Perla Nera

Un mondo dove regna sovrana la fantasia e la follia

Creato da xxPerla.Neraxx il 03/11/2010

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Palazzo

Post n°4 pubblicato il 05 Novembre 2010 da xxPerla.Neraxx

La mattina dopo, alle prime luci dell'alba, bussarono alla mia porta... Quando aprì ne rimasi sorpreso. Era Jack.

<Vestiti e vieni con me> Mi disse perentorio. Io non risposti mi vestì in fretta e lo seguì.

Con mia grande sorpresa ci recammo a palazzo e mi fece accomodare in un grande salone, era molto grande e molto lussuoso. Alle pareti in fila c'erano finestre enormi semicoperte da lunghe tende blu che arrivavano sino al pavimento. Il pavimento, anch'esso blu, era tirato a lucido come se ci fosse in programma una festa imminente. Non c'erano mobili, e gli unici oggetti presenti erano due enormi lampadari che scendevano dal soffitto ricoperto di infiniti immagini sacre e dei quadri raffiguranti i ritratti di persone a mio parer nobili. 

Uno in particolare mi colpì. Era una ragazza, una bellissima ragazza dai lunghi capelli dorati fino alla schiena. Poteva avere l'età di 16 o al massimo 17 anni. Indossava un vestito regale che doveva essere di seta, non era sfarzoso, ma le stava a meraviglia. Aveva i tratti del viso dolci. L'unica pecca, e forse la cosa che mi colpì maggiormente, erano gli occhi della donna. Erano di un azzurro intenso, ma sembravano spenti, persino il flebile sorriso che accennava sembrava malinconico. Ne rimasi incantato. Chi era quella ragazza? E perchè Jack mi portò lì? Mille domande affollavano la mia mente e speravo che almeno qualcuna avesse trovato risposta.

<Jason...> Mi voltai di scatto sentendo la voce che avevo udito solo il giorno precedente. Aveva un tono meno perentorio e meno alto, ma la riconobbi all'istante. Appena mi girai vidi un uomo davanti a me. Era giovane, sui 30-35 anni, non poteva essere il signore di Willbur, me lo ero immaginato vecchio e malato stirato sul suo letto senza possibilità di cura. Questo invece potevo dire che era abbastanza aitante, una donna avrebbe detto bello addirittura, e aveva gli stessi identici occhi di ghiaccio della ragazza del ritratto. Il fratello? Il Figlio?

<Signore...> Non riuscì a dire altro. Ero confuso... Mi fece cenno di seguirlo, e lo feci senza esitare. 

Mi portò in una stanza che doveva essere una libreria a giudicare degli enormi scaffali affissi tutto intorno alle pareti. Ma erano semivuoti, pochi libri erano presenti. Non era come il salone. Qui tutto era sui toni del rosso. Nel mezzo della stanza era presente una enorme scrivania antica di legno pesante, e tre poltrone rosse. Dietro la scrivania si apriva l'unica enorme finestra che dava sul retro del palazzo. Mi accorsi che il sole era già sorto e entrava timido in quella stanza.

<Siediti...> 

 

(to be continued)

 

 
 
 
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