Creato da cuomo3 il 08/02/2008
Per lavorare nel campo della geologia..........

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A cosa serve il geologo?

Post n°2 pubblicato il 06 Marzo 2010 da cuomo3
 

Il geologo era, fino ad alcuni decenni fa, lo studioso della Terra per antonomasia, in tutti i suoi fenomeni fisico - chimici. Era in poche parole un osservatore, un naturalista, uno sperimentatore e un ricercatore, e trovava la sua massima applicazione nel campo accademico - universitario. Da decenni la geologia è applicata ai problemi tecnici, divendo un valido ausilio all'ingegneria, all'architettura e ad altre discipline scientifiche. La figura del geologo si è affacciata, per modo di dire, nel mondo "reale", allargando i suoi campi d'azione; il geologo ha superato sempre più posizioni nella scala delle professioni, pur incontrando grandi difficoltà, perchè osteggiato dalle discipline "confinanti". Spesso si avverte, ovviamente nel settore tecnico, la competizione e molto frequentemente si assiste a contrasti soprattutto tra geologi e ingegneri. Non di rado questi ultimi si ritengono, presuntuosamente, superiori e / o addirittura defraudati in settori tecnici che dicono di loro pertinenza esclusiva. Si instaura, in certi sensi, una "lotta" di interessi che spesso, a causa del loro maggior peso politico, potendo fare anche la voce più grossa, si conclude a vantaggio degli ingegneri. Basti ascoltere o leggere, di frequente, le cronache giornalistiche in occasione di catastrofi, che naturali sempre non sono del tutto. In tali occasioni, durante le fasi parossistiche, sono citati e intervistati i geologi, poi questi spariscono dalla scena e salgono alla ribalta i più performanti ingegneri che sanno progettare, sanno mettere in sicurezza e sanno portare soluzioni ad hoc per i cittadini. La morale di questo articolo è che ognuno dovrebbe svolgere il  ruolo che gli compete, affrontando il problema tecnico secondo il proprio punto di vista, ovviamente, senza invadere quello altrui (diamo a Cesare quello che è di Cesare). Così tanto per fare un esempio, non è possibile realizzare un buon un manufatto se non si sa su che tipo di roccia poggiano le fondazioni, oppure non si può progettare un ottimo intervento di neutralizzazione di una frana se non si conosce la sua storia geologica e quella dell'area in cui essa si è vericata, nonché quali sono le sue caratteristiche.

 
 
 

Ci risiamo, l'ambiente e il territorio possono aspettare

Post n°1 pubblicato il 16 Gennaio 2010 da cuomo3
 

Non c'è nulla da fare! I cittadini di questo paese non hanno rispetto dell'ambiente e delle regole. Le tragedie ambientali e gli scempi sul territorio continuano a susseguirsi e si ripetono i soliti ritornelli. Le ultime tragedie avvenute in Italia, quelle del messinese e dell'isola d'Ischia ne sono una ennesima conferma. Per alcuni giorno, dopo gli eventi calamitosi, si  ripetono notiziari, programmi televisivi e interventi di amministratori pubblici locali e nazionali, per discutere sulle cause e le possibili responsabilità. Insomma, il solito modo di agire, in questi casi, all'italiana; si assiste, cioè, al lancio e al rilancio delle responsabilità, delle negligenze e dei non so........., stavamo facendo....., abbiamo in progetto......, dobbiamo mettere in sicurezza..... Non parliamo della Protezione Civile, un altro "carrozzone" che puntualmente entra in scena a tragedia avvenuta.  Noi italiani non siamo maturi, perchè se chi dirige questo paese decide di fare poco o nulla in materia di difesa del suolo e dell'ambiente è in parte dovuto alla scarso interesse in tal senso, all'assenza di volontà e alla carente sensibilizzazione degli stessi cittadini. E' un circolo vizioso in cui tutti trovano il loro tornaconto. Chissà fino a quando tutto ciò sarà ancora possibile. Gli stessi personaggi che oggi affermano che non ci sono sufficienti fondi per la messa in sicurezza, per la realizzazione di opere di protezione, non dicono anche, oppure ignorano, che basterebbe una percentuale di questi possibili fondi per poter agire, facendo studi e interventi di prevenzione e mitigazione del rischio compatibili con l'ambiente, nei casi più critici intervenire per delocalizzare gli immobili e le infrastrutture a maggiore rischio, per salvaguardare l'incolumità delle persone. 

 
 
 
 
 

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