Creato da le3grazie.prego il 23/09/2005
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« IO SONO UNA VITTIMAGRAZIA E LE FORZE DELL'ORDINE »

MISSION IMPOSSIBLE: RITIRO VALIGIE

Post n°28 pubblicato il 20 Ottobre 2005 da le3grazie.prego
Foto di le3grazie.prego

Ovunque io vada, in un modo o nell'altro non riesco ad esimermi dal fare figuracce inimmaginabili, e l'Areoporto, essendo uno di quei luoghi che richiedono un minimo di contegno, mette più a dura prova la mia resistenza da gaffe.

Malgrado questo sono sempre l'accompagnatrice preferita di qualunque amica/o che decide di partire, che ingenuamente nella richiesta non contempla la mia propensione innata a creare disagi.

Un episodio che credo sia degno di menzione è quando circa due anni fa una mia carissima e soprattutto carinissima amica "bulgara senza permesso di soggiorno" mi chiese, in un attimo di pura pazzia, di accompagnarla all'areoporto per ritirare delle valigie provenienti dalla Grecia, con il suo cambio invernale.

L'operazione non avrebbe richiesto più di una mezzora, ma noi che, in missione in incognita, dovevamo essere più che trasparenti per evitare eventuali controlli di documenti, rimanemmo all'areoporto dalle 10 di mattina fino alle 18.30 di sera!

Eppure le istruzioni da seguire erano facilissime: raggiungere l'areoporto, ritirare i bagagli e ritornare in punta di piedi (stile lago dei cigni) a casa.

Qualcosa non andò proprio secondo i nostri piani e cominciammo a vagare e vagare, per i meandri dell'areoporto, alla ricerca del punto in cui ci avrebbero consegnato le valigie....

La prima tappa fu cercare di entrare nella zona ritiro bagagli dalla porta degli arrivi.

Graziella: Scusate noi dovremmo ritirare delle valigie

Poliziotto semi gentile: come avete fatto ad uscire dimenticandovele?

Graziella: no ma noi non siamo mai entrate.

Poliziotto ex semi gentile: e allora come fanno ad essere dentro i vostri bagagli?

Graziella: ce li hanno mandati dalla Grecia

Poliziotto ex semi gentile ed ora particolarmente str..zo: non vi posso fare entrare vi serve la carta d'imbarco

Graziella: dovremmo comprare un biglietto per arrivare ai nostri bagagli?

Poliziotto decisamente str..zo: documenti prego

l'amica bulgara per fortuna con no chalance si dilegua..

Seconda tappa: schermo informazioni. Premere il pulsante per parlare con l'operatore.

Dopo aver premuto comparve il volto di un uomo con microfono all'orecchio, sorridente e gentile.

Uomo monitor: ditemi problema?

Graziella: io questo non lo sento...cosa?

Uomo monitor: qual è il vostro problema?

Mi avvicino allo schermo e poggio l'orecchio nel punto in cui usciva il suono

Graziella: non ci danno le nostre valigie!

Uomo monitor: perchè?

Graziella: dicono che non possiamo entrare a prenderle

Uomo monitor: ma dove le avete lasciate?

La Bulgara spazientita decide di parlare lei

Amica Bulgara: le mie valigie sono là, sono mie mi servono, fa freddo a Roma ora me le date

Uomo monitor: se vuole qualche vestito gli e lo posso dare io che taglia porta?

Rinunciamo anche qui...

Terza tappa: direzione informazioni serie, faccia a faccia, no orecchio monitor! Facciamo un pò di fila ed alla fine arriva il nostro turno...

Graziella a bassa voce: amica bulgara...è quello dello schermo

Amica Bulgara: adesso lo sistemo io

Graziella: no no, aspetta adesso faccio una voce diversa così non ci riconosce tu non parlare...

Graziella con voce aristocratica mista milanese: salve noi avremmo un inconveniente...

Uomo ex monitor: ma siete quelle della chiamata al terminale!

Graziella: no si sbaglia

Uomo ex monitor ridendo: si si riconosco il tuo orecchio!

Graziella: orecchio perchè mai?

Uomo ex monitor: voi mi vedevate giusto?

Graziella: si

Uomo ex monitor: ed io vedevo voi

Graziella: da dove?

Uomo ex monitor: da quella fessura in cui lei ha "spiaccicato" tutto il tempo l'orecchio.

