Creato da gualtiero123 il 08/10/2006

Le tre caravelle

La filosofia del nodo

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Premessa. Un po di teoria spicciola

Post n°70 pubblicato il 10 Settembre 2007 da gualtiero123
 

Una caratteristica generale dei nodi per ami a paletta è quella di essere dei nodi d'avvolgimento, in quanto si avvolgono intorno al gambo dell'amo e vengono ultimati applicando una trazione al dormiente.

Non voglio dire che sono nodi a stringere, infatti il nodo a otto non lo è. Ma bensì voglio dire che, come i nodi a cappio, anche i nodi per gli ami a paletta "SCORRONO" lungo il gambo dell'amo e si appoggiano contro la paletta.

Altra caratteristica che si abbina alla precedente: tutti questi nodi per ami a paletta sono costituiti da una, due o più spire che avvolgono il gambo, e queste spire vanno strette prima di mettere in trazione il dormiente.

Quando si lega un amo, rimane sempre un capo libero che va tagliato a un millimetro e mezzo o due millimetri, ricordiamo che questo spuntone può fungere da tallone per ritenere l'esca. Oppure con esche grandi si può lasciare lungo il capo libero ed utilizzarlo per rinforzare ulteriormente la legatura. 

 
 
 

Classe dei nodi a otto

Post n°69 pubblicato il 04 Settembre 2007 da gualtiero123
 
Foto di gualtiero123

Dividerò per comodità di espressione i nodi da pesca in classi di difficoltà, a mio giudizio naturalmente, salvo facendo che ciò che si sa è sempre più facile di ciò che non si destreggia ancora.

Una prima classe, che è il primo modo in cui mi è stato insegnato a legare gli ami piccoli, preparando già l'intreccio ed infilando poi il gambo dell'amo a paletta direttamente nel nodo, è costituita dai nodi a otto, chiamati così per la loro caratteristica forma ad otto che assumono quando li si inizia a serrare.

In base a quante spire, o volte, realizziamo intorno al dormiente si utilizzerà per ami piccolissimi, medi o grandi. E' importante affiancare il gambo dell'amo al filo seguendo a ritroso il percorso del capo libero, cioè del passante. Si assuca lubrificando e stringendo prima il nodo, poi facendo scivolare le spire ad appoggiarsi alla paletta, tirando all'unisono l'amo ed il bracciolo del terminale.

 
 
 

Carissimi grandi novità per chi ci segue.

Post n°68 pubblicato il 03 Settembre 2007 da gualtiero123
 

Durante l'estate abbiamo cercato di pescare qualche pesce, abbiamo conosciuto alcuni pescatori tra i più bravi riconosciuti al mondo, cioè i pescatori calabresi dello stretto. Ma anche a detta loro, non c'è più il pesce di una volta. Quando bastava fare una pozzanghera sul bagnasciuga, perchè il mare la riempisse di pesciolini.

Dell'attività estiva però archiviamo alcuni nuovi nodi: per legare lenze, terminali, Rapala, e inneschi vari. Cambiano i ductus, il modo di assucare il naylon segue regole diverse rispetto alle cime delle manovre, ma anche qui per divertirci abbiamo cercato di vedere oltre l'intreccio. Tra i più usati abbiamo i vari nodi d'avvolgimento, i nodi UNI, i nodi a otto per ami a paletta, i nodi a otto costruiti per adattarli all'amo a occhiello, a scendere, a salire, nodi combinati per esche vive, il nodo Rapala inventato dalla omonima fabbrica di artificiali. Naturalmente sapere fare un nodo da pesca senza valutarne la bontà, la resistenza, e la facilità ed appropriatezza di applicazione, non servirebbe a niente, perciò parleremo anche delle prove di carico sulle lenze.

 
 
 

Chi mi aiuta?

Post n°67 pubblicato il 10 Agosto 2007 da gualtiero123
 
Tag: Pesca

Visto che ho praticamente terminato l'elenco dei nodi da raccontare, quei nodi da chiaccherata, e visto che sto studiando come si possa trarre beneficio da tutta questa materia, vi chiedo di volere partecipare ad ampliare il tutto con ogni tipo di settore in cui si usano i nodi, dal tessile, al nodo dei bottoni, ai nodi da pesca, ai nodi da imballaggio, ai nodi usati nella cucina, nella salumeria, ai nodi usati in pasticceria.

Io sto imparando delle versioni articolate di nodi marini, che sono quelli che tengono ma sono facili da smontare, e devo dire che, pur con diverse articolazioni appunto, grazie alla base di quanto ho scritto e descritto in questo blog, mi sento  capace di valutare e realizzare anche i nodi più complessi. Ed apprezzarne la creatività e l'uso.

Per esempio in pesca si usano poco i nodi a gassa, ma si fa' un grande uso del capuccino, del francescano, dell'inglese, addirittura del nodo semplice e raddoppiandolo, non usati come nodi di arresto, ma bensì realizzandoli sulla cima a doppino, cioè creando uno scorsoio sul dormiente.

In questo caso il loro nome diventa nodo UNI; un modo di incappellare con corda doppiata, lo si ritrova su certi nodi per ami ad occhiello; alcune legature, di cui per altro non ho mai parlato, servono a fissare degli ami per pesca grossa, per tonni ecc.

Sulle lenze, settore in cui non ho trovato grandi novità in termini di ductus o intreccio, anche perchè la lenza troppo intrecciata si spezza, invece ho apprezzato il perfezionamento del momento di assucatura, cioè di stringere il nodo, che si divide in almeno tre fasi che voglio illustrarvi qui.

Prima si fa il nodo, poi lo si inizia a stringere per dargli forma, poi lo si deve lubrificare con la saliva, e quindi si può infine assucarlo bene, usualmente prima dal corrente e poi dal corpo di lenza. Altrimenti, saltando uno di questi passi, si rischia di avere le spire sovrapposte, che si taglieranno le une con le altre, oppure di slabbrare e sfibrare il monofilo, senza ottenere una stretta valida, e quindi lenza rovinata e perdita di attrezzo.

Ciao. Sono al mare con le chiappe chiare.

 
 
 

Vedo alcuni nomi conosciuti.

Post n°66 pubblicato il 08 Agosto 2007 da gualtiero123

Vedo che alcune persone tornano a vedere il mio blog. Forse si sono fidelizzati e questo mi riempie di gioia. Però proprio questi non mi scrivono niente e questo è un po' meno gratificante.

A tutti buone vacanze e ricordarsi che la vacanza è uno stato mentale, io cerco di starci tutto l'anno, come riusciva una mia carissima amica che ormai vive in altri luoghi e con  altre facce.

 
 
 

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