La Scuola di Atene

sono approdato a questo blog cercando una soluzione al problema che mi spaventa avendo visto atroci sofferenze di malati terminali..."come si aiutano i parti difficili (ed è ritenuta pratica giusta), così si dovrebbe aiutare a morire in modo dignitoso(ammesso che esita)quando non esiste speranza di guarigione."

La vita e' un percorso in discesa...veloce o lento a seconda di come decidiamo di usare il nostro corpo,ma in tutti i casi senza ombra di speranza di poterlo mantenere integro ed invariatamente funzionale....l'unico modo per non pensare alla morte od al tipo di morte che potrebbe toccarci, e' l'intensita' continua nel vivere pienamente la terrenita' di noi stessi. Chi si pone il problema del dopo, cozza contro le incertezze che creano pensiero e levano energie non facendo affrontare totalmente le proprie esperienze...come si morira' e' una domanda che non mi pongo mai...rido vivendo la giornata ridendo anche della mia eventuale morte..

Interessante il progetto di questo blog!finalmente si può discutere seriamente di un tema che tocca tutti noi,prima o poi.mi auguro di cuore di morire nel sonno,senza accorgermene.e pur non essendo credente,spero che dopo la morte ci sia qualcosa...non mi piace pensare che tutto quello che ci siamo costruiti,che abbiamo imparato vada a puttane dopo la morte...forse sono solo un'illusa...a parole è facile parlare di eutanasia,dire che quando si soffre troppo,si vuol poter decidere di cessare la propria vita,ma poi quando si è in quel momento della decisione...si fa di tutto per rimanere attaccati alla vita...si nasce nel dolore...si viene al mondo con il pianto per il trauma causato dall'uscita del grembo materno,perchè non si può morire almeno con il sorriso?