La Luna Argentata
Moon of finest silver wane, take with you bad luck and bane. As you fade into the night. Bring new hope back in sight.
Dice un proverbio arabo che ogni parola, prima di essere pronunciata, dovrebbe passare da tre porte. Sull'arco della prima porta dovrebbe esserci scritto: "E' vera?" Sulla seconda campeggiare la domanda: "E' necessaria ?"Sulla terza essere scolpita l'ultima richiesta: "E' gentile ?" Una parola giusta può superare le tre barriere e raggiungere il destinatario con il suo significato piccolo o grande. Nel mondo di oggi, dove le parole inutili si sprecano, occorrerebbero cento porte, molte delle quali rimarrebbero sicuramente chiuse.
Romano Battaglia
S: Prima hai accennato un credo che cos'è?
E: Nulla è reale tutto è lecito...
S: E' al quanto cinico.
E: Lo sarebbe se fosse una dottrina,ma è soltanto un'osservazione della natura della
realtà, dire che nulla è reale significa comprendere che le fondamenta della società sono
fragili e che dobbiamo essere pastori della nostra stessa civiltà, dire che tutto è lecito
invece significa capire che siamo noi gli architetti delle nostre azioni e che dobbiamo
convivere con le loro conseguenze sia gloriose sia tragiche.
L'oscurità aveva rapito i suoi occhi
rendendo libero il suo Spirito
fermo il suo braccio
limpida la sua mente..
Ma sopprattutto..
Lo aveva reso capace di vedere le colpe dell'Uomo..
Osservò dalla scogliera il fratello uccidere il fratello
i soldati violentare le donne e bruciare i raccolti..
Chiuse gli occhi e pregò gli Dei di far cessare tutta quella distruzione..
Quando li riaprì, intorno a Lui vi era il silenzio, non più grida di guerra..
Non più odore di campi incendiati..
Non più clamore di spade..
L'Uomo non era stato in grado di riconoscere la magia intorno a se ed era stato punito..
Solo quando esso sarà in grado di comprendere,
l'antico ordine sarà ristabilito..
Il Drago tornerà a infiammare..
Il Falco a librare libero nell'aria..
L'Orso farà sentire la sua forza..
Il Cervo a calpestare i boschi..
Ma soprattutto il Lupo..
Tornerà a guidare il suo popolo..
Quel giorno il Cavaliere riacquisterà la luce dei suoi occhi..
Fenicenera1968
...Dentro il cerchio della tavola,
sotto la sacra spada,
un cavaliere deve giurare di
obbedire al codice che è senza fine,
senza fine come la tavola,
un anello legato all'onore.
Un cavaliere è votato al coraggio,
il suo cuore conosce solo la virtù,
la sua spada difende gli inermi,
la sua forza sostiene i deboli,
la sue parole dicono solo la verità,
la sua ira abbatte i malvagi.
Il giusto non può morire,
se un uomo ancora ricorda,
le parole non sono dimenticate,
se una voce le pronuncia chiare,
il codice per sempre riluce,
se un cuore lo conserva splendemente...
(GIURAMENTO DI UN CAVALIERE)
"Ricordare la Legge del Tre dovrai,
ché tre volte nel male
e tre volte nel bene ritroverai.
Tutto puoi fare ma mai del male
dovrai arrecare"
Tredici sono le mète della strega.
Un solo filo racchiude e le lega.
Un solo cerchio le va a limitare.
Concentrati adesso e stai ad ascoltare:
Conosci te stessa per prima cosa
Comprendi l'Arte fin qui misteriosa
Sii disponibile ad imparare
Con molta saggezza usa il sapere
Il comportamento sia equilibrato
Ed il tuo parlare sia ben ordinato
E pure in buon ordine tieni il pensiero
Festaggia la vita con cuore sincero
Mangia più sano e correggi il respiro
Esercita il corpo con attenzione
Abitua la mente alla meditazione
Un'ultima mèta hai da osservare
La Dea e il Dio devi onorare.
