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Socrate: "So di non sapere"
 

 

« DELLA DIGNITÀ DEL MORIRE...

Perche' oggi si parla della "dignita' del morire"

Post n°2 pubblicato il 07 Luglio 2009 da salottodeibuoni
 

Mi permetto di un rapido inserimento per commentare dal mio punto di vista e da una visione forse meno contemporanea, ma sicuramente correttamente storica, un argomento cosi' in auge in questi giorni ma in realta' strettamente correlato a valori fino a poco tempo fa, inesistenti. Tutto nasce dalla coscenza da parte dell'uomo di una correlazione non piu' umana e istintiva tra vita, corpo, malattia, possibilita' di cura, definizione di possibilita' di accanimento in terapia, sostanza reale determinata dalla conoscenza nei confronti di una possibilita' di intervento su cio' che sino a pochi decenni addietro, era fantascentifico immaginare. Il concetto di morte, fino alla fine del xx° secolo era strettamente collegato all'aspetto fatalistico religioso, per una approssimativa, anche se in fase evolutiva che diviene inarrestabile nel nostro contemporaneo, possibilita' medico scentifica di arrestare e soprattutto conoscere l'entita' del male. Niente era possibile per combattere una epidemia di peste, la vita media dell'uomo era strettamente proporzionale alla casistica del tempo, non era possibile la concezione "umana e profonda" del concetto di vita. La vita, in quanto tale, non aveva l'importanza che oggi fa' scrivere contro o a favore di decisioni che muovono le "coscenze" piu' o meno illuminate del nostro tempo. L'uomo, oggi, sperimenta su se stesso la possibilita' della immortalita' prima ostaggio della chiesa come ricatto del potere temporale sull'unica certezza consentita all'essere umano: la morte. Ma in tutto cio', il clero continua nella sua opera demolitrice a suo favore esprimendo autorita' per controbattere la coscenza autonoma dell'uomo, il combattimento difficile ma non impossibile contro l'ineluttabile celeste, quel desiderio anche per i non credenti di avvicinarsi ad un ipotetico Dio sinonimo di perfezione ed umanita'. Di chi e' la vita? Di chi l'ha soffiata in un corpo inerme attraverso le narici come iconograficamente ci e' stato tramandato, o e' propria di chi la deve affrontare ed avere la possibilita' di scegliere quando e come interromperla? La risposta e' e rimane nella nuova coscenza dell'uomo che finalmente si sta' riappropiando di cio' che per secoli gli e' stato levato: la possibilita' di scegliere senza inferni di rimando lasciando alla chiesa il potere politico ed economico, ma non il potere sulla vita.  

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