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Riparte LHC, per la fisica si apre una nuova era

Post n°15 pubblicato il 25 Marzo 2015 da giovannaferrari_1988

Aver scoperto il bosone di Higgs ed essere la macchina più complessa costruita dagli esseri umani, sono le due ragioni per cui oggi il Large Hadron Collider (LHC), l'acceleratore di particelle del CERN di Ginevra, è famoso in tutto il mondo, anche presso i non addetti ai lavori. Presto però le cose potrebbero cambiare ulteriormente. Dopo uno stop di due anni dovuto a miglioramenti tecnici, a fine marzo è prevista la ripresa delle attività dell'acceleratore, che nei prossimi tre anni potrebbe aprire una fase nuova nella fisica delle particelle elementari, già a partire da fine maggio prossimo, quando inizieranno le collisioni tra protoni utili a fini di ricerca.

Le premesse ci sono tutte: dopo la riaccensione, una volta a regime LHC raggiungerà un'energia di collisione di 13 TeV (teraelettronvolt, mille miliardi di elettronvolt), un valore doppio rispetto a quello che ha portato alla scoperta del bosone di Higgs con gli esperimenti ATLAS e CMS, annunciata il 4 luglio 2012. E proprio sull'Higgs saranno concentrate le maggiori attenzioni dei fisici del CERN. Disporre di più elevate energie per collisioni tra protoni significa aumentare in modo considerevole la probabilità di generare e rilevare il bosone, e di conseguenza di misurarne con maggiore precisione la massa e il tasso di decadimento. Queste misure a loro volta permetteranno di verificare se ci sono discrepanze tra i valori misurati e quelli previsti dal modello standard, la teoria che attualmente descrive meglio il comportamento delle particelle fondamentali e di tre delle quattro forze fondamentali che agiscono nell'universo.

La scoperta del bosone di Higgs e la misurazione della sua massa in circa 126 GeV (gigaelettronvolt) hanno rappresentato una conferma della correttezza del modello standard, ma altre teorie si sono spinte oltre, ipotizzando una nuova classe di particelle "esotiche" che sfuggirebbero a qualunque rilevazione perché non risentono dell'interazione elettromagnetica, ma solo di quella gravitazionale. Potrebbero forse essere queste particelle a costituire una parte consistente della materia oscura dell'universo, invisibile agli strumenti degli osservatori astronomici, ma indispensabile per far quadrare i conti della dinamica su larga scala delle galassie e degli ammassi di galassie. LHC, grazie all'esperimento LHCb, potrebbe fornire qualche indizio su queste nuove particelle e il bosone di Higgs farebbe da ponte verso questo territorio inesplorato.

Un altro grande capitolo di verifiche sperimentali possibili con LHC è quello delle teorie supersimmetriche, elaborate per estendere il modello standard. Queste teorie prevedono che per ogni particella del modello standard esista un partner supersimmetrico con proprietà definite da principi fisici generali.

Nella lista degli obiettivi di LHC ci sono infine alcune questioni fondamentali della fisica, che riguardano la natura dell'interazione gravitazionale, l'asimmetria materia-antimateria e i primi istanti dell'universo. Nel primo caso, la questione è assai complessa, ma può essere formulata con una domanda molto semplice: perché la forza gravitazionale è così debole rispetto alle altre tre forze fondamentali, cioè la forza elettromagnetica, quella debole e quella forte? Alcune teorie hanno dato una risposta ipotizzando l'esistenza di dimensioni extra alle scale dimensionali più piccole che è possibile concepire. Una delle manifestazioni di queste extra-dimensioni sarebbe la presenza di nuove versioni delle particelle esistenti, più pesanti di quelle che conosciamo: sarà compito di LHC verificare che esistano.

Per quanto concerne l'antimateria, uno dei programmi specifici di LHC riguarderà proprio la produzione di antiparticelle e lo studio delle loro proprietà. Lo scopo è capire perché nell'universo attuale la materia ordinaria sia così preponderante rispetto all'antimateria, nonostante che siano state create in pari quantità con il big bang.

Le teorie indicano inoltre che pochi milionesimi di secondo dopo il big bang, l'universo era riempito dal cosiddetto plasma quark-gluonico, una "zuppa" di quark, i costituenti fondamentali della materia, e di gluoni, le particelle che fanno da "collante" tra quark. In quegli istanti, nel giovanissimo universo la temperatura era troppo elevata per permettere a quark e gluoni di formare protoni e neutroni. Uno dei compiti di LHC, e in particolare dell'esperimento ALICE, sarà ricreare e studiare il plasma quark-gluonico e chiarire così i punti ancora oscuri del modello che descrive i primi istanti del cosmo.

