La bontà è l'unico investimento che non fallisce mai.(David Thoreau).
La non violenza e' il primo articolo della mia fede. E anche l'ultimo articolo del mio credo. ( Gandhi)
"La matita di Dio", ha testimoniato in modo particolarmente efficace che quanti vivono per amoredi Dio e per rispondere alla Sua sete di amore e di anime,vivono per sempre. La tomba, quindi, nonè tanto l'ultima definitiva stanza di una persona,ma l'ultima – anche se grandemente drammatica -soglia, per la quale si entra nella vita che non avrà mai fine.la celebrazione del 5 settembre, quindi, è stata voluta come momento forte di ricordo, che nel suo significato etimologico (ri-cor-dare) vuoldire ridare al cuore il motivo per cui esso ha cominciato a battere per Dio.Un cuore, che vuol continuare a imitare quello di Cristo,seguendo l'esempio di questa “matita di Dio”."Sapevo - scrive Madre Teresa - che era la sua volontà e che dovevo seguirlo verso coloro che,comeGesù,non avevano un luogo dove posare il capo...il nudo, il disprezzato, l'abbandonato, il dimenticato, l'affranto ..."il cui amore Lo condusse al Getsemani e al Calvario, sulla Croce dove ha dett. o: "Ho sete"e da allora in poi, era il 10 settembre 1946, l'unico scopo di questa Madre fu di rispondere alla sete di Gesù,là dove Egli aveva maggiormente sete,tra i più poveri dei poveri.
Comunque non va dimenticato che Madre Teresa cominciò ad essere Missionaria della Carità non solo raccogliendo dalle strade i moribondi, ma adorando Cristo nell'Eucaristia.Al riguardo, c'è un episodio significativo. Un giorno mentre Ella compiva quest'opera di carità soccorrendo chi stava per morire,era accanto a lei un giornalista che Le disse: “Suora, non farei quello che fa lei neppure per mille dollari al giorno”.Madre Teresa senza esitare replicò: “Neppure io.” L'unica cosa che la muoveva era infatti l'amore di Dio, come ella stessa dice in molte sue preghiere, ad esempio:”Gesù presente nel mio cuore, Ti adoro, Ti amo”.”nel nome di Gesù. E per amore di Gesù e perchè ha detto”qualunque cosa chiederete in nome mio vi sarà data” dammi la grazia di amare solo Te, la grazia che il mio cuore sia come il cuore di Gesù,mite e umile,”Maria,madre amatissima, dammi il tuo cuore così bello, così puro,così immacolato,così pieno di amore e di umiltà,affinchè io possa ricevere Gesù come tu hai fatto e andare con prontezza a donarlo agli altri”.la vocazione di Madre Teresa di Calcutta e delle suore, che l'hanno seguita, è quella di rispondere alla sete di Cristo, con un amore che si dona a Lui ed ai suoi fratelli in umanità,traendo forza dalla preghiera, che ha scandito la sua giornata vissuta per Dio ed a servizio dei più poveri dei poveri.Preghiera che continua a scandire le ore delle giornate di ogni Missionaria della carità, perchè “la preghiera genera amore e l'amore genera il servizio”
Post n°1079 pubblicato il 15 Marzo 2013 da quadumi
17.45 Un’idea al cuore della prima predica di papa Francesco: la fede è un cammino continuo, ma non basta il «movimento», se a muovere l’uomo non è l’amore del Signore. Perché se non si prega il Signore, si prega il diavolo.
17.37 Nella preghiera dei fedeli, la prima intenzione è per il vescovo emerito Benedetto, «che servirà la Chiesa nel nascondimento». Poi per i potenti della terra, perché ricordino che «ogni potere viene da Dio».
17.35 Non si può «edificare la Chiesa senza la croce». «Si edifica la Chiesa solo sul sangue del Signore. Solo così la Chiesa va avanti. Chiediamo allo Spirito Santo, alla Madonna nostra madre, questa grazia».
