Creato da edy.21 il 08/10/2009

E BLOG QUADRI SIA

L'unico animale domestico che ho è il verme solitario.

ULTIMI COMMENTI

Ciauz!
Inviato da: semprepazza
il 30/03/2016 alle 22:28
 
Buon anno! ^__^
Inviato da: semprepazza
il 03/01/2016 alle 21:40
 
allora, bella topolona, come stai?!
Inviato da: bonanza76
il 09/12/2014 alle 23:19
 
bentornata al blogging, ma speriamo che duri! :-)
Inviato da: massimocoppa
il 29/07/2014 alle 13:10
 
Ciao Mamminaaaaaaaaaaaa...AUGURI
Inviato da: maraciccia
il 11/05/2014 alle 20:15
 
 

 

Peggio di così

Post n°240 pubblicato il 02 Luglio 2012 da edy.21

Tre parole per raccontare ciò che mi è successo ieri.
Mentre camminavo, un signore un po' anziano ( non è vero tanto tanto anziano) fa una sputacchiata  per terra. Avrò fatto una faccia un pò schifata o meglio stavo per sboccare e il vecchietto str*** mi ha urlato dietro: "bastarda extracomunitaria ma da dove sei sbarcata vattene dall'italia"
cioè.. IO bastarda extracomunitaria?

PIANGO.

 
 
 

Nacqui

Post n°239 pubblicato il 30 Giugno 2012 da edy.21

 

 

 

 

Me la passavo bene, poi sono nata.

 
 
 

Io, ero

Post n°238 pubblicato il 23 Giugno 2012 da edy.21

Qui

 
 
 

Oui, c'est moi

Post n°237 pubblicato il 18 Giugno 2012 da edy.21

.

 
 
 

L'insostenibile leggerezza dell'assenza

Post n°236 pubblicato il 13 Giugno 2012 da edy.21

Riflettevo, questi giorni, su come la nostra vita sia ormai disperatamente  ”mediata”, filtrata: è tutto un medium, un mezzo che ci avvicina ma che paradossalmente ci separa  dalla realtà: televisioni, telefonini, radioline varie, I mac pod I pad I am? I am. Ne siamo sicuri? Nella ressa scribacchina e condivisoria di facebook,  non siamo più certi di esistere se non siamo in Rete: se stiamo vivendo qualcosa, pensiamo subito: “devo metterlo su facebook!” e quindi filmiamo, fotografiamo, postiamo…L’idea di catturare la realtà dell’esperienza  che stiamo vivendo alla fine ci distoglie dall’esperienza stessa. Terzani diceva che alcuni popoli tribali detestano essere fotografati perchè dicono che “la fotografia ruba l’anima”. E oggi è tutto un fotografare tutto, dai piedi alle salsicce cucinate per cena al cartello visto per strada fino al neo che abbiamo sulla pelle. Tutto diventa una sorta  turismo collettivo, quasi come fossimo replicanti dei giapponesi con la loro eterna passione per lo scatto imbecille, quello che non serve a nulla. E penso al poeta turco Hikmet, che diceva, in una poesia, a suo figlio Mehmet: “Non vivere su questa terra come fossi un turista”.  E poi si condivide, certo, e si contano i “mi piace” e i commenti e allora se ci sono, ecco, ecco, esistiamo, quasi come se ciò avvalorasse l’esperienza, come se servisse la certificazione di un facebook o di un twitter per confermare la vita. E mi chiedo, mi chiedo sul serio: stiamo davvero amplificando le nostre esperienze o le stiamo perdendo? Il presente,  quel meraviglioso “attimo fuggente” che non si ripeterà mai più, unico e irripetibile, vuole un contatto profondo, totalizzante, non vuole essere registrato, filmato, fotografato, schiaffato su youtube. Specie se questo comporta il mediare, appunto, il contatto tra noi e lui, servendoci  selvaggiamente di mezzi e tecnologie. Recentemente ero in una bella chiesa di Palermo, ed ero capitata lì nell’orario della funzione serale: non c’era bisogno di appartenere a nessuna religione specifica per sentire la magia di quelle architetture verticali in cui rimbalzava, con magici echi, la voce scortata dall’organo, che si diffondeva fra gli archi che univano la terra al cielo. E tutti i turisti, invece, a preoccuparsi solo di riprendere tutto con i telefonini, di invadere con i flash (peraltro vietati) trasformando il momento in un Circo tecnologico, un “pigia pigia” “scatta scatta” frenetico .  Ma cosa sarebbe rimasto al di là della memoria catturata? Catturata, appunto. Imprigionata in una rete di flash e di videocamere.

