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UN VULCANICO PAPA!

Post n°473 pubblicato il 22 Novembre 2006 da fra.gas
 
Foto di fra.gas

immagine  «Non un atto magisteriale, solo espressione della mia ricerca personale»
Il libro del Papa: «Potete contraddirmi»
Si intitola «Gesù di Nazareth.immagine Dal Battesimo alla Trasfigurazione»,
sarà stampato da Rizzoli nella prossima primavera 
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CITTÀ DEL VATICANO - Benedetto XVI ha terminato di scrivere il suo libro da Gesù Cristo. Si intitola «Gesù di Nazareth. Dal Battesimo alla Trasfigurazione» ed è una sorta di summa teologica sulla figura di Cristo. L'annuncio dell'uscita del primo dei due volumi dell'opera, che sarà stampata dalla Rizzoli nella prossima primavera, è stato dato dalla sala stampa vaticana.immagine
«POTETE CONTRADDIRMI» - «Questo libro non è assolutamente un atto magisteriale, ma è unicamente espressione della mia ricerca personale del volto del Signore. Perciò ognuno è libero di contraddirmi», ha reso noto Benedetto XVI. Nella prefazione Joseph Ratzinger chiarisce che l'opera non è da ritenersi vincolante dal punto di vista del magistero. «Chiedo solo ai lettori e alle lettrici quell'anticipo di simpatia senza la quale non c'è alcuna comprensione».
GRANDE PRIVILEGIO -immagine «Che la nostra casa editrice sia stata scelta per la pubblicazione del libro di Benedetto XVI è motivo di forte orgoglio», ha affermato Piergaetano Marchetti, Presidente RCS MediaGroup. «E’ infatti un grande onore per il Gruppo, da sempre impegnato in un’editoria attenta alle esigenze culturali e spirituali dei lettori, poter ancora una volta essere parte attiva nella diffusione a livello mondiale di un'opera dal messaggio così importante». L'uscita del primo libro da Papa di Joseph Ratzinger è stata annunciata come «un grande privilegio» anche da Giulio Lattanzi, amministratore delegato della Rizzoli: «Ringrazio gli amici della Libreria editrice vaticana - ha detto - e avverto tutta la responsabilità che ne deriva e che ci impegniamo a onorare nel migliore dei modi».
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FREE CONDOM

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Lo ha chiesto Benedetto XVI, 
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 preoccupato per la diffusione dell'Aids
immagine  Dalla Chiesa un dossier sul preservativo
Il "ministero" vaticano della Salute ha ultimato uno studio con le indicazioni sull'uso del condom, ora al vaglio del Sant'Uffizio
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CITTÀ DEL VATICANO - E' pronto il «manuale» della Chiesa con le indicazioni sull'uso del preservativo. Non è ancora certo se e quando il documento verrà pubblicato - e tanto meno se esso confermerà il «no» al profilattico o se introdurrà qualche elemento di permissività (all'interno di una coppia di coniugi, di cui uno sieropositivo), ma è ormai sicuro che il Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute ha terminato il suo studio scientifico e teologico-morale sull'utilizzo del condom. Lo ha annunciato il presidente del dicastero vaticano,immagine cardinale Javier Lozano Barragan, durante la conferenza stampa per presentare la conferenza internazionale sugli «Aspetti pastorali della cura delle malattie infettive». immagine

SCIENZIATI E TEOLOGI - Il dossier del «ministero» vaticano della sanità, realizzato su indicazione di Benedetto XVI e redatto con l'ausilio sia di scienziati che di teologi, è stato inoltrato per competenza alla Congregazione della Dottrina della Fede, l'ex Sant'Uffizio. «Il nostro dicastero non ha competenze dottrinali, ma solo pastorali», ha spiegato Barragan. Il tema dell'uso del preservativo, in particolare in relazione alla prevenzione del contagio da Aids,immagine «è un punto che preoccupa molto Benedetto XVI - ha sottolineato il cardinale -. Lui mi ha chiesto di condurre su tale tema un dialogo con la Congregazione per la Dottrina della Fede. Seguendo il suo desiderio, abbiamo compiuto uno studio accurato sul preservativo tanto dal punto di vista scientifico quanto dal punto di vista morale, e abbiamo consegnato il nostro studio -immagine più di cento pagine, anzi quasi 200 - alla Dottrina per la Fede, che lo sta esaminando. E speriamo che il Santo Padre dica quello che sia più conveniente su questo argomento».

FUNZIONE ANTI-AIDS -immagine Se poi la Chiesa debba dare effettivamente una risposta, e come debba essere tale risposta, Barragan ha detto di non saperlo. «Penso - ha però avvertito - che nessuna risposta della Chiesa debba essere tale da favorire il libertinaggio sessuale. Questo lo dobbiamo sapere chiaramente».
Inquietanti, ancora oggi, le cifre sulla diffusione del virus Hiv nel mondo, con 40 milioni di persone infettate, 8.000 morti al giorno e un trend tutt'altro che in diminuzione: tanto che anche recentemente autorevoli uomini di Chiesa -immagine si pensi ai cardinali Carlo Maria Martini,immagine il belga Godfried Danneels,immagine lo svizzero Georges Cottier, ex teologo della Casa Pontificia,immagine l'inglese Cormac Murphy ÒConnor o immagine il vescovo sudafricano Kevin Dowling - hanno guardato all'uso del condom come al «male minore», se esso impedisce il contagio mortale dell'Hiv, fermo restando che per la Chiesa la via migliore rimane la castità.

PRECEDENTI APERTURE - Per sostenere che l'uso del condom può non rappresentare un peccato,immagine Martini aveva affermato nell'aprile scorso in un articolo sull'Espresso che «lo sposo affetto dall'Aids è obbligato a proteggere l'altro partner e questi pure deve potersi proteggere». Due mesi prima Danneels,immagine altra voce dialogante in tema di morale sessuale, aveva spiegato che «se permette la protezione della vita il preservativo non ha un rilievo solo sessuale. Se un uomo malato di Aids obbliga una donna ad avere relazioni sessuali, lei deve poter imporre il preservativo, altrimenti si aggiunge un altro peccato, l'omicidio». «Nella parte scientifica dello studio siamo stati esaustivi - ha spiegato oggi Barragan - e i dati sono di grandissima qualità.immagine Per quanto riguarda poi l'aspetto teologico-morale abbiamo un arcobaleno enorme di posizioni, da quelle più rigorose ad altre più comprensive». Come propria opinione personale, il cardinale Barragan ha voluto ricordare il punto 30 dell'esortazione apostolica «Familiaris consortio», emanata da Giovanni Paolo II nel novembre 1981:immagine «Dice - ha spiegato - che ogni atto coniugale deve essere aperto alla vita. E come dicevano i miei maestri antichi, "intelligenti pauca", a buon intenditor poche parole».
immagineUna parte dei messaggi sarebbe stata nascosta per ragioni diplomatiche
Fatima, c'è un «quarto segreto» da rivelare
Nel suo nuovo libro Antonio Socci rettifica le accuse di dietrologia che lui stesso aveva mosso in passato: solo parziali i testi svelati
Quando suor Lucia, la veggente di Fatima,

Suor Lucia, ultima testimone di Fatima, è morta nel 2005 (Ansa)morì nel monastero di Coimbra, il 13 febbraio 2005, la sua cella fu subito sigillata. La religiosa aveva scritto molto e si sapeva che teneva un diario che aveva mostrato solo al suo confessore. Meglio, dunque, chiudere quella porta ed evitare dispersione di documenti prima di un sopralluogo delle autorità ecclesiali.