17.33 «Se non si confessa la fede in Cristo, si confessa il diavolo».
17.32 «E poi confessare. Senza la fede, diventeremmo una ong pietosa».
17.31 «Edificare la Chiesa, la sposa di Cristo, su quella pietra angolare che ha posto il Signore».
17.29 L’omelia del papa, a braccio: «La vita è un cammino, e quando ci fermiamo la cosa non va. Camminare sempre, in presenza del Signore, cercando di vivere in quella irreprensibilità che Abramo chiede al Signore».
17.26 Il Vangelo è quello del «tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte degli inferi non prevarranno su di essa».
17.09 La messa si svolge in Cappella Sistina. I cardinali tornano sul luogo dell’elezione di papa Bergoglio, ventiquattr’ore dopo.
17.04 La prima messa di papa Francesco: niente testo scritto, l’omelia sarà pronunciata a braccio.
14.46 Dal papa che paga il conto dell’albergo alla polemica di alcuni giornali sui presunti rapporti con la dittatura argentina: l’analisi di Maria Galluzzo, Giovanni Cocconi e Lorenzo Biondi nel Brunch di Europa.
13.18 In corso la conferenza stampa di padre Lombardi: il portavoce della Santa Sede chiarisce che il nome scelto dal papa Bergoglio è Francesco, non Francesco primo. Papa Luciani, quando scelse il nome di Giovanni Paolo, aggiunge anche il numero ordinale: Giovanni Paolo primo.
13.15 Il pontificato di Francesco inizia con una preghiera alla Madonna, nella principale basilica mariana della Capitale, Santa Maria Maggiore.
12.13 Dalla Cina arriva l’auspicio che il nuovo papa sia «pratico e flessibile»: «Speriamo – ha detto una portavoce del ministero degli esteri, Hua Chunying, offrendo le congratulazioni di Pechino a papa Francesco – che la Chiesa cattolica, sotto la guida del nuovo papa, possa lavorare insieme alla Cina per migliorare le relazioni reciproche». Sul ruolo della Cina in vista del conclave avevamo scritto qui.
11.40 Parole di apprezzamento per il papa sono giunte dal presidente Giorgio Napolitano. Il capo dello stato si è detto colpito “dalla semplicità delle parole pronunciate nella nostra lingua e della lingua della sua famiglia d’origine in Piemonte”.
11.15 Intanto molti siti rilanciano le voci sulle presunte responsabilità di padre Bergoglio durante la dittatura di Videla in Argentina. Le voci sono alimentate dal libro L’isola del silenzio di Horacio Verbitsky
11.15 Il motto episcopale di Jorge Mario Bergoglio è la frase latina “Miserando atque eligendo”, che descrive l’atteggiamento di Gesù verso il pubblicano, considerato un pubblico peccatore, che “guardò con misericordia e scelse”. Queste parole sono prese dall’omelia 21 di San Beda il Venerabile, che si legge nel breviario per la Festa dell’Apostolo San Matteo, il santo pubblicano pentito, santo apostolo che prima era esattore delle tasse: “Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: ‘Seguimi’ (Mt 9, 9).
11.05 Gli americani non ce l’hanno fatta, né il presidente della Conferenza episcopale Usa e arcivescovo di New York Timothy Dolan né il cardinale di Boston Patrick O’Malley, ma i principali media e vaticanisti statunitensi annunciano con soddisfazione la scelta di un “Papa giusto al momento giusto”. La stampa spagnoal parla di “svolta nella Chiesa”. Qui la rassegna stampa delle prime pagine dei quotidiani di tutto il mondo
11.05 Alle 17 confermata la celebrazione della messa insieme a tutti gli altri cardinali
11.00 Alle 13 la conferenza stampa di padre Lombardi dovrebbe confermare la visita di questo pomeriggio di papa Francesco a papa Benedetto, a Castelgandolfo, come scritto da Europa Questa mattina il papa è stato mezz’ora in preghiera a Santa Maria Maggiore. Dopo il papa si è recato alla Domus Sacerdotalis Paolo VI, in via della Scrofa 70, dove abita da quando è giunto a Roma: pochi minuti per prendere tutte le sue cose.
