Ilmiolatosinistro

Gli addii sono belli solo per chi non li conosce.

FAVOLA   PASTICCIATA   CON   PIUME

(Embarullar / Disordinare)

Serata magica girando il mondo,

c’è pollicina che guarda i rettangoli di cielo,

affreschi fra i palazzi antichi,

e l’orco la tiene per mano sorridendo.

Ma è anche il gigante di Wilde,

veramente è anche il suo principe,

poi arriva Biancaneve e scopre i nani

strani che dormono per terra e che

offrono sesso ai bordi delle strade,

silenziosi camminano per le vie addormentate.

C’è anche il gatto con gli stivali ma si fa

fatti suoi piuttosto importanti,

poi cappuccetto rosso attraversa boschi di cemento

tenendo accanto a se un lupo piuttosto affamato,

e si mangiano insieme la nonna dentro una salsa

verdolina e appena aspra.

Il cacciatore intanto caccia farfalle immaginarie,

matrigne mangiano bambini appesi ai pc,

sesso, sesso virtuale per i ragazzi, please,

giocattoli persi trovano giardini di piume

soffici per i ragazzi orfani del Libano.

C’è Alice, doppia figlia dell’amore,

sale e scende sulla città,

passando da minime avventure a massime

risate sopra New York e Berlusconi,

vedendola,

scopre finalmente la paura nera.

C’è un cigno ma dorme vicino al cespuglio,

c’è Corto Maltese e scruta l’orizzonte

baciando il suo marine lontano.

C’è Lupo Alberto e Marta, sono

venuti a cena all’hotel Columbus,

rigatoni e risotto ai calamari per due.

C’è la vispa Teresa e Johnny Stecchino,

c’è Diana, un’investigatrice, privatissima,

scritta in un racconto breve e chiusa spesso in un pc

portatile.

C’è Zorro, Venerdì e Robinson,

c’è Napo, orso capo e Silvestro gatto,

quel paraculo di Titti, pure lui c’è.

Ma a rimetter tutto in ordine arriva Nick Carter,

chiama Cenerentola, una nuova che non perde scarpe,

perde però ombrelli, e se li perde volentieri se non piove,

lei da un’occhiata a tutto e prende

un calesse moderno a 16 pistoni,

li spara per le strade,

li porta dove cavolo le pare poi,

esterrefatta per il tempo passato velocemente,

grida che è ora di spegnere le luci.

Cala un sipario color sole giallo

sulla città ancora addormentata

e fra i sogni dei bambini, uno,

verissimo di notturne espansioni,

finisce tra le braccia del mattino,

finisce appeso a quattro occhi.