Suor Lucia, ultima testimone di Fatima, è morta nel 2005 (Ansa)
La pubblicazione della notizia non piacque ad Antonio Socci,immagine che accusò di «dietrologia», di ricerca di scoop inesistenti, coloro che la pubblicarono, convinto che tutto ciò che c'era da sapere su Fatima fosse ormai di dominio pubblico. Per lui, non c'era più alcun «segreto», dopo la dichiarazione del cardinal Sodano, il 13 maggio del 2000, e dopo la pubblicazione del testo manoscritto, con un commento del prefetto dell'ex Sant'Uffizio, il 26 giugno dello stesso anno. Ma, poi, il giornalista e scrittore toscano ha cambiato parere e pubblica ora un libro, in uscita domani («Il quarto segreto di Fatima», Rizzoli, pp. 252, e 17), che inizia ritrattando, con indubbia onestà, la convinzione che ogni parola pronunciata dalla Apparsa nel 1917 sia stata ormai rivelata dalla Chiesa. Dopo avere respinto la pubblicistica, soprattutto di parte lefebvriana o sedevacantista, che sospettava il Vaticano di non avere svelato i veri contenuti del messaggio, Socci ha deciso di esaminare le ragioni di chi diffidava. E ha finito per convincersi che qualcosa di molto importante ci è stato celato.

Jacinta, Francisco e Lucia, i tre pastorelli che hanno assistito all'apparizione della Madonna di Fatima nel 1917 (Reuters)

Jacinta, Francisco e Lucia, i tre pastorelli che hanno assistito all'apparizione della Madonna di Fatima nel 1917 (Reuters)
In sintesi, la sua tesi è che la parte rivelata del segreto (quella del «vescovo vestito di bianco» che cade ucciso «da fucilate e frecce») sia autentica, ma costituisca solo un frammento. Nella sua interezza, il messaggio conterrebbe parole terribili sulla crisi della fede, sul tradimento di parte della gerarchia, sugli eventi catastrofici che attenderebbero la Chiesa e, con essa, l'umanità intera.immagine Giovanni XXIII e Paolo VI — sia per scetticismo, sia per non fornire argomenti ai critici del Concilio immagine— avrebbero impedito la pubblicazione del testo. immagine Giovanni Paolo II e il suo braccio destro teologico,immagine Ratzinger, sarebbero stati bloccati dal rifiuto dei predecessori e dalla indisponibilità di gran parte dell'episcopato alla «consacrazione» della Russia chiesta dalla Vergine. Così, nel 2000 si sarebbe fatto ricorso a un escamotage: rivelare una sola parte del testo, facendo credere per giunta che si riferiva al passato.

immagine

 Gli altri contenuti sarebbero stati svelati «non esplicitamente bensì implicitamente», in omelie, discorsi, documenti di Papa Wojtyla e del prefetto della Fede. Che chi poteva intendere, intendesse.
Che dire di simili ipotesi? Per aiutare a capire, vorremmo dare una testimonianza che va al di là della dimensione personale, ma coinvolge in pieno inchieste come questa di Socci. Succede infatti che, da molti anni, innumerevoli pubblicazioni, in molte lingue, si dedicano all'esegesi delle parole su Fatima pronunciate nel 1984 da Joseph Ratzinger (che, a mia precisa domanda, disse di avere letto il terzo segreto) e da Giovanni Paolo II dieci anni dopo. In entrambi i casi, quelle parole sono state pronunciate nelle interviste raccolte e pubblicate dal cronista che qui scrive. Anche Antonio Socci dà largo spazio all'analisi, spinta sino alle minuzie, di «Rapporto sulla fede» e di «Varcare la soglia della Speranza». Giunge ad esempio sino a trarre conseguenze importanti da un «dunque» che appariva nella sintesi dell'intervista a Ratzinger che anticipai sul mensile «Jesus» e che non apparve nel libro che uscì alcuni mesi dopo. In altre occasioni, disquisisce sulle possibili letture di un aggettivo o sulla intonazione di una frase. immagine
Ma anche i riferimenti a Fatima sparsi nel colloquio con Giovanni Paolo II sono scrutati con la lente, per individuarvi eventuali significati sottaciuti, quasi in codice. Come dicevo, una simile esegesi di quei libri è stata (ed è tuttora) praticata da molti, nel mondo intero, talvolta con un accanimento maniacale. Colgo, dunque, l'occasione permettere in guardia da simili analisi, che non sono giustificate dalla genesi di quelle interviste, soprattutto quella con il futuro Benedetto XVI.
«Rapporto sulla fede» nacque da oltre venti ore di registrazione. Mi fu data, poi, ogni libertà redazionale; con il solo, ovvio impegno, di sottoporre al cardinale il manoscritto che avrei ricavato dal lunghissimo colloquio. Il testo fu approvato senza quasi ritocchi, così come erano stati approvati dallo stesso interessato i preannunci su «Jesus». Il prefetto della Fede volle presentare di persona il libro in una tumultuosa conferenza stampa e volle, bontà sua, ringraziarmi pubblicamente per la «fedeltà» con cui avevo riferito il suo pensiero. Una «fedeltà», però, che non mi aveva impedito di impastare con energia il voluminoso materiale, dandogli forma in uno schema, anche con aggiunte e ritocchi tratti da pubblicazioni e documenti precedenti del cardinale. Un editing in profondità, dunque, il cui risultato peraltro soddisfece il mio interlocutore, che in quelle pagine disse sempre, in ogni sede, di riconoscersi.
Qualcosa del genere, anche se in modo più discreto, avvenne per il libro con Giovanni Paolo II. Il quale rispose alle mie 35 domande scrivendo a mano, in polacco. Il manoscritto mi fu consegnato in una traduzione italiana con tali limiti che mi occorse un paio di mesi per dargli una forma passabile, talvolta chiedendo lumi all'autore, avendo come intermediario il portavoce Navarro Valls.immagine Pure qui, dunque, ha avuto il suo posto (e non solo sulla forma letteraria) un editing robusto, anche se il risultato finale — ancora una volta — fu approvato senza riserve, al punto che Papa Wojtyla a lungo regalò copie del libro ai suoi ospiti e lo citò con convinzione in sue pubblicazioni successive.
immagineChe Socci, dunque, e tutti gli altri indagatori dei rapporti tra gerarchia e Fatima ne siano finalmente consapevoli: nelle loro ricostruzioni, molte delle fonti — a cominciare dalle due, giudicate da essi essenziali, di Ratzinger e di Wojtyla — appartengono a un genere letterario dove l'esegesi letteralista non è ammissibile. E dove un sostantivo, un aggettivo, un avverbio risalgono spesso a scelte del redattore e non del protagonista, anche se questo ha poi approvato. Improbabile, dunque, magari ingannevole — seppure in ottima fede — la certosina fatica di Socci? Deliramenta, i suoi, come appaiono anche a lui certi estremismi dei «fatimiti»? No, non ci pare che sia così. Pur con forzature, o ingenuità, derivate dall'affastellamento delle ipotesi più diverse, queste pagine possono rendere pensosi. E vanno comprese — almeno in una prospettiva di fede — le loro intenzioni: il desiderio (si direbbe, talvolta, l'affanno) di sapere quali siano davvero gli avvertimenti che il cielo avrebbe voluto farci giungere. E la preoccupazione di risparmiare alla Chiesa conseguenze devastanti, qualora la «censura»immagine ipotizzata del testo consegnato da suor Lucia fosse impugnata da avversari malevoli.
Vittorio Messori
21 novembre 2006
 
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INTERVENTO SUL FUTURO PARTITO DEMOCRATICO

Post n°472 pubblicato il 21 Novembre 2006 da fra.gas
 
Foto di fra.gas

immagine  Ho un sogno, sì, assomiglia al PARTITO DEMOCRATICO ITALIANO, ma, molto poco a quello

immagine pensato da Prodi ed, ancor in minor misura, a quello di Fassino.immagine Innanzitutto perché non deve nascere da ragioni elettoralistiche, ma da una sua valenza Culturale e Sociale!L'immagine “http://www.designerornaments.com/political/blue-democratic-donkey-ornament-zoom.jpg” non può essere visualizzata poiché contiene degli errori.