Mercoledì 13 marzo
22.01 Il 19 marzo la messa di inaugurazione del nuovo papa.
21.52 E intanto arriva la notizia della prima telefonata tra papa Francesco e il vescovo emerito di Roma, Joseph Ratzinger. Tra i due c’è grande stima: nell’ultimo saluto di Benedetto XVI la conversazione con Jorge Mario Bergoglio è stata la più lunga.
21.48 Tante biografie di Bergoglio online, qui quella del nostro Paolo Manzo.
21.00 Foto e video del nuovo papa.
Chi è il nuovo papa
La biografia di papa Francesco. Visto da Buenos Aires
Ratzinger, nel 2005 contese voto a voto a quello che poi sarebbe diventato Benedetto XVI, a suo successore.
Il cardinale di Buenos Aires Jorge Bergoglio, gesuita annoverato tra i papabili dopo la morte di Giovanni Paolo II, ieri ha sorpreso gli stessi argentini che hanno reagito prima con sorpresa e poi con scene di giubilo degne di una finale di Coppa del Mondo, riempiendo le strade centrali di Buenos Aires e la cattedrale che dà sulla Casa Rosada. Un giubilo giustificato non solo dal fatto che Papa Francesco è il primo pontefice americano ma anche e soprattutto perché, se c’era un favorito sudamericano, questi era il brasiliano Dom Odilo Scherer, arcivescovo emerito di San Paolo, la terza diocesi più grande al mondo.
“Un gesto rivoluzionario” e “un cambiamento che non si era mai visto negli ultimi 600 anni”, queste le prime parole pronunciate da Bergoglio quando, lo scorso X febbraio, Papa Ratzinger decideva di lasciare il soglio di Pietro. “Una decisione molto meditata di fronte a Dio e molto responsabile da parte di un uomo che non vuole commettere errori in prima persona o lasciare nelle mani di altri la decisione”, aveva aggiunto, dimostrando una stima nei confronti di Ratzinger, la stessa che nel conclave dell’aprile del 2005 dopo le prime votazioni lo aveva “in lacrime” portato a ordinare ai suoi elettori cardinali di convogliare i loro voti sul cardinale tedesco.
Primate d’Argentina nonché arcivescovo di Buenos Aires, il 76enne Bergoglio non è solo il primo papa americano ma anche il primo gesuita ad arrivare al soglio di Pietro. Figlio di Mario Bergoglio, un ex ferroviere nato a Portacomaro, in provincia d’Asti, e trasferitosi giovanissimo in Argentina, anche sua mamma Regina, era piemontese.
Laureatosi come ingegnere chimico, entra a 22 anni come novizio nella Compagnia di Gesù, i gesuiti appunto. Diventa sacerdote nel 1969, poi vescovo ausiliare nel 1992, infine primate d’Argentina nel 1998. Viene nominato cardinale nel 2001 da Giovanni Paolo II. “Io lo seguo da quando è diventato vescovo- racconta Marcela, una delle storiche fedeli della cattedrale della santissima trinità di Buenos Aires, cuore pulsante della Curia della città- è un grande uomo e un grande religioso”.
Nonostante i tanti incarichi, Bergoglio si è da sempre contraddistinto per la sua umiltà. A Buenos Aires ha continuato a vivere sino a ieri da solo in un appartamento semplice al secondo piano dell’edificio della curia argentina, al lato della cattedrale.
Ma per capire chi sia Bergoglio basti un aneddoto.
Nel 2001 vede dalla finestra del suo appartamento gli scontri violenti della polizia contro i risparmiatori fregati dal fallimento del paese del tango. Siamo a fine dicembre e i gas lacrimogeni della polizia entrano persino nella sua stanza. Lui si affaccia e vede una signora manganellata a sangue da un agente e, allora, impugnato il telefono chiama furente il ministro degli Interni: “la vostra polizia sappia almeno distinguere tra i facinorosi e i disperati che hanno perso tutti i loro risparmi”, dice all’allora segretario per la sicurezza Enrique Mathov.
