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Elkann teme di perdere il controllo della Juventus

Post n°136 pubblicato il 16 Gennaio 2010 da antonio.salentino

Gigi Moncalvo: “Elkann teme di perdere il controllo della Juventus”

Tuttojuve.com ha trascritto integralmente l’intervento del noto giornalista GIGI MONCALVO, sulle frequenze di RADIO ERRE 2, nel corso della popolare trasmissione radiofonica “TUTTI PAZZI PER LA JUVE”, condotta dal nostro redattore Stefano Discreti.

 

Buona sera Moncalvo, benvenuto ai microfoni di “Tutti pazzi per la Juve”.
“Grazie, titolo azzeccato non potrebbe esserci”.

Che ci racconta di bello?
“Io sono abbastanza stupefatto, come immagino tantissimi di voi, da questa notizia della visita di Andrea Agnelli a Vinovo”

Era la domanda più gettonata del pubblico, anche alla luce del tuo libro “I lupi e gli Agnelli”, che tratta appunto “Ombre e misteri della famiglia più potente d’Italia”. Nella settimana di Juventus-Catania, si è rivisto a Vinovo, dopo tre anni, Andrea Agnelli, quasi sottobraccio con il cugino John Elkann. Ha rilasciato queste dichiarazioni: “Io credo nel progetto, credo in questa Juve, poi magari in futuro chissà…”. Tu che ha seguito costantemente le vicende della Famiglia Agnelli, com’è possibile questo riavvicinamento dei cugini? Cosa c’è dietro?
“E’ inspiegabile. O meglio, le spiegazioni possono essere numerose. Proviamo a elencarle. In questo momento si sono rovesciate le cose, cioè John Elkann ha bisogno di Andrea Agnelli. E dopo averlo snobbato, ignorato, calpestato, sopraffatto – soprattutto attraverso Gabetti e Grande Stevens -, per oltre tre anni, a questo punto ha bisogno di lui. Perchè ha bisogno di lui? Perchè tutti noi i tifosi, subito dopo la debacle contro il Bayern Monaco e tutto quello che ne è derivato, abbiamo cominciato ad invocare due nomi, anzi tre: Moggi, Bettega e proprio Andrea Agnelli. Aspettavamo a invocare il quarto, quello di Giraudo, perchè c’era quell’appuntamento giudiziario del 14 dicembre, con quella sentenza incredibile, che è stata subito strumentalizzata e usata da “La 7″ in quella vergognosa trasmissione”.

Hai avuto la sfortuna anche tu di vederla…
“No, l’ho registrata e quindi ho avuto modo di vederla con più calma dopo aver letto commenti e tutto il resto. Ho letto il pezzo su Libero del nostro comandante, cioè del nostro direttore Luciano Moggi, e ha perfettamente ragione. Quello che mi è sembrato più vomitevole è stata la telefonata di Sposini. Sposini ha telefonato dicendo: “Io a Moggi gli ho stretto qualche volta per caso la mano, ben prima di sapere che fosse il capo della cupola”. Per un giornalista è gravissimo dare delle sentenze prima che ci siano quelle dei tribunali: non solo la prima, ma la terza, quella di Cassazione. E Moggi gli ha risposto molto chiaramente: ‘Che strano, ricordo quando Sposini era ospite dell’aereo della Juventus, con il mio benestare. E se ne stava tre giorni – come per esempio per la partita Arsenal-Juventus -, a Londra, tutto spesato dalla società e all’epoca non aveva tante riserve, tante pruderie nei miei confronti’”.

