Creato da giovannaferrari_1988 il 06/10/2014
 

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La scoperta di nuovi vettori per la terapia genica

Post n°4 pubblicato il 08 Novembre 2014 da giovannaferrari_1988

È stata pubblicata di recente su Angewandte Chemie International edition e ripresa in Nature highlights nel numero di novembre di Nature Chemistry la ricerca sullo sviluppo di nuovi nanovettori per terapia genica. Lo studio è frutto di una collaborazione internazionale consolidata che coinvolge, oltre al laboratorio MOSE dell'Università di Trieste, un team intercontinentale che include la Francia, gli Stati Uniti, e la Cina.

I cosiddetti small-interfering RNAs (ovvero piccoli RNA di interferenza o siRNA) sono frammenti di RNA a doppio filamento che possiedono eccellenti attività terapeutiche in campo antivirale o antitumorale, silenziando l'espressione di geni specifici che presiedono all'insorgenza e allo sviluppo di importanti patologie umane. Purtroppo, i siRNA come tali non possono essere usati quali agenti terapeutici in quanto vengono immediatamente riconosciuti dal sistema immunitario come materiale esogeno e, come tali, distrutti. Inoltre, qualora riuscissero a giungere indenni alle cellule bersaglio, essendo molecole ad alta densità di carica negativa, il loro passaggio attraverso la membrana cellulare, anch'essa a polarità negativa, risulterebbe fortemente sfavorevole. Di conseguenza, per essere impiegati efficacemente in terapia, i siRNA richiedono un meccanismo a effetto stealth, ovvero un sistema nanovettore che li protegga lungo il viaggio verso il tessuto/organo obbiettivo e che, una volta raggiunto, li aiuti a penetrare all'interno delle cellule per poter esplicare la loro azione biologica. Tra i nanovettori utilizzabili allo scopo, in questo lavoro è stato messo a punto un sistema "metamorfico" costituito da molecole dendrimeriche autoassemblanti che in assenza dei frammenti di acido nucleico danno origine a strutture di tipo vescicolare (battezzate dendrimerisomi) con dimensioni attorno ai 200 nm ma, una volta in presenza dei siRNA, spontaneamente si trasformano in piccole micelle sferiche del diametro di 6-7 nm, che ottimizzano sia l'effetto protettivo sia quello di trasporto e rilascio dei siRNA.

«Questo nanovettore è stato preparato e proposto per la prima volta dal nostro team», dichiara la Prof.ssa Pricl «e la sua efficacia è stata dapprima testata con grande successo su diverse linee cellulari tumorali, risultato non scontato in quanto la fase di uptake cellulare e di rilascio rappresentano dei fattori fortemente limitanti e spesso dipendenti dalla linea cellulare. I risultati più importanti della ricerca, tuttavia», aggiunge Sabrina Pricl «consistono nel fatto che tali "nanovettori camaleontici" sono particolarmente efficaci nel veicolare i siRNA sia a cellule primarie che a cellule staminali ma anche, e soprattutto, sono indiscutibilmente efficaci in vivo, come testimoniato dalla drastica riduzione della crescita tumorale in modelli murini. Da ultimo, e non per questo di minore importanza, tutti i test eseguiti hanno dimostrato l'assoluta sicurezza e l'assenza di tossicità da parte di questi nanovettori».

Conclude la ricercatrice: «Tutte queste proprietà dei nuovi nanovettori per RNA di interferenza, assieme alla loro semplice formulazione, aprono nuove speranze per un processo di trasporto e rilascio di siRNA efficiente e sicuro a livello terapeutico».

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Commenti al Post:
aldo.giornoa64
aldo.giornoa64 il 08/11/14 alle 23:37 via WEB
CIAO GIOVANNA, COMPLIMENTI PER IL POST. UN BUON PROSEGUIMENTO DI SERATA ED UN ABBRACCIO ALDO.
 
 
giovannaferrari_1988
giovannaferrari_1988 il 16/11/14 alle 17:55 via WEB
Grazie Aldo, sempre troppo gentile.
 
aldo.giornoa64
aldo.giornoa64 il 09/11/14 alle 23:40 via WEB
CIAO GIOVANNA, ANCHE SE HO GIA' COMMENTATO QUESTO POST. TI AUGURO, UNA SERENA NOTTE ED UN CARO ABBRACCIO ALDO.
 