È considerato un progressista rispettoso delle istituzioni e, soprattutto, in grado di far quadrare i conti. Ama leggere Dostoievski, Borges ed i classici, latini e greci ma non ama apparire e, meno ancora, i discorsi roboanti alla stampa. Anche per questo quando si muove a Buenos Aires, lo fa a piedi e spesso prende la metropolitana senza che nessuno lo riconosca. Lo stesso sino a ieri ha fatto a Roma, città che ha girato molto a piedi, ma mai con il copricapo cardinalizio bensì sempre vestito come un prete qualsiasi. Anche per questo il nome da lui scelto, Francesco, non poteva essere più adatto anche se, da ieri sera dovrà rassegnarsi ad essere riconosciuto. E non solo a Roma o a Buenos Aires.
Solidarietà per i dimostranti disarmati, per i monaci coraggiosi, per i nostri straordinari, coraggiosi amici della Birmania e del Tibet
POESIE ARABE
Jovanotti-A te
Meravigliosa creatura -Nannini
Bello e impossibile
Sei nell'anima
Farò della mia anima
uno scrigno Farò della mia anima
uno scrigno per la tua anima, del mio cuore una dimora
per la tua bellezza, del mio petto un sepolcro
per le tue pene. Ti amerò come le praterie
amano la primavera, e vivrò in te la vita di un fiore
sotto i raggi del sole. Canterò il tuo nome come
la valle canta l'eco delle campane; ascolterò il linguaggio
della tua anima come la spiaggia ascolta
la storia delle onde
Kahlil Gibran
**
Io ti amo quando piangi
Io ti amo quando piangi e amo il tuo viso
annuvolato e triste. La tristezza ci unisce e ci divide senza che io sappia senza che tu sappia.
Quelle lacrime che scorrono, io le amo e in loro amo l'autunno. Alcune donne hanno
dei bei visi ma diventano piu' belli
quando piangono. Nizar Gabbani
Non sono coloro che sanno
parlare meglio che hanno le migliori
cose da dire... (Proverbio cinese).
La mia terra di Sicilia:
N jornu ca Diu Patri era cuntenti e passiava 'n celu cu li Santi, a lu munnu pinsau fari un prisenti e da curuna si scippau 'n domanti; cci addutau tutti li setti elementi, lu pusau a mari 'n facci a lu livanti: lu chiamarunu "Sicilia" li genti, ma di l'Eternu Patri
e' lu diamanti.
PANELLE PALERMITANE
Panelle palermitane
(ricetta da Il cucinario.it)
LE PANELLE
500 gr. di farina di ceci,
un mazzetto di prezzemolo
tritato, 1 litro di acqua,
1 litro d'olio di semi
per frittura sale q.b.
prendete una pentola,
versatevi un litro d'acqua
circa e ponetela sul fuoco
a fiamma lenta. Unite a pioggia
la farina di ceci, salate e
mescolate continuamente
( attenti appena si addensa ..
girare xchè si può bruciare
attaccandosi...
sono pochi minuti.)
fino ad ottenere un impasto
denso che si staccherà dalle
pareti della pentola. Spegnete
il fuoco ed aggiungete parte del
prezzemolo, quindi versate
il composto su un piano di
marmo precedentemente
inumidito
con una spatola bagnata
allargate in modo da ottenere
una superficie uniforme di circa
tre millimetri di spessore.
Fatelo raffreddare
e tagliate a rettangoli.
Friggete in abbondante
olio di semi. A piacere spremerci
sopra il limone ,e poi metterle
dentro ad un bel panino tondo.
CUCINA PALERMITANA
Pasta con le sarde
Sarde A Beccafico
Spaghetti aglio, olio e peperoncino
"Lo sfincione"
Arancini di riso
D.S
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