E’ un partito Laburista Italiano,

http://img.thefreedictionary.com/wiki/2/27/Labour_rose_logo.jpg è un partito Socialista Democratico e Libertario ed è un partito Democratico e Popolare!

L'immagine “http://liberoblog.libero.it/c/img66/politica/05/5928/2006/11/dc.jpg” non può essere visualizzata poiché contiene degli errori.

Ma non è al contempo nulla di tutto ciò: è un Partito Democratico del New Deal e della Nuova Frontiera che si pone nell’ottica della piena alternanza, all’americana, un partito liberal,

immagine dalle idee nuove che rifugga da ogni massimalismo e che esca dai lacci e laccioli dello Statalismo, insostenibile finanziariamente e culturalmente! Ahimè ben lontano da quanto ci offre la politica ad oggi mostrata da questo Governo, da questa Finanziaria!

 Ma non è neppure il partito dei Clinton e dei Kerry perché l’Europa, che pure deve uscire dal guado,http://www.political-news.org/images/full_size/john-kerry-to-give-one-million-dollars-to-democratic-party-war-chest.jpg non è, e non deve essere l’America!

Un partito Laico che però riconosca, valorizzi e difenda la cultura Cattolica, la Storia del Partito Popolare immagine da don Sturzo ad oggi.

Un partito che a partire da una dura autocritica di tutti superi, anzi azzeri il congresso di Livorno, lavi l’onta dell’espulsione di Turati,immagine cacciata a mio modesto avviso responsabile di non poco conto dell’avvento del Fascismo,  avvenuto nel terrore piccolo borghese per il Bolscevismo. Che lavi l’onta dei martiri che hanno costellato la storia del ‘900 italiano,immagine da Matteotti e Don Minzoni,immagine passando per i fratelli Cervi e Marzabotto, per le Foibe, per il triangolo della morte,immagine fino ai suicidi di mani pulite!

Un partito che dimentichi ogni confessionalismo ed ogni pregiudiziale anti-qualcosa anti-qualcuno, che rifugga ogni ipocrisia, che guardi ai bisogni concreti e parli un linguaggio nuovo, fatto per dire il vero e farsi capire, non per nascondere i sotterfugi. Che si riconcili con gli Elettori e si avvicini finalmente ad essi, non pretendendo il contrario!

immagine Aperto e rispettoso di ogni credo immagine e fede! immagine

Un partito che recuperi i principi migliori della Rivoluzione Francese, che anteponga il Cittadino allo Stato riconoscendosi, per la prima volta, in Italia nel motto:immagine Libertà Fraternità ed Uguaglianza, nella sua valenza originaria magnificamente espressa nel diritto alla piena realizzazione individuale, nel pieno rispetti degli ugual diritti-doveri degli altri,  dalla costituzione Americana!

Un partito Europeista e soprannazionale che operi per l’unificazione Politica, Culturale e Civile! Che superi la fase meramente economicistica dell’Europa del solo €. Fino ad arrivare a definire se l’Europa Unita è una Repubblica o una Monarchia! immagine

Occorre una costituzione su basi politiche, non solo economiche, chiara e leggibile che fissi i veri principi unificanti, e lo dico da agnostico, riconosca le radici Cristiane dell’Europa. E se sarà (ad esempio) un no all’ entrata della Turchia, oggi già indesiderata economicamente, si individueranno costituzionalmente i diversi meccanismi di partenariato!

 

Le assisi congressuali dovranno valutare in primis le esperienze,immagine il livello dei rapporti nelle amministrazioni locali, il rispetto delle reciproche valenze di Margherita e DS!immagine Valutare il percorso per le sperimentazioni, quali i gruppi consiliari “unificati”, per quelli  parlamentari purtroppo è però mancata ogni  forma di assenso di base ed ogni dibattito preliminare. Riteniamo che i dictat siano inaccettabili, prima di tutto metodologicamente!immagine Ed in democrazia sia l’ultimo degli iscritti che il Segretario nazionale devono aver diritto di parola!

Franco Gasparini Portavoce del Circolo Lavorare & Produrre: diritti e speranze

Seminario della MARGHERITA DL immagine 22 novembre 2006

Hotel Savoia Regency Bologna

 

Hannah Arendt

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Hannah Arendt
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Hannah Arendt

immagine Hannah Arendt (Hannover, 14 ottobre 1906New York 4 dicembre, 1975) fu una teorica della politica, di cittadinanza americana e origini tedesche. È stata spesso definita come una filosofa, sebbene abbia sempre rifiutato questa definizione.

 Cenni biografici

Nata da una famiglia ebrea ad Hannover e cresciuta a Königsberg prima (città natale del suo ammirato precursore Immanuel Kant) e Berlino poi, la Arendt fu studentessa di filosofia presso Martin Heidegger, all'università di Marburg. Ebbe una relazione sentimentale con quest'ultimo, rapporto che non le impedì poi di criticarne le simpatie naziste. Dopo aver chiuso questa relazione, la Arendt si trasferì a Heidelberg dove si laureò su una tesi sul concetto d'amore di sant'Agostino, sotto la tutela del filosofo (ex psicologo) Karl Jaspers.

La tesi fu pubblicata nel 1929, ma alla Arendt fu negata la possibilità di venire abilitata all'insegnamento nelle università tedesche (mediante la possibilità di scrivere una seconda tesi) nel 1933, per via delle sue origini ebraiche. Dopodiché lasciò la Germania per Parigi, dove conobbe il critico letterario marxista Walter Benjamin. Durante la sua permanenza in Francia la Arendt si prodigò per aiutare gli esuli ebrei della Germania nazista. Ad ogni modo, dopo l'invasione tedesca (e conseguente occupazione) della Francia durante la seconda guerra mondiale, e la seguente deportazione degli ebrei verso i campi di concentramento tedeschi, Hannah Arendt dovette emigrare anche da qui. Nel 1940 sposò il poeta e filosofo tedesco Heinrich Blücher, con cui emigrò (assieme a sua madre) per gli Stati uniti, con l'aiuto del giornalista americano Varian Fry. Dopodiché divenne attivista nella comunità ebrea tedesca di New York, e scrisse per il settimanale Aufbau.

Dopo la seconda guerra mondiale si riconciliò con Heidegger e testimoniò in suo favore durante un processo in cui lo si accusava di aver favorito il regime nazista. Alla sua morte nel 1975, Hannah Arendt fu seppellita al Bard College, in Annandale sullo Hudson, New York, dove suo marito insegnò per molti anni.

