebbe rivinto ai dadi pur di riaverlo tra le mie braccia, continuammo ad amarci per oltre un anno così, sin che un giorno affrontai la Grande Madre.
non nelle vesti di un cliente!" Dopo poche ore ero nella sua stanza a definirne gli accordi e da quella notte Marcel rimse sempre al mio fianco. Lavoravo ore su ore, accontentandomi di molto meno di quanto prendevano le altre, quel che contava era che nulla potesse più separarci se non la nostra decisione, lui usciva e rientrava dalla camera quando voleva e spesso rimaneva dietro al tendone rosso a guardarmi mentre scopamo con gli altri, non era facile all'inizio, mi vergognavo come una ladra, ogni volta dopo aver chiuso la porta dicevo che non potevamo continuare così, che mi vergognavo essere guardata, ma lui non ascoltava ragioni, mi prendeva sbatteva sul letto e mentre mi possedeva continuava a ripetermi tanto lo so che sei solo mia, ti vedo su questo letto, ti ascolto mugolare, sento cosa ti dicono, quel che pretendono, non dici mai no pur di non perderli e di rischiare che mi butti fuori la grande madre, ma poi quando sei con me sei tu, sento che la voglia di me è dentro ad ogni poro, il bisogno della tua lingua intrecciarsi tra la mia, la tua bocca sul mio pene scorre come note musicali e affamata fai tuo il mio seme come mai faresti con altri, mi ripeteva questo in mille modi diversi, mi diceva in diverse maniere che sapeva e sentiva che amavo solo lui. Mi basta parlarti per farti godere, se solo ti sfioro sento le mani ricolme della tua voglia, il tono dei tui orgasmi è libero, caldo e nel dirmi che godevo solo della sua verga mi veniva addosso dentro facendomi godere sia con il corpo, che con il cuore ma anche con la mente. Marcel era tutto era il mio passato, presente e futuro, ero sua e questo mi bastava per dire appena bussavano alla porta "Due minuti e poi fallo salire" lui tornava dietro la tenda, io mi preparavo ed incipriavo il naso ... il cliente entrava ed io fingevo di amarlo e in quel fingere osservavo la tenda e amavo chi era là dietro ogni volta di più. >>> |
Inviato da: inunastanzabuia
il 20/12/2012 alle 01:41
Inviato da: just_for
il 17/12/2012 alle 13:33