La smania di usare le tecnologie per confermare noi stessi al mondo rischia di renderci orfani di quello stesso mondo che pensiamo di “penetrare”.

Così, viviamo distraendoci continuamente perché ogni cosa diventa un mezzo  per mostrare a noi stessi e agli altri che ci siamo davvero. E no, invece non ci siamo. Non ci siamo per niente. I “momenti di essere” non sono, e non saranno mai, fotografati. Saranno semplicemente vissuti e resteranno nel cuore. Lì, in quel posto, non c’è nessun “Mi piace”, “Non mi piace”. Semplicemente, è.

 
 
 

Un blog per cuccare

Post n°235 pubblicato il 30 Maggio 2012 da edy.21

 Un tipico blogger che si sta eccitando perché un profilo virtuale femminile gli ha detto "ciao "

Il blog per cuccare è uno dei più grandi abbagli di cui sia stato vittima il sesso maschile.
Solitamente nasce quando un maschietto è ridotto allo stadio larvale della cronica mancanza di pelo, decide quindi di utilizzare il suo pc per procacciarsi una donna

L'astuzia di questo uomo è così mostruosa da gareggiare con un lumaca in una gara d'intelligenza: fare un BLOG dove autocelebrarsi così da poter attirare quante più donne (virtuali) la mente di un uomo possa concepire. Affinché il risultato sia garantito il blogger con le fattezze qui sotto raffigurate  dovrà leggermente bleffare sul suo

aspetto, descrivendosi in modo impercettibilmente diverso. Vediamo come:

altezza 1.90

tartaruga, anzi di più, testuggine sull'addome 

pene di estensione pari a una manichetta dei pompieri

cervello alla Einstein nei suoi giorni migliori

baffi alla Stalin


Dopo poco tempo però, visto il protrarsi delle condizioni iniziali senza mutamenti significativi, il creatore di blog per cuccare entra in una crisi depressiva (modello "crollo di Wall Street"), rischiando di suicidarsi a colpi di scopino del cesso.
Se riesce a salvarsi, è solo per l'illuminazione dovuta alla scoperta delle Leggi della Statistica. Una nuova strategia è pronta. Forte delle Leggi della Statistica, il BLOOOOOGGER è pronto per la sua metamorfosi in pirla aspirante chiavatore: creerà allo scopo migliaia di profili su tutte le piattaforme esistenti e in tutte le lingue possibili, al fine di poter abbordare un numero secondo lui sempre maggiore di donne.

Dopo profonde riflessioni sulla natura femminile ne converrà che il modo giusto per penetrare nelle (menti delle) donne non è l'esposizione mediatica di protuberanze corporee, ma bensì il dichiararsi non bisognoso.

Grazie agli astutissimi accorgimenti tattici il malefico conquisterà un numero elevatissimo di donne, in proporzione 1:100.000 rispetto ai suoi blog e profili vari sparsi nel web.

Conquistata così una donna, o almeno l'illusione di averne accalappiata una, si avvicina il momento della concretizzazione. Assai difficile è concretizzare, viste le barriere spazio-temporali che si frappongono tra il creatore del blog e l'ambita preda.
Ma tenacia e perseveranza aiutano, e il nostro baldo sfigato presto attuerà il momento topico dell'incontro dal vivo.

Il creatore di un blog per cuccare, nella sua mente obnubilata dal pensiero del pelo, non ha però considerato che come lui ha inserito informazioni leggermente taroccate, così hanno fatto anche le sue potenziali prede; e così mentre attende di incontrare Messalina travestita da Cicciolina, all'appuntamento gli si parerà davanti un cesso fotonico fasciato in un abito talmente stretto da sembrare un wurstel ancora avvolto nella confezione.

 

Ecco chi si nascondeva dietro il nick

porcellinasuperfiga_87

 
 
 

Coglione

Post n°234 pubblicato il 26 Maggio 2012 da edy.21

I compagni di classe sono come un presepio, non dovrebbero morire mai.Finché ci sono e sono tutti vivi sembra sempre ricreazione, anche quando la scuola è finita da anni.Finché si parla delle carriere  intraprese ed è tutto un forse chissà, siamo tutti ragazzini.

Non vorresti mai googolare qualcuno per sapere come è morto.
Tra una riga e l' altra speri magari di trovarci pure scritto perché.