 Le opere

I lavori della Arendt riguardarono la natura del potere, la politica, l'autorità e il totalitarismo. Nel suo resoconto del processo ad Eichmann per il New Yorker, che divenne poi il libro “La banalità del male – Eichmann a Gerusalemme”, ha sollevato la questione che il male possa non essere radicale ma semplicemente originato dalla banalità e dalla propensione a non correre rischi del popolo sotto il regime nazista, che evitò ogni ribellione. Scrisse anche Le origini del totalitarismo, in cui tracciò le radici dello stalinismo e del nazismo, e le loro connessioni con l'antisemitismo. Questo libro fu al centro di molte controversie, poiché comparava due ideologie che alla maggior parte degli studiosi sembravano diametralmente opposte.


 Bibliografia Opere di Hannah Arendt
  • The Origins of Totalitarianism, New York, 1951 (it. Le origini del totalitarismo Milano : Edizioni di Comunità, 1967, ISBN 88-245-0562-7, ISBN 88-061-6935-1, ISBN 88-245-0443-4)
  • The Human Condition, Chicago, 1958 (it. Vita activa, Milano : Bompiani, 1964)
  • On Revolution, New York: The Vinking Press, 1963 (it. Sulla Rivoluzione, Milano : Edzioni di Comunità, 1965)
  • Eichmann in Jerusalem: A Report on the Banality of Evil, New York, 1963 (it. La banalità del male: Eichmann a Gerusalemme, Milano: Feltrinelli, 1964, ISBN 88-078-1640-7)
  • The Life of the Mind, New York, 1978 (it. La vita della mente, Bologna : Il Mulino, 1987)
  • L'Immagine dell'Inferno, Editori Riuniti, Roma 2001
  • Sulla Violenza, Le Fenici, Parma 1996
  • Lettere 1925-1975, edizioni di Comunità, Torino 2001 (pubblicazione di parte della corrispondenza con Martin Heidegger)
  • Correspondance 1926-1969 ed. Payot&Rivages, Paris 1995 (pubblicazione della corrispondenza con Karl Jaspers)
  • Eichmann and the Holocaust, Penguin, 2005
  • Illuminismo e questione ebraica , Cronopio, 2005
  • Sur l'antisemitisme , Seuil, 2005
  • Il concetto d'Amore in S. Agostino, Se, 2004
  • Politique et pensee, Payot&Rivages, 2004
  • Teoria del giudizio politico. Lezioni sulla filosofia politica di Kant, Il Nuovo Melangolo 2005
  • Rahel Varnhagen, Il Saggiatore, 2004
  • Responsabilità e Giudizio, Einaudi 2004
  • Verità e politica, Bollati Boringhieri, 2004
  • Archivio Arendt, Feltrinelli 2003
  • Antisemitismo e identità ebraica, Edizioni di Comunità, 2002
  • Denktagebuch 1950-1973, Piper, 2002
  • Qu'est-ce que la philosophie de l'existence?, Payot&Rivages, 2002
  • Che cos'è la politica, edizioni di Comunità, 2001
  • Il futuro alle spalle, Il Mulino, 2000
  • Ritorno in Germania, Donzelli, 2000
  • La lingua materna, Mimesis, 2000
  • Ebraismo e modernità, Feltrinelli, 1993
  • Crisis of the Republic, Harcourt trade, 1972
  • Men in Dark Times, Harcourt trade, 1970
 Opere su Hannah Arendt
 
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CARRACCI VS BOCCIONI

Post n°471 pubblicato il 21 Novembre 2006 da fra.gas
 
Foto di fra.gas

Bologna,Archeologico: http://www.princeton.edu/~amoroz/2004_12_01_archive.html http://home.worldonline.dk/lfmat/cerasifiles/Cerasimaineng.htm   

Mostra http://www.eat-online.net/art/english/index.htm"Annibale Carracci"   
* PERIODO DI SVOLGIMENTO:dal 22 settembre 2006 al 7 gennaio 2007


ORARIO:da martedì a venerdì 9.00-19.00; sabato, domenica e festivi 10.00-19.00. La biglietteria chiude un'ora prima. Chiuso lunedì.


Dipinto del Folder Mostra Carracci

Mostra "Annibale Carracci"


Per la prima volta una mostra racconta la vita e la carriera di Annibale Carracci. A Bologna, la sua città nativa, presso il Museo Civico Archeologico dal 22 settembre 2006 al 7 gennaio 2007 e a Roma, la città della sua maturità artistica, presso il Chiostro del Bramante dal 23 gennaio al 6 maggio 2007. 

immagine
 L'Assunta di Annibale Carracci a S.Maria del Popolo a Roma

Si tratta dell'unica esposizione monografica realizzata sull'artista.
Promossa dal Comune di Bologna e dal Comune di Roma, la mostra, a cura di Daniele Benati e di Eugenio Riccomini, vanta un prestigioso comitato scientifico che si avvale dei più autorevoli studiosi dell'opera di Annibale.

L'esposizione mette a fuoco la personalità del più dotato dei tre Carracci, celebrato ai suoi tempi come un "rinato Raffaello". I suoi dipinti e disegni furono eretti a modello da generazioni di artisti e oggetto di culto già dal Seicento nelle maggiori collezioni europee. L'esposizione ricostruisce il suo percorso dagli anni della giovinezza a Bologna fino alla maturità a Roma e permette di apprezzare per intero la straordinaria varietà e ricchezza della sua opera: i ricercatissimi disegni, le incisioni, la gamma eccezionalmente ampia di dipinti, dai soggetti di genere 'basso' alle pale d'altare, dai ritratti ai paesaggi.

immagine
La pesca (1596)


Il percorso della mostra si articola in otto sezioni tematiche e cronologiche, dove sono esposti circa 80 dipinti e 80 disegni, mentre alcuni filmati permetteranno di effettuare un percorso virtuale degli affreschi che l'artista ha realizzato in Palazzo Fava, in Palazzo Magnani e in Palazzo Sampieri a Bologna, nonchè in Palazzo Farnese a Roma. Quest'ampia selezione di opere proviene per la maggior parte dai più importanti musei d'Italia e del mondo, quali il Louvre di Parigi, la Gemaeldegalerie di Dresda, la National Gallery di Londra, il Museo del Prado di Madrid, la National Gallery di Edimburgo, il Metropolitan Museum di New York, la National Gallery di Washington, l'Ermitage di San Pietroburgo.

