TraLeStelleDell'Orsa

Quale informazione?


Dico sempre, tra me e me (so di essere pazzo
), che se un giorno, in futuro, volessero identificare il nostro tempo alla maniera degli storici, lo chiamerebbero "età della comunicazione".
Giornali, tv, cartelloni pubblicitari, internet, telefonini e chissà quanti altri veicoli di comunicazione, sono presenze costanti nella nostra vita. Strumenti a nostra disposizione per soddisfare il bisogno di comunicare.In questo panorama così ampio, che dovrebbe poter dare la possibilità a tutti di esprimersi e di accedere alle informazioni, vengono messe ancora in discussione conquiste che sembravano ormai acquisite. La Libertà di informazione,  la Libertà di stampa, la Libertà di espressione. Minate così tanto da far nascere il dubbio, tra la gente comune, che non tutto quello che viene detto o scritto corrisponda a verità, originando di conseguenza il bisogno di fare informazione da se.
In questo contesto si inserisce il fenomeno blog, riferendomi a quelli che come me, a sprazzi, nutrono (a torto o ragione) la velleità di fare qualcosa che si avvicini all'informazione. I blog come manifestazione di un pensiero popolare che è riuscito, col tempo, a produrre un tale rumore da far paura agli occupanti delle grandi poltrone, che a più riprese tentano di "regolamentare" la rete, nascondendo chiari tentativi di limitazione della libertà di espressione. Detto questo, rimane pur sempre il fatto che l'Informazione (la maiuscola non è casuale), non può e non deve essere affidata all'inattendibilità della gente comune. I blog possono essere contorno e spazio di discussione, non altro. Ma tant'è, stiamo andando nella direzione opposta.Credo, a mio parere, che la ragione di questa distorsione sta nel fatto che chi ha interesse ad incontrare un ampio consenso, ha compreso che l'arma più potente è la comunicazione, e la utilizza a suo uso e consumo. Progressivamente è venuta meno, un po' dappertutto nell'ambito dei media ufficiali, l'indipendenza di chi scrive e la libertà di dire le cose come stanno. Per interesse, per necessità o per convenienza, la maggior parte dei mezzi di informazione non vede più nella descrizione dei fatti la propria mission, ma piuttosto tende, in maniera chiara o subdola, a veicolare i pensieri e le opinioni di quanti leggono, non lasciando che ognuno si faccia la sua opinione, ma piuttosto sostenendo la propria, manipolando la realtà se necessario. Risulta dunque evidente che, volendo aver chiari i contorni di una qualsiasi vicenda, non è più sufficente leggere un solo giornale o consultare un solo sito. Dovremmo invece confrontare diverse valutazioni, diversi punti di vista per la stessa notizia, facendoci largo tra gossip e notiziuole da bar, che hanno il solo intento di distogliere l'attenzione dai problemi reali. Per fare questo c'è bisogno di una cosa soltanto: il tempo. Dove prenderlo con i ritmi incalzanti della vita moderna? Quale peso può avere per la gente l'informazione, rispetto alla precarietà, alle difficoltà economiche di tutti i giorni, alla prospettiva di un futuro tutt'altro che roseo? Ed ecco che il gioco è fatto, la scelta è disinteressarsi totalmente di quello che accade liquidando il tutto con un "tanto il mondo va così", o ascoltare la tv tra un boccone e l'altro della cena, prendendo per buono tutto quello che ha detto il giornalista di turno, che si chiami Bruno Vespa o Marco Travaglio.Ma dove sta la verità? Ce l'ha ancora un valore?Sullo stesso argomento posto in contemporanea con Semprepazza sul blog Paesaggidell'anima per avere una visione più completa sul tema comunicazione e informazione.