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Riflessioni sull'amicizia e l'amore... e non più solo

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« Avere o essere?Un epilogo sereno »

L'ultimo giorno del Convegno

Post n°49 pubblicato il 04 Luglio 2007 da LaChambreDesAmis

Infine, quanto inevitabilmente, giunse l’ultimo giorno del convegno ed io ero ancora indeciso riguardo all’opportunità di donargli un libro che conservavo da tantissimo tempo, acquistato in duplice copia all’epoca del mio precedente e folle innamoramento e mai consegnato a colui che scelse di far perdere le proprie tracce, come se non fossi mai esistito e non meritassi almeno un addio rispettoso!

Il libro in questione era Demoni e dei, che narra l’incontro tra due uomini diversi per età, cultura ed estrazione sociale, ma che, nel momento supremo dell’appuntamento col destino, trovano il modo di comunicare nel profondo, superando le barriere che il caso e la vita hanno innalzato tra loro: mi sembrò adatto all’epoca in cui conobbi “cucciolo” e mi sembrava ancora tale cinque anni più tardi, nonostante l’uomo che ossessionasse la mia mente fosse ora un adulto brizzolato, anziché un ragazzo dai lunghi capelli corvini.

Non avevo ancora del tutto sbollito l’arrabbiatura della sera precedente, ma non potrei dire fossi nervoso: immaginavo fosse possibile che non riuscissi a parlargli e continuavo a ripetermi che, se si fosse verificata questa circostanza, avrei dovuto accettarla senza rammaricarmene e, forse, che sarebbe stato meglio così; contrariamente alle mie attese, non solo scoprii fossimo entrambi leggermente in ritardo, ma, per primo, anche lui desiderasse un chiarimento e fosse sinceramente addolorato del modo in cui ci fossimo lasciati la sera prima: lo vidi giungere trafelato ed osservarmi imbarazzato da lontano, sebbene abbia subito cercato di riprendere il controllo della situazione apostrofandomi come il Diavolo, cui stesse pensando e del quale avesse visto spuntare le corna!

Per quel che mi riguardi, invece, sia pure per un istante, ebbi l’impressione che il tempo rallentasse considerevolmente la sua corsa e di trovarmi sul set d’uno di quei vecchi film in cui si vedessero gl’innamorati corrersi incontro sulla battigia: purtroppo, la scena che stavamo interpretando non si concluse con un abbraccio od un bacio ancor più appassionato, ma col riesplodere della mia arrabbiatura, allorché non riuscì a trattenersi dal dire, se volessi ancora parlargli, dovessi farlo subito e che, più tardi, sarebbe dovuto andarsene in fretta per presenziare ad un pranzo!

Non riesco a stabilire fino a qual punto gli riuscisse di ferirmi involontariamente o lo facesse apposta, ma il mio orgoglio subiva, invariabilmente, un duro attacco e ricordo d’avergli risposto, molto seccato, stando così le cose, potessimo anche evitare di farlo: nei pochi istanti che furono necessari per attraversare la hall, formulai un’inaudita quantità di pensieri, compresi propositi di vendetta, tuttavia, prevalse la voglia di rimanere fedele al copione ch’avessi stabilito in precedenza e decisi di richiamarlo prima che fosse troppo tardi e, raggiunta la sala del piano inferiore, cominciasse ad interloquire con chiunque altro non l’amasse quanto me e non avesse nulla d’altrettanto importante da comunicargli!

Peraltro, non è facile organizzare i propri pensieri in un lasso di tempo così breve e, soprattutto, ben sapendo che qualsiasi cosa si possa dire, l’altro abbia irrevocabilmente deciso di troncare un rapporto che sembri ancora indispensabile, piuttosto che un inutile ramo secco da sfrondare, a seconda della prospettiva che s’adotti: fortunatamente, la sera prima avevo provveduto a scrivergli un breve biglietto e glielo consegnai, pregandolo d’attendere quel tanto che bastasse perché potessi datare e firmare anche la prima pagina del libro; non fui subito in grado d’inforcare la penna senza che la mano mi tremasse e, soprattutto, non sapevo cos’altro aggiungere, che potesse esprimere quanto l’amassi e, contemporaneamente, lo lasciassi libero di continuare a percorrere il cammino della vita senza avermi accanto, senza per questo poterlo mai dimenticare!

Infine, scelsi una frase semplicissima e breve: Sono con te, con ciò volendo intendere che ogni volta che fosse tornato a leggere quel libro, ed ogni volta che lo farà in futuro, finché la ritroverà, potrà essere certo io l’ami ancora!

Lo pregai di leggere il biglietto solo quando ci fossimo lasciati, meglio ancora un altro giorno, e siccome dovetti strapparglielo di mano perché esaudisse il mio desiderio, non si trattenne dal dire, pur sorridendomi bonariamente, stessi dimostrandogli, per l’ennesima volta, pretenda sempre che le cose vadano come voglia io: considerato abbia fatto in modo ch’entrassi a far parte della sua vita e stabilito quando dovessi uscirne, m’abbia usato per verificare fino a qual punto le sue pulsioni omoerotiche fossero intense e si sentisse pronto a soddisfarle e, in genere, abbia sempre dovuto lottare duramente per affermare la mia individualità e perseguire gli obiettivi che mi stessero a cuore, mi sembrò paradossale che venisse reiterata quest’accusa nei miei confronti, ma non volli replicare.

Per quanto possa sempre essermi ostinato nell’inseguire faticosamente gli uomini che abbia amato, ho pure sempre avuto ben chiaro esistesse un limite, oltre il quale la mia perseveranza avrebbe assunto il carattere della diabolicità!

Pur sentendomi stanco e solo, non desideravo che quella giornata si concludesse mestamente, pertanto, andai ad accomodarmi al solito posto e cercai di concentrare la mia attenzione sui contenuti ch’esponessero i relatori: fui salutato cordialmente da una delle convegniste con cui m’ero a lungo trattenuto a chiacchierare la sera prima, poi ripresi il blocco degli appunti e cominciai ad annotare ciò che mi sembrasse interessante; solo una volta volsi lo sguardo verso di lui e bastò per accorgermi non avesse mantenuto la promessa fattami pochi minuti prima: non appena poté cedere la parola al primo relatore, volle leggere il mio biglietto.

Diversamente dal solito, anziché preoccuparmi di come potesse accogliere le mie parole, fui felice di vederlo sorridere soddisfatto e mi sembrò non solo fossi riuscito ad alimentarne ulteriormente il narcisismo, ma condividesse ciò ch’avessi scritto e quello fosse il suo modo per darmene conferma: i nostri sguardi s’incrociarono per un solo, lunghissimo istante, durante il quale mi sembrò che nulla più esistesse intorno a me, fuorché lui e quell’occhiata incredibilmente significativa e penetrante; l’istante successivo, tornai alla realtà, ebbi chiaro dove mi trovassi e, finalmente, potesse riuscirmi di sopravvivere anche alla fine di quest’amore!

Al termine dei lavori, salutai qualche persona e non sentii, invece, il bisogno di tornare da lui: lo vidi chiacchierare nei pressi della grande finestra affacciata sul mare e compresi non avesse né fretta, tanto meno voglia di tornare subito a casa come m’aveva preannunciato qualche ora prima, tuttavia, non sentii montare nuovamente la rabbia; dovevo accettare che le cose andassero così e che in maniera apparentemente molto banale si consumasse la fine d’uno dei più grandi amori che potrò ricordare finché vivrò!

 

 
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