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Fratello di Agostino e cugino di Ludovico, Annibale (Bologna, 1560 - Roma, 1609) è artista dotato e geniale; è soprattutto a lui che sono legate le glorie dei Carracci e la risonanza che la loro "riforma" produsse sulla pittura europea. Il suo genio si manifestò, specie agli inizi, con una sorprendente, vorace curiosità per il mondo della natura, tralasciando ogni sofisticazione intellettualistica e mettendo quindi fuori gioco la tradizione manierista; così come farà a Roma, più tardi, il Caravaggio. Dipinge, fra molti quadri sacri, anche gente della plebe e vasti paesaggi e soprattutto disegna molto dal vero, utilizzando poi questa sua attitudine nei cicli di affreschi dipinti, fra il 1584 e 1594, nei Palazzi Fava, Magnani, Sampieri di Bologna assieme al fratello e al cugino. Nel 1595 si reca a Roma chiamato dal cardinale Odoardo Farnese, dove nel palazzo di questi affresca il Camerino e la vasta Galleria (1597-1600).
Figura controversa e tormentata, animata da una profonda consapevolezza delle proprie capacità e della moralità del proprio lavoro, finì per essere a poco a poco schiacciato dal sistema aristocratico e di privilegi allora imperante a Roma, contro il quale tentò inutilmente di ribellarsi.

immagine
Il trionfo di Bacco e Arianna

 La successiva attività romana, offuscata dal crescere di una malattia nervosa che lo condurrà prematuramente alla morte, brucia rapidamente le tappe di un itinerario mentale che, mutando audacemente di segno dalle premesse da cui era partito, giunge a gettare le basi di gran parte della cultura figurativa a venire e inaugura in termini insuperati il moderno genere del paesaggio e della pittura di storia di impronta classicista.

Paesaggio con la fuga in Egitto
Ingrandisci
Paesaggio con la fuga in Egitto
immagine
Domine, quo vadis? Annibale Carracci, 1601-1602 Olio su tavola, 77 × 56 cm Londra, National Gallery
Felice Casorati, immagine

3 novembre 2006

immagineDa Boccioni immagine a Vedovaimmagine: la Venezia del ‘900 in mostradi Annalisa Serpilli

Braque,immagine

 Lucio Fontana,immagine

 Gino Severini,immagine Amedeo Modiglianiimmagine

 e Oskar Kokoschka.immagine Sono solo alcuni dei nomi presenti alla Ca de' Carraresi di Treviso. “Venezia ‘900. Da Boccioni immaginea Vedova”immagine è una mostra che prosegue il cammino iniziato nel 2004 con l’esposizione dedicata all’Ottocento veneto, indagando, attraverso capolavori di pittura e di scultura, gli avvenimenti artistici veneziani dall’inizio del secolo agli Anni Sessanta fino ai giorni nostri. In tutto 50 artisti, 140 dipinti, 15 sculture, suddivisi in dieci sezioni, offrono un’ esauriente panoramica del Novecento veneziano. Il fil rouge dell’esposizione è costituito dalle mostre internazionali che la Biennale di Venezia organizza a partire dal 1895 e dai grandi segnali di rinnovamento verificati a Venezia con le mostre dirette da Nino Barbantini, a Ca’ Pesaro, nell’ambito della Fondazione Bevilacqua La Masa.
Si forma nella Venezia dei primi anni del XX secolo una compagine che segna uno stacco netto dalla pittura dei grandi maestri del XIX secolo, ancora attivi a Venezia, come Ciardi, Nono e Fragiacomo. La nuova generazione di artisti nati tra anni ’80 e ’90 dell’Ottocento apre il percorso dell’esposizione e ne conferisce l’impronta. La mostra infatti si propone di documentare i momenti salienti di un’epoca, attraverso gli artisti e i gruppi che hanno saputo rinnovare il linguaggio espressivo del loro tempo, dalle avanguardie dei primi del ’900 fino alle neoavanguardie degli anni ’50-’60. Grande importanza è data a protagonisti come: Boccioni,immagine Gino Rossi,immagine Cadorin e Cagnaccio, perché con le loro opere hanno caratterizzato momenti di svolta nella storia dell’arte veneta, italiana ed europea.immagine
La mostra si apre con Umberto Boccioni,immagine il protagonista del Futurismo, in pittura e in scultura, che ha vissuto a lungo a Padova nei primi anni del ’900 quando la madre e la sorella si erano trasferite in città. Dopo essersi iscritto all’Accademia veneziana, Boccioni ha tenuto la sua prima personale a Venezia nell’estate del 1910, invitato da Nino Barbantini a Ca’Pesaro. Un evento straordinario anche perché immagine Filippo Tommaso Marinetti,immagine Carlo Carrà e Luigi Russolo,immagine in concomitanza con la mostra, lanciarono dalla Torre dell’Orologio il “Manifesto Contro Venezia passatista” immaginee si presentarono tutti alla serata futurista alla Fenice dell’1 agosto, amplificando al massimo la portata dell’evento espositivo di Ca’ Pesaro. immagineBoccioni non aveva ancora realizzato dipinti “futuristi”, ma la carica espressiva delle tele esposte sprona molti giovani sulla strada del rinnovamento.

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Forme uniche della continuità nello spazio Moneta da 20 eurocent con la famosa scultura di Boccioni
                                  
Ingrandisci
                              Moneta da 20 eurocent con la famosa scultura di Boccioni

 In mostra allora è possibile ammirare “Canal Grande”, straordinaria e innovativa veduta di Venezia, oltre ad alcune opere eseguite durante la permanenza a Padova, come il “Ritratto dello scultore Brocchi” e “La nonna”: testimonianze preziose della creatività giovanile dell’artista. Se Boccioni rappresenta al meglio la stagione della nuova avanguardia italiana che si vuole imporre in Europa,immagine

Gino Rossi incarna la figura del veneziano eroico che da solo, riesce a portare a Venezia il linguaggio europeo della pittura del suo tempo, quello caratterizzato dalla stagione complessa e ricchissima di suggestioni del postimpressionismo, nella variante del sintetismo di Paul Gauguin e Paul Serusier.

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Fra tutti primeggia “La fanciulla del fiore”, esposta a Venezia nel 1910, poi “Il bevitore”, appartenuto all’amico pittore Felice Casorati,immagine il “Ritratto della moglie” e alcune celebri tele dedicate all’isola di Burano e al paesaggio trevigiano. Una sezione della mostra è dedicata alle influenze esercitate dalla pittura internazionale in quegli anni. Apre il percorso un inedito capolavoro di Emile Bernard,immagine l’amico di immagine Cézanne e di Gauguin che nel 1906 esegue il “Ritratto di Benno Geiger” e da allora stabilisce un duraturo legame con Venezia. Sottile ma indissolubile il filo che lega il segno immagine di Amedeo Modigliani alla cultura veneziana nel “Ritratto di Fabio Mauroner” eseguito durante la lunga permanenza nella città lagunare. Non mancano la “Veduta di Punta della Dogana” (1948)immagine di Oskar Kokoschka e i Sentieri ondulati, di Jackson Pollockimmagine  che Peggy Guggenheim ha donato alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, a testimonianza del momento altissimo che la pittura vive a Venezia nel fertile contatto con l’arte europea e con quella d’oltreoceano. La mostra si conclude con un omaggio a Emilio Vedova nato a Venezia nel 1919, patriarca dell’astrattismo europeo, scomparso purtroppo proprio la scorsa settimana.immagine Autodidatta, segnalatosi per l’originalità delle sue opere giovanili, già protagonista nella battaglia di rinnovamento ingaggiata dal Fronte Nuovo delle Arti con Giuseppe Marchiori e dal Gruppo degli 8, Vedova procede poi negli anni ’60 e oltre in un percorso solitario ma in costante confronto con le più avanzate ricerche internazionali.immagine In questa sezione finale sono raccolti segni importanti che il Maestro veneziano ha tracciato sin dal periodo giovanile. Opere che testimoniano quel continuum che l’artista stesso ha teorizzato come fattore essenziale della sua poetica e del suo lavoro.immagine
Si parte da alcuni lavori giovanili per arrivare alle opere del tempo del Fronte Nuovo, i noti “geometrici” e quindi alla piena espressione della personalità dell’artista negli anni ’50, quando diventa un protagonista dell’Informale, periodo culminato nel Premio per la Pittura che gli viene assegnato dalla Biennale del 1960.