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Heinrich Cornelius Agrippa von Nettesheim (Colonia 1486 - Grenoble 1535), famoso alchimista, medico, mago, astrologo, teologo e filosofo tedesco, nacque il 14 Settembre dalla ricca e nobile famiglia Von Nettesheim. Originariamente il suo nome era Heinrich Cornelis, ma egli decise di latinizzare Cornelis in Cornelius e di aggiungere il nome Agrippa in onore del fondatore romano della città di Colonia (la Colonia Agrippina dell'impero romano). Nel 1499, a soli 13 anni, Agrippa di Nettesheim si iscrisse nella facoltà di arti all'università di Colonia, ottenendone il relativo baccalaureato nel 1502. Nel 1506 entrò al servizio dell'imperatore Massimiliano d'Asburgo (1493-1519) come segretario della corte. Sempre nel 1506 si recò a studiare a Parigi, dove fondò una confraternita segreta per la pratica delle scienze occulte e in seguito (1507-1508) viaggiò in Spagna (a Barcellona e nelle isole Baleari). Nel 1509 iniziò a tenere delle lezioni sul De verbo mirifico di Johannes Reuchlin all'università di Dole in Francia, ma fu costretto a lasciare la città nel 1510, dopo essere stato pubblicamente accusato di eresia, a causa dei suoi insegnamenti eterodossi, da parte di Jean Catilenet, capo dell'ordine dei Francescani della Borgogna. In quel frangente Agrippa fu provvidenzialmente mandato da Massimiliano I in missione in Inghilterra, presso re Enrico VIII (1509-1547), il quale venne convinto da Agrippa ad allearsi con l'imperatore nella Lega Santa contro Luigi XII di Francia (1498-1515). In Inghilterra Agrippa riuscì a completare la stesura del suo De occulta philosophia, nel quale iniziò ad accostarsi alla Cabbala, molto probabilmente in seguito all'influenza di famosi studiosi quali l'abate Johannes Tritemius (Heidenberg) di Sponheim (1462-1516), abate del monastero di St. Jakob, presso Würzburg, presso il quale Agrippa aveva risieduto per qualche mese. Nel 1511 il poliedrico Agrippa intraprese la carriera militare entrando nell'esercito dell'imperatore Massimiliano I d'Asburgo, dove si distinse combattendo per la Lega di Cambrai (Spagnoli e Asburgici) contro la Repubblica di Venezia e guadagnandosi in breve tempo i gradi di Capitano: fu successivamente nominato Cavaliere per atti di coraggio. Sempre nel 1511 partecipò in qualità di teologo al sinodo di Pisa, convocato da nove cardinali, appoggiati da Luigi XII di Francia in aperto conflitto con Papa Giulio II (1503-1513), ma ciò costò ad Agrippa una scomunica, comminata peraltro a tutti i partecipanti del sinodo da parte di Giulio II. Tuttavia tale condanna gli fu poi condonata dal successivo pontefice Leone X (1513-1521) suo fervente ammiratore. Dal 1512 Agrippa iniziò a insegnare all'università di Pavia, dove nel 1515 istituì un’accademia per lo studio delle scienze occulte, tenendo delle lezioni su Ermete Trismegisto, e dove trovò perfino il tempo per laurearsi in legge e medicina. Nel 1518-1519 si distinse come avvocato e oratore a Metz, in Francia, dove si scontrò con l'Inquisizione per aver preso le difese di presunte streghe. Sempre a Metz si mise in luce difendendo con successo Jacques Le Fèvre d'Etaples, ma in seguito a ciò fu costretto ad emigrare in Svizzera. Qui, dal 1521 al 1523 praticò l'arte medica e la sua fama gli permise, nel 1524, di diventare a Lione medico personale di Luisa di Savoia, madre del Francesco I re di Francia (1515-1547). Tuttavia poco dopo cadde in disgrazia e perse i favori della Regina Madre per essersi rifiutato di compilarle un oroscopo. Comunque, a permettere nel 1528 ad Agrippa di risiedere in Anversa (dove si guadagnò la fama di medico miracoloso), di pubblicare le sue opere e di riprendere i suoi esperimenti di alchimia, fu un'altra grande protettrice, Margherita d'Asburgo, figlia dell'imperatore Massimiliano I e artefice, assieme alla già citata Luisa di Savoia, della pace di Cambrai del 1529, detta appunto delle Due Dame. Nel 1530 Agrippa scrisse il suo De incertitudine et vanitate scientiarum et artium, e pubblicò il De occulta philosophia, con i quali si alienò i favori degli accademici dell'università Sorbona di Parigi, i quali gli fecero una guerra spietata, riuscendo persino a farlo imprigionare. A questo si aggiunse oltretutto un crescente atteggiamento ostile da parte dell'imperatore Carlo V, soprattutto dopo la morte nel 1530 della protettrice di Agrippa, Margherita d'Asburgo. Agrippa fu infine attaccato dai monaci di Lovanio, per le sua denuncia contro la venerazione dei santi e delle reliquie e per il suo ostinato richiamo a un ritorno alla lettura delle Sacre Scritture originarie. Nel 1533, Carlo V, istigato dai Domenicani, condannò Agrippa a morte (pena che fu solo successivamente commutata in una condanna all'esilio) per eresia, ma questi fuggì in Francia. Qui egli fu incarcerato, non si sa se per debiti o per lo sgarbo fatto alla madre del re Francesco I, ma in seguito fu fatto liberare da alcuni amici. Si recò quindi a Lione, dove però non giunse mai perché morì povero in canna a Grenoble il 18 Febbraio 1535 mentre era ospite di un importante cittadino della città francese. Dopo la sua morte, si moltiplicarono le leggende più fantastiche a testimonianza del grande alone di mistero e magia che circondò questo studioso il quale ebbe fra l'altro una grande influenza su un altro famoso studioso eterodosso di qualche anno dopo: Giordano Bruno (Nola 1548-Roma 1600). Agrippa fu un dotto esponente della scuola magico-astrologica. Egli credeva che l'universo fosse un essere vivente dotato di un corpo e di un'anima. Il corpo, a sua volta, era formato di quattro elementi: terra, aria, fuoco e sangue, che concorrevano a formare gli oggetti. Poiché secondo Agrippa gli oggetti erano dotati di poteri occulti, attraverso la magia era possibile dominare la natura. Tuttavia per comprendere l'universo in pieno, per Agrippa erano comunque sempre necessari la fede ed il misticismo. (da www.eresie.it)
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