Amica Bulgara: io voglio i miei vestiti

dopo circa mezzora di spiegazioni farfugliate in mezzo bulgaro e romano...alla fine l'uomo ex monitor capisce il problema

Uomo ex monitor: ma avete sbagliato non dovevate venire qui, quando vengono spedite merci vanno direttamente al Cargo.

Graziella: e adesso cos'è sto cargo!

Dopo circa tre ore capimmo di essere delle andicappate, che hanno consumato i tacchi alla ricerca delle valigie, senza neanche sospettare lontanamente dell'esistenza di un Cargo.

Afflitte e distrutte ci dirigemmo, sempre tentando di non attirare l'attenzione, verso l'uscita.

Nel nostro piano perfetto scoprimmo ben presto di aver sottovalutato solo un fattore: poliziotto provola e rimorchione

Perchè quella cima della mia amica, pur sapendo che rischiava tanto se l'avessero fermata senza permesso di soggiorno, non riuscì ed esimersi dall'indossare, in pieno giorno, un tubino "strizza tette", una gonna lunghette con spacco vertiginoso e tacchi a spillo!

Approvo il motto: sempre chic e sempre fashion, non si sa mai chi si incontra....ma, alla ventesima volta, che passavamo davanto a quel posto di blocco, era pura pazzia auspicarsi che non venisse notato lo spacco e tutto il resto....

Così accerchiate da omoni con mitra e pistole arrivò la fatidica domanda:

Omoni in divisa: documenti?

Graziella:nooooooooooooooooo

Omoni in divisa: per quale motivo?

Graziella: le foto sono venute malissimo, la prego non ci faccia vergognare....

Omoni in divisa: siete arrivate?

Graziella: no

Omoni in divisa: state partendo allora?

Graziella: no neanche

Omoni in divisa: e allora do dove venite?

Amica Bulgara: da casa

Spiegammo nuovamente la situazione...i documenti li vollero ugualmente...ma io per depistarli attuai il mio piano B... mentre gli omoni in divisa controllavano il documento dell'amica bulgara mi resi fonte di disturbo

Graziella: nella foto non è venuta bene, ora sta meglio si è dimagrita vedete?

Amica Bulgara (la donna più permalosa che esista sulla faccia della terra): no io ero venuta bene anche lì. che vorresti dire che ero grassa?

Insomma, iniziammo a litigare davanti a quegli Omoni che, in difficoltà per il baccano che stavamo creando, decisero di scortarci direttamente al Cargo, senza proseguire nel controllo dei documenti.

Arrivate al deposito merci in stile principesco con scorta avanti e dietro, pensammo che ormai il grosso era passato (erano diventate le 15.00).

Purtroppo, l'abbigliamento dell'amica bulgara attirò l'attenzione degli sguardi maschili anche lì, e malgrado cercassi, in vano, di sdrammatizzare e di tranquillizzala, in lei cresceva il desiderio compulsivo di uccidermi.

Entrammo nella sala dove avremmo sottoposto la nostra richiesta, e ben presto, ci accorgemmo che li  regnava il caos.

Gente che sbatteva la testa sui vetri, persone che urlavano richiedendo un rimborso....e noi ormai disperate ci abbandonammo su una panca... quando.....all'improvviso....tutti si girarono verso di noi...(ed io pensai: ecco, adesso è veramente finita!)....e cominciarono a ridere rumorosamente...

Da dietro una porta uscì l'uomo ex monitor ridendo ed indicandoci....

Amica Bulgara in stile Verdone in bianco rosso e verdone (scena finale quando l'emigrante dalla germania comincia a parlare e non si capisce nulla): no perchè io sono 5 ore con i tacchi...e poliziotti....e questa deficiente (Io), che mi dice che sono grassa...... 

Insomma impauriti dalle strilla incomprensibili, della pazza bulgara, materializzarono le valige.

L'ultimo problema sorse nel momento in cui dovevamo far entrare tre bestioni di valigie, più grandi di noi, nella povera Twingo!

Alcuni dei camionisti, che avevano partecipato alla sceneggiata, presero delle funi e cominciarono a montare un'impalcatura sulla mia povera macchina.

Così distrutte, ed una di noi anche particolarmente risentita, tornammo verso casa con le valigie sul tettino della macchina, in stile esodo di ferragosto!

L'amica Bulgara mi rivolse solo queste parole: Adesso stai zitta finchè non torniamo a casa!

Bè anche lei, devo dire che mi vuole molto bene!

GRAZIELLA

 

 
 
 
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