aldo.giornoa64
aldo.giornoa64 il 10/11/14 alle 17:22 via WEB
CIAO GIOVANNA, QUESTO E' LA 3a; VOLTA CHE COMMENTO IL TUO POST. UN BUON INIZIO SETTIMANA ED UN ABBRACCIO ALDO.
 
sannicola_78
sannicola_78 il 14/11/14 alle 18:46 via WEB
Visto che nel post si parla di RNA, propongo un breve sunto sulla funzione generalmente svolta dagli acidi nucleici. L'informazione genetica è codificata nella sequenza di nucleotidi presenti nelle molecole di DNA e queste, a loro volta, determinano la sequenza degli amminoacidi nelle molecole proteiche. Gli esperimenti di Beadle e Tatum sui mutanti di Neurosposra crassa dimostrarono che i geni sono in grado d'influenzare la produzione di specifiche molecole proteiche. Come risultato di questi esperimenti, essi formularono l'assioma <<un gene - un enzima>>, in seguito modificato in <<un gene - un polipeptide>>. Studi sull'emoglobina di cellule normali e falciformi dimostrarono che una variazione di un singolo amminoacido di una catena polipeptidica può causare un cambiamento rilevante nella funzione della proteina risultante. Il modo in cui il DNA è tradotto in proteine è stato chiarito dettagliatamente. L'informazione è trascritta da un filamento del DNA (filamento stampo) in un lungo filamento singolo di RNA (acido ribonucleico). Questo tipo di RNA è detto RNA messaggero, o mRNA. L'enzima RNA-polimerasi catalizza il processo di trascrizione. Questo mRNA è sintetizzato in direzione da 5' a 3' (questi numeri rappresentano la posizione degli atomi di carbonio nella molecola dello zucchero pentoso) seguendo il principio dell'appaiamento tra le basi suggerito per la prima volta da Watson e Crick. Inoltre, è complementare al filamento stampo del DNA. Ogni serie di tre nucleotidi della molecola di mRNA forma il codone per un certo amminoacido. Il codice genetico è ora decifrato, cioè si conosce quale amminoacido corrisponde a un dato codone del mRNA. Delle 64 possibili combinazioni di triplette del codice nucleotidico a quattro lettere (le quattro basi azotate: Adenina, Guanina, Citosina, Uracile che nel DNA è sostituito dalla Timina), 61 combinazioni sono state messe in relazione con uno dei 20 amminoacidi che costituiscono le molecole proteiche. Le altre tre triplette servono come segnali d'arresto, che fanno terminare la sintesi proteica. Il codice è universale: cioè è lo stesso in tutti gli esseri viventi. La sintesi proteica, o traduzione, avviene sui ribosomi. Ogni ribosoma è formato da due subunità, una grossa e una piccola, ognuna costituita da specifici RNA ribosomiali (rRNA) e da molecole proteiche. Nella sintesi proteica è necessario anche un altro tipo di molecole di RNA, il tRNA o RNA di trasporto, che ha forma di trifoglio. Queste piccole molecole possono portare su un'estremità un amminoacido e hanno una tripletta di basi azotate, il cosiddetto anticodone, sul "braccio" centrale dell'estremità opposta della molecola. Durante la sintesi, il tRNA funziona da adattatore mettendo in corrispondenza ciascun codone dell'mRNA col relativo amminoacido; esiste almeno un tipo di tRNA per ciascun tipo di amminoacido presente nella cellula. Gli enzimi amminoacil tRNA-sintetasi catalizzano il legame tra amminoacido e tRNA. In Escherichia coli e in altri procarioti, anche se l'estremità 3' del mRMA è ancora in trascrizione, i ribosomi si attaccano sull'estremità 5'; nel punto in cui il filamento del mRNA è in contatto col ribosoma, il tRNA si lega temporaneamente al filamento di mRNA. Questo legame avviene grazie all'appaiamento delle basi complementari tra il codone del mRNA e l'anticodone del tRNA. Ogni molecola di tRNA trasporta l'amminoacido specifico relativo al codone del mRNA al quale si attacca. In questo modo, in base alla sequenza dettata inizialmente dal DNA, le unità di amminoacidi vengono allineate una dopo l'altra e, man mano che si trasformano i legami peptidici, vengono assemblate in una catena polipeptidica.
 
 
giovannaferrari_1988
giovannaferrari_1988 il 16/11/14 alle 17:54 via WEB
Caro Giovanni, hai fatto bene a proporre in maniera sintetica, ma efficace le modalità con cui avviene la sintesi proteica, evidenziando la funzione degli RNA.
 
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