Perché morire in un modo così stupido e assurdo, davvero un coglione, hai pure votato Berlusconi, però eri buffo, non reggevi mai l' alcol e vomitavi dappertutto, e quella volta che hai saltato la catena davanti alla scuola e sei caduto e ti sei rotto i denti, e la fidanzata immaginaria che ti eri inventato, e quella volta che abbiamo dormito insieme e tu puzzavi di vomito dividere il saccoapelo con te è stato orribile, il tuo Rolex tamarro comprato in Cina col quadrante a diamante. Il giovedì arrivavi a scuola sempre con le guide turistiche dei paesi che avresti voluto visitare. Adesso mi  chiedo dove stavi andando e perché andavi così forte e la musica così alta e perché non hai frenato e la tua squadra di ciclicsti come farà senza il suo capitano e ADESSO CHI LA PORTA LA PIZZA ALLE CENE DI CLASSE?!).


Cosa stavo facendo mentre tu sei morto, forse ero su Internet a cercare la discografia dei Pearl Jam o STAVO COMMENTANDO SU QUALCHE BLOG.


Ho mangiato un sacco di biscotti al cioccolato, ho sonno e non riesco a credere a questa giornata, vorrei prenderla per le spalle e guardarla negli occhi e dirle " Ragioniamo" e convincerla a riavvolgersi e far tornare tutto a posto, mandarti a letto presto che domani si va al mare... sì al mare...

 
 
 

Il paese dei non

Post n°233 pubblicato il 25 Maggio 2012 da edy.21

C' era una volta una Non- persona. Era una Non persona, e NON una persona, perché NON voleva ammettere di avere esigenze, e bisogni da persona.
Era come convinta (era una Non-persona-femmina) di vivere in una specie di film, o meglio, di libro. Nei libri i personaggi sono per te come un libro aperto, per l' appunto. Non hanno angolini bui e tu sai tutto di loro. Lei voleva essere allo stesso tempo lettrice e personaggio, in modo da essere sempre certa di sapere quello che le stava capitando.
Le persone funzionano diversamente. Purtroppo nessuno ha scritto quello che succederà loro (per quanto la Non-persona amasse credere nel destino), e il loro comportamento NON segue le regole dell' unità d'azione o  alcun tipo di coerenza, e spesso sorprendono sé stesse.
Per questi motivi la Non-persona NON voleva essere una persona. Perché era convinta che essere una Non- persona l' avrebbe tutelata dagli imprevisti delle persone, consentendole allo stesso tempo di vivere ogni sorta di avventure.

Un giorno la Non-ragazza (possiamo anche chiamarla così) iniziò una non- storia con un Non-so-chi-sono.
Il Non-so-chi-sono era indeciso se continuare ad essere una persona come era sempre stato, o diventare una Non-persona, come pensava che sarebbe stato tutto più semplice.
Era molto gentile e aveva un grosso uccello e la Non-ragazza e il Non-so-chi-sono si fecere molte scopate, queste per nulla "non", nei posti più assurdi e improponibili.
Sì, perché nella sua vita da persona, il Non-so chi-sono aveva costruito una Storia, con una non- ragazza.
Non parleremo di questo, adesso, perché siamo nel Paese dei Non.

La Non-ragazza e il Non-so-chi-sono portarono avanti la loro Non-storia per qualche mese, e divennero amici. Tra alti e bassi cercarono a turno di interrompere la Non-storia per motivi logisitici ma finivano sempre per tornare sui loro passi.

La Non-ragazza si accorse che qualcosa non andava (era più allenata del Non-so-chi-sono che per quanto dotato in certi ambiti e senz' altro intelligente NON  aveva molto intuito per queste cose).
Il fatto era che il Non-so-chi-sono era ancora sotto l' influenza della sua esistenza da persona, e finiva per comportarsi di conseguenza, inquinando la loro Non-storia, comportandosi come se fosse una Storia.
Le parlava della sua vita e del suo lavoro e la cercava quando era triste e lei iniziò a fare lo stesso.
Iiniziò a comportarsi in modo sempre più strano e il fatto che il non-so-chi-sono non capiva quello che gli succedeva non aiutò la Non-ragazza a recuperare il bandolo della matassa.
Anzi lei era sempre più confusa e si riprometteva sempre di porre fine a quella non-storia:
" Questa non-cosa deve finire, non si può andare avanti così."
Però poi era troppo curiosa di vedere cosa sarebbe successo e non faceva niente.

Un giorno il Non-so-chi-sono venne a trovare la Non-ragazza e le disse che avrebbero passato la serata insieme, e anche la notte, e avrebbero dormito insieme e non avrebbero mai smesso di scopare e si sarebbero svegliati e avrebbero scopato di nuovo.
La Non-ragazza era molto contenta del programma e acconsentì.
Non si rese conto che stavano facendo cose da Storia e NON da Non-storia.
Cose tipo mangiare una pizza assieme e guardare un film e parlare delle rispettive cose delle loro vite.
Lei pensava che bastasse mettersi a scopare furiosamente per tutelarsi da quello che stava succedendo.
Ma NON aveva ragione.