Fino all’8 aprile
Treviso
Ca dei Carraresi
Venezia ‘900. Da Boccioni a Vedovaimmagine

 
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TROPPE MULTE

Post n°469 pubblicato il 21 Novembre 2006 da fra.gas
 
Tag: BOLOGNA
Foto di fra.gas

immagine   TRAFFICO immagine

Troppe le multe da notificare immagine
Un milione di euro in più alle Poste

Non sono state sufficienti le cifre stanziate sul Bilancio 2006, visto il boom delle contravvenzioni per violazioni al codice della strade dopo l'introduzione delle telecamere Sirio, Rita e dai semafori Stars
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TRAFFICO Bologna, 20 novembre 2006 - In attesa di maggiori incassi sulla sosta delle auto, il Comune di Bologna e' costretto a dare un milione di euro in piu' alle Poste per la consegna delle multe ai cittadini. Non sono infatti state sufficienti le cifre stanziate sul Bilancio 2006, visto il boom delle contravvenzioni per violazioni al codice della strade "moltiplicate" con l'introduzione delle telecamere Sirio, Rita e dai semafori Stars.

Con una determinazione dirigenziale della Polizia municipale, firmata dal comandante Romano Mignani e resa esecutiva il 15 novembre, Palazzo D'Accursio ritocca infatti il budget assegnato a Posteitaliane per il recapito delle multe a casa: un milione di euro in piu', visto che le somme stanziate sull'anno in corso "risultano insufficienti a far fronte al fabbisogno del contratto in essere".

Bologna

COMUNE E FINANZIARIACofferati aspetta la manovra
e non presenta il bilancio

Il sindaco ha annunciato di voler attendere le modifiche della manovra in Senato, che porterebbero ridurre fino a un terzo l'entità della manovra municipale

COMUNE E FINANZIARIA Bologna, 21 novembre 2006 - "Credo che il Governo dovrà prendere in seria considerazione l'ipotesi di spostare i termini della presentazione dei bilanci". Lo ha detto il sindaco di Bologna Sergio Cofferati annunciando l'intenzione di non varare per ora il bilancio comunale.

La decisione è stata ufficializzata stamane al termine della riunione della Giunta. Tecnicamente l'amministrazione emiliana andrà quindi all'esercizio provvisorio. La presentazione del bilancio avverrà a gennaio, il che consentirà di attendere la versione definitiva della Finanziaria che uscirà dal Senato.

Da alcuni emendamenti in discussione a Palazzo Madama, infatti, Bologna attende benefici che potrebbero ridurre fino a un terzo l'entita' della manovra municipale, che si aggira sui 26 milioni di euro.

LA SVOLTA

In arrivo la 'Grande Bologna'
Sarà una città metropolitana

Il Governo darà un apposito ddl nell'ambito del nuovo Codice delle autonomie. L'annuncio ufficiale dal sottosegretario all'Interno Alessandro Pajno. L'iter potrebbe concludersi entro un anno e il super-ente includerà l'intera provincia

Bologna, 20 novembre 2006 - Bologna torna nei piani del Governo come una delle città metropolitane che nasceranno con il nuovo Codice delle autonomie. "Il Governo farà un ddl per la costituzione di nove aree metropolitane fra cui è inclusa Bologna", ha infatti detto il sottosegretario all'Interno Alessandro Pajno, intervenuto a un convegno sul tema del decentramento amministrativo, ospitato nella sala consiliare del Comune.

L'ipotesi allo studio è quella di una Grande Bologna (Unione metropolitana) comprendente il capoluogo e il primo hinterland, così come vuole Palazzo D'Accursio, all'interno di super-ente che abbracci tutta l'attuale Provincia - Imola compresa - per le competenze più generali.

Sulle città matropolitane, ha spiegato ai cronisti l'esponente dell'esecuvivo Prodi, "c'è un'esperienza che risale alla legislazione del 1990 che non può essere ignorata". Si torna dunque (scartata l'ipotesi di un club ristretto di città in auge quest'estate, alle nove aree metropolitane), in cui Bologna figura assieme a Torino, Milano, Genova, Venezia, Firenze, Napoli, Palermo. A queste si aggiunge Roma con l'ordinamento speciale di Capitale della Repubblica.

Il Governo dovrebbe inserire questa scelta in un prossimo ddl delega sugli enti locali, il cui iter potrebbe concludersi nell'arco di un anno circa. "Sono molto soddisfatto -immagine dice il senatore Ds ed ex sindaco Walter Vitali - è stata accolta un'istanza che facemmo nelle commissioni congiunte di Camera e Senato, di cui fui relatore".

Una mobilitazione cominciata qualche mese fa, quando sembrò profilarsi l'esclusione di Bologna dalle città metropolitane. Ma ora bisognerà vedere "quale sarà la finanza" del nuovo ente. Una volta che ci sara' la legge, saranno intanto gli enti locali a fare la proposta di organizzazione.

LAVORI IN CORSO

Tangenziale: cantieri fino al 30 novembre

L'intervento per la realizzazione della terza corsia sull'A14 comporterà la chiusura notturna del tratto compreso tra lo svincolo 7 Bis strada statale 64 per Ferrara e lo svincolo 8 Fiera-Viale Europa

LAVORI IN CORSO Bologna, 20 novembre 2006 - I lavori sulla Tangenziale di Bologna proseguiranno fino alla fine di novembre, per 11 notti consecutive, sabato e domenica comprese, fino a giovedì 30 novembre.

In particolare i lavori, connessi alla riqualificazione della Tangenziale ed alla realizzazione della Terza Corsia Dinamica in A14, comportano la chiusura notturna, dalle ore 22 alle 6, del tratto compreso tra lo svincolo 7 Bis «strada statale 64 per Ferrara» e lo svincolo 8 «Fiera-Viale Europa», in entrambe le carreggiate.

Come di consueto, sulla viabilità cittadina verrà indicato l'itinerario alternativo da seguire. Il programma di lavori è stato comunicato al Compartimento della Polizia Stradale, all'Anas, al Comune ed alla Provincia di Bologna, alla Polizia Municipale ed ai Carabinieri, ai Vigili del Fuoco, a Bologna Fiere e all'aeroporto Marconi. La notizia verrà riportata sui pannelli a messaggio variabile.

IL CASO

Consulenza di Pavarini sotto esame
'Report' fa le pulci alla giunta

Il programma della giornalista immagine Milena Gabanelli indaga sulle consulenze esterne: quella di Pavarini, costata 100mila euro, avrebbe soltanto evidenziato 'grosse lacune' rispetto al mondo giovanile limitandosi a sottolineare che serve più 'collaborazione tra Comune, polizia ed altri enti'

Bologna, 20 novembre 2006 - Un "originale suggerimento" , quello di riformare il corpo di polizia municipale e di far collaborare vigili e forze dell'ordine, "da 100 mila euro. I bolognesi ringraziano assieme a Pavarini", Milena Gabanelli, la giornalista conduttrice di Report,immagine il programma giornalistico di Rai Tre, riassume cosi' quello che ritiene senso, scopo e impatto della consulenza affidata da Palazzo D'Accursio a Massimo Pavarini, finita nella puntata di ieri sera sui costi della politica in varie zone d'Italia.