 

 

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Commenti al Post:
vescovado
vescovado il 25/03/15 alle 19:10 via WEB
Sono state individuate quattro forze o interazioni fondamentali: l'interazione gravitazionale, l'interazione elettromagnetica, l'interazione nucleare debole e l'interazione nucleare forte. Per energie dell'ordine dei 100 GeV la forza elettromagnetica e la forza debole si presentano come un'unica interazione, definita elettrodebole. Secondo il Modello standard le interazioni avvengono attraverso lo scambio di una o più particelle mediatrici chiamate bosoni di gauge. I bosoni di gauge sono bosoni vettori, ovvero hanno spin = 1, eccetto il gravitone, non ancora dimostrato sperimentalmente, che dovrebbe avere spin = 2. L'interazione forte ha come mediatore il gluone, l'elettromagnetica il fotone, l'interazione debole i bosoni W e Z e l'interazione gravitazionale il gravitone. Nel 1873, Maxwell per la prima volta riconosce che due forze della natura apparentemente diverse, la forza magnetica e la forza elettrica, sono in realtà manifestazioni della stessa interazione fondamentale. Il capolavoro di Maxwell è la formulazione delle 4 equazioni (oggi note appunto come equazioni di Maxwell) che descrivono in maniera unitaria e completa tutti i fenomeni elettromagnetici. Allo stesso modo nel XX secolo si è scoperto che anche l'interazione elettromagnetica e la forza nucleare debole erano due manifestazioni di un'unica interazione, che prese il nome di interazione elettro-debole. Allo stato attuale delle ricerche, esiste una teoria, nota come Modello standard, che descrive in modo unitario l'interazione nucleare forte e l'interazione elettro-debole, anche se l'unificazione della interazione forte non è ancora completa. Il grande obiettivo della fisica teorica contemporanea è ora quello di integrare l'interazione gravitazionale con le altre, ossia la Relatività Generale con il Modello Standard. Secondo le moderne teorie di unificazione (ad esempio, la teoria delle stringhe), ad alti livelli energetici (e quindi ad alte temperature) le quattro forze fondamentali si fondono in una sola. Queste condizioni di energia elevata sono proprio previste per i primi istanti dell'Universo: quando questo aveva un'età minore di 10 alla meno 43 secondi, le quattro interazioni non erano distinte tra di loro. Con il diminuire della densità, la forza di gravità si separò dalle altre tre. Dopo 10 alla meno 35 secondi tutte le quattro forze erano separate. Il raggio d'azione e l'intensità sono i due tratti più caratteristici di ciascuna interazione. Semplificando, il raggio d'azione di un'interazione può essere pensato come la distanza massima alla quale essa è influente. Anche l'interazione elettromagnetica ha raggio d'azione infinito, mentre interazione forte ed interazione debole hanno raggi d'azione finiti (e particolarmente piccoli, se raffrontati con le scale umane). L'intensità fornisce una misura dei rapporti di forza tra le interazioni di diversa natura.
 
 
giovannaferrari_1988
giovannaferrari_1988 il 25/03/15 alle 21:38 via WEB
Buono il cenno, Claudia.
 
 
bepaapranz
bepaapranz il 26/03/15 alle 22:58 via WEB
Tutto molto chiaro ma mi spieghi anche la teoria delle stringhe che mi pare tratta di dimensioni nascoste che Einstein considerava "meschine"...
 
   
giovannaferrari_1988
giovannaferrari_1988 il 27/03/15 alle 23:16 via WEB
Nello spazio di un commento non si può affrontare un argomento complesso quale la teoria delle stringhe o delle superstringhe. Einstein introdusse la quarta dimensione alle tre tradizionali e con la sua relatività generale tentò di proporre una teoria unificante, mancando però l'obiettivo. La relatività generale è risultata in buona sostanza un'ottima teoria gravitazionale. L'unificazione cui Einstein lavorò nella seconda parte della sua vita di scienziato richiede però, per raggiungere l'obiettivo, di aumentare notevolmente il numero delle dimensioni. Nel caso della teoria delle stringhe, vi sono evidenze secondo cui lo spazio-tempo richiede 10, 11 o addirittura 26 dimensioni. La nostra mente trova difficile "visualizzare" queste nuove dimensioni perché noi possiamo muoverci soltanto in uno spazio a tre dimensioni. Un metodo per superare questo limite è quello di non tentare di visualizzare le dimensioni aggiuntive, bensì di pensare ad esse come numeri addizionali nelle equazioni che caratterizzano la teoria.
 
     
bepaapranz
bepaapranz il 28/03/15 alle 14:28 via WEB
E come pensi si possano avere violazioni della simmetria di Lorentz?
 
bepaapranz
bepaapranz il 28/03/15 alle 14:30 via WEB
A tutto oggi la teoria unificante sulla fisica non c'è...
 
giovannaferrari_1988
giovannaferrari_1988 il 28/03/15 alle 15:53 via WEB
Ma scusami, vuoi interrogarmi? I commenti servono a dire qualcosa di propositivo non ad indagare la preparazione del gestore del blog!
 
 
giovannaferrari_1988
giovannaferrari_1988 il 28/03/15 alle 16:10 via WEB
Studiati la "Teoria M" che rappresenta, come "teoria del tutto" l'evoluzione di quella delle Stringhe.
 
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