Creato da: LaChambreDesAmis il 15/07/2006
Riflessioni sull'amicizia e l'amore... e non più solo

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« L'ultimo giorno del ConvegnoChiuso per... laurea! »

Un epilogo sereno

Post n°50 pubblicato il 06 Luglio 2007 da LaChambreDesAmis

Conclusasi l’esperienza del convegno, tornai alle mie consuete occupazioni e, soprattutto, cercai subito di distogliere il mio pensiero da lui, riuscendovi: m’era chiaro non potessi continuare a coltivare delle illusioni riguardo alla possibilità che il nostro rapporto si rinsaldasse e che lui accettasse d’essersi infatuato d’un altro uomo; sono esistite l’infatuazione e l’attrazione violenta, può anche darsi che, qualche volta, si sia chiesto se non si fossero tramutate in innamoramento, ma se, per un solo istante, avessi mai creduto che potesse accettare di riservarmi un ruolo di prim’ordine nella sua vita, avrei rivelato di credere ai miracoli e d’auspicarne uno per me!

L’ultima volta che l’abbia visto, è stata una tarda mattinata di metà Dicembre: mi trovavo in centro, avevo quasi terminato di sbrigare una serie di commissioni e ricordo bene non mi sembrasse affatto che Natale fosse alle porte; splendeva il sole e faceva quasi caldo, ma, soprattutto, si vedeva in giro pochissima gente ed ancor meno erano coloro che sembrassero affannarsi negli acquisti: mi venne spontaneo pensare che uno di quelli, e dei pochi, che sarebbe stato logico veder spendere spensieratamente i propri soldi sarebbe stato proprio lui e dovetti rimproverarmi un simile pensiero, tuttavia, pochi istanti più tardi lo vidi venirmi incontro!

Vestiva sportivamente e sembrava allegro, o, per meglio dire, felice di rivedermi, benché non fossero trascorsi che pochissimi giorni dal nostro ultimo incontro; come sempre, mi radiografò dalla testa ai piedi, in silenzio, poi, un istante prima di dire qualcosa che potesse imbarazzarmi visibilmente, sfoderò uno dei suoi abituali, radiosissimi sorrisi, gli stessi che ricorderò per sempre e già solo per i quali sono grato al destino d’aver consentito che le nostre strade s’incrociassero fugacemente.

Dovette pensare che canzonarmi per il look manageriale che sembrassi aver scelto d’adottare quel giorno potesse consentirgli di raggiungere lo scopo, sebbene avessi delle cartelline sottobraccio solo perché avevo bisogno di trasportare comodamente una serie di documenti: a me colpì moltissimo la misura in cui dimostrasse di voler scherzare insieme, paragonata al rigore eccessivo che avesse cercato d’imporre alle nostre interlocuzioni di pochi giorni prima e, ancora una volta, dovetti rammentare quanto tenga a salvaguardare l’apparenza d’irreprensibile professionista quando sia circondato da gente che, magari, non stimi minimamente, ma possa aiutarlo a scalare ulteriormente la piramide sociale. 

Nonostante fossimo in pubblico anche in quel momento, sembrava non se ne curasse minimamente, sebbene io rimanga convinto del fatto si sia sempre notato scambiassimo degli sguardi e dei commenti diversi da quelli che, di norma, due amici riservino uno all’altro; sicuramente, potrà essere trasparso insieme ci divertissimo, o ci confidassimo i reciproci segreti, ma credo pure qualcuno abbia potuto cogliere quanta voglia potessimo talvolta avere di fare l’amore e, per quel che mi riguardi, avrei spesso potuto posare il capo sulla sua spalla ed abbandonarmici tra le braccia a danzare un lento, senza bisogno che la musica si spandesse nell’aere: sarebbe bastato che mi fissasse coi suoi splendidi specchi verde marino, perché mi sembrasse d’esistere noi due soli all’interno d’una bolla in grado di preservarci da tutto lo squallore ed il male del mondo!

Chiacchierammo qualche minuto e, senza che riuscissi a farglielo ammettere, potei comprendere avesse cominciato a leggere il libro regalatogli qualche giorno prima e mi riconoscesse la capacità di coglierne i tormenti dell’animo: anche se dovessimo tornare ad incontrarci, rimarremo sempre l’insigne psicanalista e lo psicologo più giovane, ma sono certo abbia stima di me e l’imbarazzo che abbia cercato sempre di procurarmi fosse pari almeno a quello che dovesse provare lui al pensiero d’una comunicazione autentica nel profondo dei cuori con un giovane omosessuale che volesse appartenere al suo!

Ci salutammo come se quello fosse uno dei tanti incontri che avremmo ancora potuto fare e non occorresse dirsi nulla di più significativo d’un semplice ‘ciao’, mentre potrei non rivederlo mai più!

Ogni tanto, capita che scopra ancora d’avere amicizie in comune, o che qualcuno possa raccontarmi qualcosa sul suo conto, magari per averlo conosciuto ai tempi del liceo: l’ultima volta, è accaduto qualche settimana fa, allorché non potei trattenermi dal chiedere al medico ch’avesse appena visitato mio padre se ‘quel’ secondo cognome sulla sua cassetta postale non implicasse una qualche forma di parentela; di norma, scopro l’unico ricordo che la gente conservi sul suo conto riguardi l’ipertroficità del suo ego, ma sarebbe la sola cosa che potrei rammentare anch’io, se non m’avesse concesso, per un tempo purtroppo più breve di quanto desiderassi, di scambiare tenerezza nel suo antro.

Ciò che più conta, è che quando mi capiti di passare sotto la sua finestra e la trovi illuminata, non avverta più  quella fitta al cuore asfissiante che mi colpiva fino a poco tempo fa: me ne rallegro e credo ciò testimoni il tempo e l’impegno abbiano guarito una delle mie più violente ossessioni di sempre; riesco a fissare quella finestra senza avvertire il dolore prima cagionato dalla mia estromissione da quelle stanze e l’atmosfera incantata che vi respirassi, anzi, riprendo spedito la mia corsa verso altri luoghi, ove sappia che m’attendano altre persone care o la possibilità di tornare nella mia camera senza dover essere accecato dalle lacrime, che, per oltre un anno, hanno costituito l’unico sfogo che potessi concedermi.

Può darsi che, un giorno, potrò rivedere la chambre des amis intesa quale luogo fisico, ma, ora, ho la prova di poter continuare ad amarlo senza dolermi della sua lontananza, mentre appena un anno fa potevo solo ripetermelo per riuscire a sopravvivergli!

Quanto al mio diario, potrei considerare esaurito il compito cui dovessero adempiere queste pagine, ossia, sfogare tutta la mia disperazione e restituirmi alla vita, sennonché, non viene meno la voglia di continuare a raccontarmi per loro tramite e sarà proprio ciò che riprenderò a fare molto presto!

 
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Commenti al Post:
silvia.to
silvia.to il 07/07/07 alle 11:40 via WEB
soffrire per qualc'uno che non ti ama, è la cosa più dolorosa,certo c'è di peggio nella vita, ma soffrire per amore, fa stare così male. silvia
(Rispondi)
 
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