Credo che la cosa peggiore che abbiano fatto in quella trasmissione, sia stata quella di presentare in studio una platea di giornalisti abbastanza contrari a Calciopoli, ma non hanno permesso loro – a Beha, a Mughini, ad esempio -, di sviscerare nessun discorso. Piroso è riuscito a piazzare due telefonate in mezzo, quella di Della Valle, che non vedo cosa c’entrasse, e quella di Sposini, che hanno spezzato ogni tipo di ragionamento degli ospiti in studio.
“Sì, ma quelle due telefonate non credo fossero state concordate. I due, secondo me, hanno telefonato proprio vedendo la trasmissione. Sono entrati in diretta e quindi si sono appropriati della scaletta del programma, portando via del tempo e facendo sembrare che la trasmissione fosse seguitissima e suscitasse chissà quale scompiglio. La telefonata di Sposini non c’entrava completamente nulla con questa cosa. C’entravano altre cose. Perchè hanno ignorato la testimonianza del guardalinee Coppola? Perchè hanno ignorato la deposizione di Carraro a Napoli, che si è svolta proprio in quel giorno? Quelle erano due cose fresche da dare, da far vedere, due testimonianze importanti. Il fatto è che quel programma era già pronto, aspettavano la sentenza di Giraudo. E avrebbero dato comunque quel programma, sempre con quel taglio lì. Se Giraudo fosse stato riconosciuto innocente e non avesse avuto quella condanna, ricordiamo di primo grado, avrebbero usato quel filmato per dimostrare… ‘ma che sentenza a Napoli? Ma che vergogna? Nonostante tutte queste prove’. Ma la cosa più vergognosa sono i filmati dati dai carabinieri e dalla magistratura. Non c’è niente di male che Moggi si sia commossa durante l’interrogatorio”.

Ha visto i Carabinieri come sono stati ringraziati alla fine? Il maggiore Auricchio presentato come lo Sherlock Holmes dell’Arma dei Carabinieri. Un uomo che ha dovuto ammettere in un processo che si frequentava assiduamente con l’ex direttore sportivo della Roma e che ha delle accuse alle spalle abbastanza pesanti. E’ stato qualcosa di veramente agghiacciante.
“Andate a vedere una cosa su internet, è molto semplice ed è un passaggio che viene sempre dimenticato. Cercate il braccio destro di Borrelli, cioè l’uomo che doveva compiere le indagini, chiamiamole così, ai tempi di Calciopoli. Se ricordate, il professor Guido Rossi nominò Borrelli, capo dell’Ufficio Indagini, ma naturalmente non era Borrelli che andava a fare le indagini, si serviva di un colonnello della Guardia di Finanza, Maurizio D’Andrea, al quale si era già affidato ai tempi di tangentopoli. E tal Maurizio D’Andrea, quando è finita quella cosiddetta inchiesta, che cosa è andato a fare secondo voi? Si è dimesso dalla Guardia di Finanza ed è stato assunto da Telecom Italia – andate a vedere su internet -, come uno dei massimi dirigenti che si deve occupare della intelligence, cioè dello spionaggio interno ed esterno di Telecom. Lui deve riferire solo al presidente. Pensate un po’! Quello che ha condotto per conto di Borrelli e Guido Rossi la cosiddetta inchiesta di Calciopoli si è addirittura dimesso dalla Guardia di Finanza per andare a lavorare nell’organigramma di Telecom Italia. Lo trovate al numero tre o al numero quattro, come capo dello spionaggio. Ha preso il posto di Tavaroli, pensate un po’. Sono tutti senza ritegno, senza ritegno! E naturalmente “La7″, che è di proprietà di Telecom Media, non ne ha parlato di questo particolare”.

Il fatto che non abbiano parlato di quello che sta venendo fuori dal processo di Napoli è veramente agghiacciante. Hanno nascosto delle testimonianze pesantissime e non capisco come si faccia a dire di voler fare informazione.
“Sì, ma prendiamo anche la Rai. Ve la ricordate quella trasmissione che si chiamava ‘Un giorno in Pretura’? Vi ricordate quando filmarono e fecero vedere per ore tutte le sentenze del processo sul doping? Vi ricordate poi come l’hanno sintetizzato? Dicendo che la Juve aveva avuto la prescrizione, che non era vero che era stata assolta ecc.. Ecco, dove sono finite le telecamere di ‘Un giorno in Pretura’? Non sarebbero da utilizzare anche al processo di Napoli, giorno per giorno, per avere un documento visivo, importante, da tenere in archivio, che possa dimostrare a tutti che cosa hanno combinato?”

Dottor Moncalvo, ma i giornali non ne parlano. Non parlano di tante cose che accadono nel processo di Napoli. Se non fosse per Radio Radicale, non si saprebbe nulla o quasi.
“La deposizione del guardalinee Coppola non l’avremmo mai saputa se non ci fosse stata Radio Radicale”.

Sì, ci sono stati trafiletti sui giornali, in mezzo agli annunci delle massaggiatrici.
“Certo, certo. Pensate, la Rai non fa servizio pubblico. Radio Radicale fa servizio pubblico, perchè consente di avere un archivio, una nastroteca che durerà negli anni e che consentirà di attingere alle voci reali di quel processo, alle testimonianze e tutto il resto.
Ma torniamo ad Andrea Agnelli. Adesso, dicevo, è John che ha bisogno di Andrea. Ne ha bisogno per la Juventus, ma soprattutto ne ha bisogno per buttare un po’ di fumo a tutti quelli che come noi sono pazzi per la Juve”.