Quello che le stava succedendo era la fatale tentazione di togliere i NON.
Di diventare una Persona, di avere una Storia, di potersi mostrare in pubblico e fare sempre cose da storia.
Senza per questo smettere di scopare, benintesto.

Si addormentarono abbracciati ( lei cercò di soprassedere sul fatto che lui russava come un cinghiale).
Però durante la notte accadde qualcosa di orribile.
Il Non-so-chi-sono cadde in preda ad un terribile attacco di senso di colpa notturna, mentre la Ragazza dormiva.
Al mattino quando lei aprì gli occhi lui era seduto sul bordo del letto con l' espressione di chi si è appena accorto che è finita la carta igienica ma è troppo tardi.
Era più che mai un Non-so-chi-sono, persino i suoi contorni stavano diventando sfocati.

La Ragazza non capiva perchè fare sesso non lo facesse sentire in colpa e dormire assieme sì. O forse un po' lo capiva.
Lo accompagnò alla porta dicendogli di cercare di stare bene  e avere cura di sé.
Chiuse la porta.
Sentiva tutta una serie di non-emozioni dentro. Si disse che era pronta per diventare una donna fatta e finita, però non ora, perché sennò si sarebbe sentita triste.
Si ripromise di ricominciare ad essere una persona non appena fosse passato un intervallo di tempo sufficiente perché potesse considerarsi al sicuro da qualunque emozione fuori luogo in merito a quella non-storia, per cui non era pronta.
Dopo tutto, si disse, è una non-storia, tutto qui.

L' anestesia non è ancora finita, però la Ragazza ha già iniziato a mettere in ordine un po' di cose. spera tanto di riuscire a mantenere i suoi buoni propositi.

Ma quanto è lungo quell' intervallo?!

 
 
 

Ottimi investimenti (ripro_post)

Post n°232 pubblicato il 24 Maggio 2012 da edy.21

 

Il mio bambolo gonfiabile mi tradisce, ho questo sospetto.

sono sempre stata sfortunata con gli uomini. Fino a un po'

di tempo fa, l'unico modo che avevo per conoscere uomini

era farci degli incidenti stradali.

Avevo conosciuto Marco tamponando la sua Mercedes

ferma ad un incrocio. Ci eravamo scambiati i numeri

telefonici e qualche volta eravamo usciti insieme per andare

al bar, e avevamo anche pomiciato un pochetto. Luca

l'avevo conosciuto andando addosso alla sua moto. S'era

spalmato sul cofano della mia utilitaria e aveva sbattuto il

suo delizioso gioiellino di famiglia contro il parabrezza

(che teneri ricordi @_@.) Per togliere i peleti pubici dal

parabrezza avevo azionato il tergicristalli. Ci scambiammo

i numeri, gli porsi le mie scuse, lo accompagnai alle sedute

di terapia riabilitativa. A dire il vero quello che mi faceva un po'

schifo era: infilare la lingua nel buchetto lasciato dall'incisivo

che, aveva perso nella botta, era eccitante e schifosamente

raccapricciante insieme. Mi lasciò per mettersi con la segretaria

del mio assicuratore. Cambiai compagnia assicurativa.

Una volta ero ferma al semaforo, quando mi innamorai perdutamente

di un moro, in piedi alla fermata dell'autobus. Fu un colpo di fulmine.

Partii sgommando e lo investii. ma ci misi troppa foga e il moro

perì.

Per mia fortuna nessuno aveva visto niente, altrimenti avrei dovuto

fare 'na strage.

Presi il corpo del mio amato e lo misi in macchina, era ancora

caldo, e per un attimo pensai di approfittarne, poi mi feci schifo

e rinunciai.

Buttai il suo corpo in un dirupo. Il giorno dopo lessi sul giornale

il nome del moro. Piansi.

Ancora oggi porto dei fiori sulla sua tomba e gli racconto di

quanto mi dispiace di come siano andate le cose fra noi, che

avrei voluto regalargli una vita migliore, insomma stronzate del

genere...

Però da quando il governo ha introdotto la patente a punti

ho smesso d'investire gli uomini e ora mi sento molto

più sola.

 
 
 

Condanne eternit

Post n°231 pubblicato il 14 Maggio 2012 da edy.21

I responsabili della Eternit condannati a 16 anni.

 

 

I dipendenti a pochi mesi.

 
 
 
 
 

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