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La legge italiana è stata scritta nell'intendimento di garantire il reddito 'quo ante' a entrambi i coniugi: per nostra cultura, è spesso e volentieri la moglie a essere l'elemento con minor reddito, quindi l'elemento che riceve l'assegno. Senza leggere le sentenze, provo a invertire la situazione e mi baso in questo momento unicamente sulla logica. Se il reddito della moglie che e', per fare un esempio, l'unica a lavorare in una famiglia, cambia, non è detto che debba fare più di quanto avrebbe fatto non separandosi. Se io, Maria, Giulia, Giorgia, perdo il lavoro la mia famiglia ne risente, che io sia divorziata oppure no. Si evince anche da un recente pronunciamento della corte di Cassazione. Ma questo non significa che se io, Maria, Giulia, Giorgia, voglio garantire ai miei figli più di quanto assegnato non possa farlo, che io sia divorziata oppure no. E quando mai in Italia non abbiamo privileggiato la libera iniziativa? Io credo nel diritto naturale: quello che regola la vita degli orsi; in Tribunale è tutto troppo complicato. :) Buona domenica.
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Inviato da: massimiliano.isoppo
il 29/07/2009 alle 11:48
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il 19/05/2008 alle 15:00