10 RISPOSTE A CASO
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Post n°31 pubblicato il 23 Dicembre 2009 da dieci.risposte
Apprendiamo dalle dichiarazioni del Ministro Maroni rilasciate in seguito ad un incontro con i principali provider e gestori di social network operanti sul territorio nazionale che il governo intende creare degli strumenti in grado di arginare il problema dei "reati informatici". Questa definizione la mettiamo volutamente tra virgolette poichè malgrado l'ottusità di alcuni individui un reato è tale a prescindere dal mezzo che si utilizza per perpetrarlo, un reato è tale nel momento in cui arreca un danno a cose e persone e non è vero che i nickname non sono persone e non hanno diritti giuridici altrimenti ad ogni pedofilo basterebbe registrarsi con un nome di fantasia per poter fare i suoi porci comodi. Ragionate gente. Per quanto riguarda i “reati minori” la legge italiana dice che lo pseudonimo è tutelato al pari del nome anagrafico quando questo sia utilizzato in maniera tale da avere acquisito l'importanza del nome, e cioè da rendere la persona riconoscibile pubblicamente, ai sensi dell'articolo 9 del codice civile (noi la legge la citiamo non andiamo a spannometro eheheh). Riconoscibile pubblicamente vuol dire che c’è un ragionevole numero di persone che sono in grado di associare a quel nick un nome ed un cognome, cosa tutt’altro che impossibile non credete? Maroni comunque non intende utilizzare strumenti normativi per affrontare la questione ma si adopererà, in collaborazione con gli operatori del settore, per definire "un grande accordo di responsabilità tra tutti gli operatori: se avverrà sarà il primo caso al mondo di autoregolamentazione su un terreno così delicato che vede da una parte la garanzia di libertà di espressione del pensiero e dall'altra la necessità di rimuovere contenuti che integrano gravi reati". Personalmente pensiamo che delegare la responsabilità della gestione dei reati perpetrati a mezzo informatico alla buona volontà degli operatori del settore sia un po’ come cercare di passare la patata bollente a qualcun altro perché evidentemente non si è in grado di gestire il problema tant’è vero che sul sito della polizia postale i reati di offesa, minaccia e sostituzione di persona (tanto per citare quelli più frequentemente riscontrabili su internet) non vengono minimamente presi in considerazione. Insomma tutti bravi a riempirsi la bocca di belle parole e belle domande ma le risposte come al solito non interessano a nessuno.
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