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Le avventure di Mizar 2 - Il ritorno - I parte


Ovvero: la maledizione del cercatore di funghi 
 Ogni foto ha i suoi piccoli retroscena. La passione per la fotografia e la caccia allo scatto spinge, a volte, a cercare qualcosa di diverso dal solito, che si parli di un luogo, di particolari condizioni atmosferiche o di momenti della giornata inusuali. Così può capitare che un'uscita sia allietata da una piacevole passeggiata, o da piccole disavventure. L'uscita dello scorso sabato è tutta da raccontare.
Ha da poco smesso di piovere, ma le previsioni indicano schiarite dopo le 16:00. Un cielo nuvoloso a tratti ed un roseo tramonto autunnale possono fare miracoli, così subito dopo pranzo mi metto in macchina, destinazione: masseria fortificata "Selva Malvezzi", a circa 18 km da Matera, al confine con il territorio del comune di Ginosa (Ta). Piena murgia. Non essendoci mai stato, prima di partire do un'occhiata su google maps e trovo anche le indicazioni per arrivarci:con la strada statale 7; al bivio per Ginosa si prosegue lungo la strada provinciale sino ad una casa cantoniera del Consorzio di Bonifica riconoscibile dal colore azzurrino; si percorre la carrareccia di fronte alla cantoniera, poi una stradina che attraversando la Selva conduce alla masseria, in contrada Serra Malvezzi.
Alla casa cantoniera di azzurrino è rimasto molto poco, ma non essendoci molti edifici su quella strada provinciale è difficile sbagliarsi... quindi dopo essermi sbagliato,
 ed essere tornato indietro, imbocco la carrareccia, una mulattiera stretta e fangosa, invasa dagli arbusti sui due lati, che dopo un saliscendi è sbarrata dal cancello di ingresso della tenuta. C'è un'altra macchina parcheggiata nello spiazzo vicino al muro "mah... sarà un cercatore di funghi, o nel peggiore dei casi un cacciatore". Scendo dalla macchina, prendo l'attrezzatura dal portabagagli e mi avvicino al cancello. Chiuso. "Non sarà certamente un cancello chiuso a fermarmi, non s'è mai visto" (Il cancello no, ma... ) lo scavalco e già da lì intravedo, in una specie di conca (una lama per chiamarla con il proprio nome), la masseria. In linea d'aria non sembra molto lontana, ma la strada per raggiungerla sembra fare un giro più lungo. Apro il cavalletto ed inizio a scattare qualche foto...
...quando sento uno scricchiolio di pietre provenire dal basso, dove la stradina, in discesa, si inoltra nella selva. E' il cercatore di funghi. Un uomo sulla quarantina, il viso un po' scavato ed i capelli lunghi e spettinati a sfiorare le spalle. Indossa jeans scoloriti e una giacca di quelle delle mimetiche dell'esercito. Nella mano destra il sacchetto semivuoto mi fa pensare che non abbia avuto molto successo. Quando lo saluto ha il respiro corto di chi ha affrontato la salita a passo sostenuto.- Salve- Ciao (si ferma e prende fiato)- Funghi?- Uhm... più acqua che funghi veramente. Tu? Fai qualche foto? (sembra già più rilassato di un attimo prima)- Eh si, voglio andare alla masseria a farne qualcuna da vicino- Capisco. Bella eh... Io sto andando via, si sta facendo tardi e l'ultima volta che m'è capitato di essere qui con poca luce mi sono preso un bello spavento...- Si? Cos'è successo?- Mah niente... ero "a funghi" lì, vicino la masseria, e mi ero un po' attardato rispetto al solito. Iniziava a fare buio. D'un tratto sento delle urla provenire dal caseggiato, ma urla disumane, come se strappassero la carne di dosso a qualcuno! - Egghia!
(espressione di stupore materana)- Si! Scappai via, ed una volta tornato a casa segnalai la cosa alla polizia. Da quel giorno non ho più sentito nulla quando sono tornato nei paraggi. Però s'è sparsa la voce, a Ginosa, che si riunisse una setta satanica laggiù.
 Sai come quelli lì, come si chiamavano, le bestie... Io mi guardo bene dal rimanere qui ad una certa ora, infatti quando ho sentito una macchina arrivare (la mia ndr.) mi sono apprestato a ritornare su.- Pensa che un'agenzia a Matera la vende, se vuoi toglierti lo scrupolo... (e sorrido)
- Ah vorrei proprio sapere chi è quel matto che se la compra. Per quanto costerà poi... guarda solo quanta terra c'è attorno! Vabé, io vado, ciao buon proseguimento.- Grazie, anche a te, e buon ritorno.Immersa com'è nella fitta boscaglia scarto subito l'idea di tagliare per dritto, e mi avvio per la stradina sterrata.Intanto ripenso alle parole del cercatore di funghi. Mi viene un po' da ridere, magari era solo un burlone che ha voluto prendersi gioco di me... ma la pulce nell'orecchio me l'ha messa. Mi fermo di nuovo, da qui si vede qualcosa in più. Un po' di zoom e si capisce subito che è abbandonata, e da molto tempo per giunta. C'è una cisterna arrugginita posata a ridosso dell'edificio. Nei suoi pressi muffe ed erbacce invadono buona parte del muro esterno. 
"Di certo non è accogliente come una reggia... speriamo almeno non ci sia il comitato di benvenuto"   
 Rido fra me e me e proseguo.ll bosco si infittisce, ed un po' guardingo cerco il telefonino nelle tasche. "Non si sa mai, meglio tenerlo a portata di mano." Lo apro, prende... per il culo, non c'è una tacca di segnale. Praticamente sono isolato senza anima viva nel raggio di chilometri."Vabé..." Non ci penso e mi rimetto in cammino. Ogni tanto risuona l'eco di qualche sparo, i cacciatori di cinghiali sono all'opera. Intanto la stradina riprende a salire, impedendomi di guardare oltre il leggero pendio. Avrò percorso un chilometro, o anche meno. Arrivo su un pianoro quasi sgombro di alberi, con dei muretti a secco che lo tagliano trasversalmente, ed alla sua estremità, vedo la masseria... (continua...)