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Il servizio su Bologna segue l'intervista all'assessore regionale,immagine Luigi Gilli, sulla "rottamazione" di alcuni dirigenti da parte della Regione, e si apre ricordando che, tra i primi atti da sindaco, Cofferati promise di valorizzare le professionalita' interne all'amministrazione. E Cofferati stesso conferma che e' stato tenuto fede all'impegno: "L'amministrazione precedente spendeva 5,5 milioni di euro in consulenze. Noi siamo a 4 milioni e ridurremo ancora di piu'". immagine

Pochi istanti e appare in video l'ex assessore al Bilancio Gianluca Galletti (oggi consigliere comunale Ltb e deputato Udc) che ribatte: "Non e' vero, ha continuato a prendere gente da fuori" e fa l'esempio del suo staff. La palla ripassa così al sindaco che chiarisce che i suoi collaboratori di Palazzo D'Accursio hanno vissuto la stagione della campagna elettorale e si e' "valutato la loro professionalita'" dopodiche' "sono state confermati".

Report fa l'esempio del costo di uno di loro: 600 mila euro per Massimo Gibelli fino alla fine del mandato amministrativo. Il contratto all'uomo che segue storicamente la comunicazione del sindaco va fino al termine del mandato. Poi le telecamere di Report si spostano su piazza Verdi, sulle facce arrabbiate dei residenti che non dormono di notte e polemizzano con i ragazzi. immagine

A fare da "ciceroni" personaggi come Giuseppe Sisti di "Stop al Degrado" e Otello Ciavatti, del comitato Piazza Verdi e dintorni. E si arriva cosi' a Pavarini e a una domanda: cosa scrisse nel dossier per il Comune? L'ex superconsulente del sindaco ricorda di aver indicato alcune "lacune piu' grosse" della citta' rispetto al mondo giovanile e in particolare "l'atrofizzazione dell'offerta per i giovani" che finisce per restringersi al solo "mercato". Mancando centri giovanili, i ragazzi si riversano nelle vie dei pub e in piazza Verdi. Galletti si inserisce e ricorda: quella consulenza e' costata "1.500 euro al giorno...".

immagine Pavarini non fa fatica a dire di aver incassato 42 mila euro netti e di aver tratto, dal suo punto di vista, "dei benefici" da quella consulenza. Commento di un residente: "Una baracca di soldi spesi male".

Poi tocca a Cofferati indicare il senso di quel dossier: Pavarini ha "segnalato alcuni problemi dell'organizzazione interna del Comune e alcuni limiti delle strutture" dell'amministrazione, tra cui l'organizzazione della Polizia municipale. C'e' poi un aspetto, segnalato da Pavarini, che Cofferati ha deciso di raccogliere con forza: "Credo molto alla collaborazione tra Comune, Polizie di stato e altri enti, come l'Universita', perche' il lavoro fatto assieme e' piu' efficace". Gabanelli chiosa: un originale suggerimento da 100 mila euro.

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Chiesa di Bologna
Il Vicario Episcopale per la Cultura e la Comunicazione
 

Con la breve riflessione allegata a questo messaggio, mi permetto di invitarLa ad un seminar
un pomeriggio di riflessione e dialogo sul tema:
«Linguaggio e realtà: approcci tecnico-scientifici 
o/e congetturali», presso l’Istituto Veritatis Splendor (via Riva di Reno 57 – Bologna),
sabato 25 novembre p.v. dalle 15 alle 19.

L’invito è rivolto evidentemente a tutte le persone interessate e la partecipazione è aperta e gratuita. Il seminar è offerto con particolare attenzione ai docenti di materie scientifiche e umanistiche delle scuole medie superiori e dell’università, agli studenti universitari, ai cultori
delle materie scientifiche e umanistiche, agli operatori culturali maggiormente interessati ad
un tema oggi così rilevante, per iniziare a ricercare insieme il senso dell’unità della conoscenza umana nell’attuale problematica situazione di divaricazione tra indagine scientifica e sapere umanistico.

Il pomeriggio di riflessione e dialogo si svolgerà secondo il seguente programma:

 

ore 15,00          accoglienza e presentazione del lavoro (Mons. Lino Goriup, vicario episcopale 
per la cultura e la comunicazione nell’Arcidiocesi di Bologna e vicepresidente del Comitato Direttivo dell’Istituto Veritatis Splendor);

ore 15,15          brevi relazioni introduttive al dialogo:

     -         prof. Mario Compiani (fisico, Università di Camerino);

     -         dott. Daniele Benini (psicologo, Bologna);

     -         prof. Maurizio Malaguti (filosofo, Università di Bologna);

ore 16,15          breve intervallo

ore 16,30          dialogo libero

ore 18,30           .conclusioni e prospettive di eventuali ulteriori incontri

 

Attendendo con fiducia la partecipazione di molti amici e amiche per rendere lo scambio più ricco e fecondo, La saluto con cordialità augurandoLe ogni bene.

 

In Gesù vivo

 

Mons. Lino Goriup

immagine Indagine scientifica e sapere umanistico sembrano, nel contesto culturale odierno e ormai da molto tempo, non potersi più incontrare e dialogare in maniera costruttiva dentro un orizzonte comune di ricerca della verità. Le “due culture”, quella scientifica e quella umanistica, offrono i loro contributi di ricerca e sviluppano processi didattici, nelle scuole medie superiori e nelle università, senza interazione e forse senza neppure la possibilità di una qualunque forma di scambio; paiono correre su percorsi paralleli che non riescono a incontrarsi. Il metodo scientifico applicato nell’attività di ogni singola disciplina, con la sua metodica ricerca dell’esattezza nell’interrogazione della realtà in tutte le sue manifestazioni, ha raggiunto risultati di una positività difficilmente trascurabile; eppure l’epistemologia moderna e contemporanea nonché la condizione concreta della ricerca scientifica pongono, all’interno stesso dell’attività degli scienziati, seri interrogativi sul “senso” della stessa. Le discipline umanistiche, i saperi umani che si interrogano per propria natura sul “senso” della realtà, appaiono agli occhi degli scienziati privi di quel rigore che solo garantirebbe ad ogni acquisizione di conoscenza la certezza di verosimiglianza e quindi di comunicabilità oltre che di verificabilità. L’assenza quasi totale di dialogo e di scambio, il rischio di una reciproca mancanza di stima, l’insufficienza della collaborazione nella ricerca, rischia di allontanare sempre di più le “due culture”, con ricadute nefaste sia nell’ambito dell’indagine che in quello della didattica; scienza e cultura umanistica, l’una senza l’altra, rischiano di rinchiudere in un pericoloso “specialismo” e in una forma di “schizofrenia culturale” le giovani menti di coloro che si avvicinano negli anni dell’adolescenza ai fondamenti del sapere. Tale divaricazione si prolunga poi nella formazione universitaria rendendo le giovani generazioni culturalmente più povere e incapaci di confronto con il diverso da sé. Molti sono i problemi metodologici e di contenuto che andranno posti nel momento in cui le “due culture”, da tempo non comunicanti, decideranno di incontrarsi: la verità e il suo statuto, la questione del soggetto e dei fondamenti delle singole discipline, ecc. Ma prima di affrontare i singoli aspetti problematici, è importante ritrovare il senso dell’urgenza dell’incontro e dello scambio tra le “due culture”. La testimonianza di papa Benedetto XVI e i suoi ricordi di docente universitario sono un utile richiamo ed un prezioso suggerimento: «Ci si incontrava prima e dopo la lezione nelle stanze dei docenti. I contatti con gli storici, i filosofi, i filologi e naturalmente anche tra le due facoltà teologiche erano molto stretti. Una volta in ogni semestre c’era un cosiddetto dies academicus, in cui professori di tutte le facoltà si presentavano davanti agli studenti dell’intera università, rendendo così possibile un’esperienza di universitas – l’esperienza, cioè, del fatto che noi, nonostante tutte le specializzazioni, che a volte ci rendono incapaci di comunicare tra di noi, formiamo un tutto e lavoriamo nel tutto dell’unica ragione con le sue varie dimensioni, stando così insieme anche nella comune responsabilità per il retto uso della ragione – questo fatto diventava esperienza viva.» (Benedetto XVI, Discorso all’Università di Regensburg, 12 settembre 2006).