Ma perchè Andrea, a questo punto, si presta?
“Ecco, questa è la domanda fondamentale. Secondo alcune indiscrezioni, il giorno prima di andare all’allenamento a Vinovo, Andrea è andato in sede alla Juventus e si è incontrato per un paio d’ore con Blanc. E la scuola di pensiero più diffusa dice che hanno pregato Andrea affinchè tornasse. Ricordiamo che Andrea non riceveva neanche più gli inviti e i biglietti per le partite, nè lui e nè sua madre. Lui sono tre anni che non vede una partita della Juve. L’unica alla quale ha assistito negli ultimi tempi, è stata la partita d’addio di Pavel Nedved. Questo per dirvi che classe e che stile ha il signor John Elkann nei confronti del cugino. In questo lungo colloquio con Blanc, io non so che cosa Andrea Agnelli abbia chiesto o gli sia stato proposto. So solo che secondo me ha fatto un gravissimo errore, quello di andare a togliere le castagne dal fuoco a John. Perchè? Perchè c’è una partita col Catania, ci sono tre settimane di sosta e ad Andrea bastava rimanere seduto sulla riva del fiume e tutti noi lo avremmo portato da Torino a Londra con i cavalli bianchi, la carrozza ed un tappeto rosso. Così ha perso qualche punto. C’è qualche analista finanziario che sta facendo i conti di quello che sta succedendo a Torino. Non dimentichiamoci che Andrea e sua madre hanno il 10% dell’accomandita Giovanni Agnelli, che è una delle cassaforti di famiglia. Il 30% è nelle mani di John e il resto è suddiviso tra tutti gli altri parenti. Il 30% di John, insieme al 10% di Andrea, costituirebbe uno zoccolo duro che consentirebbe con un altro 10,1% di ottenere la maggioranza e il controllo. Perchè John, che fino a poco tempo fa era molto saldo, teme di perdere il controllo dell’accomandita di famiglia? Perchè siamo vicini ad una sentenza molto importante, un’altra di quelle di cui i giornali non parlano mai; ed è il processo che riguarda Gabetti e Grande Stevens, per il cosiddetto “equity swap”, vale a dire ciò che è stato nascosto alla Borsa e agli azionisti in una gigantesca operazione finanziaria che ha fruttato oltre 480 milioni di profitto in un colpo solo”.

Il tuo libro parla di queste cose. Dove e come si può comprare?
“Il libro si può comprare in libreria a 19 euro. Oppure si può comprare su internet e lì vi arriva nel giro di due giorni, con uno sconto di 2,70 euro. Sono quasi 500 pagine”.

E noi su questo libro possiamo trovare tutte queste belle notizie….
“Esatto, capirete perchè Andrea è stato stoppato e non è stato riconosciuto a lui, figlio di Umberto e figlio di Allegra, veramente appassionati tifosi juventini, il diritto – come chiedevamo Giraudo e Moggi – di entrare nel Consiglio di Amministrazione e di avere un ruolo importante. Andrea è colpevole o era colpevole addirittura di essere l’unico maschio in vita che si chiama Agnelli”.

Una battuta sulla Juve. Ripartiremo dai giovani?
“Io lo spero, se ce ne saranno ancora di giovani. Vedete, tutti dicono, Ciro Ferrara è un allenatore alle prime armi, ma anche Leonardo è un allenatore alle prime armi. Lui però ha una società vera alle spalle. Nella Juventus, contrariamente a quanto accade nell’Inter, nel Milan, nello stesso Napoli, manca l’identificazione tra colui che firma l’assegno e ripiana i debiti e colui che comanda. Se negli spogliatoi del Napoli si presenta De Laurentiis e dice a Donadoni, fuori dalle scatole, e dice a Marino fuori dalle scatole, può farlo e tutta la squadra in silenzio si mette sugli attenti. Se Moratti o Berlusconi decidono di fare questo, lo possono fare. Da noi, chi è che entrando negli spogliatoi mette tutti sugli attenti e ha la credibilità per poter prendere queste decisioni? Nessuno”.

(redazione www.tuttojuve.com)

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