L'onorevole Gasparri come molti del suo partito, ha nei giorni scorsi blaterato di difesa della Vita (e scriviamolo pure maiuscolo, perchè Gasparri, uomo minuscolo, preferisce le maiuscole, come molti personaggi infimi del Centro-destra che si riempiono la bocca appunto di parole gigantesche).
E' opportuno notare che anche quando l'argomento cambia, l'onorevole Gasparri è incapace di emettere frasi coerenti perchè il suo registro è appunto quello della ciarla incontrollata e sfacciata attraverso una triste telecamera compiacente.
Guardarlo, sentirlo, mi regala quasi un dolore fisico e la sua ossessionante presenza mediatica è la cruda dimostrazione dello stato dell'informazione anzi dello stato culturale di questo Stivale bucato.
Con quei suoi occhi distanziati e la bava alla bocca e il greve accento sembra che voglia parodiare Neri Marcorè (oramai non c'è più scarto tra politica e satira, credo che ve ne siate accorti, ormai quel gap e non solo quello è stato colmato).
Non è più il fatto che a governare ci sia un nano affarista e manipolatore che mi sconforta, non è il suo avanspettacolo da cummenda nè il suo harem di zoccole o ministre succhiacazzi, è invece piuttosto dovermi sorbire le bestie acefale e coglionissime della sua corte ciò che mi getta nella più nera disperazione.
Guardare i volti, ascoltare le voci dei suoi leccapiedi, dei suoi gorilla che sarebbero volgari anche nella descrizione di una rosa, è una tortura degna di Torquemada e in questo branco di mentecatti rifulge appunto l'onorevole Gasparri che da mesi, a reti unificate si potrebbe dire, pontifica su ogni possibile argomento non esclusa come si è
purtroppo visto, la difesa della Vita, parola roboante che nella sua bocca bavosa risulta oltretutto incongrua, perchè l'onorevole Gasparri è in realtà un morto che cammina, uno zombie che certo genera inquinamento acustico e visivo, ma resta appunto qualcosa di morto pur nel disturbo che riesce a provocare.
Così risulta un buffo paradosso che uno zombie parli della Vita se questa è appunto qualcosa che non gli appartiene o al massimo, volendo proprio essere generosi, gli appartiene ma ad uno stadio larvale, come d'altronde capita a molti guitti del Teatro Italia.
Così per liberare chi è costretto a sentirlo o a vederlo, per liberare lui stesso dal curioso stato in cui si trova, propongo come nei vecchi film di Romero o nelle tavole di Dylan Dog, di sparargli il classico colpo alla testa: non credo che il benemerito cecchino dovrà preoccuparsi di aver commesso un assassinio, perchè assassino, caro cardinal Ruini, è chi uccide un uomo.
Inviato da: elf_8
il 17/04/2010 alle 01:19
Inviato da: fata_dibosco
il 17/04/2010 alle 01:09
Inviato da: buknowski
il 05/04/2010 alle 06:06
Inviato da: ladymiss00
il 04/04/2010 alle 10:26
Inviato da: ellafurospia
il 22/03/2010 alle 10:27