bologna@domenicocella.it

 
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Il nuovo 007

Post n°468 pubblicato il 21 Novembre 2006 da fra.gas
 
Tag: CRONACA
Foto di fra.gas

immagine  Confermate le anticipazioni di Repubblica:

Rimosso Nicolò Pollari AnsaPollari dal Sismi, arriva Branciforte. Al Sisde Franco Gabrielli, al Cesis Giuseppe Cucchi

Rinnovati tutti i vertici dei servizi
Prodi: "Nomine fuori dai giochi politici"

Fassino: "Scelte ottime che restituiscono serenità e trasparenza"
Schifani: "Mancata condivisione, un atto di arroganza politica"

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Bruno Branciforte

ROMA - Il Consiglio dei ministri ha totalmente rinnovato i vertici dei servizi segreti. Dopo le polemiche politiche e le inchieste giudiziarie che avevano minato la credibilità del Servizio segreto militare, è stato rimosso dall'incarico il capo del Sismi Nicolò Pollari, tirato in ballo per il caso del rapimento di Abu Omar: a sostituirlo, è stato chiamato l'ammiraglio Bruno Branciforte. Al Sisde, il servizio segreto che dipende dal ministero dell'Interno, nominato Franco Gabrielli al posto di Mario Mori. Giuseppe Cucchi al Cesis, l'organo di collegamento tra i Servizi e la Presidenza del Consiglio, prende il posto di Emilio Del Mese. Soddisfatto Romano prodi, "sono uomini al di fuori dei giochi politici", ha sottolineato. Quanto a Pollari, il direttore uscente del Sismi viene proposto per la nomina a Consigliere di Stato: gli verrà conferito un importante incarico speciale alle dirette dipendenze del Presidente del Consiglio dei Ministri.

Micheli: "La vicenda Abu Omar non c'entra". Sul caso Abu Omar e sul peso che l'indagine ha avuto sulla sostituzione del capo del Simsi, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega per i servizi segreti Enrico Micheli, ci tiene a precisare che il sequestro dell'ex imam di Milano è "una vicenda del tutto autonoma, un'indagine della magistratura, che onestamente non ha pesato. Hanno pesato altri criteri relativi all'organizzazione dei servizi, che sono molto importanti in questo momento per via delle nostre truppe dislocate nel mondo per ragioni di pace".


I tre nominati. <img alt="Branciforte, una vita in Marina
e tante relazioni con gli Usa
" src="http://www.repubblica.it/2006/11/sezioni/cronaca/sismi-mancini-7/chi-sono/ansa_9252367_44370.jpg" width="200" /> L'ammiraglio Bruno Branciforte, nominato capo del Sismi, finora è stato attualmente responsabile della squadra navale della Marina Militare.<img alt="Gabrielli, ex capo della Digos
sempre a caccia di terroristi
" src="http://www.repubblica.it/2006/11/sezioni/cronaca/sismi-mancini-7/chi-sono-2/ansa_9252421_43120.jpg" width="200" /> Franco Gabrielli, capo del Sisde, già capo della Digos di Roma ,è attualmente direttore della divisione antiterrorismo della Polizia di prevenzione. Giuseppe Cucchi,<img alt="Cucchi, il consigliere di Parisi
con numerose esperienze all'estero
" src="http://www.repubblica.it/2006/11/sezioni/cronaca/sismi-mancini-7/chi-sono3/dire_9244925_46170.jpg" width="200" />  nominato capo del Cesis, ha diretto il centro militare di studi strategici ed è attualmente consigliere militare del ministro Parisi. Del Mese e Mori avevano presentato le dimissioni, e lasceranno i rispettivi incarichi il prossimo 15 dicembre.

La soddisfazione di Prodi. Un rinnovamento radicale, che conferma - nella scelta dei nuovi uomini al comando - le anticipazioni pubblicate da Repubblica. Commenta il presidente del Consiglio: "Abbiamo scelto persone fuori da cordate e da giochi politici, con grande esperienze nel settore e grandi successi professionali. Credo sia una bella pagina per il Paese". Prodi aggiunge che il ricambio totale dei vertici è avvenuto "come fatto naturale. Dopo alcuni anni questi posti di responsabilità così delicati devono trovare una loro rotazione".

Il "rammarico" di Scajola.immagine "Rammarico per la mancata condivisione istituzionale delle nomine con l'opposizione nel delicato settore che investe la sicurezza dei cittadini e della nazione" è stato espresso dal presidente del Copaco, Claudio Scajola.

I contrasti. Riguardo a eventuali contrasti sulle nomine, Prodi minimizza: "I giornali hanno parlato della vicenda molto più di quanto ne abbiamo parlato noi. Abbiamo adottato una procedura molto seria. E' chiaro che abbiamo perso questa decisione aspettando il momento opportuno, perchè cambiamenti improvvisi avrebbero potuto provocare anche qualche rischio alle nostre missioni all'estero".

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Fassino: "Torna la trasparenza". Secco e positivo il commento del leader dei Ds Piero Fassino: "Scelte ottime che consentono di restituire ai nostri Servizi serenità, trasparenza ed efficienza".immagine Plaude alla rimozione di Pollari Giusto Catania, eurodeputato di Rifondazione Comunista e capogruppo della Sinistra Unitaria Europea nella commissione d'inchiesta del Parlamento europeo che indaga sui voli della Cia in Europa.immagine "Troppe ombre si sono addensate, negli ultimi mesi, sul capo del servizio segreto militare italiano: certamente in Europa non lo rimpiangeremo".

Schifani: "Arroganza politica". "La nomina dei vertici di Sismi, Sisde e Cesis senza consultare l'opposizione è l'ennesima dimostrazione che Prodi e la sinistra, specie quella radicale, non cercano in realtà alcun dialogo. E' un atto di arroganza politica". Così il presidente dei senatori di Forza Italia,immagine Renato Schifani. Secondo il quale le figure prescelte "certamente hanno titoli e meriti sufficienti, ma dispiace che il segretario dei Ds Fassino abbia messo in dubbio la serenità, la trasparenza e l'efficienza di chi ha svolto in questi anni lo stesso compito con grande professionalità in un difficile scenario di politica internazionale". Sul metodo "non condivisibile" si appunta anche la critica di Fabrizio Cicchitto, vicecoordinatore di Forza Italia.

(20 novembre 2006)

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Servizi segreti, chi entra e chi esce
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